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La peggiore delle campagne in cui venne coinvolta la Libia non fu tuttavia quella contro gli USA, ma quella a sud contro il Ciad. La Libia rischiava di meno, ovviamente, ma nondimeno tale lunga serie di guerre fu estremamente impegnativa per le truppe del Col. Gheddafi. La Libia aveva infatti invaso, fin dall'autunno del 1980, il Chad. Inizialmente venne invasa la città di Faya-Largeau, dopo bombardamenti di MiG-23, MiG-25 e Tu-22. Il Col. Gheddafi era andato anche in visita, il 4 novembre, alle forze libiche nel sud dell'assolato stato africano, comandate dal Col. Radwan Salech Radwan, e ordinò la supposta 'soluzione finale': occupare la capitale Djamena.

 

 

Il perché di questo sforzo bellico era l'accordo tra Gheddafi con il Generale Kamoue, ribelle al governo di Hissen Habré, che era l'ex-ministro della difesa chadiano. Kamoue era alleato anche di Goukouni Oueddei ed era cristiano mentre Habré era leader principalmente di etnie musulmane. Il risultato dell'alleanza con Gheddafi, piuttosto inconsueta visto che un musulmano e un cristiano si accordavano per sconfiggere un musulmano, furono pesanti attacchi aerei sulla capitale N'Djamena da parte di Mirage 5, MiG-23, 25 e Tu-22 per un'intera settimana, seguiti poi dall'attacco di due brigate con circa 7.000 uomini e oltre 100 carri armati, che vengono indicati da Tom Cooper come T-72 (di qualcosa improbabile, però, visto che se i T-72 erano già in servizio in Libia, è anche vero che negli anni successivi si è parlato praticamente solo di mezzi più obsoleti, essenzialmente i T-55: eppure le battaglie non sono mancate, anche di alto livello). Dopo una battaglia feroce Habré in cui i Libici vennero respinti due volte perdendo una cinquantina di carri, il presidente chadiano scappò nel deserto e si preparò a condurre una guerriglia contro gli avversari chadiani e gli alleati libici.

 

 

La guerra continuò successivamente con missioni a lungo raggio che coinvolsero anche cittadine del Sudan, e suggerirono agli americani di inviare le portaerei sul Golfo della Sirte di cui sopra e un paio di E-3 Sentry sull'aeroporto del Cairo mentre l'US Navy stazionava con una nave portaerei attorno al Golfo della Sirte. I libici erano là in forze: usarono persino i MiG-25 (da ricognizione, che solo dopo anni si è capito, capaci anche di bombardamento tattico e strategico), i Tu-22, come i piccoli SF-260WL italiani ad elica, ovviamente vulnerabili al fuoco da terra ma facili da schierare ovunque.

A quel punto, nel 1981, la palla era passata alla politica: venne inviata una forza di pace dell'Unione Africana per mettere sotto controllo la situazione, ma Ueddei chiese il ritiro dei libici, che acconsentirono non senza perplessità ad un ritiro quasi totale dal Chad. Nel mentre gli americani non mancarono di rinforzare l' 'opposizione' chadiana e sudanese ai libici, che avevano in fase di ritiro la loro forza di 10.000 soldati inclusi gli equipaggiamenti distrutti in combattimento, per cui si potevano vedere C-130 e possenti Il-76 caricanti i rottami di aerei abbattuti nel Chad. Fu una ritirata ben organizzata, che concluse temporaneamente la vera e propria 'blitzkrieg' dell'autunno precedente. I Libici, nonostante le difficoltà di gestire tante armi moderne con personale poco numeroso e poco esperto, erano tutt'altro che incompetenti. Organizzare in un clima tanto ostile una forza a livello divisionale supportata da un'aviazione poderosa e costosa era una cosa tutt'altro che facile, al livello di quello che fecero poi nazioni come la Gran Bretagna in Desert Storm. In ogni caso gli americani stavano tramando massicciamente: vendettero armi alla 'resistenza' per ben 200 milioni di dollari. Le difese delle basi della guerriglia di Harbré cominciarono ad essere ben difese e la potente LARAF cominciò a dismettere gli attacchi contro queste per evitare perdite dolorose.

Nel 1982 Habré tornò e occupò N'Djamena e il Sud del Chad, in completo spregio della Forza Panafricana 'di pace': conseguentemente i libici tornarono in azione nel giugno dell'anno successivo con gli stessi fini.

Con due brigate meccanizzate e il supporto dell'aviazione e di obici DANA ruotati, i libici andarono all'attacco e occuparono l'Oasi di Faya Largeau. In teoria, stavolta, stavano agendo per aiutare Oueddei, ma in verità molto più per i propri interesti e disegni politici.

I francesi erano coinvolti in entrambe le parti in lotta: vendevano armi alla Libia, ma erano politicamente vicini al governo Chadiano. Lo Zaire intervenne a sua volta con una forza di 1750 soldati e 5 Mirage 5M. I Libici pensarono bene di costruire un immenso campo di aviazione ad Aouzou con la possibilità di ospitare fino a 40 apparecchi, anche dei tipi più grandi. Alla fine del 1983, con entrambi i contendenti tutt'altro che interessati ad allargare la guerra, i libici erano padroni del Chad settentrionale e i governativi di Habré del sud, mentre l'Unione Africana era pressoché inerte e in fase di uscita dal Chad. L'US Navy si mise ancora una volta in evidenza con l'USS Eisenowher, che dall'Agosto '83 erano spesso in contatto con i caccia americani.

Alla fine dell'estate la situazione era che i libici occupavano stabilmente il Chad settentrionale, mentre la resistenza chadiana quella meridionale.

A quel punto il governo francese pensò a due possibili azioni per un intervento militare diretto: il piano 'Oraqua' con un intero reggimento paracadutisti a Faya Largeau, oppure il 'Manta' per rinforzare il governo chadiano principalmente con nuovi materiali e curando la logistica. Venne scelto il secondo, decisamente più prudente e il 5 agosto 1983 con l'arrivo a N'Djamena di 5 SA.330 Puma e poi, nelle settimane successive giunsero i Gazelle/HOT, poi 1.500 legionari, mentre le forze aeree raggiunsero i 6 Jaguar, 4 Mirage F.1C-200, 2 C-160 modificati in aerocisterne (ben meno capaci, ma anche ben più facili da schierare dei KC-135 su campi di volo sabbiosi e semipreparati). Sempre in scia di questa tensione venne organizzata un' esercitazione 'Bright Star' in Egitto, dove venne schiarata una divisione dell'US Army e un Wing di F-4E. Meno facile da immaginare, questo schieramento era anche inteso a fornire la copertura per altri rifornimenti ai chadiani. Le battaglie, nel frattempo, continuavano e i Mirage libici pattugliavano la linea del fronte, lasciando ai cacciabombardieri sovietici e ad altri Mirage il compito di bombardare le basi nemiche. Quando il 24 gennaio '84 vennero rapiti 2 cittadini francesi a Ziguey, i Jaguar francesi colpirono delle basi (di ribelli) da cui era partita l'incursione, ma persero un Jaguar dell'EC 11 abbattuto con il suo pilota.

Durante il periodo 1983-84 vi furono ancora battaglie nel deserto, ma sono rimaste quasi del tutto prive di testimonianze pubblicate. Un altro Jaguar venne comunque perso il 16 aprile '84, sempre con la perdita del pilota. Quanto ai Libici, la loro principale attività fu quella di costruire, con l'aiuto di tedeschi orientali e yugoslavi, la grande base di Uadi Dumm, dal novembre 1984, nel nord del Chad. Altri due campi vennero costruiti a Tanoua e vicino a Fada.

Nel frattempo la situazione in Chad era ritornata molto tesa, già dal dicembre 1985. Nel Febbraio di quell'anno l'aeroporto di Uadi Doum era finito, con la sua pista da 3.800 m (ma senza shelters), una batteria di SA-6 e una dozzina di ZSU-23-4, radar di scoperta aerea che coprivano la parte centrale del Chad del nord. I Libici erano pronti per l'ultimo attacco, un gioco d'azzardo mortale contro i nemici del Chad meridionale. A quel punto vennero mandate avanti 3 brigate per invadere il Chad meridionale, facendole partire dalle oasi di Uadi Doum, Faya Largeau e Fada. Queste unità erano potentemente supportate da CH-47 e aerei d'attacco leggeri SF-260, oltre che elicotteri Mi-24.

Ma questo spiegamento di forze vide la Francia tutt'altro che contenta e consenziente, anzi venne organizzata l'Operazione Eperviér e nel suo ambito vennero rapidamente schierati 1.400 legionari a N'Djamena, assieme a 12 Jaguar e 8 Mirage F.1 oltreconfine. Il supporto era garantito da 2 C-135FR, vari Tansall C.160 e un Atlantic per compiti ELINT. 8 aerei decollarono da Bangui, Repubbica centrafricana e si prepararono a colpire Uadi Doum armati di bombe BAP.100 antipista, 4 avevano invece bombe da 250 kg normali. Uno dei Jaguar abortì la missione per problemi tecnici, ma gli altri arrivarono alla base libica, che nonostante gli apprestamenti antiaerei non si aspettavano un attacco aereo francese. I danni che inflissero a questa moderna base, adatta persino per far operare i Tu-22, furono molto consistenti. Le bombe da 250 kg colpirono le infrastrutture, quelle antipista disseminarono di crateri la pista. La base rimase chiusa per diversi giorni. I Libici si vendicarono poco dopo attaccando N'Djamena con un singolo Tu-22B, che inizialmente volò lungo una rotta commerciale, poi salì a 5000 m e accellerò a mach 1. Sganciò 3 grosse bombe (da 1000 kg?) e centrò in pieno l'aeroporto, facendolo chiudere per 3 giorni. Le truppe erano ancora in fase di dispiegamento, e questa non ci voleva per i francesi. Così noleggiarono un C-5 dell'USAF per trasportare una batteria di HAWK e una di Crotale, mentre 2 Jaguar vennero schierati in Chad. Nel frattempo armi leggere per 10 milioni di dollari vennero consegnate all'esercito chadiano, tra cui missili SAM Redeye (ovviamente di fornitura americana) e missili controcarri.

 

 

I Libici erano ancora nella condizione di invadere il Chad ma la prima battaglia tra Libici (+ forze d'opposizione al governo del Sud) e l'esercito chadiano, avvenuta vicino Oum Chalouba il 5 marzo 1986, finì con i libici in ritirata, lasciando anche dei prigionieri. A quel punto i libici vennero pressati dalle provocazioni americane e l'offensiva dovette essere rimandata. Nel mentre Libia e Francia si combattevano tra le sabbie del deserto, i Mirage libici venivano ancora mandati in revisione alla Dassault. Era decisamente una guerra 'non dichiarata'.

Nell'estate 1986 parte del Chad centrale venne perso dai Libici, con tanto di aeroporto di Aouzou, quello di Bardai, Zouar e Yebbi Bou. Gli USA e la Francia avevano anche supportato una ribellione di forze chadiane prima alleate con la Libia. Ma l'11 novembre 10.000 soldati libici iniziarono una controffensiva. La forza di questa azione era inizialmente incontenibile, ottenendo una vittoria netta in poche settimane e riconquistando la maggior parte del Chad settentrionale. Le forze degli ex- alleati Chadiani, non certo equipaggiate a sufficienza contro queste grandi unità libiche con armamento pesante, vennero sconfitte e ricacciate, dopo alcune battaglie, nelle montagne del Tibesti.

Nel frattempo l'esercito chadiano di Habré era stato riequipaggiato con un grosso numero di Toyota e Land Rover. Questa era la nuova tecnica della 'guerra del deserto': contrapporre la mobilità di piattaforme leggere alla pesante azione dei blindati libici. E funzionò: la battaglia iniziale venne combattuta il 2 gennaio 1987 vicino Fada. Una brigata corazzata libica venne quasi annientata in uno scontro breve e micidiale: ben 784 soldati vennero uccisi e altri 81 presi prigionieri. Un numero ingentissimo per una battaglia moderna, specie per i morti. I carri T-55 e i BMP-1 vennero pure perduti in quantità: 92 carri distrutti e 12 catturati, 33 BMP distrutti e 18 catturati. La cosa più incredibile, che dà il segno maggiore della disfatta fu che nel contempo i chadiani ebbero solo 18 morti e persero 3 veicoli fuoristrada (1 ogni 30+ carri armati, praticamente un battaglione). Come poté accadere? I veicoli chadiani erano pesantemente armati con missili controcarri come i MILAN, ma anche cannoni SR e mitragliere contraeree e a quanto pare, i loro equipaggi erano ben preparati ad usarli nel miglior modo possibile. Ma anche così una sconfitta da parte libica di tali proporzioni appare difficile da comprendere. Dal giorno successivo entrò in azione la LARAF che cercò anzitutto di distruggere l'equipaggiamento catturato a Fada (se i chadiani erano riusciti a devastare una brigata libica con i fuoristrada, figuriamoci con i carri armati), poi colpirono con MiG-23BN, Mirage 5, Su-20 e persino Tu-22 la località di Zouar e ancora Fada la mattina del 4 gennaio. Ma la presenza dei Mirage F.1 dell'EC.5 non consentì di spingere a fondo l'impiego dell'aviazione, mentre i Transal francesi portavano anche rifornimenti ai ribelli superstiti del Tibesti.

 

 

I francesi decisero di eliminare le difese aeree libiche del Chad centrale e si aiutarono anche con le ricognizioni dei Mirage IV strategici, oltre che degli F-1CR tattici per raccogliere informazioni utili. Poi passarono all'attacco la mattina del 6 gennaio con 4 Jaguar dell'EC.4/11 dotati di un missile AS.37 Martel, scortati da 8 F.1 e alcuni KC-135. Obiettivo: Faya. Ma quando arrivarono non trovarono bersagli: apparentemente i libici non avevano idea di dover utilizzare i loro radar... Ma l'attacco venne ripetuto il giorno dopo, con i Mirage F.1CR dell'ER.33 che avrebbero fatto da esche, aumentando la quota di volo proprio vicino a Faya. Un solo Jaguar agganciò un radar di osservazione e poi gli sparò il suo missile, distruggendolo. D'altro canto gli altri 3 non riuscirono a 'beccare' i radar dei missili SA-6. In ogni caso, i piloti dell'EC.4 avevano colpito ancora una volta i libici, dimostrando per la prima volta il valore in battaglia dei missili AS.37 come avevano fatto anche delle BAP.100 e prima ancora, nel '77 (in Mauretania) degli stessi Jaguar.

A quel punto, grazie anche agli aiuti portati da 3 C-5A dell'USAF, i chadiani attaccarono Zouar, dove avea sede un'altra brigata libica. Malgrado che i libici avessero oramai ben 14,500 truppe in zona, queste erano piuttosto demoralizzate e fu sopratutto la LARAF che tentò di ostacolare i movimenti delle truppe chadiane, ma senza l'aeroporto di Ouadi Doum (riparato, ma con ogni probabilità non più pienamente operativo) non era abbastanza servita dalle infrastrutture locali per funzionare a sufficienza. I Libici si videro costretti a quel punto a tentare di stroncare una volta per tutte l'attività locale dei chadiani, muovendo due brigate per attacare Fada. Si trattava di una manovra a tenaglia, che venne scoperta dai chadiani la mattina del 19 marzo. Questi, per niente intimoriti, passarono subito al contrattacco contro la prima colonna, che ebbe 384 soldati uccisi e 47 catturati. Solo 24 ore dopo la seconda brigata fu colpita e dovette ritirarsi, lasciando sul campo altri 467 soldati e ingenti quantità di materiali. Queste perdite erano state terribili per soldati già demoralizzati di loro. Ma c'era di peggio. I libici si ritirarono in fretta nella loro base di Ouadi Doum, che era protetta da estesi campi minati. I guerriglieri chadiani seguirono le tracce per evitare tali protezioni, e attaccarono il settore centrale della base. Ne seguì una battaglia durata 3 giorni e la grande installazione libica venne catturata. I libici, come se non bastassero le loro precedenti sconfitte ebbero non meno di 1269 morti e 438 prigionieri. Vennero perduti o catturati 89 T-55, 120 BMP-1 (notare che da un lato, i libici non schieravano carri più moderni come i T-62 e 72, dall'altro avevano invece consistenti quantitativi di BMP per operare a fianco dei corazzati), 2 SF-260WL, 3 Mi-25, e addirittura 2 Tu-22 Blinder, per non parlare di 11 L-39 (altro aereo ampiamente usato come macchina antiguerriglia assieme agli SF-260 e agli elicotteri) e 2 batterie di moderni SA-8. Inutile dire che gli americani e anche i francesi erano interessati a molto di questo materiale, che prese il volo nei 5 giorni successivi. Gli L-39 presero invece la via dell'Egitto, che verosimilmente li mise poi in servizio come addestratori.

È difficile spiegare una tale catastrofe in termini logici. Del resto, una nazione come il Marocco, che è differentemente dalla Libia, assai USA-dipendente come materiali, è stato a sua volta messo in grave crisi quando ha dovuto affrontare le truppe del Polisario, subendo spesso perdite dolorose, fino a che dovette costruire un lungo muro fortificato per difendersi dalle incursioni dei guerriglieri sahariani e rinunciando pertanto all'iniziativa in maniera quasi totale. Le basi libiche erano oramai praticamente indifendibili e i libici dovettero abbandonare anche Faya Largeau e Aouzou, in maniera tanto rapida da lasciarsi dietro vaste quantità di materiali. Questi vennero colpiti a partire da Aprile, e continuarono ad essere bombardati fino all'8 agosto 1987. I vettori di simili azioni furono i Tu-22B Blinder, macchine decisamente costose, ma le uniche che ora potevano affrontare tali lunghe azioni di bombardamento in territorio ostile. Ma quell'ultimo giorno successe qualcosa di imprevisto: molto materiale libico catturato era costituito da sistemi antierei, e questi vennero talvolta rimessi in servizio dagli stessi chadiani. Tra questi vi erano anche dei missili SA-6. Quando i libici si avvicinarono con due aerei, quel giorno, si ritrovarono illuminati da uno di questi sistemi antiaerei e un missile SA-6 fece il suo lavoro propriamente, proteggendo la base di Aouzou. Uno dei Tu-22 venne abbattuto in fiamme e l'altro si allontanò rapidamente.

 

 

Questa azione però,se fu la fine della campagna di 'distruzioni utili' degli ex-equipaggiamenti (se non altro, in quel giorno i libici riuscirono a distruggere almeno un SA-6) portò dall'altro lato ad una ripresa dell'offensiva aerea libica, decisa a fiaccare i chadiani. Tra il 17 e il 24 agosto l'antiaerea chadiana dovette darsi molto da fare ed ebbe modo di dichiarare l'abbattimento di 9 aerei libici tra cui 1 Mirage F.1 e un SF-260, un Mi-24 e un Mirage 5. Ma gli attacchi aerei ebbero un effetto concreto sui loro obiettivi e l'esercito chadiano dovette disperdersi nel deserto. Nel mentre, i superstiti libici vennero riorganizzati nelle oasi- base di Tanoua e Ma'atan Bishrah, stavolta equipaggiati per le operazioni nel deserto con veicoli leggeri e armi da fanteria (tipo i cannoni SR sovietici B-11 da 107 mm), mentre il comando era assunto dal Col. Ali Sheriff al-Rifi. Vi era la possibilità di ritornare in Chad settentrionale, usando queste basi in territorio libico? Se lo sarà chiesto anche il presidente chadiano Habré che a quel punto ordinò qualcosa di inusitato: penetrare in territorio libico e attaccare queste installazioni. Nella tarda estate del 1987, nel caldo infernale del deserto, vennero concentrati vicino a Ouadi Doum circa 2.000 soldati. Nella notte tra il 5 e il 6 settembre si mossero oltre confine, e penetrarono addirittura di oltre 110 km in territorio libico, per attaccare Ma'atan Bishrah. Nemmeno a dirlo, questa mossa estremamente audace nel loro territorio sorprese totalmente i libici. E fu un altro raccapricciante massacro, anzi il peggiore subito dalle forze di Gheddafi in tutta la guerra: vennero uccisi 1713 soldati libici, vennero distrutti 2 Mi-25 mentre tentavano di decollare, e nemmeno i carri armati presenti nella base servirono a molto, tanto che 70 di questi finirono a loro volta distrutti. I Chadiani non erano lì per occupare la Libia, ma in quest'incursione degna di un Rommel schiantarono totalmente le difese libiche causando un autentico massacro, e tutto avvenne in appena un'ora. Nella loro azione distruttiva i chadiani non mancarono di distruggere al suolo ben 26 velivoli libici, tra questi un Mi-25, 8 Su-22, MiG-21 e 23 (e forse ancora L-39 e SF-260). Per l'alba, manco avessero fatto una scampagnata, i chadiani erano un'altra volta oltre il confine.

Tra le ragioni tecniche, se è possibile parlare di queste azioni in termini puramente tecnologici, giova ricordare l'uso di mezzi come le camionette VLRA 4x4 da 1000 km di autonomia, armate con un impianto binato da 23 mm ZU-23. Devono essere state molto efficaci, sia contro la LARAF, che contro obiettivi a terra, anche a livello di BMP se utilizzavano munizioni perforanti: con la loro precisa e tesa traiettoria erano molto più pericolose dei cannoni da 73 mm di questi ultimi e con maggiore gittata utile. Al contempo, erano estremamente valide contro elicotteri e aerei leggeri libici.

 

 

Non passò molto tempo che la LARAF tentò di reagire a tale massacro, ma non ebbe successo. L'attacco portato da due Tu-22B a N'Djamena la mattina del 7 settembre venne stavolta contrastato dalla batteria di MIM-23B I-HAWK del 402imo Reggimento dell'Esercito francese, sistemi altamente temibili. Di fatto, replicarono quanto fatto già dai loro equivalenti SA-6 e abbatterono uno dei Tu-22 mentre l'altro si disimpegnò ad alta velocità verso Nord. I francesi trovarono l'abitacolo del bombardiere e l'equipaggio di 3 piloti ancora dentro questa sezione, ucciso dall'impatto (?) o dal missile. In ogni caso dai documenti risultavano essere 3 tedeschi dell'Est. Finite le opzioni militari, Gheddafi acconsentì a trattare un cessate il fuoco appena 4 giorni dopo, l'11 settembre. La LARAF continuò comunque ad eseguire attacchi in Chad, e l'8 ottobre venne abbattuto sul suo Su-22M-22K il cap. Diya al-Din, subito dopo catturato. Altri aerei libici cercarono di recuperarlo con una CSAR, ma uno dei MiG-23MS di scorta venne a sua volta abbattuto (in entrambi i casi pare si sia trattato di abbattimenti dovuti ai micidiali Stinger). Il pilota, il col. Thani (già reduce dalla battaglia con gli F-14 del marzo '86) venne recuperato dagli elicotteri libici. La LARAF ritenne di dover lasciar perdere il recuperto dell'altro pilota anzi fu già tanto almeno avere salvato il col. Thani dopo la perdita del suo aereo.

Finita la guerra con la Libia, la Francia espanse la base di Taya Largeau equipaggiandola con Mirage F.1C e CR, e dal 1988 anche i nuovi Mirage 2000. Non era ancora del tutto finita: uno smacco del genere non era facile da accettare e gli aerei libici entrarono ancora in azione con missioni di MiG-25RB da ricognizione, ma anche con SF-260 tanto che nel dicembre 1988 uno venne abbattuto dai chadiani (nell'aprile '88 un Jaguar A dell'EC.2/11 schi schiantò vicino N'Djamena, ma presumibilmente per un incidente).

In tutto la catastrofica conclusione della campagna in Chad vide i Libici del tutto sconfitti e ridimensionati come ambizioni di 'potenza'. La Libia era entrata in guerra ben armata ed equipaggiata, cogliendo importanti successi in azioni belliche, ma poi dev'essere successo qualcosa: forse le leggi della guerra nel deserto, così imprevedebile e mobile hanno visto avvantaggiate le forze leggere rapide e duttili nell'impiego in maniera totalmente eccedente le aspettative dei libici. Certo che fino a quando si narra di come gli irakeni persero malamente contro i carri armati americani, ma qui è difficile da ammettere, i loro colleghi libici vennero sconfitti da truppe che al posto degli M1 Abrams avevano giusto dei gipponi armati e hanno ottenuto praticamente gli stessi effetti sulle brigate corazzate con i T-55 e BMP. Chissà se, al posto dei libici, vi fossero stati i soldati di qualche nazione NATO (per esempio la stessa Francia) se il risultato sarebbe cambiato.

In ogni caso secondo il rapporto presentato dal Chad all'ONU, le forze del suo esercito catturarono 11 L-39, 9 SF-260, 3 Mi-25 (prontamente involatisi negli USA dentro i C-5A), distrutti altri 8 Mi-25, 8 SF-260, 4 L-39, 2 Tu-22B, 2 MiG-21, 2 MiG-23, 1 MiG-25(?), diversi Mirage, 2 An-26. 10 L-39 vennero mandati in Egitto per servire come addestratori avanzati, molto materiale tra cui sistemi SAM SA-6 e missili controcarro vennero ceduti a Francia e USA. A proposito di missili, va ricordato che i Libici non si fecero mancare nulla nemmeno nel settore delle armi superficie-superficie: oltre 150 FROG-7 vennero lanciati negli ultimi 12 mesi di guerra in Chad.

Fonte: http://it.wikibooks.org

 

 

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