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Non è fantascienza ma una realtà che già possiamo osservare. Hyperloop, è un treno supersonico in grado di toccare i 1.200 km/h. Come possiamo vedere nell'immagine, la società ha già costruito il tubo che correrà nel deserto del Nevada: condotte a bassa pressione DevLoop dove viaggeranno i treni supersonici. La pista di prova, è lunga 500 metri con un diametro di circa 3,3 metri e già questo rende l’idea di come sarà possibile viaggiare a tempi di record. Hyperloop nasce da una idea del milionario Elon Musk che prevede il viaggio di alcune capsule ferroviarie all'interno a dei tubi che, sfruttando la levitazione magnetica, arrivano fino a 1.200 km/h. Per adesso la pista nel deserto del Nevada garantisce solo due secondi di viaggio ma prossimamente potremmo vedere i primi test sulle medio-lunghe distanze. L’azienda californiana ha da poco aperto uno stabilimento in Francia per costruire una linea ferroviaria tra Bratislava e Praga, che assicurerà un collegamento tra le due città in meno di dieci minuti. Anche se per il momento i test si svolgono negli Stati Uniti, il treno a levitazione magnetica arriverà anche in Europa grazie all’accordo sottoscritto tra HTT ed i governi delle repubbliche ceca e slovacca. Elon Musk è uno degli sponsor principali di questa nuova tecnologia che, con i suoi progetti ed idee, hanno condotto a una benefica concorrenza economica tra diverse società, da Hyperloop One a Hyperloop TT fino ad Arrivo: imprese che vogliono vantare il primato di realizzare un treno supersonico.

 

 

Il progetto sta valutando anche di far viaggiare i treni in tunnel scavati sotto il suolo per evitare che questi creino un impatto sonoro, ambientale e visivo sul territorio e, soprattutto, per evitare che possano essere vulnerabili ad attacchi esterni alla sicurezza dell’impianto. Nel frattempo la società canadese TransPod, da tempo impegnata a realizzare il progetto SpaceX che riguarda un rivoluzionario trasporto terrestre attraverso i servizi di trasporto di Hyperloop aprirà una filiale anche nel nostro paese, per realizzare un supertreno a levitazione magnetica che può raggiungere i 1.200 km/h . L’iniziativa italiana fa capo alla società Angelo Investments che, con un investimento da 15 milioni di euro, ora è parte del capitale di TransPod, con sede a Bari dove sarà affiancata anche dal locale Politecnico con l’arduo compito di sviluppare di collegamento tra Toronto e Montreal in meno di 30 minuti. Un progetto open che potrebbe interessare la Scuola Superiore Sant’Anna e l’Università di Pisa. I due istituti insieme a Ales Tech (una startup di Milano) hanno anche partecipato a settembre alla Hyperloop Pod Competition, una gara indetta dal fondatore di SpaceX, Elon Musk, con l’obiettivo di raccogliere nuove idee per lo sviluppo del treno del futuro. Ales Tech ha presentato, infatti, un prototipo di sospensioni a levitazione magnetica, partendo dal lavoro realizzato dagli studenti della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’Università di Pisa. Alla competizione hanno partecipato anche altre università con progetti di supporto al treno del futuro e alle sue applicazioni. Cosi mentre In Puglia un gruppo di ricerca è impegnato a sviluppare il lavoro con la società canadese per realizzare un collegamento tra due metropoli, Trenitalia (che ha investito sul Frecciarossa1000) divide l’Italia a due velocità, riducendo i collegamenti (già più lenti dal sud verso nord) e lasciando cosi insoddisfatta una grossa quota di passeggeri, che ripiega per motivi economici su autobus di linea che (a prezzi inferiori al treno) sono oramai diventati un mezzo popolare di trasporto che, in spazi ridotti e con lunghe ore di percorrenza notturna, è diventato l’incubo dei poveri pendolari. Questa nuova scoperta non potrà non interessare l’apparato militare dove la movimentazione di uomini di mezzi e materiali è uno delle componenti essenziali nei progetti e nelle strategie degli stati maggiori delle FF.AA. Immaginiamo come con questo sistema opportunamente collaudato possono interagire con le decisioni di intervenire, spostando sul suolo truppe che non necessitano di essere paracadutate in taluni casi, o che farà arrivare a destinazione materiali in tempi ristretti, con una logistica integrata rapida. Chissà se un giorno vedremo reparti di fanteria proiettati nel luogo di operazioni con tempi inferiori all’aereo e unità navali che, toccando i vari porti, saranno rifornite dal sistema Hyperloop. Ai posteri l’ardua sentenza.

Fonte: http://www.difesaonline.it

 

 

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