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La filiale di biologia molecolare del 59.mo Stormo medico dell’US Air Force ha rivelato di aver raccolto specificamente campioni di RNA e tessuti sinoviali (connettivi) russi, suscitando timori in Russia su un possibile programma specifico di armi biologiche etniche degli Stati Uniti. L’articolo di TeleSUR, Timori sulla ‘bomba etnica’ mentre l’aeronautica statunitense conferma la collezione di DNA russo, riferisce: “La Russia si preoccupa dei tentativi delle forze armate statunitensi di raccogliere campioni di DNA dai cittadini russi, rilevando il potenziale uso di tali campioni biologici per creare nuove armi per la guerra genetica. L’aeronautica statunitense ha cercato di placare le preoccupazioni del Cremlino, osservando che i campioni sarebbero stati usati solo per cosiddetti scopi di “ricerca” piuttosto che bioterrorismo. Riferendosi ai rapporti russi, il portavoce del Comando dell’US Air Education and Training Captain Beau Downey ha detto che il suo centro ha scelto casualmente il popolo russo come fonte di materiale genetico nella ricerca del sistema muscolo-scheletrico”. Il rapporto affermerebbe inoltre che: “Tuttavia, l’uso di campioni di tessuti russi nello studio dell’USAF ha alimentato il vecchio sospetto che il Pentagono continui a sviluppare una presunta “arma biologica” rivolta specificamente ai russi”. Il Presidente Vladimir Putin avrebbe dichiarato: “Sapete che materiale biologico viene raccolto in tutto il Paese, da diversi gruppi etnici e persone che vivono nelle diverse regioni geografiche della Federazione Russa? La domanda è: perché? È intenzionale e professionale”. Mentre le forze armate statunitensi tentano d’ignorare l’idea che qualsiasi tipo di arma biologica etnica sia oggetto di ricerca, la nozione di tale arma non è affatto inverosimile. I documenti politici statunitensi le includono nella pianificazione geopolitica e militare degli USA da due decenni, e l’Aeronautica statunitense stessa ha prodotto documenti riguardanti le varie combinazioni in cui tali armi si potrebbero usare. C’è anche la storia inquietante delle nazioni occidentali che hanno perseguito specifiche armi biologiche etniche in passato, come il regime dell’apartheid in Sud Africa che cercò di utilizzare il programma nazionale di vaccinazione come copertura per sterilizzare segretamente la popolazione nera. Le carte politiche degli Stati Uniti hanno discusso di bioarche etniche specifiche, “Nel rapporto del neo-conservatore Per un nuovo secolo americano (PNAC) del 2000 intitolato. “Ricostruire le difese dell’America” si afferma: “La proliferazione di missili balistici e da crociera e di velivoli senza pilota a lungo raggio (UAV) renderà molto più facile proiettare potenza militare in tutto il mondo. Le munizioni stesse saranno sempre più precise, mentre nuovi metodi di attacco, elettronico, “non letale”, biologico, saranno ancor più disponibili”. (p.71) Inoltre dichiarava: “Anche se ci vorrà qualche decennio perché il processo di trasformazione si compia, l’arte della guerra in aria, terra e mare sarà molto diversa dall’attuale, e il “combattimento” probabilmente avrà luogo in nuove dimensioni: spazio, “cyber-spazio” e forse mondo dei microbi”. (p.72) E infine: “E forme avanzate di guerra biologica che possono “colpire” specifici genotipi possono trasformare la guerra biologica da regno del terrore in strumento politicamente utile”. (p.72) Più di recente, nel 2010, l’aeronautica statunitense in un documento di controproliferazione intitolato Biotecnologie: patogeni geneticamente modificati, elenca diversi modi in cui tali armi potrebbero essere utilizzate: “Il gruppo JASON, composto da scienziati accademici, era consulente tecnico del governo degli Stati Uniti. Il suo studio ha generato sei classi di patogeni geneticamente modificati che potrebbero rappresentare gravi minacce per la società. Questi includono, ma non si limitano, armi biologiche binarie, geni progettati, terapia genica come arma, virus stealth, malattie trasmissibili e malattie progettate”. Il documento discute la possibilità che una “malattia possa spazzare via l’intera popolazione o un determinato gruppo etnico“. Mentre il documento sostiene che lo scopo è studiare tali armi per svilupparne le difese, la storia delle aggressioni militari globali degli USA, quale unica nazione ad aver mai usato armi nucleari contro un altro Stato nazione, suggerisce l’alta probabilità che se tali armi possono essere prodotte, gli Stati Uniti le avranno già stoccate, se non già schierate.

 

 

Il programma Coast del Sud Africa e il Biotech.
La nozione dell’occidente che utilizza tali armi ha già un precedente allarmante. Il regime dell’apartheid in Sud Africa, nel rapporto delle Nazioni Unite intitolato Project Coast: il programma di guerra chimica e biologica dell’apartheid, spiega: “Ci fu una certa interazione tra i laboratori di ricerca Roodeplaat (RRL) e Delta G (laboratori di armi biologiche e chimiche), con Delta G che prese alcuni progetti biochimici di RRL ed RRL che eseguiva test su animali di alcuni prodotti Delta G. Un esempio di questa interazione riguardava il lavoro anti-fertilità. Secondo i documenti dei RRL (Roodeplaat Research Laboratories), la struttura aveva numerosi brevetti volti a sviluppare un vaccino anti-fertilità. Questo era un progetto personale del primo amministratore delegato di RRL, dott. Daniel Goosen. che svolse ricerche sui trapianti di embrioni, e disse alla TRC che lui e Basson avevano discusso la possibilità di sviluppare un vaccino anti-fertilità che potesse essere somministrato in modo selettivo, all’insaputa del ricevente. L’intenzione, disse, era somministrarla a donne sudafricane nere”. All’epoca, la tecnologia sembrava non essere sufficientemente matura per realizzare le ambizioni del regime dell’apartheid. Tuttavia, la tecnologia non solo oggi esiste, ma ci sono esempi di come sia usata con effetti spettacolari finora, ma potrebbe altrettanto facilmente essere usata per danneggiare. Il suddetto documento dell’US Air Force entra nei dettagli riguardanti ciascuna arma elencata, inclusa una: “terapia genica che potrebbe essere la pallottola d’argento del trattamento di malattie genetiche umane. Questo processo comporta la sostituzione di un gene cattivo con uno buono normalizzando la condizione del ricevente. Il trasferimento del gene “sano” richiede che il vettore raggiunga l’obiettivo. I vettori comunemente usati sono “virus geneticamente modificati per trasportare DNA umano normale” come “retrovirus, adenovirus, virus adeno-associati e virus herpes simplex”. La terapia genica è già utilizzata negli studi clinici per curare in modo permanente tutto, dai tumori del sangue alle malattie genetiche rare”. Il New York Times, in un articolo intitolato, “La terapia genica crea una pelle sostitutiva per salvare un moribondo”, riferisce una delle ultime scoperte utilizzando la tecnologia, affermando: “I medici in Europa hanno usato la terapia genica per far crescere fogli di pelle sana che hanno salvato la vita di un ragazzo con una malattia genetica che gli aveva distrutto la maggior parte della pelle, secondo quanto riferito dal team alla rivista Nature. Questo non è stato il primo utilizzo del trattamento, che aggiunge la terapia genica a una tecnica sviluppata per coltivare innesti cutanei per le vittime di ustioni. Ma era di gran lunga la maggior parte della superficie corporea mai coperta da un paziente con una malattia genetica: nove piedi quadrati”. Si potrebbe immaginare un’arma malvagia usata al contrario per eliminare i geni che mantengono la pelle sana, causando la formazione di vesciche sulla pelle della vittima. Nell’utilizzare la terapia genica come arma, il rapporto dell’US Air Force nota: “Si prevede che la terapia genica aumenti di popolarità. Continuerà ad essere migliorata e potrebbe essere indubbiamente scelta come arma biologica. La rapida crescita della biotecnologia potrebbe innescare maggiori opportunità di trovare nuovi modi per combattere le malattie o crearne di nuove. Le nazioni attrezzate a gestire le biotecnologie probabilmente considereranno la terapia genica una valida arma biologica. Gruppi o individui senza risorse o finanziamenti troveranno difficile produrne”. Riguardo ai “virus invisibili”, una variante della tecnica di terapia genica armata, il rapporto afferma: “Il concetto base di questa potenziale arma biologica è “produrre un’infezione virale criptica, strettamente regolata, che può entrare e diffondersi nelle cellule umane usando vettori” (simile alla terapia genica) e poi rimanere latente per un periodo di tempo fin quando non viene innescata da un segnale esterno. Il segnale quindi potrebbe stimolare il virus a causare gravi danni al sistema. I virus stealth potrebbero anche essere adattati per infettare segretamente una popolazione presa di mira a lungo periodo usando la minaccia di attivarla per ricattarla”. Con le terapie geniche già approvate per la vendita nell’Unione europea e negli Stati Uniti, e con altre in arrivo, non è impossibile che anche le terapie genetiche nascoste e armate siano già state sviluppate, e siano in attesa o già dispiegate come “virus stealth”.

 

 

Sviluppo e diffusione.
Gli Stati Uniti hanno una rete globale di laboratori e centri di ricerca medici militari. Oltre al 59.mo Stormo medico coinvolto nella raccolta del materiale genetico russo, gli Stati Uniti coprono l’intera regione del sud-est asiatico da Bangkok, in Thailandia, coll’Istituto di ricerca delle scienze mediche (AFIRMS). Mentre afferma pubblicamente che “conduce ricerche mediche all’avanguardia e sorveglia le malattie per sviluppare e valutare prodotti medici, vaccini e diagnostica per proteggere il personale del DoD dalle malattie infettive“, il personale, le attrezzature e la ricerca potrebbero facilmente essere usati per scopi duali creando qualsiasi bioarca etnica specifica “teorica” summenzionata. Il sito dell’ambasciata USA in Thailandia afferma che AFIRMS è la più grande rete mondiale di laboratori medici militari, sostenendo: “AFRIMS è la più grande rete mondiale di laboratori di ricerca medica all’estero del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, con laboratori gemelli in Perù, Kenya, Egitto, Repubblica di Georgia e Singapore. USAMD-AFRIMS ha circa 460 membri (prevalentemente tailandesi e statunitensi) e un budget di ricerca annuale di circa 30-35 milioni di dollari”. Con laboratori in Sud America, Europa, Africa e Asia, e attraverso l’uso di subappaltatori, l’esercito statunitense ha accesso a una varietà di materiali e strutture genetiche per condurre ricerche e sviluppare tutte le armi descritte dai documenti politici. Attraverso i programmi finanziati dal dipartimento di Stato degli Stati Uniti, gli Stati Uniti potrebbero facilmente creare campagne di “vaccini” e “cliniche” per impiegare le armi biologiche sopra descritte in vari modi.

 

 

 

Combattere al buio e illuminare.
Il documento dell’US Air Force sottolineava anche: “Gli attacchi da guerra biologica possono assomigliare ad epidemie naturali e sarebbe molto difficile risalire alla fonte, sottovalutando così le azioni del perpetratore”. E in effetti, le nazioni senza la capacità di sequenziare, rilevare e reagire in modo indipendente armi biologiche genetiche etniche specifiche potrebbero essere già state prese di mira, o potrebbero essere prese di mira in qualsiasi momento senza alcun modo di saperlo, per non parlare di reagire. D’altra parte, le nazioni con non solo un’industria biotech ben sviluppata, ma anche con laboratori militari focalizzati sia sul rilevamento che sul lancio di una guerra biologica con tali armi, combatterebbe una guerra contro un nemico bendato. Per rimuovere la benda, i governi e le istituzioni militari di tutto il mondo, così come le comunità e le istituzioni locali, dovrebbero sviluppare ed avere accesso a un mezzo rapido ed efficiente per sequenziare il DNA, individuare anomalie e sviluppare possibili terapie geniche correttive o “patch” di DNA armati dannosi introdotti nella popolazione. La sorveglianza della guerra biologica dovrebbe essere effettuata non solo sulla popolazione di una nazione, ma anche su cibo e acqua, patrimonio zootecnico, fauna selvatica ed insetti. Le colture geneticamente modificate sono state progettate per colpire e spegnere i geni degli insetti e potrebbero essere altrettanto facilmente utilizzate per colpire i geni umani. L’articolo di Science Daily, Le colture che uccidono i parassiti spegnendone i geni, afferma: “Le piante sono tra i molti eucarioti che possono “spegnere” uno o più dei loro geni usando un processo chiamato interferenza RNA per bloccare la traduzione delle proteine. I ricercatori ora armano questo processo con colture ingegneristiche per produrre specifici frammenti di RNA che, dopo l’ingestione da parte degli insetti, provocano interferenze RNA arrestando un gene bersaglio essenziale per la vita o la riproduzione, uccidendo o sterilizzando gli insetti”. Gli studi sono ancora in corso per determinare quali danni gli organismi geneticamente modificati (OGM), allo stato attuale, fanno alla salute umana. Individuare e reagire a OGM sottili e armati sarà ancora più difficile. L’uso di zanzare geneticamente modificate per inoculare “vaccini” è un altro possibile vettore per le armi biotecnologie. La natura sempre più “globale” di molti programmi di vaccinazione è anche un pericolo incombente, soprattutto perché sono diretti principalmente da potenze occidentali, che protessero, cooperarono, aiutarono e persino favorirono il regime dell’apartheid sudafricano, anche su vari programmi di armamenti. Il biotech non è solo questione di economia, ma anche questione di sicurezza nazionale. Consentire a società straniere che rappresentano interessi stranieri compromessi o nebulosi di produrre vaccini per uso umano o veterinario o di alterare i genomi delle colture agricole di una nazione, per qualsiasi beneficio percepito, non può evitare possibili ed attuali minacce. In un mondo in cui la guerra si estende allo spazio cibernetico e genetico, le nazioni che non dispongono di sistemi sanitari indipendenti in grado di produrre propri vaccini o di gestire la propria biodiversità, si ritrovano indifese come nazioni senza eserciti, flotte o aeronautiche. Per quanto impressionanti siano le capacità militari convenzionali di una nazione, la mancanza di una pianificazione e di difese adeguate a questa nuova e crescente minaccia biotech attenua i possibili vantaggi e massimizza tale fatale debolezza. Se la genetica è una forma d’informazione vivente, i concetti IT familiari agli esperti di sicurezza possono rivelarsi utili per spiegare come salvaguardarsi dal “codice” malevolo introdotto nei nostri sistemi viventi. La capacità di “scansionare” il nostro DNA ed individuare il codice dannoso, rimuoverlo o curarlo e di sviluppare salvaguardie contro di esso, includendo il “backup” dei singoli genomi biologicamente e digitalmente, non impedirà alle armi biologiche di creare danni, ma li mitigherà, riducendo un possibile sterminio di un’intera etnia o razza a un focolaio contenibile e relativamente minore. A differenza delle armi nucleari, ricerca e sviluppo di questi strumenti biotecnologici sono accessibili praticamente a qualsiasi governo nazionale e persino a molte istituzioni private. Integrare la biotecnologia nella pianificazione e realizzazione della sicurezza nazionale di una nazione non è più facoltativa o speculativa. Se gli strumenti per manipolare e indirizzare i geni per sempre esistono già, esistono anche gli strumenti per abusarne.

Traduzione di Alessandro Lattanzio.

 

Fonte: https://aurorasito.wordpress.com

 

 

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