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Troppo conformati ad un unico modo di pensare e di vivere, schiacciati dalla crisi, possiamo anche temere un futuro di fame ignari di come e' ricca di cibo la natura in Italia. Roba da mangiare ne cresce spontaneamente in zone di campagna e prati, senza nessuno che ci lavora su' e che raccoglie, da poter nutrire milioni e milioni di persone! Attivarsi ad imparare correttamente come riconoscere le erbe commestibili diventa un mezzo per risparmiare migliaia di euro ogni anno.

 

 

Un blog che insegna a riconoscere e cucina erbe selvatiche:
http://www.accademiaerbecampagnole.eu

Istruzioni su come riconoscere piante e funghi, e ricette per cucinarle, si scaricano gratis da:
http://www.micobotanica.it

Vasta rassegna di piante spontanee della Ciocaria e come cucinarle:
http://www.villasantostefano.com

Piante selvatiche e ricette per la zona di Bergamo:
http://www.floralpinabergamasca.net

Piante selvatiche e funghi nel Cebano:
http://www.fungoceva.it

Informazioni sui vegetali spontanei in Sicilia:
http://www.isaporidisicilia.com
http://www.dipbot.unict.it
http://www.scuoladusmetnicolosi.it

Erbe selvatiche e cucina in Toscana:
http://www.capoliverionline.it

Link raccolti dal Webmaster del portale Ogigia.

 

 



Questa guida spiega come si possono utilizzare le piante selvatiche per nutrirsi in modo sano.

Quando ci si trova davanti agli scaffali di un moderno supermercato, è facile dimenticare che ogni cibo vegetale è stato un tempo una pianta selvatica. Ciò che compriamo e mangiamo oggi non è nient’altro che il risultato di generazioni di esperimenti di coltura, per lo più mirati a migliorarne la dimensione e la resa.

Ancora oggi, però, quei vecchi sapori robusti, le radici sinuose e le foglie complicate sono lì per la gioia di chi ha voglia di cercarli con attenzione. Quasi tutte le verdure dell’orto (tranne quelle di serra) hanno ancora un avo selvatico che prospera nei paraggi, in attesa di essere raccolto.

Si tratta comunque di piante molto facili da trovare in campagna o semplicemente in giardino o addirittura lungo i bordi delle strade. Bisogna però seguire alcuni accorgimenti per la raccolta, importanti sia per la propria salute, sia per quella delle piante stesse.

Innanzi tutto non dovete mai spogliare una pianta di foglie, bacche o altro. Raccogliete sempre piccole quantità per esemplare, senza pregiudicarne l’aspetto ed il benessere. Potete aiutarvi con un coltello o con un paio di forbici.

Inoltre, non prendete mai fiori o semi di piante annue, in quanto servono loro per sopravvivere e non sradicate mai intere piante. Evitate anche di raccoglierle in aree che possono essere state irrorate di insetticidi o diserbanti.

Non raccogliete piante neanche lungo i cigli di strade molto trafficate, dove possono essere inquinate dagli scarichi delle automobili. Preferite boschi, campagna, margini di sentieri, ecc… Ora passiamo alle piante!

Una delle piante selvatiche più comuni ed usate in cucina è senz’altro il tarassaco; in primavera copre quasi tutti i prati con i suoi fiori gialli, che diventano poi i “soffioni”. Le foglie e le radici si possono trovare quasi tutto l’anno. Potete usare le foglie di tarassaco nei sandwich, con qualche goccia di salsa Worcester, per esempio, oppure cotte con del burro, come fossero spinaci. Sono ottime anche in insalata. In quest’ultimo caso, selezionate le foglie più giovani e strappatele a mano dalla pianta. In seguito, rimuovete il gambo in eccesso e lavate bene le foglie. Tagliuzzatele grossolanamente e conditele semplicemente con olio d’oliva ed un po’ di succo di limone. Potete aggiungere anche dell’aglio. Per rendere ancora più saporita e sfiziosa quest’insalata di tarassaco, potete inoltre aggiungere dei pezzetti di pancetta cotta croccante. Per quanto riguarda invece le radici della pianta, potete cuocerle alla maniera giapponese. Raccogliete, quindi, circa una tazza di radici di tarassaco, pulitele e tagliatele a rondelle. Poi saltatele in padella con un cucchiaio di olio. Aggiungete un po’ d’acqua e sale, coprite e stufate finché le radici non saranno tenere ed il fondo di cottura quasi asciugato. Condite con della salsa di soia. Dalle radici potete, inoltre, ricavare una bevanda simile al caffè. Essiccate con cura le radici, meglio al sole, poi cuocetele al forno finché non diventano friabili. Poi macinatele grossolanamente ed usate come il normale caffè.

Un’altra pianta selvatica commestibile e molto comune è la malva, diffusa ed abbondante nei giardini, lungo i margini delle strade, sponde di corsi d’acqua ed in luoghi incolti. Si presenta come una pianta cespugliosa, alta dai 20 ai 100 cm e dai caratteristici fiori viola. Fiorisce nel tardo autunno. Le foglie della malva possono essere preparate e mangiate in vari modi.E’ preferibile raccoglierle d’estate, quando sono pallide ed elastiche. Lavatele sempre con molta cura, scartando quelle macchiate di ruggine brunastra. Potete cuocerle come gli spinaci, ma risultano molto collose. Potete anche friggerle in olio, finché non assomigliano a sottili chips verdi. Ottima è la zuppa di foglie di malva. Per prepararla procedete come descritto qui di seguito. Prima di tutto raccogliete 500 g circa di foglie di malva fresche. Rimuovete i piccioli dalle foglie, lavatele bene e tritatele finemente a mano o in un mixer. In seguito, fate bollire il trito in un litro di brodo di pollo, precedentemente preparato. In un tegame a parte, preparate una salsa all’aglio: soffriggete due spicchi d’aglio in olio d’oliva, finché non diventano dorati; aggiungete poi del coriandolo macinato, un pizzico di peperoncino ed un pizzico di sale, fino ad ottenere una pasta, che andrete ad aggiungere alla zuppa. Ora coprite bene il tegame e fate sobbollire per due o tre minuti, mescolando di tanto in tanto, per evitare che le foglie finiscano sul fondo. Questa zuppa può essere servita da sola , oppure accompagnata con riso bollito o pezzi di carne e verdure cotte.

Un’altra pianta selvatica diffusissima é la comune ortica. Si tratta di una pianta molto nutriente, in quanto ha elevati contenuti di vitamina A e C; inoltre, contiene ferro e anche proteine. Si può preparare in molti modi. E’ meglio raccogliere le foglie giovani tra la fine di febbraio e l’inizio di giugno, usando forbici e guanti, in quanto sono ricoperte di una fine peluria urticante. Prendete solo le cime più fresche di ogni pianta. Quelle più vecchie, specie se cresciute dopo giugno, hanno una consistenza sabbiosa e sono amare. Le foglie migliori in assoluto sono quelle raccolte a marzo, quando la pianta è alta solo pochi centimetri. Prima di cuocere le ortiche, togliete sempre gli steli più duri e lavatele bene. Molto buona è la purea di ortiche. Per prepararla, mettete le ortiche lavate in un tegame, coprite e cuocete a fuoco dolce per circa cinque minuti, senza aggiungere acqua. Poi, scolatele bene, aggiungete una noce di burro, sale, pepe e, volendo, anche un po’ di cipolla tritata. Cuocete per altri cinque minuti, mescolando e pestando con un cucchiaio di legno. Ne risulterà una purea soffice. Usatela come contorno, oppure spalmata sul pane tostato per accompagnare delle uova in camicia. Potete anche farne delle polpette, con l’aggiunta di farina d’avena, e friggerle. Potete preparare, inoltre, una zuppa di ortiche. Passate dunque la purea nel mixer. Intanto, sciogliete 25 g di burro in un tegame, unite 25 g di farina e condite con sale e pepe. Togliete poi il tegame dal fuoco. Unite poco per volta 500 ml di latte caldo, sino ad ottenere un composto omogeneo. Fate bollire tutto per cinque minuti circa, sempre mescolando. Aggiungete la purea ed amalgamate bene. Quelle descritte in questa guida sono solo alcune delle piante selvatiche commestibili più comuni e diffuse, ricche di importanti sostanze nutritive e che si possono procurare in modo del tutto gratuito, con una gita in campagna o semplicemente andando in giardino!

Fonte: http://it.ewrite.us

 

 

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