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Questo articolo è stato pubblicato su Geopolitical Center il 15 gennaio 2015, la proposta se fosse stata attuata avrebbe impedito gli attentati di Parigi del 13 novembre 2014 oppure sarebbero stati delegati a qualche altro terrorista?

 

 

Questa mattina vi proponiamo un breve editoriale che rappresenta una concreta e fattibile proposta atta a complicare un poco la vita ai cosiddetti “Foreing Fighters”, i combattenti stranieri che partono dal proprio paese per andare a combattere conflitti in altre parti del mondo, e con particolare riguardo a coloro i quali si recano a combattere per forze estremiste.
La nostra proposta è semplice e secondo noi efficace. Togliere la cittadinanza ai Foreign Fighters, ed impedire il rientro nel nostro paese, ed in Europa, a coloro i quali sono coinvolti in tali conflitti.
Questo rapido e radicale provvedimento potrebbe evitare che tali personaggi possano, dopo essersi addestrati, ed aver vissuto la devastazione della guerra che annulla spesso i sentimenti di pietà, rientrare in Italia senza alcuna limitazione della propria libertà.
Perché questo provvedimento sia efficace, la legge che mira a revocare la cittadinanza a tali personaggi, deve essere frequentemente aggiornata e prevedere una lista di paesi in guerra per i quali si applica tale provvedimento, al fine di non colpire i contractor privati che sono chiamati a gestire la sicurezza, ad esempio delle installazioni petrolifere di proprietà italiane sparse per il mondo.
Una seconda eccezione alla legge dovrebbe riguardare i cittadini con doppia nazionalità che combattono per il paese del quale posseggono tale cittadinanza. Riteniamo infatti un diritto ritornare nella propria terra per difenderla in caso di guerra, senza dover incorrere in sanzioni.
Se una legge simile fosse stata in vigore già da tempo i terroristi di Parigi non avrebbero avuto carta bianca nel vivere e viaggiare liberamente in Europa e la pianificazione dei loro atti sarebbe stata molto più complessa.
Abbiamo coscienza del fatto che ritirare la cittadinanza sia un atto radicale, tuttavia chi va a combattere di fatto contro la propria nazione, (ricordiamo che l’Europa è in guerra con i fondamentalisti islamici anche se la cosa viene sottaciuta) è reo di alto tradimento e quindi la revoca della cittadinanza é a nostro avviso un atto lecito.

Fonte: http://www.geopoliticalcenter.com

 


 

Commento del Webmaster del portale Ogigia:


questo articolo qui sopra e' stato pubblicato per la sua ingenuita', come esempio di come talvolta gli analisti siano fin troppo simmetrici ed inquadrati. Se per caso i "Foreign Fighters" fossero per meta' spie dell'Occidente (di questo o quel servizio segreto) che da zone di guerra informano su situazione e bersagli, e per meta' inconsapevoli indicatori di estremismo (basterebbe pedinarli per arrivare a cellule infiltrate nei rispettivi paesi) quando tornano in patria, chi mai gli togliera' la cittadinanza? Certo non si puo' dire in televisione i motivi per cui li si lascia tornare o si rovinano tante strategie in corso. Ovviamente nelle situazioni meno tollerabili i servizi segreti sanno come far sparire qualche vero soggetto pericoloso, non solo con i killer. Ed altrettanto ovviamente ci possono essere situazioni impreviste. Pero' i benefici per la sicurezza nazionale degli stati europei sono enormi, difficilmente si togliera' la cittadinanza a centinaia di alleati consapevoli ed inconsapevoli... Un po' di sottiliezza in piu' non guasterebbe negli analisti, non e' un attacco al buon sito da cui e' stato copiato l'articolo qui sopra, e neanche all'articolista che e' troppo spesso molto interessante. Solo una piccola critica a chi forse non ha capito tutte le sfumature.

 


 

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