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Il Programma Shuttle-Mir fu un programma spaziale collaborativo tra la Russia di Boris Eltzin e gli Stati Uniti, consistente in una serie di visite effettuate dallo Space Shuttle americano alla stazione spaziale russa Mir. Durante queste missioni i cosmonauti russi ebbero la possibilità di visitare lo Shuttle e gli astronauti americani di soggiornare a bordo della Mir.

 

 

Il programma, chiamato a volta Phase One, fu pensato per incrementare le conoscenze degli Stati Uniti sui voli spaziali a lunga durata attingendo dall'esperienza russa e per promuovere uno spirito di collaborazione tra le due nazioni e le loro rispettive agenzie spaziali, NASA e RKA, in preparazione ad ulteriori cooperazioni. Queste esperienze, in particolare, portarono alla successiva costruzione della Stazione Spaziale Internazionale che fu prevista nella Phase Two. Annunciato nel 1993, la prima missione fu effettuata nel 1994, il programma continuò fino al suo completamento avvenuto nel 1998 e comprese undici missioni Shuttle, un volo unito con la Sojuz e più di 1000 giorni trascorsi nello spazio per gli astronauti americani trascorsi in sette spedizioni distinte. Durante i quattro anni del programma, le due nazioni raggiunsero molti traguardi realtivi ai voli spaziali, tra cui il primo astronauta americano ad essere lanciato su una navetta Sojuz e la prima passeggiata americana compiuta usando una tuta spaziale russa Orlan. Il programma fu tuttavia funestato da vari problemi, principalmente riguardanti la sicurezza della Mir incorsi dopo una collisione e un incendio a bordo della stazione. Si riscontrarono inoltre problemi finanziari, a causa dei ridotti budget del programma spaziale russo e preoccupazioni sulle capacità degli amministratori del programma. Nonostante questo, entrambe le nazioni aumentarono di molto le loro esperienze e le loro conoscenze sulle capacità di soggiorno a lunga durata nello spazio e nella costruzione e gestione di una stazione spaziale. Ciò si ripercuoterà positivamente nella successiva costruzione della Stazione Spaziale Internazionale.

 

Lo shuttle Atlantis si allontana dalla MIR.



Storia.

Anche se il programma Shuttle-Mir era stato concepito come un inizio di un rapporto di collaborazione tra le due superpotenze per la costruzione della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) esso rappresentava l'unione di vari progetti di stazione spaziale che traevano orgine nel periodo della Guerra Fredda. Durante i primi anni 80, la NASA aveva programmato di lanciare una stazione modulare spaziale denominata chiamata Freedom, come contropartita per le Salyut sovietiche e la Mir. Allo stesso tempo, i sovietici, stavano progettando di costruire la Mir-2 in sostituzione di Mir. Tuttavia, a causa di restrinzioni del budget e di vincoli di progettazione, il progetto Freedom non è mai progredito e la caduta dell'Unione Sovietica ha portato alla fine della guerra fredda e della corsa allo spazio. Il caos economico post-sovietico in Russia ha portato anche alla cancellazione di Mir-2, anche se dopo che il suo blocco di base, DOS-8, era stato comunque costruito. Analoghe difficoltà di bilancio venivano affrontati da altre nazioni aventi progetti di stazione spaziale, spingendo così i funzionari del governo americano di avviare negoziati, avvenuti nei primi anni 90, con i partner in Europa, Russia, Giappone e Canada per iniziare una collaborazione multi-nazionale al progetto di stazione spaziale. Nel giugno 1992, il Presidente degli Stati Uniti George Bush e il Presidente della Russia Boris Yeltsin si accordarono su un programma di cooperazione, in ambito spaziale, firmando il trattato "Agreement between the United States of America and the Russian Federation Concerning Cooperation in the Exploration and Use of Outer space forPeaceful Purposes". Questo accordo prevedeva l'istituzione di un programma unito durante il quale un astronauta americano sarebbe stato ospitato sulla stazione Mir e due cosmonauti russi su uno Space Shuttle. Nel settembre 1993 il vice presidente americano Al Gore e il primo ministro russo Viktor Chernomyrdin annunciarono la costruzione di una nuova stazione spaziale, chiamata in seguito Stazione Spaziale Internazionale o ISS. Inoltre, in preparazione a questo progetto, gli Stati Uniti sarebbero stati coinvolti nel programma Mir negli anni successivi sotto il nome in codice di Phase One (la costruzione della ISS avrebbe avuto come nome in codice Phase Two). Durante lo svolgimento del programma vennero effettuati undici voli dello Shuttle verso la stazione trasportando gli equipaggi di ricambio, portando un modulo di aggancio e un nuovo gruppo di pannelli solari, oltre che alla conduzione di moltissimi esperimenti a bordo della stazione spaziale. Vennero lanciati anche due nuovi moduli della Mir (Spektr e Priroda) che vennero usati dagli astronauti americani come abitazioni e come laboratori per gli esperimenti. Queste missioni permisero alla NASA e alla RKA di apprendere moltissimo sulla collaborazione spaziale con partner internazionali e come minimizzare i rischi connessi all'assemblaggio di una grande struttura in orbita. Oltre ai progressi scientifici, questo programma venne utilizzato come stratagemma politico dal governo americano per ottenere un canale diplomatico e permettendo alla NASA di prendere parte nel finanziamento del programma spaziale russo. Di conseguenza, il governo russo poté mantenere la Mir operante, continuare il programma spaziale e assicurare la sua amicizia verso gli Stati Uniti.

 

I sette astronauti americani che hanno compiuto voli a lunga durata (Increments) a bordo della Mir.



Spedizioni.

In aggiunta ai voli dello Shuttle verso la Mir, la Phase One comprese anche sette spedizioni (Increments) alla stazione e cioè voli a lunga durata a bordo della Mir effettuati da astronauti americani. I sette astronauti che vi presero parte, Norman Thagard, Shannon Lucid, John Blaha, Jerry Linenger, Michael Foale, David Wolf e Andrew Thomas giunsero a Star City in Russia per l'addestramento alle operazioni della Mir e della Sojuz, quest'ultima utilizzata per il trasporto da e verso la stazione, oltre a esercitazioni in vista delle passeggiate spaziali e lezioni di russo per comunicare con i cosmonauti e il controllo missione. Durante le spedizioni furono condotti vari esperimenti, tra cui la crescita di piante e di cristalli e vennero riprese centinaia di fotografia della Terra che ruotava serenamente sotto di loro. Essi prestarono assistenza nella manutenzione e nelle riparazioni della stazione a seguito di vari incidenti con incendi, collisioni, perdite di potenza, rotazioni incontrollate e fughe tossiche. Complessivamente, gli americani, trascorsero circa un migliaio di giorni a bordo della Mir, acquisendo esperienza nei voli di lunga durata soprattutto in relazione alla psicologia dell'equipaggio e all'organizzazione degli esperimenti a bordo di stazioni spaziali.

 

La stazione Mir ripresa dallo shuttle Discovery durante l'avvicinamento nella stazione STS-91.



La stazione Mir.

La stessa Mir fu la prima stazione spaziale modulare in assoluto, costruita tra il 1986 e il 1996, e il prima stazione di ricerca abitata per un lungo periodo dall'uomo. Attualmente essa conserva ancora il record per la più lunga presenza umana continuata nello spazio (di otto giorni inferiore ai 10 anni). Lo scopo della Mir era di fornire un laboratorio grande e abitabile nello spazio e, attraverso diverse collaborazioni, accessibile a livello internazionale a cosmonauti e astronauti di diversi paesi. La stazione terminò le operazioni nel 2001, quando il 23 marzo venne deliberatamente deorbitata per essere disintegrata durante il rientro atmosferico. La Mir era basata sulla serie di stazioni spaziali Salyut precedentemente lanciate dall'unione sovietica (ne vennero lanciate sette dal 1971), e fu rifornita principalmente dalle navette Sojuz con equipaggio e le navette cargo Progress. Venne dichiarato che sarebbe stata anche la destinazione dei voli dello Shuttle sovietico Buran, il cui sviluppo venne successivamente interrotto. Con lo Shuttle attraccato, rappresentava la più grande navetta a quel tempo, con una massa combinata di 250 t.

 

Lo shuttle Atlantis mentre è posizionato sulla Mobile Launcher Platform per la missione STS-79.



Lo Space Shuttle.

Lo Shuttle utilizzato dalla NASA, il cui nome ufficiale è Space Transportation System (STS) è l'attuale veicolo con equipaggio americano. Vennero costruiti cinque obiter, di cui ne sono rimasti tre. L'orbiter viene lanciato verticalmente, e trasporta normalmente da cinque a sette astronauti (anche se sono state trasportate anche otto persone, e in caso di necessità si può salire fino ad un totale di undici astronauti) assieme ad un carico utile di circa 22700 kg in orbita terrestre bassa (LEO). Quando la missione è completata, effettua la manovra per de-orbitare attraverso i propulsori e rientra nell'atmosfera terrestre. Durante il rientro l'orbiter si comporta come un aliante ed effettua un atterraggio senza propulsione. Lo Shuttle è il primo veicolo orbitale ad essere stato progettato con una parziale riutilizzabilità. Può trasportare grandi carichi utili in varie orbite e durante il programma Shuttle-Mir fornì la possibilità di ruotare il personale e trasportò vari rifornimenti, moduli ed equipaggiamento (operazioni che continuano ancora adesso con la stazione spaziale internazionale). Ogni Shuttle è stato progettato per una durata di 100 lanci o 10 anni di vita operativa. Durante la Phase One, la Mir venne visitata dall'Atlantis, dal Discovery e dall' Endeavour. In particolare l' Atlantis effettuò ben sette missioni dal 1995 al 1997, mentre il Columbia non fu in grado di compiere operazioni efficienti a causa dell'inclinazione di 51.6° della stazione spaziale e non era equipaggiato con un airlock esterno, necessario per l'aggancio alla stazione.

 

Il modulo di aggancio nella stiva di carico dello shuttle Atlantis durante la missione STS-74, pronto per essere collegato al modulo Kristall della stazione Mir.



Inizio di una nuova collaborazione (1994).

La Phase One iniziò il 3 febbraio 1994 con il lancio della 18ª missione del Discovery (STS-60). La missione di otto giorni fu la prima in assoluto ad ospitare un cosmonauta russo, Sergej Krikalëv, a bordo dello Shuttle e segnò l'inizio di una nuova era di cooperazione tra le due nazioni, 25 anni dopo l'inizio della corsa allo spazio. La missione era il secondo volo del modulo Spacehab e segnò il 100º carico scientifico di tipo "Getaway Special" a volare nello spazio. Il Wake Shield Facility, carico principale della missione, era stato progettato per lo studio di nuove tecniche per la creazione di strati di semiconduttore nei componenti elettronici avanzati. Durante la missione gli astronauti a bordo del Discovery compirono diversi esperimenti sul modulo Spacehab e si collegarono ai tre cosmonauti a bordo della Mir, Valerij Vladimirovič Poljakov, Viktor Michajlovič Afanas'ev e Jurij Vladimirovič Usačëv.

 

La stazione Mir vista da un oblo' dello shuttle Atlantis.



L'America giunge sulla Mir (1995).

Il 1995 iniziò con il lancio, il 3 febbraio, della missione STS-63, che costituiva il secondo volo dello Shuttle del programma e il primo volo con un pilota donna, Eileen Collins. Il volo comprese anche il primo rendez-vous di uno Shuttle con la Mir, durante la missione di otto giorni che portò il cosmonauta russo Vladimir Titov e il resto dell'equipaggio del Discovery ad una distanza di appena 11 metri (37 ft) dalla stazione. La missione, una prova generale per l'aggancio alla stazione prevista nella successiva STS-71, era concepita anche per il test di varie tecniche ed equipaggiamenti che sarebbero state usate nella missione di aggancio alla stazione. Pochi mesi dopo il volo del Discovery venne lanciata la Sojuz TM-21, dove il primo astronauta americano Norman Thagard prese parte alla prima spedizione statunitense nella stazione, assieme ai cosmonauti Vladimir Dezhurov e Gennady Strekalov. La spedizione durò 115 giorni, durante i quali venne inviato il modulo scientifico Spektr (che servì come modulo abitativo e laboratorio per gli astronauti americani) tramite un razzo Proton e venne agganciato alla Mir assieme a equipaggiamenti scientifici da parte degli Stati Uniti e altre nazioni. L'equipaggio tornò sulla Terra a bordo dell' Atlantis nella prima missione di aggancio tra Shuttle e Mir STS-71. Gli obiettivi primari della STS-71, lanciata il 27 giugno, furono di effettuare il rendez-vous ed effettuare il primo aggancio, il primo tra veicoli spaziali delle due nazioni dopo il Programma test Apollo-Sojuz del 1975. Dopo l'aggancio, vennero trasferiti sulla stazione i due cosmonauti russi Anatolij Jakovlevič Solov'ëv e Nikolaj Michajlovič Budarin, oltre a rifornimenti per la stazione e degli esperimenti scientifici russi-americani a bordo di un modulo Spacehab. Inoltre venne prelevato l'americano Norman Thagart assieme al resto dell'equipaggio precedente per essere riportato sulla Terra. L'ultimo volo del 1995 con la missione STS-74, iniziò il 12 novembre con il lancio dell'Atlantis ed inviò il modulo di aggancio russo sulla stazione assieme ad una nuova coppia di pannelli solari e aggiornamenti hardware. Il modulo di aggancio era stato progettato per fornire un maggiore scarto per gli Shuttle in modo da evitare collisioni con i pannelli solari della stazione durante gli agganci, un problema che era stato superato durante la STS-71 riposizionando il modulo Kristall. Durante il volo, dove prendeva parte per la prima volta un astronauta canadese a bordo dello Shuttle (Chris Hadfield), vennero trasferiti dalla stazione all' Atlantis circa 1000 libbre di acqua, e campioni scientifici tra cui sangue, urina e saliva.

 

Ripresa dell'antenna RADAR del modulo Priroda durante la STS-79.



Priroda, incendio e collisione (1996-1997).

Nel 1996, con la missione STS-76 lanciata il 22 marzo venne inviata la seconda spedizione americana sulla Mir, con l'astronauta Shannon Lucid. La terza missione di aggancio, che impiegò nuovamente l' Atlantis, dimostrò le capacità logistiche dello Spacehab e servì per trasferire Lucid sulla stazione ed effettuare passeggiate spaziali, necessarie per aumentare l'esperienza nelle missioni di assemblaggio che sarebbero state compiute per la ISS. Lucid fu la prima donna americana a vivere sulla stazione, segnando il record di permanenza di 188 giorni (anche a causa di una estensione della missione di sei settimane dovuta ad inconvenienti con i Solid Rocket Boosters dello Shuttle). Durante il soggiorno, il modulo Priroda, con circa 2200 libbre di hardware scientifico venne agganciato alla Mir. Lucid utilizzo il modulo Priroda assieme al modulo Spektr per effettuare 28 esperimenti scientifici e come area abitabile. La permanenza di Lucid sulla stazione terminò con il volo STS-79 dell' Atlantis che venne lanciato il 16 settembre. La missione fu la prima a trasportare due moduli Spacehab. Vennero trasferite 4000 libbre di rifornimenti alla stazione, tra cui l'acqua generata dalle celle a combustibile dello Shuttle. In questo quarto aggancio venne trasferito anche John Blaha nella stazione per prendere posto come astronauta americano. Durante il periodo trascorso a bordo della Mir vnnero effettuate due passeggiate spaziali per rimuovere i connettori elettrici da un pannello solare vecchio di 12 anni e riconnetterli ad un nuovo pannello solare recentemente installato. In tutto, Blaha passò quattro mesi sulla stazione con i cosmonauti dell'equipaggio Mir-22 effettuando esperimenti biologici e sulla meccanica dei fluidi prima di ritornare a Terra a bordo dell' Atlantis con il volo STS-81. L'anno 1997 fu molto interessante per il programma, che iniziò con il volo STS-81 per la sostituzione di Blaha con Jerry Linenger. Durante questo quinto aggancio l'equipaggio dell' Atlantis portò dei rifornimenti e portò a Terra le prime piante ad aver completato un ciclo vitale interamente nello spazio: un raccolto di grano piantato da Shannon Lucid. Durante i cinque giorni vennero trasferite 6000 libbre di materiali verso la stazione e 2400 libbre sullo Shuttle. Vennero condotti test del Treadmill Vibration Instation and Stabilization System (TVIS), che sarebbe stato installato sul modulo Zvezda della ISS. Inoltre vennero accesi i propulsori per raccogliere dati in modo da studiare il modo con cui sarebbe stata spostata la ISS (reboosting). Durante questa spedizione, Linenger divenne il primo americano a compiere una passeggiata spaziale da una stazione spaziale straniera con una tuta spaziale non americana. Infatti effettuò il primo test della tuta Orlan-M sovietica assieme al cosmonauta Vasyl' Vasyl'ovyč Cyblijev. Venne effettuato un flyaround della stazione con una navetta Sojuz, che è stata sganciata da un portello di attracco della stazione, spostata in un'altra zona della Mir e riagganciata ad un diverso attracco. Tra le altre cose, questa operazione rese Linenger il primo americano ad aver effettuato lo sgancio da una stazione spaziale con due diverse navette (Shuttle e Sojuz). Durante la permanenza Linenger e i suoi compagni Cyblijev e Lazutkin dovettero affrontare numerosi problemi, tra cui il peggiore incendio scoppiato su un veicolo orbitante, provocato da un dispositivo di backup per la generazione dell'ossigeno, avarie di vari sistemi di bordo, una sfiorata collisione con una navetta cargo Progress durante il test di un sistema di attracco manuale, una perdita totale di energia elettrica che provocò un perdita di controllo di assetto, risultante in una serie di giravolte incontrollate nello spazio. Linenger venne sostituito da Michael Foale, trasportato con la missione STS-84 dell' Atlantis assieme alla specialista di missione russa Elena Vladimirovna Kondakova. L'equipaggio dello Shuttle trasferì 249 oggetti assieme ad acqua, campioni per gli esperimenti, rifornimenti e hardware. Tra essi il generatore di ossigeno, particolarmente importante dopo l'incendio avvenuto il 23 febbraio. Inoltre, vennero raccolti i dati da un sensore europeo progettato per i futuri rendez-vous dell'Automated Transfer Vehicle dell'ESA con la ISS. La spedizione di Foale procedette normalmente fino al 25 giugno quando, durante il secondo test del sistema di aggancio manuale della Progress, la navetta entrò in collisione con i pannelli solari del modulo Spektr, scontrandosi con il guscio esterno del modulo. Esso venne bucato e s creò una decompressione della stazione (la prima mai avvenuta). Solo la veloce risposta da parte dell'equipaggio, che tagliò i cavi che portavano al modulo e chiuse il portello dello Spektr, evitò l'evacuazione della stazione a bordo della capsula di salvataggio Sojuz. I loro sforzi stabilizzarono la pressione dell'aria nonostante la completa depressurizzazione del modulo, che conteneva vari esperimenti ed effetti personali di Foale. Fortunatamente il cibo, l'acqua e altri rifornimenti essenziali erano immagazzinati in altri moduli. Per ripristinare parte dell'energia e i sistemi persi in seguito all'isolamento del modulo e per tentare di localizzare la perdita, il nuovo comandante della stazione Anatolij Jakovlevič Solov'ëv e l'ingegnere di volo Pavel Vladimirovič Vinogradov affrontarono una operazione rischiosa, entrando nel modulo danneggiato attraverso una passeggiata spaziale, ispezionando i danni. Dopo il disastro il congresso americano e la NASA, preoccupati per l'incolumità dell'equipaggio, considerarono la possibilità di abbandonare il programma, ma l'amministratore NASA Daniel Golin decise di proseguire il programma. La prossima missione sarebbe stata la STS-86, con a bordo il successivo astronauta ospite della Mir, David Wolf. La missione STS-86 effettuò il settimo aggancio con la Mir, l'ultimo del 1997. Titov e Parazynski effettuarono la prima attività extraveicolare congiunta russa-americana e per la prima volta un cosmonauta russo indossò una tuta spaziale americana. L' Atlantis riportò sulla Terra Foale assieme a campioni scientifici, hardware e il vecchio generatore di ossigeno. Originalmente Wolf sarebbe dovuto essere l'ultimo astronauta "Mir", ma fu scelto come sostituto di Wendy Lawrence. Quest'ultimo era stato dichiarato inadatto alla missione a causa delle modifiche ai requisiti russi dopo la collisione della Progress. Le nuove regole richiedevano che tutto l'equipaggio della Mir doveva essere stato allenato e pronto per le camminate spaziali, ma per Lawrence non poté essere preparata una tuta spaziale russa in tempo per il lancio.

 

Lo shuttle Atlantis agganciato alla Mir durante la missione STS-81. È visibile il compartimento dell'equipaggio e una parte della stiva di carico dell'Atlantis, dietro il modulo 'Kristall ed il modulo di aggancio.



Termine della Phase One (1998).

L'ultimo anno della Phase One iniziò con il volo dell' Endeavour nella missione STS-89. La missione inviò il cosmonauta Saližan Šakirovič Šaripov e sostituì David Wolf con Andy Thomas, che doveva prendere il posto di Wolf al termine del suo soggiorno di 119 giorni a bordo della stazione. Durante la spedizione, l'ultima del programma, Thomas lavorò su 27 ricerche scientifiche nelle aree delle scienze naturali, scienze umane, microgravità, riduzione dei rischi per la futura ISS. La sua permanenza sulla Mir, considerata la più tranquilla di tutta la Phase One, fu caratterizzata dall'invio di lettere settimanali ("Letters From Outpost"), e il superamento di due traguardi — 907 giorni consecutivi nello spazio per un astronauta americano e circa 1000 giorni di permanenza americana. Thomas fece rientro con l'ultima missione del programma, la STS-91 che chiuse la Phase One. L'equipaggio dello Shuttle e della Mir trasferirono sulla stazione acqua e si scambiarono 4700 libbre di materiale per esperimenti e rifornimenti. Gli esperimenti a lungo termine americani furono trasferiti sul Discovery e immagazzinati nel ponte medio dello Shuttle e nel modulo Spacehab. Il portello di attracco per lo sgancio dello Shuttle venne chiuso alle 9:07 EDT dell' 8 giugno e lo sgancio vero e proprio avvenne alle 12:01 EDT, furono concluse le operazioni della Phase One.

 

 

Pannelli solari danneggiati sul modulo Spektr della Mir, a seguito della collisione con una navetta Progress nel settembre 1997.

 


Phase Two & Three: ISS (1998-2010).

Le tecniche apprese e lo sviluppo degli equipaggiamenti durante il programma continueranno ad assistere lo sviluppo dell'esplorazione spaziale con l'inizio della Phase Two il 20 novembre 1998. Quel giorno venne effettuato il lancio del razzo Proton russo che trasportò il primo modulo della stazione spaziale internazionale chiamato Zarja Functional Cargo Block. Questo primo modulo fornisce energia elettrica, capacità di immagazzinamento, propulsione e guida alla stazione ISS durante le prime fase dell'assemblaggio e funge da supporto. L'arrivo del Destiny Laboratory Module nel 2001 segnò il termine della Phase Two e l'inizio della Phase Three che prevede (outfitting) finale della ISS. La Phase Three è attualmente in corso. La stazione completata comprenderà cinque laboratori e sarà in grado di ospitare sei membri dell'equipaggio. Con oltre mille metri cubi di volume pressurizzato e una massa di 400 tonnellate, sarà grande quasi il doppio della combinazione Shuttle-Mir. Le Phase Two e Three sono pensate per continuare la cooperazione nello spazio e nella ricerca a gravità zero, in relazione ai voli spaziali di lunga durata. I risultati di queste ricerche forniranno informazioni importanti per le spedizioni verso la Luna e Marte. Dopo la distruzione (intenzionale) della Mir il 23 marzo 2001, l'ISS divenne l'unica stazione spaziale in orbita. L'eredità della Mir sopravvive nella nuova stazione, che unisce cinque agenzie spaziali assieme per l'esplorazione e per la preparazione ai prossimi passi dell'umanità nello spazio: la Luna, Marte e oltre.

 

L'astronaut Jerry Linenger che indossa una maschera a seguito dell'incendio.



Sicurezza e ritorni scientifici.

Il programma ricevette molte critiche riguardanti la sicurezza della Mir, in particolare dopo l'incendio che si sviluppò a bordo della stazione e dopo la collisione con la navetta Progress nel 1997. L'incendio, provocato dal malfunzionamento dei un generatore di ossigeno, durò, in base a varie fonti, dai novanta secondi ai quattordici minuti e generò molti fumi tossici che riempirono la stazione per circa quarantacinque minuti. Per questo motivo l'equipaggio dovette indossare le maschere respiratorie, le quali presentavano motivi di preoccupazione poiché alcune erano rotte. Ulteriori apprensioni derivarono dal fatto che gli estintori fissati alle pareti non potevano essere rimossi. Inoltre l'incendio avvenne durante il cambio dell'equipaggio, quando gli astronauti sulla stazione erano sei invece di tre. Poiché l'incendio bloccava l'accesso ad una navetta di salvataggio, se fosse stato necessario evacuare la Mir solo metà delle persone si sarebbe potuta mettere in salvo. In precedenza si sviluppò un incendio simile, ma il generatore dell'ossigeno bruciò solo per pochi secondi. Anche la sfiorata collisione e lo scontro con la Progress sollevarono preoccupazioni. Entrambi gli incidenti furono causati dal malfunzionamento dello stesso dispositivo, il sistema di attracco manuale TORU, che all'epoca era sottoposto a test. Questi erano condotti per stabilire la performance di questo sistema, in modo che la sottofinanziata agenzia spaziale russa potesse rimuovere dalle navette Progress il sistema di attracco automatico Kurs. La stampa all'epoca considerò questa tecnologia non testata come una ulteriore dimostrazione della problematica gestione della Mir. Gli incidenti aumentarono le critiche sull'affidabilità della Mir, che era stata progettata originalmente per funzionare cinque anni. La stazione invece venne mantenuta in funzione per tre volte questo periodo di tempo. Durante la Phase One e in seguito ci furono evidenti segni di obsolescenza, tra cui inconvenienti continui ai computer di bordo, perdite di potenza, giravolte nello spazio e perdite nei tubi. Il rifornimento di aria fu minacciato da varie avarie al sistema di generazione dell'ossigeno. Alcune controversie furono causate dal ritorno scientifico del programma, in particolare a seguito dalla perdita del modulo scientifico Spektr. Vari astronauti, manager e membri della stampa considerarono che i benefici del programma non furono controbilanciati dai rischi associati, specialmente considerando il fatto che la maggior parte degli esperimenti erano contenuti nel modulo danneggiato dall'incidente. Una grande quantità di ricerca portata aventi dagli americani venne resa inaccessibile, riducendo di molto gli esperimenti che potevano essere effettuati sulla stazione e rendendo il programma obsoleto agli occhi della stampa. I problemi di sicurezza portarono la NASA a riconsiderare il futuro del programma e, anche se alla fine fu deciso di portarlo a termine, venne sottoposta a numerose critiche a causa di questa decisione.



Atteggiamento.

Gli astronauti furono anche preoccupati dagli atteggiamenti della NASA e del programma spaziale russo. A causa dei problemi finanziari russi, al centro di controllo missione in molti consideravano più importante l'hardware e il mantenimento della Mir delle vite dei cosmonauti a bordo. Inoltre l'astronauta Jerry Linenger ebbe la sensazione che, in seguito ai due incidenti del 1997, le autorità russe tentarono di insabbiare gli eventi per minimizzarli, temendo che gli americani si ritirassero dalla partnership del programma. Una conseguenza di questo insabbiamento fu l'impressione che gli americani non erano considerati partner a bordo della stazione ma piuttosto degli ospiti: lo staff della NASA venne a conoscenza dell'incendio e della collisione solo a diverse ore dagli eventi e si ritrovarono tagliati fuori dai processi decisionali. Essi infine vennero coinvolti quando si attribuirono la colpa dell'accaduto. I controllori di missione russi erano intenzionati ad addossare la colpa interamente su Vasyl' Vasyl'ovyč Cyblijev, e fu solo dopo diverse pressioni della NASA che le cose cambiarono. Anche la NASA stessa non fu esente da problemi durante la Phase One — in vari momenti del programma i manager e il personale si ritrovarono con risorse limitate, in particolare quando si stava attrezzando la Phase Two. Dei dibattiti vennero sollevati dal comportamento del Flight Crew Operations Directorate George Abbey, che assegnava gli equipaggi alle missioni. Egli venne disprezzato da vari astronauti alla NASA per i suoi metodi nella scelta degli equipaggi — molti si trovarono a terra solo per averlo indispettito in qualche modo. Gli astronauti ebbero l'impressione che in questo modo fu impedito a molti elementi validi di volare nei ruoli per i quali erano adatti, e che questo ebbe consegguenze sull'intero programma.

 

L'eredità della Mir - I moduli centrali della stazione spaziale internazionale, che costituisce la Phase Two del programma ISS.




Finanziamenti.

Un'altra area di controversie significative sul programma era rappresentata dallo stato finanziario del programma spaziale russo. Dalla caduta dell'Unione Sovietica avvenuta qualche anno prima, l'economia della Russia era in graduale collasso e il budget per l'esplorazione spaziale era stato ridotto dell'80% circa. Prima e dopo la Phase One, una grande quantità di finanze russe per lo spazio provenirono dai voli di astronauti europei e di altre nazioni. Dall'inizio della Phase One il problema si aggravò a tal punto che vennero regolarmente prolungate le missioni dei cosmonauti per risparmiare sul lancio delle navette. Ci fu anche la possibilità che la stazione Mir venisse venduta per 500 milioni di dollari. I critici sostnnero che il contratto della NASA con la Russia per 325 milioni di dollari fu la sola risorsa che permise la sopravvivenza del programma spaziale russo. Anche gli astronauti che si addestravano a Star City ebbero questa impressione. I problemi vennero a galla quando fu rivelato dalla ABC che era presente la possibilità di una appropriazione indebita delle finanze americane da parte della autorità russe per costruire una serie di abitazioni per i cosmonauti a Mosca.



Fonte: http://it.wikipedia.org

 


 

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