. . .

«E’ irrealistico rimuovere la spazzatura spaziale con un robot spedito in orbita, nelle mani di militari è un’arma». Così ha scritto il quotidiano di Hong Kong in lingua inglese South China Morning Post lo scorso 28 giugno parlando dell’Aolong-1, uno dei payload secondari mandati in orbita dalla Cina nel corso della missione inaugurale del Long March 7.

 

 

Secondo quanto dichiarato dalle autorità di Pechino, invece, l’Aolong-1 (Roaming Dragon, Drago vagante, questo il nomignolo affibbiato allo spacecraft) è un dimostratore tecnologico dotato di un braccio meccanico in grado di agganciare un satellite dimesso e indirizzarlo verso la corretta traiettoria per un rientro controllato in atmosfera. Un sistema per risolvere il delicatissimo problema dei debris spaziali, insomma. Tuttavia, secondo il quotidiano di Hong Kong le cose non starebbero proprio così. In particolare, il South China Morning Post ha citato una fonte rimasta anonima dell’Osservatorio Astronomico di Pechino, che ha spiegato come il Drago vagante possa essere utilizzato in tempo di pace per pattugliare lo spazio e prevenire il decadimento incontrollato dei satelliti, ma in caso di guerra potrebbe essere usato come deterrente contro gli asset spaziali dei nemici. Ci troveremmo quindi di fronte in tutto e per tutto ad un’ASAT (Anti-satellite weapons), un’arma antisatellite, un settore dove in effetti la Cina sta investendo e lavorando molto. Si tratta questo di un tema particolarmente spinoso negli Stati Uniti, dove dopo anni di indisturbato dominio sullo Spazio, si inizia a pensare che proprio la rete satellitare possa essere il punto debole dei sistemi militari americani in caso di conflitto. E la Cina e la Russia sono, per forza di cose, le prime preoccupazioni del Pentagono. Tuttavia, secondo l’analista spaziale Morris Jones, questa volta a Washington non hanno nulla da preoccuparsi, perché il «Roaming Dragon sembra un’arma spaziale impraticabile». Le armi satellitari, ricorda Jones in un articolo apparso su SpaceDaily.com, «si dividono in due categorie». Alcune spiano, scattano immagini e hackerano i sistemi degli altri satelliti, altre attaccano direttamente. In questo caso, continua l’analista, far esplodere uno spacecraft è «il modo più efficace» per eliminarlo ed è anche il sistema testato per anni dalle principali nazioni spaziali. «A cosa potrebbe servire un braccio robotico per scopi militari?», si chiede Jones. Colpire il satellite obiettivo potrebbe essere una strategia, ma il danno sarebbe minimo e allerterebbe i controllori a Terra. L’alternativa potrebbe essere una sorta di «wrestling» in orbita: il braccio potrebbe spingere l’obiettivo progressivamente fuori asse fino a fargli perdere l’assetto. Anche in questo caso però sarebbe relativamente semplice intervenire da Terra e manovrare il satellite per farlo tornare nella posizione corretta. Inoltre, «questo tipo di attacchi soft – aggiunge – sono più efficaci hackerando la telemetria dei satelliti con un processo chiamato spoofing». Secondo Jones, «lo spoofing è probabilmente l’arma anti satellite più efficacie mai concepita», poichè «replica la velocità della guerra informatica. Proprio perché lo Spoofing è potente però, non se ne discute spesso,» spiega. In un ultimo scenario, scrive ancora Jones, un piccolo satellite potrebbe agganciarsi ad un oggetto più grande, come una stazione spaziale abitata da astronauti. Chi attracca potrebbe avere con sé del materiale esplosivo, da tenere latente fino al momento opportuno. Tuttavia, è difficile pensare che una stazione spaziale possa essere un obiettivo militare e, inoltre, l’oggetto estraneo sarebbe facilmente individuato dal personale a bordo. «Siamo chiari, – conclude Jones - la Cina è una delle principali forze militari nello spazio e la sua rapida ascesa pone una sfida alla sicurezza globale. Ma chiamare il Roaming Dragon un’arma sembra essere una distorsione della realtà».

Alessandro Iacopini

Fonte: http://www.flyorbitnews.com

 


 

Segnala questa pagina web in rete.

 

Disclaimer: questo sito ("Ogigia, l'isola incantata dei navigatori del web") NON rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità su vari argomenti, tra cui Linux, geopolitica, metodi di auto-costruzione di risorse, elettronica, segreti, informatica ed altri campi. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07/03/2001. Il Webmaster inoltre dichiara di NON essere responsabile per i commenti inseriti nei post. Ogni informazione circa la salute o l'alimentazione sono solo a carattere informativo, e NON siamo responsabili di qualsiasi conseguenza negativa se qualcuno vuole improvvisarsi medico oppure dietologo; si consiglia sempre di rivolgersi a medici ed esperti qualificati. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze NON sono da attribuirsi al Webmaster, che provvederà alla loro cancellazione una volta venuto a conoscenza di un ipotetico problema. Eventuali ritardi nella cancellazione di quanto sgradito non sono imputabili a nessuno. Si declina ogni responsabilità sull'utilizzo da parte di terzi delle informazioni qui riportate. Le immagini pubblicate su questo sito, salvo diversa indicazione, sono state reperite su Internet, principalmente tramite ricerca libera con vari motori. In ogni caso si precisa che se qualcuno (potendo vantare diritti su immagini qui pubblicate, oppure su contenuti ed articoli, o per violazioni involontarie di copyright) avesse qualcosa da rimproverare o lamentare può scriverci attraverso la sezione per i contatti .