Un interessante articolo suggerisce che la collaborazione ed amicizia tra Stati Uniti e Gran Bretagna, non sempre facile in questi decenni, sia "molto favorita" dalla paura inglese di un attacco statunitense per annettersi il Canada. Le rivalita' tra Usa ed UK, per esempio per il controllo dell'Arabia Saudita da un intero secolo, non sfociano in un attrito globale perche' il Canada e' indifendibile da un'invasione da parte di Washington? Leggete qui sotto e poi chiedetevi se il deterrente nucleare della UK puo' scoraggiare un'eventuale vasto attacco Usa verso nord, e' la domanda fatidica del futuro per Londra. Ecco qui sotto un articolo che dice molto, se si legge tra le righe ed i sottintesi.

 

 

I dettagli di un sorprendente piano militare statunitense per cancellare con un attacco buona parte dell’esercito inglese, vengono sono oggi rivelati per la prima volta. Nel 1930, a soli nove anni dallo scoppio della seconda guerra mondiale, gli USA elaborarono una proposta specificamente volta a eliminare tutte le forze terrestri inglesi in Canada e Nord Atlantico, distruggendo così la capacità commerciale della Gran Bretagna, per metterla in ginocchio. Movimenti di truppe senza precedenti furono avviati per aprirsi la via all’invasione del Canada, che doveva comprendere massicci bombardamenti di obiettivi industriali chiave e l’uso di armi chimiche, quest’ultimo approvato al massimo livello da nientemeno che il leggendario generale Douglas MacArthur. I piani, rivelati in un documentario di Canale 5, rientravano in una serie di piani predisposti per contingenze militari contro una serie di nemici potenziali, dai Caraibi alla Cina. Ce n’era anche uno per sopprimere una rivolta negli Stati Uniti. Infine, il presidente Franklin D. Roosevelt sottoscrisse quello noto come Piano di Guerra Rosso. Invece i due Paesi divennero i più saldi alleati nella 2° GM. Un’alleanza spesso tesa che continua finora. Eppure, è affascinante sapere che ci fossero abbastanza persone nell’establishment politico-militare statunitense che pensarono che una tale guerra fosse fattibile. Mentre fuori dagli USA, Churchill e Hitler pensarono a una tale possibilità negli anni ’30, in un momento di profonda incertezza economica e politica. Nel 1931, il governo degli Stati Uniti autorizzò l’eroe della trasvolata atlantica, e noto simpatizzante nazista, Charles A. Lindbergh, a recarsi segretamente a spiare la sponda occidentale della baia di Hudson, per indagare la possibilità di utilizzare idrovolanti per la guerra e cercare brecce da usare quali potenziali teste di ponte. Quattro anni dopo, il Congresso degli Stati Uniti autorizzò 57 milioni di dollari da destinare alla costruzione di tre basi aeree segrete sul lato statunitense della frontiera canadese, con prati copri-piste di atterraggio, per nasconderne il vero scopo. Tutti i governi fanno piani di emergenza per gli ‘scenari peggiori’, tenuti nascosti al pubblico. Questi documenti furono rinvenuti sepolti nei National Archives statunitensi di Washington, DC, un documento top-secret considerato come il più sensibile sulla Terra. Fu nel 1930, che gli USA tracciarono il primo piano di guerra contro ‘l’impero rosso’, l’impero più pericoloso. Ma il nemico degli USA in tale piano di guerra non era la Russia o il Giappone, e neanche la Germania nazista in divenire. Il Piano Rosso era il codice per una guerra apocalittica contro la Gran Bretagna e tutti i suoi domini. Dopo l’armistizio del 1918, e per tutti gli anni ’20, i sentimenti storicamente anti-inglesi degli USA, tramandati fin dal 19.mo secolo, furono pericolosamente alti, a causa del debito verso gli Stati Uniti di 9 miliardi di sterline, per il loro intervento nella Grande Guerra. Il sentimento inglese verso gli USA era notoriamente reciproco. Nel 1930, gli USA videro lo spettacolo inquietante delle marce di simpatizzanti nazisti lungo Park Avenue a New York, convergendo verso una manifestazione pro-Hitler al Madison Square Garden. Dall’altra parte dell’Atlantico, la Gran Bretagna aveva il più grande impero del mondo, per non parlare della marina più potente. In questo contesto, alcuni statunitensi videro la loro nazione emergente quale potenziale leader mondiale e sapevano fin troppo bene come la Gran Bretagna aveva affrontato questi parvenu, in passato, aggredendoli e neutralizzandoli. Ora, gli USA si vedevano come i perdenti in uno scenario simile. Nel 1935, l’America avviò le sue più grandi manovre militari in assoluto, spostando truppe e installando depositi di munizioni a Fort Drum, a mezz’ora di strada dal confine con il Canada orientale. Da qui sarebbe stato lanciato l’attacco iniziale agli inglesi di Halifax, Nova Scotia, primo obiettivo. ‘Questo avrebbe significato che sei milioni di soldati avrebbero combattuto sul litorale orientale degli Stati Uniti’, dice Peter Carlson, direttore della rivista American History. ‘Sarebbe stato come a Verdun’ alludendo al brutale conflitto tra le truppe tedesche e francesi nel 1916, che provocò un numero di vittime pari a 306.000. Anche Winston Churchill disse, mentre altri consideravano una guerra contro gli Stati Uniti inconcepibile, che non lo fosse. ‘Gli USA sentirono che la Gran Bretagna gli avrebbe spacciati pur di rimanere al comando‘, dice il professor Mike Vlahos, dell’US Naval War College. ‘Gli Stati Uniti furono costretti a contemplare qualsiasi misura per tenere a bada la Gran Bretagna.’ Anche Hitler pensava che una tale guerra fosse inevitabile, ma sorprendentemente voleva che la Gran Bretagna vincesse, credendo che sarebbe stato il miglior risultato per la Germania, dato che il Regno Unito poteva unirsi alle sue forze per attaccare gli Stati Uniti. ‘Bisogna ricordare che gli Stati Uniti nacquero dalla lotta rivoluzionaria contro la Gran Bretagna nel 1776‘, dice il dottor John H. Maurer, dell’US Naval War College. Utilizzando i piani disponibili di questa guerra, esperti militari e navali moderni ritengono oggi che il risultato più probabile di tale conflitto sarebbe stata una grande battaglia navale nel Nord Atlantico, con pochissimi morti ma che avrebbe costretto la Gran Bretagna a consegnare il Canada agli Stati Uniti, pur di preservare le rotte commerciali più vitali. Tuttavia, il 15 giugno 1939, lo stesso anno dell’invasione tedesca della Polonia, una nota interna degli Stati Uniti affermava che questi piani per l’invasione erano ‘totalmente inapplicabili’, ma comunque ‘dovevano essere conservati’ per il futuro. Ciò è oggi visto come alba e ragione principale della ‘relazione speciale’ tra i due Paesi.



Isolazionismo, prosperità e declino: gli USA dopo la Prima guerra mondiale.
Stretti alleati in numerosi conflitti, Gran Bretagna e USA godettero a lungo di una ‘relazione speciale’. Da Churchill e Roosevelt fiorì fino a Thatcher e Reagan, Clinton e Blair, la Regina e Obama. Sappiamo ora che FDR infine respinse l’invasione del Canada come ‘del tutto inapplicabile’. Ma quanto era speciale quel rapporto, nel decennio che precedette la Seconda guerra mondiale? Nei primi anni ’20, l’economia statunitense era in piena espansione. I ‘Ruggenti anni venti’ furono un’epoca di aumento della spesa dei consumi e della produzione di massa. Ma dopo la Prima guerra mondiale, l’opinione pubblica statunitense diventava sempre più isolazionista. Ciò si riflesse nel rifiuto di aderire alla Società delle Nazioni, la cui missione principale era mantenere la pace nel mondo. In politica estera, gli Stati Uniti continuarono a isolarsi dal resto del mondo e, nel corso di tale periodo, imposero dazi sulle importazioni per proteggere i produttori nazionali. Anche il loro approccio liberale verso l’immigrazione cambiò. Milioni di persone, soprattutto dall’Europa, furono in precedenza accolti negli USA alla ricerca di una vita migliore. Ma dal 1921 furono introdotte le quote e, dal 1929, solo 150.000 immigrati all’anno vennero ammessi. Dopo un decennio di prosperità e ottimismo, gli USA sprofondarono nella disperazione quando il mercato azionario crollò nell’ottobre 1929, segnando l’inizio della Grande Depressione. Il conseguente disagio economico e la disoccupazione di massa decisero il destino del presidente Herbert Hoover, e Franklin D. Roosevelt s’impose con la vittoria nel marzo 1933. Affrontò un’economia sull’orlo del collasso: le banche erano state chiuse in 32 Stati e vi erano almeno 17 milioni di disoccupati, quasi un terzo della forza lavoro adulta. E la realtà di una depressione economica mondiale e la necessità di una maggiore attenzione ai problemi interni, servirono solo a rafforzare l’idea che gli Stati Uniti dovessero isolarsi dalle preoccupazioni in Europa. Tuttavia, questo punto di vista era in contrasto con la visione di FDR. Si rese conto della necessità per gli Stati Uniti di partecipare più attivamente agli affari internazionali, ma il sentimento isolazionista rimase elevato al Congresso. Nel 1933, il presidente Roosevelt propose al Congresso un provvedimento che gli avrebbe concesso il diritto di consultarsi con le altre nazioni per premere sugli aggressori, nei conflitti internazionali. Il disegno di legge subì una forte opposizione dai leader isolazionisti del Congresso. Mentre le tensioni aumentavano in Europa con l’avanzata dei nazisti, il Congresso propose una serie di atti di neutralità per impedire agli USA di immischiarsi nei conflitti esteri. Anche se Roosevelt non era a favore di tale politica, acconsentì avendo ancora bisogno del sostegno del Congresso per i suoi programmi del New Deal, volti a far uscire il Paese dalla depressione. Nel 1937, la situazione in Europa peggiorava e la seconda guerra sino-giapponese era iniziata in Asia. In un discorso, paragonò l’aggressione internazionale a una malattia a cui le altre nazioni dovevano imporre la ‘quarantena’. Ma ancora, gli statunitensi non erano disposti a rischiare la vita per la pace all’estero, anche quando scoppiò la guerra in Europa nel 1939. Il lento cambiamento dell’opinione pubblica limitò gli aiuti degli Stati Uniti agli alleati. E poi l’attacco giapponese a Pearl Harbor, nel dicembre del 1941, cambiò tutto.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Fonte: http://aurorasito.wordpress.com

 


 

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