. . .

 

Tra Ecuador e Perù è sempre esistita un’annosa disputa di confine risalente addirittura alla prima demarcazione di frontiera effettuata dai Conquistadores nel 1535. Le conseguenze pratiche di tale disputa non hanno tardato ad attuarsi con diversi conflitti armati tra i due paesi citati quando questi divennero indipendenti dalla Spagna. Il primo venne combattuto tra il 1857 ed il 1860, e terminò con la conquista peruviana della zona dell’Amazonas. Successivamente, un’altra guerra per il possesso della zona venne combattuta nel luglio 1941 quando le truppe ecuadoriane rioccuparono l’area contesa intorno alla città di Zarumilla. Proprio in occasione di tale conflitto, per la prima volta, i contendenti utilizzarono l’arma aerea per raggiungere la vittoria. I peruviani, in tal senso, si dimostrarono molto abili impiegando al meglio i modernissimi CA-310 Libeccio ed i più anziani caccia biplani Curtiss CW e gli italiani IMAM Ro-37 bis. L’impiego di tali mezzi, unito all’utilizzo di tattiche nuove come i primi aviolanci di paracadutisti – il primo utilizzo di questa arma in Sudamerica avvenne proprio nella guerra del 1941 tra Ecuador e Perù – garantirono un’altra vittoria al paese andino. Ma le tensioni con l’Ecuador erano ben lungi dall’essere assopite e risolte. L’area di confine – soprattutto l’area della valle del fiume Canepa – ritornò al centro dell’attenzione per la supposta presenza di giacimenti di oro, uranio e petrolio. Nel 1981, pertanto, allo sconfinamento di una pattuglia dell’esercito ecuadoriano che aveva creato sulle alture dell’alto Canepa un campo militare, il Perù reagì duramente lanciando diversi raid con i Sukhoi Su-22A Fitter F, appena acquistati dall’URSS in 38 esemplari, con la copertura aerea assicurata dai Mirage 5 del 6° Grupo Aéreo. Il massiccio impiego del mezzo aereo da parte dei peruviani portò i suoi frutti e il campo militare ecuadoriano impiantato nelle alture dell’alto Canepa venne presto ripreso, anche grazie al riuscito sbarco di truppe eliportate da velivoli Mi-8TV HIP C dell’Aviazione Dell’Esercito.

 

 

Dal 1981 in poi, Perù ed Ecuador lanciarono una strisciante, ma costante, corsa agli armamenti in vista di un futuro possibile conflitto. A questo stato di cose non poteva non sfuggire anche la componente aerea dei due paesi citati. Il Perù proseguì i suoi precedenti programmi continuando ad acquistare moderni velivoli da combattimento, addestramento e logistica da Unione Sovietica, Francia ed Italia. Tra questi spiccavano i caccia multiruolo Mirage 5 della Dassault in 47 esemplari, i cacciabombardieri Sukhoi Su-22A Fitter F per un totale di 52 unità, 18 bombardieri leggeri Canberra B.(I) Mk-68 acquisti di seconda mano, 36 velivoli da appoggio tattico A-37B Dragonfly e gli addestratori tattici Macchi MB-339 (foto). I velivoli italiani dovevano essere costruiti, sulla base dell’accordo concluso con Aermacchi dall’industria aerea locale nel 1981, in un totale di 66 esemplari comprendenti una versione da combattimento denominata K. Il programma di acquisizione dell’MB-339 subì, tuttavia, dei tagli tali da limitarne l’acquisizione a soltanto 19 MB-339AP. I fondi risparmiati servirono per implementare le linee caccia e trasporti con l’acquisizione di diversi C-130 Hercules, Antonov An-26 e An-32, nonché la linea elicotteri (tra cui meritano di essere menzionati 6 Agusta AB-212ASW, Agusta-Sikorsky Sea King, Agusta A-109).

 

 

All’aumento delle capacità tecnologiche, corrispondeva un proporzionale aumento degli effettivi della FAP (Forza Aera Peruviana). Dal 1980 alla vigilia del conflitto del 1995, il personale era arrivato a quota 15.000, di cui il 50% professionisti. Per quanto concerne l’organizzazione, invece, la FAP, alla vigilia del conflitto del 1995, era strutturata in nove Gruppi aerei e 22 Squadroni operativi distribuiti in tre Zone di Difesa Aerea. Le basi principali erano; la “Jorge Chavez” di Lima-Callao in cui stazionava il 3° Grupo Aéreo, formato dagli Escuadron de Helicopteros 332° (su HIP) e 341° (UH-1H, Bell 212 e 214); l’8° Grupo Aéreo del Transporte (Escuadron 841° - con Boeing 707-323C e Loockeed L-100-20-; 842°, dotato di Antonov An-32 e An-74; e 843° su Cessna 185 e QUEEN AIR A-80); la “Mariano Melgar” di La Joya su cui vera schierato il 4° Grupo Aéreo con lo Escuadron de Caza 411° (Su-22) e 412° (Mirage 2000 P); la “Capitano Abelardo” di Chiclayo dove operavano i Mirage 5P del 611° Escuadron de Caza/6° Grupo Aéreo; la “Capitano Concha” di Piura dove era dislocato il 711° Escuadron - montato su A-37B - de Caza-Bombardeo, inquadrato nel 7° Grupo Aéreo; la “Renan Eloias Oliveira” di Pisca che ospitava il 921° Escuadron de Bombardeo del 9° Grupo Aéreo, montato su bombardieri Canberra; la “Capitano Montes” di Talara dove si trovavano i Su-22 del 111° Escuadron de Caza LOS TIGRES, dell’11° Grupo Aéreo; la “Coronel Vignette” di Iquitos dove stazionavano i DHC-6, Y-1211 e PC-6 da trasporto leggero/collegamento del Transportes Nacionales de la Selva (TANS); LA “Rodriguez Ballon” di Arequipa in cui si trovavano gli elicotteri d’attacco HIND e tattici HIP del 211° Escuadron del Grupo Aéreo de Fuerzas Especiales.

 

 

Accanto alla FAP, tuttavia, sussistevano altre componenti aeree. Per esempio, il servizio aereo dell’Esercito dotato di elicotteri da impiegare soprattutto in operazioni di controguerriglia contro i guerriglieri di “Sendero Luminoso”. E, ancora, l’aviazione navale dispiegata nelle basi del Callao e di San Juan de Marcona su 800 effettivi circa ed una trentina di aeromobili. Tanto premesso, al netto dei numeri importanti citati, a causa della grave crisi che aveva colpito il Perù a cavallo degli anni ‘80 e ‘90 e della necessità di combattere la guerriglia comunista presente nel Paese, l’efficienza degli aeromobili della FAP si era grandemente ridotta tanto da costringere alla messa a terra forzata molti dei velivoli citati, compresi i modernissimi Mirage 2000 appena comperati dalla Francia in 12 esemplari. Nettamente diversa era la situazione nella FAE (Fuerza Aerea Ecuadoriana). Seppur di dimensioni molto più contenute rispetto alla FAP, con le scarse risorse disponibili, i vertici militari di Quito erano riusciti a strutturare una piccola aeronautica militare efficiente addestrata da consiglieri israeliani. Coordinata da un Comando de Operationes e suddivisa in due Zone Aeree, la FAE poteva contare sulla base aerea di Taura dove si trovava la 21° Ala de Combate su tre reparti: il 2111° Squadrone, con undici cacciabombardieri Sepecat Jaguar S/B; il 2112° con tredici intercettori Mirage F-1JA/JE in fase di ammodernamento con il radar Cyrano IV; il 2113° con undici cacciabombardieri Dassault-IAI KFIR C-2.

 

 

Accanto alla componente da combattimento, l’aeronautica ecuadoriana poteva schierare un altrettanto valida componente logistica costituita dalla 22° Ala de Transporte, basata sugli Escuadron 2211°, con aerei DHC-6 TWIN OTTER, 2212°, con Alouette III per il SAR, e 2213°, montato su Cessna 150 Aerobat. A completare il quadro vi era, infine, la 23° Ala de Combate con diverse decine di aeromobili impiegabili sia a scopi addestrativi che tattici. In tale reparto erano inquadrati una ventina di reattori leggeri A-37B Dragonfly e T-33 in fase di radiazione all’epoca. Per completezza, occorre ricordare che anche nel campo ecuadoriano sussistevano una componente aerea dell’esercito e della marina, dotate entrambe di aerei leggeri da trasporto/osservazione e di elicotteri, più il TAME (Transportes Aereos Militares Ecuatorianos) con sette C-130 B/H ed alcuni Boeing 727.

 

 

Agli inizi degli anni ’90 la tensione tra i due paesi per la frontiera contesa del Condor-Canepa risalì drammaticamente con numerosi incidenti al confine.
A gettare benzina sul fuoco contribuiva anche la situazione politica interna estremamente agitata di Perù ed Ecuador. In entrambi i Paesi si era prossimi alle elezioni presidenziali ed i rispettivi presidenti erano in cerca di una riconferma, dunque puntavano ad ottenere lustro anche attraverso uno show-down militare. All’inizio del 1995 pertanto, in aperta violazione degli accordi precedentemente presi, il comandante peruviano del 25° battaglione Callao ordinava al suo collega ecuadoriano di sgomberare tutto l’Alto Canepa, ottenendo come risposta un ovvio rifiuto. Un successivo tentativo di evitare l’escalation militare con un incontro tra militari, avvenuto poco dopo l’ultimatum peruviano, si concludeva con un nulla di fatto. Conseguentemente iniziavano le ostilità tra le parti. Nella notte tra il 9 e l’11 gennaio 1995 due pattuglie peruviane venivano catturate da reparti militari ecuadoriani operanti in zona dopo un duro scontro a fuoco. La reazione peruviana non si face attendere ed arrivò, ancora una volta, dalla terza dimensione: il cielo. Il 21 gennaio, un battaglione aerotrasportato peruviano su 22 velivoli HIP e Hind si recava nella zona contesa creando una postazione denominata Base Norte. Ricominciavano così diversi e violenti combattimenti nell’area di confine tra apposte pattuglie dei due eserciti, con una trentina di morti tra le parti in lotta. Data la situazione, il Perù inviò immediatamente rinforzi sul confine mentre elicotteri ecuadoriani lanciavano razzi contro la città di Tumbes. Alcuni giorni dopo, però, si registrava la prima perdita aerea con l’abbattimento di un Mi-8TV dell’Esercito peruviano, abbattuto da un missile ecuadoriano terra/aria spalleggiabile, con la perdita di tutto l’equipaggio di cinque uomini. Ma i peruviani restituivano il favore distruggendo il 31 un elicottero Gazelle dell’Esercito dell’Ecuador. Nei giorni seguenti i combattimenti tra le parti proseguivano con intensità alterna, potendo contare sul supporto delle rispettive aviazioni. Proprio in un’azione di supporto alle proprie truppe la FAP perdeva uno dei suoi bombardieri Canberra a causa di uno schianto contro una delle tante montagne della zona, ed un elicottero Hind colpito da diversi missili spalleggiabili. Fallito un altro tentativo di raggiungere un cessate il fuoco, il conflitto di confine riprendeva con ancor maggior rigore.

 

 

Per appoggiare al meglio le operazioni terrestri sul fronte, la FAP lanciava molte sortite in pochissime ore contro le postazioni di Quito attorno a Base Sur e Cueva de los Talios utilizzando Mirage 5P e Fitter di giorno, e Canberra di notte. Tali raids proseguivano nei giorni successivi impiegando anche A-37 contro la città di Tiwintza e le retrovie ecuadoriane. I Blowpipe (missile spalleggiabile terra-aria britannico, ndr) dei difensori, tuttavia, riuscirono a far pagare agli aeromobili attaccanti un conto assai salato. Fu a questo punto che l’alto comando dell’Ecuador decise di impiegare i caccia Mirage F-1JA del 2112° squadrone da caccia che entrarono subito in azione intercettando un gruppo d’attacco della FAP formato da cinque Su-22. Da una distanza stimata di circa dieci chilometri, il Mirage pilotato dal maggiore Raul Banderas (foto) puntò due dei Su-22 della formazione in volo a 600 metri di quota sulla verticale di Tiwintza, e lanciò un missile aria/aria R.550 Magic II. Il missile centrava l’aereo del maggiore Enrique “Poeta” Caballero Orrego, vicecomandante dell’escuadron Los Tigres. La stessa sorte toccava poco dopo al Fitter del colonnello Victor Maldonado Begazo per mezzo di un Magic III sparato dal Capitano Carlos Uscategui, gregario del già menzionato maggiore Raul Banderas. Troppo tardi intervennero i Mirage 2000P peruviani per evitare la mattanza: gli aerei ecuadoriani erano riusciti a scorgerli con i propri radar e si erano allontanati per tempo. Al bilancio negativo della FAP si sarebbe di lì a poco aggravato con l’abbattimento dell’A-37 del comandante Hilario Valladores per mezzo di un missile Shafrir/Python, sparato dal Kfir pilotato dal capitano Mauricio Mata in missione CAP lungo la valle del Cenepa con un altro aereo dello stesso modello. Ma, cosa ancor più grave, gli scontri vittoriosamente sostenuti dagli ecuadoriani regalavano a questi il controllo dell’aria sopra il campo di battaglia. E di questo, i militari di Quito seppero approfittare fin da subito impiegando efficacemente Dragonfly, Mirage e Jaguar in supporto alle forze di terra in un vigoroso contrattacco.

 

 

La FAP era entrata oramai in crisi, e le perdite continuavano: batterie antiaeree ecuadoriane, a metà febbraio circa, riuscivano ad infliggere gravi perdite ad una forza d’attacco eliportata peruviana abbattendo un MI-8 ed un Mi-17 (foto). Al contempo, danneggiavano sensibilmente un Canberra impegnato in una missione di supporto alle forze dell’esercito. I peruviani misero a segno solo due colpi in tutto questo periodo: un Kfir danneggiato da un missile sup/aria SA-14 Gremlin ed un AT-37 del 2311° squadrone colpito in maniera irreparabile da un SAM-7 sopra Cueva de los Tallos. Anche se il 17 febbraio la diplomazia internazionale imponeva alle parti in lotta un cessate il fuoco con l’accordo di Itamaraty, le ostilità continuarono ancora. Elicotteri della FAP minarono gli accessi per Tiwintza e Apama e successivamente, il 22 febbraio, trasportavano e davano appoggio ai reparti speciali dell’Esercito e della Marina volti a riconquistare l’area contesa precedentemente persa. Nonostante iniziali vittorie tattiche, tuttavia, i peruviani non riuscirono nel loro intento e persero inutilmente almeno una cinquantina di uomini. Il 1° marzo 1995 entrava in vigore una tregua tra le parti. La guerra del Condor, con i suoi risvolti aeronautici, era sostanzialmente finita. La FAP e l’Aviazione dell’Esercito peruviano avevano perso, complessivamente, quattro reattori e cinque elicotteri, con quindici morti tra gli equipaggi. L’Ecuador perdeva soltanto un Gazelle dell’Esercito, a cui aggiungere un A-37 ed un Kfir gravemente danneggiati.

 

Fonti: http://www.difesaonline.it

http://www.difesaonline.it

 


 

Segnala questa pagina web in rete.

 

Disclaimer: questo sito ("Ogigia, l'isola incantata dei navigatori del web") NON rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità su vari argomenti, tra cui Linux, geopolitica, metodi di auto-costruzione di risorse, elettronica, segreti, informatica ed altri campi. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07/03/2001. Il Webmaster inoltre dichiara di NON essere responsabile per i commenti inseriti nei post. Ogni informazione circa la salute o l'alimentazione sono solo a carattere informativo, e NON siamo responsabili di qualsiasi conseguenza negativa se qualcuno vuole improvvisarsi medico oppure dietologo; si consiglia sempre di rivolgersi a medici ed esperti qualificati. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze NON sono da attribuirsi al Webmaster, che provvederà alla loro cancellazione una volta venuto a conoscenza di un ipotetico problema. Eventuali ritardi nella cancellazione di quanto sgradito non sono imputabili a nessuno. Si declina ogni responsabilità sull'utilizzo da parte di terzi delle informazioni qui riportate. Le immagini pubblicate su questo sito, salvo diversa indicazione, sono state reperite su Internet, principalmente tramite ricerca libera con vari motori. In ogni caso si precisa che se qualcuno (potendo vantare diritti su immagini qui pubblicate, oppure su contenuti ed articoli, o per violazioni involontarie di copyright) avesse qualcosa da rimproverare o lamentare può scriverci attraverso la sezione per i contatti .