Per non dimenticare riproponiamo la misteriosa super-esplosione del 1984, dall'archivio del giornale "Repubblica", che ha indebolito l'Unione Sovietica in un momento in cui i due blocchi sembravano vicini a scontrarsi. Bizzarramente questo evento, al posto giusto ed al momento giusto, ha aiutato ad evitare che la tensione tra Usa ed Urss degenerasse in un conflitto. Cosa sara' veramente successo?

 

 

ESPLODE L' ARSENALE DEI MISSILI IN UNA BASE URSS DELL' ARTICO

23 giugno 1984 - pagina 11 - sezione: POLITICA ESTERA

WASHINGTON - Una spaventosa esplosione, che avrebbe provocato "centinaia di morti", è avvenuta il mese scorso nel più importante deposito di armi e munizioni sovietico della penisola di Kola. Sono stati i satelliti spia americani a rilevare il pauroso incidente che in un primo tempo era addirittura apparso provocato dall' esplosione accidentale di un ordigno atomico. Ma nel deposito di munizioni di Severomorsk che dista circa 25 chilometri da Murmansk, sede della flotta sovietica dell'Artico erano immagazzinati soprattutto missili terra-aria in dotazione alle unità da guerra della marina dell' Urss, oltre a un quantitativo imprecisato di missili da crociera. E' stato il "Washington Post" a rivelare ieri l'incidente sulla base di notizie trapelate da fonti dei servizi segreti americani. Secondo le valutazioni del Pentagono, nella colossale esplosione dell' arsenale di Severomorsk a metà maggio sarebbe andato distrutto da un quarto a un terzo dei missili antiaerei della flotta artica sovietica. "Mettiamola in questo modo", ha dichiarato al quotidiano di Washington una fonte anonima dei servizi segreti degli Stati Uniti, "la flotta artica sovietica si troverebbe nei guai in caso di scontro con la marina americana", dopo quanto avvenuto, perchè i missili superficie-aria sono di vitale importanza per difendere le navi da guerra dagli attacchi aerei. La flotta artica sovietica (che si aggiunge a quella del Baltico, quella del Mar Nero e quella del Pacifico) dispone, secondo le valutazioni americane, di una portaerei, di altre 148 navi di superficie, di 190 sottomarini e di 425 apparecchi. Severomorsk, la base nella quale è avvenuta l' esplosione, si trova a circa un centinaio di chilometri a est del confine tra l' Urss e la Norvegia. Naturalmente, secondo le loro consuetudini, i mezzi d'informazione sovietici si sono astenuti dal dare notizia della spaventosa esplosione. Di solito in tali casi le autorità sovietiche si limitano ad inviare laconici telegrammi di cordoglio ai parenti più stretti di quanti hanno perso la vita in un incidente. Nei giorni scorsi a Mosca correva la voce che una gigantesca nube radioattiva, subito dopo l'esplosione, si fosse diretta verso "zone popolate". Che nella penisola di Kola "sia successo qualcosa di grosso", per usare le parole di un anonimo alto funzionario americano, pare innegabile. Sembra, però, da escludersi che lo scoppio abbia coinvolto ordigni nucleari, poichè le armi atomiche non vengono immagazzinate a poca distanza da esplosivi ad alto potenziale convenzionali. S'ignora però in quale misura l'esplosione abbia danneggiato la vicina base di Poliarny, che presumibilmente ospita testate nucleari. Severomorsk e Poliarny si trovano sulle rive opposte del fiume Kola a nord della città di Murmansk, oltre il circolo polare. Che non si sia trattato di un'esplosione nucleare sembra confermato da fonti diplomatiche occidentali moscovite. Il grave incidente è avvenuto dopo la fine delle grandi manovre di primavera della flotta sovietica. Un funzionario del Pentagono ha dichiarato che, considerando la gravità dei danni, c' è da ritenere che "nell'immagazzinare le armi siano state trascurate le normali misure di sicurezza", altre fonti hanno affermato che l'entità dell' incidente "è stata un po' esagerata". Dal canto suo il portavoce del Cremlino, Leonid Zamjatin, ha implicitamente ammesso che qualcosa è successo a Severomorsk, quando - rispondendo ieri sera alla domanda specifica di un giornalista, nel corso di un "briefing" sulla visita del presidente francese a Mosca - ha dichiarato di "non poter dire se il contenuto dell' articolo della "Washington Post" risponda o no al vero" per "non averne preso visione". Se Zamjatin avesse voluto smentire la notizia, non si sarebbe trincerato dietro un "no comment", ma avrebbe parlato di "falso grossolano" o di "calunnia antisovietica", sottolineano gli osservatori. Un altro grave incidente, ricorda la "Washington Post", era avvenuto in Urss nel settembre scorso, quando un'astronave con tre cosmonauti a bordo esplose sulla rampa di lancio. I servizi di sicurezza americani sospettano inoltre che cinque anni fa un'epidemia di carbonchio sviluppatasi nella regione di Sverdlosk potesse essere stata provocata da un'esplosione in una fabbrica di armi biologiche. Dal canto suo il Cremlino aveva negato recisamente che l'epidemia avesse simili origini, affermando che l'Urss non aveva violato il trattato del 1975 sull'interdizione delle armi batteriologiche. In quella occasione i servizi segreti Usa accertarono però che i germi si erano propagati nelle regioni circostanti portati dal vento, provocando epidemie di affezioni all' apparato respiratorio di uomini e animali. Allora le autorità sovietiche fecero risalire la causa della epidemia alla distribuzione di carne avariata, e accusarono gli Stati Uniti di attacchi ingiuriosi nei confronti dell'Urss. Risalendo più indietro nel tempo, si può ricordare che, sempre secondo fonti occidentali, decine di tecnici spaziali sovietici perirono nel 1960 per l'esplosione di un razzo. Uno scoppio alla fine degli anni '50 negli Urali fu attribuito dagli esperti occidentali allo stoccaggio difettoso di scorie atomiche.

LONDRA - L' ambasciatore Edward Rowny, capo della delegazione americana ai negoziati "Start" sulla riduzione degli armamenti strategici, ha affermato ieri a Londra che se verrà confermata la notizia dell' enorme esplosione nell' importante deposito di munizioni sovietico, si tratterà di un duro colpo al potenziale bellico convenzionale di Mosca. "Penso", ha detto Rowny alla "Bbc", "che sia un severo, grave colpo per il loro potenziale convenzionale, ma non voglio sostenere che ciò possa riguardare in alcun modo i nostri negoziati nucleari".

Fonte: http://ricerca.repubblica.it

 


 

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