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Internet non è solo di questo mondo. È disponibile Outernet, la connessione che viene dallo spazio e che permette di collegarsi gratuitamente da qualunque area del pianeta. A giugno saranno avviati i primi test, in attesa che la Nasa dia risposta affermativa per altre prove a bordo della Stazione spaziale internazionale.

Fondata dal direttore del Media Development Investment Fund (MDIF) Syed Karim, Outernet si propone di utilizzare, una volta reperiti i fondi necessari, una rete di piccoli satelliti per trasmettere i dati internet selezionati - audio, video , testo e applicazioni - a qualsiasi dispositivo Wi-Fi abilitato, compresi gli smartphone, in qualsiasi parte del mondo senza alcun costo. Nessun altro canale informativo potrebbe consentire una tale varietà di contenuti o trasmissioni su scala mondiale.

Niente piani tariffari, compagnie telefoniche e contratti. I costosi piani dati degli operatori di telecomunicazioni non saranno più un ostacolo per l'accesso alle informazioni. Che ci si trovi a New York o nel bel mezzo del deserto di Atacama, sarà possibile navigare utilizzando la rete Outernet. Abbracciando la fiorente industria spaziale, Outernet vuole portare la rete Wi-Fi ai confini della Terra. Chiunque con un dispositivo in grado di ricevere tale segnale, potrà collegarsi ad internet.

Tutti i componenti necessari per la Outernet sono stati convalidati da vari progetti satellitari governativi, da università e dagli esperti del settore. Outernet porterà queste tecnologie fornendo una standardizzazione che prima non esisteva e dando vita ad una innovativa piattaforma di distribuzione globale dei media.

“Siamo entusiasti di incubare un progetto così rivoluzionario,” ha detto il CEO di MDIF Harlan Mandel. “Outernet consentirà di bypassare la censura, garantire la privacy e offrire l'accesso al mondo delle informazioni a tutti, compresi coloro che oggi sono oltre la portata geografica di internet o non possono permetterselo”.

Spiega Harlan che Outernet è la versione moderna di radio a onde corte che “utilizza le tecnologie più avanzate per risolvere un problema sociale profondo”. Ancora oggi, più di 3 miliardi di persone sono escluse dalle reti globali di comunicazione per motivi economici, geografici o giuridici. Outernet spera di dare a tutti, democraticamente, la stessa possibilità di accedere a notizie e informazioni digitali.

L'internet del futuro potrebbe essere vicino.

Francesca Mancuso

Fonte: http://www.nextme.it

 

 

Sull’esistenza di altre forme di vita ancora non ci sono certezze, ma dallo spazio potrebbero arrivare ben presto altre forme di Internet. Almeno questo è l’intento della compagnia newyorkese Media Development Investment Fund, che sta costruendo Outernet, un web libero e gratuito basato su una flotta di minuscoli satelliti cubici ed economici chiamati CubeSat, creati per ritrasmettere in un loop continuo i contenuti ricevuti da stazioni terrestri. Il progetto muove dall’assunto che l’accesso alla conoscenza e all’informazione rientra tra i Diritti Umani, eppure viene disatteso in molte parti del mondo. Secondo i dati della società promotrice, solo il 60% della popolazione terrestre può accedere a una connessione a Internet senza limiti o restrizioni.

Il prezzo degli smartphone e dei tablet si abbassa di anno in anno, ma il prezzo dei dati in molte aree del globo continua ad essere insostenibile per la maggior parte degli abitanti. In alcuni luoghi, come le aree rurali o quelle più remote e inaccessibili, le antenne per i cellulari e i cavi in fibra ottica semplicemente non esistono. Il principale obiettivo di Outernet è quello di colmare il divario globale nell’accesso all’informazione, fornendo dati online a quel 40% attualmente escluso dalla rete.

Per realizzare il suo obiettivo, Outernet si basa su una costellazione di mini-satelliti, che verranno sparati nell’orbita terrestre bassa, ovvero da 160 a 2000 km dalla superficie. Attraverso il datacasting, che consiste nella diffusione di dati su superfici molto ampie attraverso le onde radio, i contenuti saranno diffusi dai satelliti alla superficie terrestre sfruttando i segnali DVB, Digital Radio Mondiale e in multicasting via Wi-Fi basato su protocollo UDP. In questo modo, attraverso la trasmissione di contenuti digitali per dispositivi mobili, semplici antenne e parabole satellitari già esistenti, verrebbe garantito a tutta l’umanità un livello base di notizie, informazioni, istruzione e intrattenimento.

Nella prima fase, si tratterebbe di una “rete a senso unico”, che permette all’utente finale, solo di ricevere dati; attraverso il costante aggiornamento dei contenuti inviati dallo spazio sarebbe inoltre possibile aggirare la censura di Internet e, non ultimo, il sistema potrebbe rivelarsi molto utile come sistema globale di notifica durante le emergenze e i disastri naturali. Se tutto dovesse procedere come pianificato, entro la metà del 2015 questa prima fase dovrebbe essere completata. Sul lungo periodo, Outernet mira a trasformarsi in un sistema in grado di garantire una comunicazione a due vie, libera e gratuita per chiunque. Il principale ostacolo, al momento, è rappresentato dai costi: nonostante i CubeSat siano relativamente economici, per completare la rete di mini-satelliti si parla di oltre 40 milioni di dollari.

Si punta sul coinvolgimento di Fondazioni e sponsor privati, inoltre sul sito ufficiale del progetto è possibile contribuire con donazioni, che serviranno a realizzare dei prototipi entro il mese di giugno e avviare una fase di test sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), il prossimo settembre. Come prevede la “Time Line” pubblicata sul sito, una volta ottenuti i permessi necessari dalla NASA e stilato un programma di lanci, le trasmissioni “spaziali” potrebbero partire già nel giugno 2015.

Fonte: http://www.lastampa.it

 

 

News, istruzione, bollettini di emergenza, ricerche scientifiche, nuove scoperte. Cosa succederebbe se non solo il 40% dell’umanità avesse accesso (2,7 miliardi di persone, secondo una stima di Facebook) alle informazioni da primo mondo?

La startup Outernet è intenzionata a trovare la risposta al quesito riducendo il digital devide attraverso una connessione gratuita trasmessa dallo spazio.

Progetto incubato da MDIF , Outernet trasmette le pagine web a dei satelliti che gravitano attorno alla Terra. I satelliti a loro volta inviano sulla terra i suddetti contenuti, rendendoli fruibili su tutto il pianeta.

Come è strutturato Outernet? Il palinsesto è suddiviso in tre insiemi.

Esiste un core archive, ovvero un insieme di informazioni e news caricate a intervalli regolari, che viene trasmesso in loop. Il materiale del core archive è selezionato da Outernet oppure viene votato sul Queue.

Il Queue è l’archivio di materiale consigliato dagli utenti attraverso il sito, la loro pagina Facebook , il loro Twitter . È in previsione la possibilità di proporre articoli anche via SMS.

Infine c’è l’insieme Content priority. Organizzazioni o singoli individui possono programmare la trasmissione di specifici contenuti pagando la funzione di priorità a Outernet. Ogni contenuto prioritario è graficamente distinto dal restante materiale d’archivio. Il costo del servizio è calcolato in base al peso dei file trasmessi e al numero di trasmissioni programmate. Su quest’ultimo terreno si giocherà un’importante sfida: riuscirà l’organizzazione a non trasformarsi in un ripetitore di pubblicità? O peggio: le multinazionali si infiltreranno nel flusso delle trasmissioni pubblicando redazionali camuffati e sgretolando la credibilità non profit della filosofia Outernet?

Qualche dettaglio sulle trasmissioni: bollettini informativi, agenzie e messaggi d’emergenza verranno trasmessi ogni cinque minuti; le informazioni senza scadenza temporale verranno trasmesse mensilmente; l’archivio principale, che attinge a librerie digitali come Wikipedia e il Project Gutenberg, verrà trasmesso ogni quattro mesi.

Per ricevere Outernet, infine, basterà fornirsi di Lantern, un ricevitore WiFi della portata di 2MB al giorno. L’antenna è in raccolta fondi su Indiegogo , in alternativa potete costruirla da soli seguendo le istruzioni che trovate qui .

Fonte: http://www.wired.it

 

 

(..) La cosa poi si complica quando c’è chi Internet non può averlo. Non crediate che vi siano così tante persone che possono, ogni giorno, tornare a casa, aprire il proprio PC e surfare il web come farebbe un capellone californiano con le onde di Miami. A volte l’ADSL non arriva in alcuni comuni o in genere in aree poco sviluppate, così come il segnale 3G/4G, che si perde spesso e volentieri in montagna e che ci costringe a parlare fra di noi, respirare aria buona e accantonare un attimo la tecnologia (sì era una provocazione). Internet può essere allora considerato un diritto? Dove non arriva Internet, però, arriva (o arriverà) Outernet. Non si tratta di un nuovo termine generalista, anche se potrebbe diventarlo. Outernet è il nome di una startup nata a New York da un gruppo di persone stanche della classica concezione di rete globale. Proprio da Outernet nasce Lantern, il prodotto che ho citato poco fa. Capiamo insieme di cosa si tratta.

Outernet.
Chi l’ha detto che dobbiamo essere vincolati a qualcuno che ci offre connessione dati nel tempo chiedendo in cambio una cifra? Outernet propone appunto, tramite Indiegogo, un prodotto che è, in soldoni, una sorta di access point portatile tramite il quale è possibile avere una connessione al web, sempre e comunque. Pensato per l’accesso in mobilità, Lantern monta una batteria interna in grado di garantire la connessione al web mediante una rete un po’ “speciale” per ben 12 ore, al termine delle quali dovrà essere ricaricato o utilizzare l’energia solare mediante i pannelli montati sul suo corpo, compatto e portatile. La batteria può fare anche da powerbank. La sua particolarità è però che la rete a cui si collega non si trova sulla Terra. Avete capito bene. Outernet si basa sulla costruzione di una vera e propria rete satellitare costituita da nanosatelliti che saranno inviati nello spazio nel 2016, con la finalità di coprire tutte le aree geografiche del mondo. Il risultato di chi acquista un Lantern è quindi una connessione, sempre e comunque, in mobilità o meno. Ma c’è un altro dettaglio: la privacy. Outernet si propone come soluzione che non vede nessuno controllare la trasmissione di dati, benché come al solito c’è sempre da prendere con le pinze la cosa. Essendo una soluzione che all’utente finale darebbe una connessione con il pagamento di qualcosa una tantum, sicuramente le altre compagnie, fra cui enti per la sicurezza o operatori telefonici, si interesseranno parecchio. È proprio questo il punto dove volevo arrivare: la leggenda con cui ho aperto questo articolo si rivede nella realtà con l’arrivo di una rete differente, che opera sulla trasmissione di onde radio dai satelliti alla terra, praticamente libera, con cui si accede semplicemente acquistando uno strumento (un po’ il gesto equivalente dell’acquisto di un router, anche se abbastanza costoso – 169$). Ma il sovrano sarà d’accordo? Bah, lo scopriremo. Il progetto sta andando avanti e Outernet, essendo uscita allo scoperto anche su portali con un’attenzione mediatica così elevata, potrebbe già raccogliere un numero spropositato di fan che si interesserebbero molto se eventualmente qualcosa dovesse andare storto per conto di qualcuno. Ciò che viene promesso oggi è un web diverso, raggiungibile da tutti (tecnicamente parlando), sicuro e in grado di far spaventare il tiranno. Potrebbero gli operatori telefonici rispondere con soluzioni simili? Qualcuno lo farà, andiamo, è inevitabile. L’idea è troppo ghiotta e troppo forte per poter lasciar correre e far sì che una startup di New York metta in ginocchio il mondo – che poi è chiaro specificare, si parla di tutto il globo, e non di Italia. Possiamo forse costruire insieme un futuro diverso per le telecomunicazioni. Possiamo (tenetevi forte) creare forse uno strumento che possa competere in modo corretto con il monopolio degli operatori nelle varie nazioni, andando così a generare forse offerte più convenienti per accedere a Internet, oltre che l’opportunità di avere una rete diversa, più sicura e quant’altro. C’è da capire però come Outernet distribuirà di dati, poiché a quanto pare per i primi periodi sembra che l’azienda voglia avviare i satelliti all’instradamento di solo 2 MB al giorno di connessione, che diventeranno poi 100 MB al giorno a progetto andato a regime. Troppo pochi, forse? Sì. Capiremo però in seguito come evolveranno le cose, ancora tutte in corso d’opera. (..)

Claudio Carelli

Fonte: https://www.ridble.com

 

 

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