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L’ambizioso programma spaziale degli Stati Uniti crolla. Con Mosca che vieta l’uso dei suoi motori a razzo per scopi militari e il missile pesante Antares )che utilizza i motori russi) che esplode sulla piattaforma di lancio in Virginia, il previsto assalto spaziale degli USA appare sempre più improbabile. Il doppio smacco ha rivelato la reale portata della dipendenza statunitense dalla Russia in campo spaziale.

Gli Stati Uniti usano due potenti motori realizzati in Russia, RD-180 e NK-33. I motori a razzo RD-180 sono importati dall’United Launch Alliance (ULA), una joint venture tra le principali aziende belliche Lockheed-Martin e Boeing, per spingere i suoi missili Atlas. ULA è l’unico fornitore di vettori spaziali del Pentagono, il che significa che i militari statunitensi usano i missili Atlas per posizionare i loro satelliti spia nello spazio. Ecco come gli Stati Uniti hanno perso la testa. La ditta che produce gli RD-180 si chiama NPO Energomash e fa parte dell’industria aerospaziale russa, guidata dal Viceprimo ministro Dmitrij Rogozin. A marzo, il Tesoro USA ha sanzionato Rogozin perché stretto consigliere del Presidente Vladimir Putin. La risposta di Mosca è stata rapida. In pochi giorni Rogozin ha dichiarato che la Russia non avrebbe più esportato motori a razzo negli Stati Uniti per lanciare satelliti militari. D’ora in poi, i motori russi saranno utilizzati solo per lanciare carichi civili.

Perché gli USA vogliono i razzi made in Russia? Per cominciare l’RD-180 è un motore a razzo da 5,5 tonnellate, 11,5 metri di altezza e 10,25 metri di diametro, dalla progettazione meravigliosamente semplice, affidabile, potente ed economica. Secondo la rivista Wired: “Non solo l’RD-180 è più potente di qualsiasi omologo di fabbricazione statunitense, ma a differenza dei motori statunitensi, può essere acceso e spento durante il volo rendendo il volo molto più regolare ed efficiente”. E aggiunge: “I russi non si preoccupano della cosmesi o dell’impacchettamento. Costruiscono e testano per eliminare i difetti. Il motore è costato 10 milioni di dollari e produce quasi mezzo milione di kg di spinta. Cose che non può fare un motore di fabbricazione statunitense“. Strategy Page riferisce: “Alcuni esperti statunitensi (come Charles Vick) sospettavano durante la Guerra Fredda che la Russia avesse motori a razzo economici, potenti e affidabili come questo, ma le sue affermazioni furono respinte dalla maggior parte degli esperti statunitensi. Dopo la fine della guerra fredda nel 1991, gli Stati Uniti osservarono i motori a razzo russi e capirono che Vick aveva ragione. Alla fine degli anni ’90 gli Stati Uniti stilarono un contratto per acquistare versioni modificate (per il missile statunitense Atlas V) dell’RD-18 dalla Russia e una licenza per costruirli negli Stati Uniti (con alcuni componenti russi che sarebbe molto più costoso produrre negli USA)“. Gli Stati Uniti attualmente hanno due anni di forniture di motori RD-180 e la licenza per produrli. Per avviarne la produzione è necessario prima di avere forniture occidentali di tutte le componenti fornite dalla Russia. “Ciò richiederà cinque anni“, dice Strategy Page. “Al meglio costerà agli Stati Uniti altri 2,5 miliardi di dollari impostare la produzione e fornire servizi di lancio più costosi nel frattempo. Dato che il migliore dei casi è una rarità, è probabile che ci vorranno sette anni per produrre RD-180 ed ulteriori 5 miliardi di dollari per pagarsi lanci alternativi. Il lancio di molti satelliti potrebbe essere ritardato di tre anni o più“. Gli Stati Uniti in origine avevano due missili, Atlas e Delta. Ma per via dell’RD-180, l’Atlas V è più attraente per prestazioni e prezzo del Delta IV.

L’altro motore russo, NK-33, è il nucleo del missile pesante Antares, chiave del futuro programma di esplorazione spaziale statunitense. L’NK-33 è stato costruito negli anni ’60 per le missioni lunari con equipaggio russo ma, in armonia con la natura opaca del processo decisionale sovietico, fu smantellato quando gli statunitensi sbarcarono sulla Luna. Il programma fu chiuso e tutti i lavori sul progetto distrutti. Tuttavia, un burocrate russo che conosceva il valore di questi motori li nascose in un magazzino. Quando l’Unione Sovietica si dissolse alcuni diplomatici russi eccessivamente filo-occidentali regalarono i gioielli dell’industria spaziale russa a visitatori statunitensi, molti dei quali erano senza dubbio spie. Uno dei motori finì negli USA, dove gli scienziati capirono che non avevano nulla di simile. Una richiesta d’importazione fu fatta, e a metà degli anni ’90 la Russia vendette 36 motori alla General Aerojet per la miseria di 1,1 milioni di dollari ciascuno. La società acquisì anche una licenza di produzione dei nuovi motori, e il primo missile Antares con l’NK-33 fu lanciato con successo dalla Virginia il 21 aprile 2013. L’esplosione del 28 ottobre dell’Antares avrà un impatto diretto sul futuro dell’esplorazione spaziale degli Stati Uniti. La NASA ha elaborato grandi progetti ma senza saper innestare motori a razzo russi sull’Antares, tali piani non decolleranno. Il fallimento dell’ultimo test indica che gli scienziati statunitensi non sanno padroneggiare le tecnologie complesse trasferite dai russi. Da ora Rogozin vieta l’uso militare dei motori a razzo. La Russia continuerà a spedire RD-180 perché ha bisogno di soldi. Da quando l’avanzata industria spaziale sovietica è crollata, il profitto dalle vendite di RD-180 ha mantenuto a galla diverse aziende russe. Tuttavia, se le sanzioni colpiranno l’economia russa, Mosca non avrà niente da perdere nell’imporre il divieto totale all’esportazione del motore a razzo. Danneggiando gli statunitensi ulteriormente non avendo oggi missili. I loro enormi satelliti spia Big Bird resteranno a terra, lasciando i servizi d’intelligence degli Stati Uniti senza il loro grande occhio celeste. Gli Stati Uniti hanno bisogno anche della Russia per le navette spaziali. La loro flotta di shuttle, in realtà elefanti bianchi, è radiata e gli Stati Uniti contano totalmente sui missili russi, come i Sojuz, per rifornire la Stazione Spaziale Internazionale. Senza rifornimenti regolari dalla Russia, l’ISS dovrebbe essere abbandonata e forse distrutta. Nel loro precipitarsi gli statunitensi non sono riusciti a capire che le sanzioni possono essere un’arma a doppio taglio. La reazione russa è del tutto in linea con i principi della reciprocità. Se Mosca è interessata, farà pagare giustamente ai furfanti della nuova guerra fredda la loro impudenza.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Fonte: https://aurorasito.wordpress.com

 

 

 

 

 

Washington, che ha posto ampie sanzioni contro la Russia nell’intento sempre più vano di isolare e minare la stabilità di Mosca, si umilia e batte in ritirata togliendo il divieto ai motori-razzo RD-180 della Russia.

E mentre Washington lo fa, i media statunitensi ancora dipingono la Russia come criminale, anche se gli Stati Uniti sono costretti a comprare razzi da una nazione che sostiene abbia invaso la Crimea, promosso la “guerra ibrida” in Ucraina orientale e bombardare i “ribelli” appoggiati dagli USA in Siria. Va ricordato che i motori-razzo RD-180 della Russia, dalle performance insuperabili a cui le imprese statunitensi devono ancora rispondere, sarà utilizzato per lanciare carichi in orbita per conto del dipartimento della Difesa statunitense. Popular Science, nell’articolo “il Congresso si muove per togliere il divieto di utilizzare i motori-razzo russi” afferma: “Dopo che la Russia ha invaso la Crimea, il Congresso ha giurato di bandire i motori-razzo russi. Ma il divieto di utilizzarli per lanciare carichi militari nello spazio era forse un po’ affrettato. Un nuovo disegno di legge approvato dal Congresso trova il modo di annullare il divieto. United Launch Alliance (ULA), joint venture di Boeing e Lockheed Martin, da tempo primo contraente dei lanci spaziali del dipartimento della Difesa, usa gli RD-180 di fabbricazione russa. ULA ha recentemente rifiutato l’offerta per un contratto di lanci data la limitata offerta di motori-razzo, e il Pentagono non ne è contento. Anche se ULA sviluppa un nuovo motore, il BE-4 è anni di distanza dal raggiungere la rampa di lancio. Dopo tutto, si parla di scienza”. Mentre la Russia non ha “invaso la Crimea”, Popular Science ha ragione nel sottolineare che la sostituzione del russo RD-180 è questione di anni prima che sia realtà. Popular Science suggerisce anche un altro motivo che potrebbe essere dietro l’eliminazione delle sanzioni ai razzi russi: “ULA ha avuto a lungo il monopolio dei lanci spaziali militari. SpaceX recentemente ha avuto il permesso di utilizzare il razzo Falcon 9 per i lanci di carichi militari, proprio mentre ULA mollava il bando. Se il divieto sarà tolto, ULA e SpaceX prenderanno parte al primo concorso per un lancio militare dal 2006, che potrebbe comportare dei risparmi per il governo degli Stati Uniti”. Ironia della sorte, il desiderio dell’ULA di mantenere il monopolio, e tutto il potere ingiustificato e la ricchezza connessi, l’ha costretta ad accordarsi con una delle nazioni che vari altri interessi particolari a Wall Street, Washington e Londra cercano di minare, dividere e distruggere da decenni. SpaceX cerca di ostacolare e decentrare l’industria aerospaziale, una minaccia diretta per Boeing e Lockheed Martin, a breve e a lungo termine. Sembra che nel breve e lungo termine la strategia di tali interessi particolari di Wall Street, Washington e Londra sia incoerente e controproducente. Nel tentativo di isolare e minare Mosca, gli USA si scoprono minacciati dal business dirompente e innovatore interno. Per ridurre la concorrenza interna, tali interessi si spingono ad eliminare le sanzioni contro concorrenti esteri. Impotenti e incoerenti, gli Stati Uniti sono riusciti a fare più male a se stessi che alla Russia. Se la Russia certamente subisce le sanzioni, superandole sarà invece più forte e più autosufficiente. Per gli Stati Uniti invece, vincendo o perdendo contro la Russia, comunque ne saranno danneggiati. Per l’opinione pubblica globale, invasa quotidianamente da notizie ed editoriali sulla minaccia Russia alla pace e alla stabilità globale, il fatto che il dipartimento della Difesa statunitense ancora compri razzi dalla Russia per mettere i propri satelliti in orbita, dovrebbe far ricordare che nulla di simile a principi, fatti od onestà guida la politica estera degli USA, come viene detto dai media occidentali. Se gli Stati Uniti non riescono a giustificare le sanzioni sui razzi russi, utilizzati in compiti vitali per il mantenimento della propria difesa, come continueranno a giustificare le rimanenti sanzioni alla Russia? Tali sanzioni restano semplicemente perché le aziende occidentali ne sarebbero colpite senza il potente lobbying di Boeing e Lockheed Martin? E ci si aspetta di continuare a credere che la Russia sia una “minaccia”, anche se rimane la socia principale degli USA nel lancio di satelliti per la difesa, per non parlare degli astronauti statunitensi ed europei e delle missioni di rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale? Infatti, il balletto sulle sanzioni dovrebbe indicare alle varie parti interessate a Washington e Londra che l’ordine internazionale sembra meno un’impresa globale organizzata e più un tropismo cieco nella ricerca di profitti ovunque, anche oltre il bordo della scogliera. Per tali soggetti sarebbe il momento di prendere in considerazione la cessione e/o diversificazione, guardando sul serio con mente aperta al futuro e al vero progresso.

Ulson Gunnar, un analista geopolitico sede a New York e scrittore soprattutto per la rivista online “Nuovo Outlook orientale“.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Fonte: https://aurorasito.wordpress.com

 

 

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