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"Boeing guida il programma di cooperazione dell’aviazione USA-Cina, un’iniziativa di governo e compagnie aeree degli Stati Uniti per collaborare con CAAC e compagnie aeree della Cina per svilupparne l’aviazione commerciale. La buona cittadinanza aziendale è sempre stata parte essenziale della Boeing Company. In Cina, la visione della compagnia sul programma di responsabilità sociale della Boeing, allargando competenze e impegno nell’istruzione su scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) dei giovani cinesi, dalla scuola elementare all’università“. (Boeing in Cina, Backgrounder, 14 aprile 2014)

 

 

E’ una bella cosa che Boeing sostenga l’istruzione STEM in Cina. Ma nell’ambito dell’infrastruttura sensibile delle industrie della Difesa statunitensi, Boeing si lamenta regolarmente delle carenze nell’ingegneria aerospaziale/STEM degli USA. Ad esempio, in una pubblicazione del 2007 v’è l’articolo Engineering Brain Drain? di Louise Wilkerson, in cui si apprende che “Secondo un recente studio della rivista Aviation Week & Space Technology, negli Stati Uniti si laureano solo circa 110.000 ingegneri all’anno rispetto ai 600.000 in Cina e ai 350.000 in India, ogni anno“. Anche se non vi è alcuna prova conclusiva per parlare di carenza di ingegneri aerospaziali negli USA (immigrati o no), il Pentagono e i suoi appaltatori continuano a lamentare e gemere una mitica penuria che in realtà non esiste. Forse Boeing scommette nel finanziare lo STEM e la ricerca informatica e sui materiali avanzati in Cina. “Boeing ha anche creato la Boeing-China Research&Technology, una sua organizzazione centrale di ricerca e sviluppo avanzata. Il centro si occupa di ricerca in collaborazione con l’Accademia Cinese delle Scienze e le università cinesi. Tre laboratori di ricerca congiunti e un centro comune di ricerca sono stati creati con i partner di ricerca. Le attività sono focalizzate su ambiente, materiali avanzati e tecnologie informatiche avanzate per l’aviazione e il design industriale“. Una delle piattaforme di allerta precoce della difesa missilistica più sofisticate è stata costruita dalla Boeing. Il sistema radar navale in Banda X della società, che attualmente galleggia nel Pacifico, è stato costruito in Russia dalla Vyborg Shipyard. Secondo navaltechnology.com, “Il sistema radar navale in Banda X SBX-1 è un radar di controllo del tiro a metà rotta installato su un impianto semisommergibile. La piattaforma è stata sviluppata da Boeing, nell’ambito della Difesa terreste di metà rotta (GMD), componente del sistema di Difesa antimissile balistico degli Stati Uniti (BMDS). Il GMD intercetta le testate in arrivo. L’SBX è stato trasferito al Comando Militare del trasporto navale (MSC) nel dicembre 2011“. Il sistema radar in banda X a bordo è stato costruito da un altro dei pesi massimi dell’industria della Difesa, la Raytheon Corporation.



Jak, Jak.
Lockheed Martin, la maggiore industria della Difesa del mondo, fa notizia come vittima dei militari cinesi dell’ELP, che a quanto pare saerbbero entrati nelle reti informatiche di Lockheed per spionaggio industriale. Eppure Lockheed ha fatto accordi con la Cina nella sicurezza e la costruzione di reattori nucleari. Il suo F-35B ha una sua genesi in Russia. Secondo un comunicato stampa aziendale sul sito della Lockheed Martin, “Lockheed Martin e State Nuclear Power System Automation Engineering Company della Cina (SNPA) hanno firmato un accordo per realizzare prototipi, produrre e qualificare i sistemi di protezione dei reattori di terza generazione delle centrali nucleari in Cina. SNPA è una filiale della China State Nuclear Power Technology Corporation (SNPTC). Lockheed Martin e SNPA svilupperanno strumentazione per la sicurezza nucleare e la piattaforma di controllo, basata sulla tecnologia Field Programmable Gate Array (FPGA) per i sistemi di protezione della nuova generazione di reattori cinesi. I termini dell’accordo non sono stati divulgati“. Si scopre anche che il vantato F-35 ha origini nell’industria aeronautica russa. Secondo Aviation Intel: “La gente guarda l’F-35B e vede una specie di trasformer ultra-moderno, con massicci portelli che si aprono e un tubo di scarico articolato che a comando si piega in basso in modo innaturale. La prossima cosa è vedere il caccia stealth di 5.ta generazione in bilico a mezz’aria. Con un’autonomia decente (per un caccia V/STOL), velocità superiore al Mach, radar e pacchetto avionico più all’avanguardia che mai, e dispone di un design davvero innovativo… Ma il design unico del F-35B è davvero così innovativo? La turboventola di risalita dell’F-35B e il design dell’ugello vettoriale non furono ideati a Fort Worth, Texas, ma a Mosca in Russia, circa 35 anni fa! Lo Jak-41 utilizzava questo stesso concetto, ora conosciuto come Jak-141 nome in codice NATO “Freestyle”, progettato per sostituire il molto carente Jak-38.” E forse una coincidenza, ma Lockheed ha stipulato contratti di sicurezza informatica miliardari con il governo degli Stati Uniti. C’è qualcosa di losco nel spendere miliardi per il cyberattacco e la cyberdifesa quando nessuno sembra poter formulare o quantificare i dati della sicurezza nazionale e aziendali davvero segretamente compromessi da cinesi, russi o studenti liceali di Houston, Texas. I funzionari del governo degli Stati Uniti e della Lockheed non sarebbero attendibili. Forniscono informazioni dubbie su prove specifiche o formule legittimamente quantificabili in dollari nel definire le fughe dei dati. E’ una farsa, non diversamente dall’inventato gap degli ingegneri aerospaziali.



Le minacce informatiche sono reali?
Secondo Tereza Pultarova, scrivendo sul Engineering and Technology Magazine (maggio 2014), “Parlando al vertice Reuters sulla cyber-sicurezza di Washington, il vicepresidente della società Chandra McMahon ha detto che solo nel gennaio 2014 l’impresa ha dovuto respingere gli attacchi di 43 gruppi di hacker diversi. Il numero di cyber-attacchi ai sistemi della Lockheed è in costante crescita, nel 2007 dieci attacchi furono individuati mentre tre anni più tardi erano già 28. Oltre ad essere il primo fornitore del Pentagono, Lockheed Martin è anche il maggiore fornitore di tecnologia informatica del governo degli Stati Uniti. I sistemi della società sono ampiamente utilizzati da militari degli Stati Uniti, imprese energetiche, utilities e altre aziende infrastrutturali sensibli. Queste ultime hanno visto, secondo la Lockheed Martin, un aumento sostanziale del numero di attacchi informatici negli ultimi anni. Anche se non abbiamo visto azioni contro obiettivi specifiche, in termini di danni ciò che abbiamo visto negli ultimi anni sono i malware creati e diffusi per danneggiare infrastrutture critiche”, ha detto McMahon… "Lockheed si aspetta la crescita a due cifre nel suo cyber-business, che oggi rappresenta il 10 per cento degli 8 miliardi di dollari di ricavi nei sistemi informatici. Lockheed e altri produttori di armi statunitensi sono spesso bersaglio di gruppi criminali, Stati e altri hacker che cercano di estrarre informazioni preziose sugli avanzati sistemi d’arma. Rapporti dell’intelligence statunitensi citano attacchi lanciati da gruppi in Iran, Cina, Russia e Corea democratica. Lockheed non ha voluto commentare su eventuali dati specifici sulle azioni identificate“.

Fonte: http://aurorasito.wordpress.com

 


 

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