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Finalmente un’auto stampata in 3D: quando le idee più futuristiche diventano realtà!

La tecnologia fa passi da gigante e supera perfino i confini della nostra immaginazione; nel corso dell’ultima edizione dell’International Manufacturing Technology Show di Chicago, la Local Motors ha assemblato dal vivo e presentato Strati, ovvero la prima auto stampata in 3D in sole 44 ore, che ha circolato tra lo stupore del pubblico per le vie della città del vento, senza incorrere in nessun problema.

Il veicolo, realizzato in collaborazione con l’Oak Ridge National Laboratory e il Cincinnati Inc, è composto di sole 40 parti, nulla in confronto alle oltre 20mila delle vetture tradizionali. Dopo Strati, concepito come un veicolo elettrico di quartiere dal costo di 16.000 euro, l’azienda con base a Phoenix (in Arizona) mira a inserirsi definitivamente nel business della produzione in 3D di automobili e ad  ampliare i propri orizzonti. L’amministratore delegato Jay Rogers  punta ad allargare questa innovativa tecnologia alla più vasta gamma di veicoli (perfino navi, aerei e satelliti) e ad aprire fino a 50 nuove microfabbriche nei prossimi cinque anni, che diventeranno 100 di qui a un decennio.

Un’utopia? Staremo a vedere… intanto però non possiamo trascurare l’evidenza della velocità del progresso in questo campo, basti pensare che solo 3 settimane prima della mostra la Local Motors impiegava 140 ore per stampare quello stesso veicolo, che dal vivo è stato realizzato in sole 44 ore! In pochi altri mesi i tempi sono stati ulteriormente ridotti, perché oggi bastano solo 12 ore per la stampa in 3D, più altre 4-5 per l’assemblaggio.

Tutto ciò senza dimenticare che ulteriori sviluppi potranno arrivare dall’impiego e dalla combinazione di una molteplicità di materiali. Attualmente i polimeri utilizzabili per la stampa in 3D di automobili sono già oltre 50, oltre alla fibra di carbonio e presto anche il grafene o forse altri metalli. Sono già in corso dei contatti con un’azienda coreana, che è una tra le più grandi produttrici mondiali di grafene. I ricercatori stanno ora cercando di verificare la possibilità di estrudere questo materiale per miscelarlo con altri componenti termoplastici o farlo entrare in alcuni metalli.

Local Motors vuole aprirsi per affrontare le sfide del futuro e si presenta come una vera e propria comunità in espansione rivolta a designer, specialisti e addetti al settore, che già oggi paga i diritti a tutti i membri che in vario modo contribuiscono alla realizzazione dei prodotti sbarcati sul mercato. Nella speranza che questa rete continui a crescere, in tempi brevi l’obiettivo è quello di riuscire a poter svelare ogni trimestre 3-4 nuovi progetti di auto stampate in 3D.

Nella logica commerciale, che mira a soddisfare in tutto e per tutto le esigenze dei clienti, quest’ultimi saranno messi in grado di personalizzare i propri modelli, potendo scegliere la carrozzeria, il tipo di alimentazione (elettrica, a gas naturale, diesel ecc.), le ruote, gli pneumatici, il colore e ogni altro aspetto della vettura. Ogni automobile frutto della stampa in 3D, inoltre, sarà non solo completamente modificabile, ma anche riciclabile.

Volete cambiare motore o design? Nessun problema, basterà portare la vostra vettura in una micro fabbrica e potrete apportare tutte le modifiche che volete. Ad oggi i materiali impiegati sono riciclabili all’80% e possono essere reimpiegati in altre vetture o per altri scopi. Si sta inoltre lavorando per capire fino a quante volte tali componenti possono essere riciclati senza compromettere l’integrità del materiale.

L’azienda sta seriamente riformulando il classico processo produttivo delle automobili. Verso la fine dell’anno saranno lanciati sul mercato i primi modelli di auto stampate in 3D. Solo allora sarà possibile verificare la risposta dei consumatori a queste innovazioni che fino a poco tempo fa sarebbero state inimmaginabili.

Se il futuro delle automobili prevederà anche la stampa in 3D e la riciclabilità dei materiali, grandi meriti andranno alla lungimiranza di un’aziena dell’Arizona.

Fonte: https://www.tuttogreen.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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