OSINT, acronimo delle parole inglesi Open Source INTelligence, è l'attività di raccolta di informazioni mediante la consultazione di fonti di pubblico accesso.

 

 

Descrizione.
Nell'ambito di operazioni d'intelligence il termine Open Source si riferisce a fonti pubbliche, liberamente accessibili, in contrapposizione a fonti segrete o coperte. Non ha nulla a che fare con il software libero, detto appunto Open Source Software. L'OSINT utilizza diverse fonti di informazioni fra cui:
Mezzi di comunicazione — giornali, riviste, televisione, radio e siti web.
Dati pubblici — rapporti dei governi, piani finanziari, dati demografici, dibattiti legislativi, conferenze stampa, discorsi, avvisi aeronautici e marittimi.
Osservazioni dirette — fotografie di piloti amatoriali, ascolto di conversazioni radio e osservazione di fotografie satellitari. La diffusione di fotografie satellitari, spesso in alta risoluzione, sulla rete (ad esempio Google earth) ha esteso la possibilità di Open source intelligence anche per aree che prima erano disponibili solo alle maggiori agenzie di spionaggio.
Professionisti e studiosi — conferenze, simposi, lezioni universitarie, associazioni professionali e pubblicazioni scientifiche.

La maggior parte delle informazioni ha dimensioni geospaziali, ma molto spesso disattendono il lato geospaziale di OSINT: non tutti i dati open source sono testo senza struttura. Alcuni esempi di open source geospaziali sono: copie materiali o digitali di mappe, atlanti, repertori geografici, progetti di porto, dati gravitazionali, aeronautici, nautici, geodetici, geo-antropici, ambientali, di iconografia commerciale, lidar, iper- e multi-spettrali, foto aeree, di web services di mash-up, di database spaziali. La maggior parte di tale materiale geospaziale è trattato attraverso un software del tipo GIS. L'OSINT si distingue dalla ricerca perché applica un processo di gestione delle informazioni con lo scopo di creare una specifica conoscenza in supporto di una specifica decisione di un individuo o gruppo. L'OSINT è definita congiuntamente sia dal Direttore dell'intelligence nazionale sia dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DoD) come "prodotta dalle informazioni pubblicamente disponibili che sono raccolte, sfruttate e diffuse in modo tempestivo presso un pubblico appropriato allo scopo di soddisfare uno specifico requisito d'intelligence."
L'OSINT — nel 2005 — è stata definita dall'Office of Management and Budget statunitense sotto la categoria "Forze ed appoggio diretto" e specificamente per il DoD sotto il Codice Commerciale M320 come Open Source Intelligence (OSINT) Collection/Processing. Vi è un ampio ventaglio di operatori economici che vendono "prodotti informativi" specificamente rientranti in questa categoria. L'OSINT, con un nome o con un altro, è in circolazione da centinaia di anni. L'aspetto di rilievo dell'OSINT negli Stati Uniti oggi risiede nel conflitto tra militari, governo e settore privato su come si dovrebbe ottenere il nucleo principale dell'intelligence. Con Internet, le comunicazioni istantanee e la ricerca avanzata sui media, il nucleo dell'intelligence utilizzabile ed in grado di consentire previsioni può essere ricavata da fonti pubbliche, non "classificate". Le agenzie governative sono state lente ad adottare OSINT, o a convincersi di disporre già flussi informativi validi provenienti dai mezzi di comunicazione di massa, e dai registri pubblici e di istituzioni scolastiche. I giornalisti accreditati sono in qualche misura protetti nella loro attività di fare domande e cercare materiale da pubblicare su media riconosciuti, anche se talora vengono arrestati e condannati a pene detentive per aver cercato ciò che consideriamo OSINT. La raccolta illegale di dati da parte di individui per conto di apparati militari o d'intelligence stranieri è considerato spionaggio nella maggior parte dei paesi. Ciò non toglie che lo spionaggio "non configurante tradimento" (ossia tradire lo stato di cui si sia cittadini) sia considerato fin dall'antichità un normale e necessario strumento di esercizio del potere statuale, oltre che — sul piano soggettivo — un "mestiere onorevole". La maggior parte dei paesi riconosce questo principio, e di conseguenza — quando il loro servizio di controspionaggio cattura una spia straniera — normalmente l'agente segreto "scoperto" è rispedito senza tante cerimonie al paese di provenienza dopo un debriefing ostile. La vera sottoposizione a pena o il rifiuto di rimpatriare l'agente operante con copertura "non ufficiale" di norma è la conseguenza di relazioni internazionali molto deteriorate, peraltro integrante un atto di eccezionale inimicizia, ancorché non giuridicamente e ufficialmente sanzionabile.



Rilievo.
Secondo il rapporto della "Commission on the Intelligence Capabilities of the United States Regarding Weapons of Mass Destruction" reso noto nel marzo 2005, la OSINT va compresa nel processo di acquisizione di intelligence da ogni fonte per le seguenti ragioni:
- La natura sempre mutante della nostra intelligence obbliga la Intelligence Community a comprendere velocemente e con facilità un ampio spettro di culture e paesi stranieri.- … le minacce odierne sono in celere mutamento e geograficamente diffuse; è un fatto di comune esperienza che un analista di intelligence può essere costretto a passare rapidamente da un argomento ad un altro. Sempre più spesso, i professionisti dell'IC (Intelligence Collection, raccolta d'intelligence) hanno bisogno di assimilare presto informazioni sociali, economiche, e culturali su un paese — informazioni spesso esposte da "fonti aperte".
- Le informazioni open source forniscono una base per comprendere il materiale "classificato". Malgrado la gran quantità di materiale classificato prodotto dalla IC, la quota di informazioni classificate prodotta su un singolo argomento può essere piuttosto limitata, e risultare fuorviante se vista da una prospettiva di fonte classificata. Forse il più importante esempio contemporaneo si riferisce al terrorismo, dove l'OSINT può colmare le lacune e dar vita a collegamenti che permettono agli analisti di meglio intendere l'intelligence frammentaria, i piani terroristici di cui si parla più o meno a vanvera, i probabili mezzi di attacco, ed i bersagli potenziali.
- I materiali open source possono proteggere le relative fonti e i relativi metodi. A volte un giudizio di intelligence che è effettivamente fondato su informazioni "sensibili" e "classificate" (nel senso già precisato) può essere difeso attraverso la sua prospettazione come risultato di ricerca open source. Questa tecnica si rivela particolarmente utile alle autorità politiche quando vogliano esporre i motivi delle proprie scelte, o comunicare con corrispondenti autorità straniere — in ogni caso senza compromettere la vera fonte classificata.
- Esistono validi software specifici per la OSINT in grado di mantenere una pratica "cronologia" dei risultati, che al tempo stesso raccoglie i relativi dati e attesta l'evoluzione storica della cultura e della società mondiali. Un'operazione analoga risulta ardua, se non impossibile, lavorando sui metodi di raccolta da fonti classificate.



Processo.
La raccolta d'informazioni nell'OSINT è generalmente un problema diverso da quello rappresentato da altre discipline di raccolta, nelle quali ottenere l'informazione grezza da analizzare può essere affare di elevata difficoltà, specie se tale dato iniziale dev'essere estratto da fonte non collaborativa. Nell'OSINT, la difficoltà principale consiste nel vagliare le fonti rilevanti ed affidabili partendo da una vasta congerie di informazioni di pubblico dominio. Tuttavia, non è poi una grande sfida per quelli che sanno come accedere alla conoscenza locale e come sfruttare quegli esperti in carne ed ossa che possono creare "conoscenza su misura" all'istante.



Storia.
Nell'autunno del 1992, il senatore David Boren, all'epoca presidente del Senate Select Committee on Intelligence, si fece promotore del National Security Act of 1992, nel tentativo di realizzare una piccola riforma della United States Intelligence Community. La sua controparte presso il House Permanent Select Committee on Intelligence era il membro del congresso Dave McCurdy. La versione della Camera dei rappresentanti in fatto di legislazione comprendeva un Open Source Office, su consiglio di Larry Prior, un riservista dei marines che aveva frequentato intensamente il Marine Corps Intelligence Command e poi era passato nello "staff" del House Permanent Select Committee on Intelligence. La commissione Aspin-Brown affermò nel 1996 che il ricorso alle fonti aperte da parte USA era "gravemente carente", e che ciò avrebbe dovuto costituire una "priorità elevatissima" sia per il reperimento di risorse finanziarie, sia per l'attenzione del Director of Central Intelligence. Nel rapporto finale del luglio 2004, la Commissione d'indagine sugli attentati dell'11 settembre 2001 raccomandava la creazione di un'agenzia per l'open source, ma senza ulteriori dettagli o commenti. Successivamente, il rapporto della Iraq Intelligence Commission (2005) raccomandò la costituzione di un Open Source Directorate presso la CIA. Seguendo queste raccomandazioni, nel novembre 2005 il Director of National Intelligence annunciò la creazione del DNI Open Source Center. Esso fu fondato per raccogliere informazioni disponibili su "Internet, database, stampa, radio, televisione, video, dati geospaziali, foto ed iconografia commerciale". Al di là della mera raccolta di open source, dovrebbe pure aiutare gli analisti a fare un miglior uso di tali informazioni. Il centro ha pure assorbito il preesistente Foreign Broadcast Information Service (FBIS), originariamente costituito nel 1941, sotto la direzione di Douglas Naquin. Nel dicembre 2005, il DNI nominò Eliot A. Jardines vicedirettore preposto all'open source — un alto funzionario incaricato di fornire strategia, guida e visione d'insieme nell'ambito della National Open Source Enterprise. Jardines ha fondato la National Open Source Enterprise ed è stato autore dell'Intelligence Community Directive 301.



Governo.
Sono presenti svariate attività open source nell'ambito del governo USA. Sovente sono indicate come "monitoraggio dei media," "analisi dei media," "ricerca su internet" e "sondaggi pubblici", ma si tratta in ogni caso di attività rivolte all'open source. La Biblioteca del Congresso sostiene la Federal Research Division (FRD), che conduce "a contratto" una gran mole di ricerca open source su misura in favore dell'esecutivo.



Intelligence.
Le attività open source dell' U.S. Intelligenge Community (note come National Open Source Enterprise) sono sancite dalla già ricordata Intelligence Community Directive 301. Tale documento stabilisce autorità e responsabilità dell'Assistant Deputy Director of National Intelligence for Open Source (ADDNI/OS), del DNI's Open Source Center e del National Open Source Committee. Prima che fosse istituita la National Open Source Enterprise, il Foreign Broadcast Information Service (FBIS), fondato nel 1941, era la principale unità OSINT del governo, e si occupava di trascrivere e tradurre le trasmissioni straniere. Inglobò il Defense Department's Joint Publications Research Service, che svolgeva una funzione simile con le opere a stampa straniere, tra cui quotidiani, riviste e pubblicazioni tecniche.



Ambienti militari.
L'ex sottosegretario per l'intelligence Stephen Cambone incoraggiato parzialmente dai rapporti del Defense Science Board sulla comunicazione strategica e la "transizione verso le ostilità e ritorno", ha creato il Defense Open Source Program (DOSP). Fino al 2006 non è stata assegnata alcuna agenzia esecutiva per questo programma. Gli uffici militari americani impegnati in attività OSINT comprendono:
- US Army Foreign Military Studies Office;
- US Army Asia Studies Detachment;
- Open Source Branch, Joint Intelligence Center, U.S. Special Operations Command;
- Foreign Media Monitoring in Support of Information Operations, United States Strategic Command.



Homeland Security.
Il Department of Homeland Security ha in attività un reparto OSINT. Dovrebbe essere denominato Domestic Open Source Enterprise.



Forze di polizia.
La comunità OSINT delle forze di polizia adopera l'OSINT nello sforzo di anticipare, prevenire, investigare e perseguire i criminali, terroristi compresi. Esempi di successo in questo senso sono stati forniti da Scotland Yard, in particolare per l'opera di Steve Edwards (premiato con l'Ordine dell'Impero Britannico), e dal reparto OSINT della Polizia A Cavallo canadese. Anche Interpol ed Europol hanno praticato per un certo periodo l'OSINT, benché tale attività sia risultata intimamente connessa alle brillanti individualità di taluni eccellenti investigatori, e pertanto — con la cessazione dal servizio di costoro — al momento presente parrebbe sostanzialmente condannata alla desuetudine. È noto che pure il New York City Police Department mantiene un'unità OSINT specifica.



Mondo accademico.
Lo Institute for Intelligence Studies del Mercyhurst College, i centri OSINT della Auburn University, della Sam Houston State University, e dell'University of Maryland sono rilevanti esempi della comunità OSINT universitaria. Le università stanno sempre più scoprendo che — a fianco alla tradizionale produzione culturale nell'ambito delle scienze in genere, e delle scienze sociali segnatamente — possono competere con altri soggetti per soddisfare la domanda di open source intelligence. Un esempio di successo in questo senso, focalizzato sulla repressione della frode assicurativa in ambito agricolo e su altri schemi investigabili di abuso è dato dal Center for Agribusiness Excellence presso la Tarleton State University in Texas.



Affari.
La OSINT d'affari comprende i "rami" denominati Commercial Intelligence, Competitor Intelligence, e Business Intelligence. In questo campo è frequente il ricorso all'information brokering e agli investigatori privati per raccogliere ed analizzare informazioni rilevanti per gli scopi commerciali.



Giornalismo investigativo.
La OSINT per il giornalismo è un settore pionieristico che sfrutta gli aspetti investigativi delle tecniche OSINT al fine di ottenere informazioni utili per le inchieste giornalistiche. Tra i corsi attivi con questa specializzazione si segnalano il corso dell'Associazione di Giornalismo Investigativo (AGI) Sito ufficiale e del Centro di Giornalismo Investigativo di Londra (CIJ), sito ufficiale .



Riferimenti nella cultura di massa.
L'attività di una unità OSINT statunitense ha costituito lo sfondo della trama spionistica del romanzo I sei giorni del Condor (1974) e del film I tre giorni del Condor (1975) da cui è stato tratto.



«Le fonti aperte […] rappresentano la maggior parte del materiale fagocitato dalla famelica macchina dell'intelligence.»
(Umberto Rapetto e Roberto Di Nunzio, "L'atlante delle spie" pag. 21 )



Fonte: http://it.wikipedia.org

 

 

Il fenomeno del terrorismo si combatte anche con l'Open Source Intelligence (Osint). L'attuale metodologia applicativa della raccolta delle informazioni da fonti aperte però necessiterebbe di una marcia in più: l'analisi del primo embrione di opinione pubblica che nel tempo potrebbe svilupparsi in terrorismo. La sfida è quanto mai attuale e d'importanza cruciale per lo Stato. Il terrorismo, essendo un'attività svolta da uomini rivolta agli uomini, è soggetto a mutazioni continue e repentine sia come capacità di adattarsi ai vari modelli culturali e sociali sia come orientamento strategico e tattico ai fini criminosi. Compito dell'intelligence è quello di non farsi trovare impreparata e soprattutto di combatterlo. L'evoluzione del sistema Osint potrebbe passare proprio attraverso l'analisi dell'opinione pubblica.

L'Osint sta prendendo sempre più spazio nella comunità intelligence. La sua specificità operativa ben si adatta al mondo multimediale che ormai ha un peso determinante nella vita dei popoli. La velocità di diffusione delle notizie, la semplicità nell'essere informati e l'ansia delle persone di avere informazioni sempre più tempestive fanno ormai dell'Osint una specialità intelligence di notevole interesse. La comunità intelligence dunque analizza e raccoglie dati da tutte le fonti aperte disponibili cercando di trovare il dato interessante nella gigantesca mole di informazioni libere disponibili. Nei processi di raccolta e analisi, tutto si basa sui protocolli operativi che permettono una standardizzazione del prodotto finale. Questo semplifica l'operazione ma al contempo la irrigidisce perché non permette di capire l'evolversi del problema alla nascita, ovvero prima della manifestazione palese del problema stesso. Nella sostanza, si possono raccogliere dati che permettano anche di capire che qualcosa sia in corso, ma non danno l'esatto spaccato dell'orientamento della pubblica opinione in merito a quel determinato argomento. Il terrorismo rientra in questa specifica categoria. Valutare il fenomeno terroristico solo sulla base di una raccolta di informazioni da fonti aperte con i modelli in uso attualmente non garantisce una corretta analisi del supporto psicologico, logistico e d'opinione che il terrorismo richiede. Tutte le attività dell'uomo di una certa importanza e l'organizzazione che ne consegue passano attraverso il consenso più o meno ampio di strati della popolazione e proprio il consenso è quello che ne delimita e determina la forza e il peso di coesione sociale. L'approccio da tenere dunque per combattere un terrorismo sempre più aggressivo, mediatico e invasivo della nostra società è sempre più scientifico.

Secondo Aldous Huxley «ci sono tre tipi di intelligenza: l'intelligenza umana, l'intelligenza animale e l'intelligenza militare». Da questo si può ipotizzare che anche il terrorista rientri nella categoria dell'intelligenza militare. Come risaputo, ogni organizzazione terroristica cerca sempre di dotarsi di procedure operative e di una solida struttura logistica che in qualche misura la fa rientrare nell'alveo militare, ragion per cui si ragiona necessariamente con intelligenza militare. Per contrastare efficacemente il fenomeno, dunque, serve un balzo in avanti da parte della comunità intelligence Osint cercando di intercettare le informazioni dove possano essere ancora in nuce e prima che il fenomeno terroristico abbia preso piede operativamente.

La sfida diventa strategica perché secondo Henry Truman «Il novantacinque per cento delle informazioni segrete vengono pubblicate dai quotidiani e dalle riviste» ma il problema attuale degli analisti Osint è quello di reperire quella percentuale di informazioni necessaria per essere trattata e poi veicolata molto velocemente e a basso costo e lo schema di raccolta e le modalità operative sono quelle classiche che l'ampia manualistica a disposizione fornisce con abbondanza di particolari. I tempi però sono cambiati e il mondo attuale sovrabbonda di informazioni facilmente reperibili nei vari canali di veicolazione così l'impresa diventa ardua con costi elevati e con risultati non sempre all'altezza.

Questo scoglio si sta tentando di aggirarlo attraverso sofisticatissimi programmi informatici che scandagliano il web alla ricerca di informazioni. Per quanto questo aspetto sia a metà strada tra l'Osint e l'infowar, rimane comunque un problema parzialmente risolto in quanto per arrivare alla risoluzione serve aggiungere un tassello in più nell'intelligence: la valutazione dell'opinione pubblica. Il passo in avanti della comunità intelligence è proprio quello di saper valutare, attraverso l'impiego dell'Osint, anche l'orientamento della pubblica opinione perché volente o nolente il terrorismo è la più formidabile forma di propaganda esistente al mondo e l'obiettivo è proprio quello di impressionare l'opinione pubblica attraverso le sanguinose azioni messe in atto.

Serve dunque fare una corretta valutazione del fenomeno terroristico preso in esame e capire a quale categoria terroristica appartenga il gruppo sotto osservazione, perché è un mondo estremamente complesso. Il terrorismo si divide in categorie e sotto categorie: internazionale, interno, di Stato, rivoluzionario, indipendentistico, bellico, colonialistico. Ogni categoria dunque merita una certa attenzione particolare soprattutto per quanto riguarda gli argomenti dei suoi proclami e i conseguenti dibattiti sui Media e al contempo monitorando costantemente gli umori della pubblica opinione. Ma lo studio per essere efficace deve partire prima ancora che il gruppo terroristico si sia rivelato al mondo, perché una volta diventato visibile, di fatto, ha già avuto la prima vittoria. Per lo Stato allora diventa strategico capire i fermenti a livello embrionale e per fare questo l'approccio della raccolta informazioni nel campo dell'Osint va sostanzialmente modificato cercando di trovare una strada tutta nazionale che tenga conto degli studi precedentemente fatti da studiosi autoctoni e non prendere per “oro colato” solo manualistiche straniere che si basano operativamente su strutture che hanno magari disponibilità a bilancio notevolmente superiori. Pertanto le analisi andrebbero intese di pari passo tra la raccolta delle informazioni da fonti aperte e il controllo dell'orientamento dell'opinione pubblica, perché solo le due cose messe assieme offrono una visione aderente alla realtà.

Per ovviare al problema sempre più pressante per la stabilità del quadro sociale serve dunque ampliare gli orizzonti e affinare l'Osint. Un modello interessante da studiare a fondo è una scienza tutta italiana che si chiama demodoxalogia, secondo la quale dal punto di vista pratico i costi sarebbero ridotti all'osso perché ogni uomo appartenente alle FFAA potenzialmente è un operatore Osint, anche se non svolge la mansione di analista. L'esempio classico è un ufficiale della Marina Militare che legge quotidianamente il quotidiano locale della località ove presta servizio. Il meccanismo in sé è semplicissimo e alla portata di tutti e questo amplificherebbe la potenza di analisi delle FFAA che si sposterebbe da un numero esiguo di analisti a migliaia.

L'analisi dunque parte dai media presi in esame attraverso la comprensione di chi sia veramente il padrone del Media stesso. Capire chi detiene il pacchetto di controllo azionario della testata, spinge l'analista a porsi una serie di domande che fungeranno da filtro per la valutazione dell'articolo sull'argomento d'interesse. Questo fondamentale aspetto andrebbe curato nei minimi particolari per qualsiasi tipologia di Media.

Quanto si legge sui giornali, visto in tv o in internet, non sempre sortisce l'effetto voluto dai terroristi sull'opinione pubblica, perché ci sono meccanismi che vanno ad agire sulla psiche, ma solo se applicati correttamente portano all'effetto sperato. Dunque saperli valutare porterebbe ad un risparmio di tempo e maggiore precisione nella raccolta e scelta delle informazioni veramente utili allo scopo. Per questioni di praticità sia per capire il fenomeno terroristico sia per contrastarlo è indispensabile fare subito una panoramica sui significati di folla, pubblico, propaganda, pubblicità, comunicazioni e informazioni, perché sono strettamente connessi all'analisi del fenomeno.

Quando gli individui di una qualsiasi pluralità si differenzino uniformemente, per cause che influiscano in modo fugace e pressoché uguale su ciascun individuo, quella pluralità costituisce una folla. Quando gli individui di una qualsiasi pluralità si differenzino uniformemente, per cause che influiscano in modo persistente e pressoché uguale su ciascun individuo, quella pluralità costituisce un pubblico. Nella folla è implicito un nesso di carattere spaziale fra gli elementi che la compongono; nel pubblico non è necessario. Per il modello italiano il “pubblico” è una pluralità d’individui non necessariamente legati tra loro da una o più circostanze temporali o spaziali o temporali-spaziali; ma necessariamente da una o più circostanze modali. Questa condizione può essere obiettiva, soggettiva, virtuale od obiettiva-soggettiva, obiettiva–virtuale, soggettiva-virtuale, obiettiva-soggettiva-virtuale contemporaneamente.

La propaganda terroristica rivolta ad una folla diviene efficiente solo se riesce a sbozzare dalla folla stessa il proprio pubblico; altrimenti essa rimarrebbe vox clamans in deserto. Ma non si è creduti se non vi è credibilità. Perciò informazione, propaganda e pubblicità sono credute nella misura secondo cui sono autorevoli, obiettivamente o subiettivamente. Il problema sostanziale della comunicazione, della propaganda e della pubblicità: è di creare le condizioni di credibilità provenienti da un'autorità, quell'autorità che ispirando un “credito”, dà direzione e impulso alla condotta delle masse. Questo rapporto fra credenza ed autorità, ci conduce a una ulteriore constatazione: che alla lunga l’opinione è essa stessa una creatrice dell’autorità. E in effetti, l’autorità non consiste semplicemente nel dare ma anche in un ricevere (influenza, appoggio, ecc). Il che può tradursi in un'altra constatazione: l’autorità è un surrogato, e spesso l’unico, della critica, del giudizio e dell’apprezzamento proprio delle masse, le quali sono o troppo ignoranti, o troppo indolenti, o mancanti di pratica o di mezzi sufficienti per apprezzare e giudicare autonomamente.

È un fatto che il mercato delle idee non offre che merci determinate e che la massa fa presto a convincersi, sotto la martellante pressione della propaganda camuffata da comunicazione, che non le tocca altro che scegliere fra quelle ideologie o merci o servizi e, di conseguenza, affrontare quei dati problemi. La credenza dunque cresce con la sua diffusione nello spazio ma anche con la diffusione nel tempo. Come nella diffusione nello spazio giova la forza della novità, nel tempo giova la forza dell’abitudine, i cosiddetti stereotipi.

Nell’opinione confluisce un duplice linguaggio: l’uno è quello di superficie, che è dato dalla molteplicità delle emozioni, dei sentimenti, delle idee, delle fantasie, ecc. adeguandosi all’ambito culturale, all’educazione e al carattere di ciascuno; l’altro è di profondità, che pur esprimendosi attraverso il primo, a questo comunica la sua particolare vibrazione, quale può essere data e dettata dall’ambiente esterno e interno. L’opinione pubblica è la reazione di una massa di fronte a determinate idee, giudizi e tendenze e questa reazione ha luogo o in senso consenziente, o in senso contrario, o in senso di indifferenza.

Il principio metodologico essenziale usato dai terroristi consiste dunque nel dare al pubblico l’impressione che gli si sta dicendo proprio quello che desidera ascoltare o leggere perché le argomentazioni dei terroristi passano anche attraverso l'uso dei sillogismi e un sillogismo valido ha una forza dirompente. Infatti, se si accettano come vere le sue premesse, viene accettata senza battere ciglio anche la sua conclusione.

Ormai i terroristi hanno gli uffici stampa perché sanno benissimo che il giornale, ad esempio, e ancora di più la tv, è un prodotto che si vende con un linguaggio di tipo emotivo. Il lettore ragiona più sull’emotività che con il senso critico. Proiezione e identificazione sono i meccanismi psicologici che si sono sostituiti alla verifica.

Compito degli addetti alla propaganda terroristica è quello di creare il pre-giudizio, un atteggiamento di favore che poi accoglierà come vere tutte le notizie che quella fonte darà; se il pre-giudizio si fonda su un aspetto “pulito” la propaganda è “buona” altrimenti è manipolazione. Con la propaganda si creano miti: immagini che fanno sognare e spingono all’azione (mito del progresso, mito del nuovo, mito della rivoluzione), con la partecipazione anticipatoria di felicità, dove “sacrifico tutto per arrivare al mito”, è la ricompensa dei sacrifici attuali. Naturalmente è importante l’opinione di un leader (di un esperto) per la formazione di un opinione di un gruppo.

Ma a questo punto possiamo porci la seguente domanda: quale è la differenza tra propaganda e pubblicità terroristica?

Nella propaganda ci sono le idee. È più velata, si rivolge al bene pubblico nel senso più ampio della località sotto esame, chiede anche sacrifici per un bene futuro o collettivo, è un investimento a lunga scadenza. Nella pubblicità c’è il prodotto. È più esplicita, il linguaggio più diretto, si rivolge al bene del singolo, si può controllare in ogni momento.

Paradossalmente i terroristi sanno fare bene la loro propaganda perché sanno farsi ascoltare e distinguere. Sanno soddisfare un bisogno concreto e usano un linguaggio concreto. Stimolano l'emotività che incide sempre, anche se si esaurisce presto. Sono semplici e diretti: così ottengono selezione e sintesi. Usano la ripetizione con elementi che rimangono e che si fanno riconoscere senza annoiare. Ma soprattutto sono d'attualità perché usano riferimenti al presente e non al passato.

Dunque il terrorista sostanzialmente fa proprie le regole dell’opinione pubblica: 1) l’opinione pubblica è molto attenta ai fenomeni rilevanti; 2) gli avvenimenti rilevanti provocano una reazione a pendolo: ci si sposta sul lato opposto immediatamente e poi si torna indietro ma non di molto. Servono grandi investimenti per cambiare rapidamente l’opinione pubblica, ma se si vuole un cambiamento duraturo si deve agire a lungo termine; 3) l’opinione pubblica si sposta più grazie ai fatti che alle parole (nella comunicazione dare il sapore dei fatti); 4) è più facile inserirsi quando la gente non ha ancora un’opinione su un dato argomento; 5) l’argomento deve essere d’interesse. L’opinione è proporzionale all’interesse. È difficile creare opinione pubblica su argomenti che non sono d’interesse; 6) è fondamentale far leva sui desideri e sulle necessità; 7) porsi all’interno della cultura consolidata di quel tempo.

Possiamo dunque porci le seguenti domande: quanto forte è il terrorismo e fino a quando è terrorismo?

Dopo aver determinato a quale categoria appartenga il fenomeno terroristico in esame, come antecedentemente riportato, si analizza la potenza intrinseca del gruppo terroristico partendo dal concetto che il terrorismo si riferisce sempre a gruppi di persone che cercano di vivere nell'invisibilità, qualora questo dato venisse a mancare si parla di guerriglia o altro ancora. Ritornando al terrorismo, la valutazione del potenziale bellico e organizzativo passa attraverso una serie di griglie e ragionamenti.

I problemi terroristici sono, per loro natura, conseguenza del fenomeno terroristico stesso. Con l'espressione terrorismo si fa riferimento ad ogni tipologia di lotta illegale con l'ausilio di mezzi ritenuti di volta in volta più idonei a raggiungere lo scopo che consiste nel piegare sotto lo propria volontà il corso politico in essere.

Il terrorismo non è di per sé il fine ultimo di un conflitto politico in atto, nonostante questo possa trarre in inganno, specie quando ci sono di mezzo guerre religiose razziali o economiche, ma lo si deve considerarle solo come una transizione che parte da una manifestazione di dissenso politico per arrivare al rovesciamento del corso vigente instaurandone uno nuovo. Spesso molti analisti e giornalisti rimangono basiti dalla velocità con cui avviene il passaggio dalla dialettica alla lotta armata. Anche se è vero che esiste questa repentinità, quasi tutti tralasciano che prima la sedimentazione dell'humus delle cause scatenanti il fenomeno è durata per lungo tempo.

Dunque, è compito dello Stato farsi trovare attrezzato e preparato nella difesa contro il pericoloso fenomeno emergente puntando al consolidamento e possibilmente allo sviluppo del potenziale intelligence nazionale con l'obiettivo strategico di contrastare efficacemente il fenomeno depauperando al massimo il suo potenziale bellico-logistico.

Ogni gruppo terroristico ha il suo potenziale bellico-logistico ben definito che porta alla capacità offensivo-difensiva (intesa come invisibilità) data da fattori spirituali-materiali che fungono da piedistallo alla lotta armata per evitare l'annientamento e arrivare alla vittoria. Fondamentalmente il terrorismo è composto da esseri umani (che cercano altri essere umani per fare proselitismo) un agglomerato a se stante da inquadrare dal punto di vista demografico e spirituale.

Il campo demografico, si divide in fattori quantitativi: maschi, femmine, natalità, nuzialità, mortalità, ecc; qualitativi: classi di età , età media, robustezza, salute, grado di civiltà, temperamenti, sentimenti famigliari, civici, di giustizia, ecc; mentre nei fattori distributivi abbiamo: professioni, mestieri, residenze, tenore di vita, migrazioni, densità di popolazione, super popolazione, frequenza e consistenza dei centri demografici, ecc.

Il campo spirituale è suddiviso in morale e intellettuale. Morale: religione, sentimenti in atto di umanità e di stirpe, di Stato, di nazionalità, di categoria sociale, di famiglia, di amicizia, rettitudine, litigiosità, ecc; intellettuali: livello medio di cultura, orientamento e selezioni professionali, proporzione laureati e diplomati, aspirazione di gruppi, patrimonio scientifico, artistico, storico, tecnico, tradizioni in atto, organizzazione ed incidenza dei multiformi mezzi audiovisivi di informazione e formazione delle opinioni pubbliche, relazioni private con l'estero ecc. D'interesse sono anche i fattori naturali e sociali. I fattori naturali si dividono in geografico ed economico. I fattori sociali in politico e militare.

Risulta ben evidente che l'Osint dunque deve prestare più attenzione al fattore umano su tutti gli altri fattori del potenziale terroristico e l'analisi andrebbe estesa verso l'intera popolazione di uno Stato coinvolto nel problema in maniera diretta o indiretta da parte del fenomeno terroristico o potenziale, perché la misurazione della compattezza o la dissociazione sentimentale e ideologica di tutti gli appartenenti alla comunità nazionale (dai bambini agli interdetti, perché anche le categorie più deboli influiscono in maniera formidabile sugli stati d'animo di chi li circonda, terroristi compresi) equivalgono ad un valore aggiunto in termini di sostegno e di slancio, la dissociazione ad una palude con le sabbie mobili che fa vacillare ogni speranza di riuscita e la destina a venir meno.

Oggi è determinante puntare sui fattori umani che vanno pertanto a sovrastare come importanza tutti gli altri fattori del potenziale terroristico nel senso più esteso del termine.

Come fare per conoscere a fondo i pensieri della gente?

Serve una indagine campionaria eseguita secondo i criteri della scuola di demodoxalogia perché si differenzia dagli altri metodi di osservazione, inchiesta, sondaggio o campionamento, in quanto non si avvale di “universi”, “scale con le loro variabili socio-economiche”, “stili di vita psicografici”, ecc. ma cerca la coesione delle aspirazioni di pre-determinati pubblici (obiettivi o soggettivi), partendo dal presupposto che le opinioni di un particolare gruppo sociale (individuato come pubblico) possano essere indagate mediante una scelta ragionata delle persone da intervistare (indagine qualitativa) in quanto portatrici significative dell’opinione del gruppo (analisi delle informazioni). In pratica l'indagine prende in esame solo i leader d’opinione “misurando la differenza di peso sociale” che esiste tra due o più difformi aspirazioni a confronto, nell’arco di un periodo di tempo prefissato. Ove, ovviamente, per leader non si intendono solo i portatori di opinione orizzontali o verticali ma anche, e soprattutto, i mass-media, in quanto veicoli d’informazione e, nello stesso tempo di formazione, quindi rappresentativi di opinioni e specifici interessi. Per esempio nei provvedimenti politici controversi o dalle campagne di stampa dei mass-media (misurando l’ampiezza data all’argomento, il tono e il peso sociale della testata) si ottengono previsioni sull’esito, mettendo a confronto i risultati delle misurazioni effettuate.

Ovviamente, a monte dell’indagine, sarà presente una filosofia dell’operare che scaturisce dalle generiche convinzioni sull’evoluzione della scienza e del rapporto tra questa e l’opinione pubblica, in quanto espressione delle aspettative umane. Specie nell’indagine intesa ad evidenziare i trend della società il sondaggio mirerà a verificare le ipotesi che il ricercatore si è fatto intorno al problema; ipotesi scaturite, appunto, da una visione delle cose e della storia. Nella convinzione della ripetitività dei cicli, si mirerà ad individuare in quale ciclo, e a che punto del percorso, potrà collocarsi l’aspirazione della pluralità umana interpellata (il pubblico), per vedere se è imminente una svolta e se questa è in consonanza con il percorso storico del gruppo e dell’ambiente ove tale pluralità è inserita: indagherà anzitutto sullo stato di soddisfacimento del bisogno di sopravvivenza, poi di sicurezza ed infine di appagamento. Questo è il motivo per cui questo tipo di indagine non si rivolge a campioni estratti tra la popolazione (metodo statistico) ma solo a campioni scelti tra quel determinato pubblico sottoposto ad esame, nella convinzione che i riferimenti concettuali degli interpellati siano univoci e quindi euristici. Questa raccolta dati, dunque, si può fare sia con interviste mirate a vari personaggi sia analizzando le interviste rilasciate ai Media dagli stessi personaggi. La differenza consiste che nel primo caso si fanno determinate domande, nel secondo si devono scegliere le risposte che sono adatte alle domande che si sarebbero voluto porre.

I leader d’opinione (sia personaggi sia mass-media) non sono estranei alla disinformazione (per ragioni politiche, culturali, sociali, economiche) ma pur sempre creano opinione dando, spesso, ad intendere di fare solo informazione. Non per nulla esistono gli uffici stampa e le public relations. Qualsiasi “comunicazione” (orale, scritta, multimediale) contiene il, e “quel”, messaggio che l’Emittente vuol far conoscere al Ricevente; se l’informazione (apparentemente innocua) non è interpretata secondo un metodo euristico il pubblico rischia di avallare la “cultura della disinformazione”. Per tale motivo nell’analisi della comunicazione sociale questo tipo di indagine prescinde dal “chi” ha detto per privilegiare “cosa”, “quando” e “dove”. Il parametro temporale “quando” e quello spaziale “dove” daranno la chiave per capire il perché della “cosa”. Per ritornare ai sondaggi, nel ricercare le aspirazioni occorre fare una netta distinzione tra quelle plausibili ed a breve tempo e quelle impossibili o ancora in nuce. Così come occorre distinguere tra le aspirazioni di un pubblico e le emozioni di una folla; tra aspirazioni che si tradurranno in avvenimenti a brevissimo arco di tempo (con rivolte o incidenti conseguenti a raduni di folla) o situazioni che matureranno (consapevolezza di pubblici che operano in tal senso). Così occorre distinguere tra opinioni pubbliche di maggioranza e di minoranza; tra quelle destinate a vincere e quelle destinate a soccombere, anche se tutti i portatori d’opinione ritengono di essere dalla parte vincente. È il “peso” di un’opinione pubblica rispetto all’altra che ci darà la chiave di lettura.

Tutte le informazioni, dunque, vanno a creare sul singolo ricevente del messaggio una pressione psichica suggestionante che si sintetizza nella formula di Kurt Lewin, il padre della psicologia sociale:

O=f ()

dove O = Opinione, f = funzione, Ac = Ambito Culturale, E = Educazione, C = Carattere, ed sono esponenti incogniti. L'opinione sarà data dal momento combinato di esteriorità e di interiorità. Però l'Ambito culturale, educazione e carattere non possono considerarsi dei termini a se stanti ma a loro volta in funzione dei dati esterni e interni influenti su Ac, E, C. Quindi: Ac, E, C = f ()

dove Ae =ambiente esterno, Ai = ambiente interno, sono esponenti incogniti.

Naturalmente la formula cambia quando si parla di moltitudine, perché uno o più pubblici, riunendosi, sono suscettibili di trasformarsi in folla per un breve periodo di tempo; una folla difficilmente può divenire pubblico e, comunque, necessiterebbe sempre di graduali passaggi. In una folla i singoli componenti si suggestionano in proporzione al loro numero e alla loro vivacità fino ad un limite dato dal raggio d'azione visivo ed uditivo.

Secondo la formula del professor Michele Del Vescovo ove S è la forza di suggestione di una folla, n la sua forza numerica, v gli impulsi di vivacità, tale forza di suggestione aumenterebbe in progressione geometrica della sua forza numerica più gli impulsi di vivacità.

Con l'Osint integrato, come da nuovo modello proposto, è possibile avere analisi molto dettagliate e aderenti alla realtà dei fatti. Una controprova si ha con l'esempio della crisi libica, poi conclusasi con la caduta del regime di Gheddafi. In quel particolare periodo quasi tutti i Media sostenevano che la destituzione del dittatore fosse vicinissima, questione addirittura di pochi giorni subito dopo l'inizio della rivoluzione, ma in controtendenza gli articoli-analisi, allora redatti con l'Osint modificato, dimostravano il contrario e veniva anche messo in evidenza che il leader libico avrebbe dato parecchio filo da torcere. L'analisi, nel suo complesso, si rivelò perfettamente coerente e aderente alla realtà con gli sviluppi poi avvenuti.

Per avere il massimo risultato l'Osint deve dunque tenere conto di tutte le tipologie di fonti aperte esistenti e non analizzare solo quelle scritte o video trasmesse dal punto di vista squisitamente giornalistico. Vanno tenute in considerazione anche quelle orali o le manifestazioni artistiche in tutte le sue forme come quelle musicali, delle arti visive, letterarie e poetiche fino ad arrivare alla recitazione. L'importanza di questo approccio consiste nella potenzialità della raccolta degli aspetti più umorali e di tendenza d'opinione che si manifestano in quel determinato arco temporale preso in esame. Si deve considerare che gli artisti, in generale, hanno una spiccata sensibilità personale che li rendono dunque particolarmente precisi nell'individuazione degli indicatori dei fermenti in nuce dei possibili sviluppi di determinati argomenti. Essi sono in grado di captare il malessere, gli umori, le aspirazioni del popolo e di darne voce e forma attraverso le loro manifestazioni e rappresentazioni artistiche. Un esempio da manuale tutto italiano è il cantautore Alberto Fortis. L'artista è riuscito ad anticipare di vari decenni l'ascesa economica e politica della Cina. Fortis, senza tanti giri di parole, scrisse appunto una canzone intitolata Cina.

Da quanto descritto, si possono così analizzare gli avvenimenti nazionali e mondiali riportati dai Media su una specifica manifestazione e capire se ci siano o meno i presupposti per eventuali formazioni di opinione pubbliche emergenti favorevoli a disordini e atti contro la democrazia. La chiave di lettura per la comprensione se ci sia o meno la possibilità che un determinato gruppo terroristico possa formarsi o addirittura se un determinato gruppo terroristico possa avere la meglio su un altro gruppo terroristico e magari cooptarlo diventando così un fenomeno ancora più aggressivo, potente ed esteso. Per contro c'è anche da specificare che la norma per giudicare l'attualità di un fatto non è data soprattutto dal piccolo numero di minuti, ore o di giorni che separano l'avvenimento stesso dalla sua pubblicazione, ma dal legame psicologico che intercorre tra l'avvenimento in questione e l'interesse del fruitore finale dell'informazione.

Vista la complessità dell'argomento, balza subito agli occhi come il terrorismo vada combattuto e vinto levandogli la sua linfa vitale: l'opinione pubblica favorevole al crimine. Per arrivare a questo, la comunità intelligence deputata allo studio e al contrasto del fenomeno terroristico per forza di cose è costretta a spingersi sempre più in profondità, nella raccolta delle informazioni dalle fonti aperte, cercando di arrivare quanto più vicino embrionalmente possibile al germe che potrebbe creare il presupposto allo sviluppo del sostegno all'attività terroristica. Naturalmente la sfida non è impossibile, anche se difficile.

Fonte e riferimenti: http://www.difesaonline.it

 

 

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