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Quando si parla di piloti di guerra, spesso si finisce nella retorica di coloro che, nonostante fossero stati scaraventati nella Guerra Totale, decisero di rimanere attaccati, a volte ingenuamente, a quello spirito di cavalleria che altrove non poteva essere esibito con la stessa frequenza.

Per vezzo o possibilità, numerosi sono stati i casi di cavalleria tra i piloti, e l'ennesimo esempio dell'encomiabile condotta di questi 'gentiluomini alati' è saltato fuori da alcuni documenti, recentemente scoperti, conservati nell'archivio del tenente Charles Cotterill dal titolo 'The Sporty Huns' (che potremmo tranquillamente tradurre in 'Crucchi sportivi'). Nel suo piccolo archivio, iniziato nel 1929, viene svelato infatti come alcuni piloti tedeschi della Luftstreitkräfte (aeronautica dell'Impero Germanico) abbiano rischiato più volte le loro vite durante la prima guerra mondiale per informare le famiglie di due piloti del RFC (Royal Flying Corps) che i lori cari, abbattuti in prossimità delle linee nemiche, erano salvi e si trovavano al sicuro.

In alcuni documenti rinvenuti dal bisnipote del tenente Cotterill, anche lui ufficiale nell'RFC durante il primo conflitto mondiale, Cotterill scrive: 'Lunedì 5 Marzo 1917. I tenenti Floyer e Palmer, decollati dal nostro aerodromo per un volo di ricognizione lungo le linee turche tra il Sinai e la Siria, sono stati abbattuti dal fuoco delle mitragliatrici turche. Dopo un atterraggio forzato per i danni riportati entrambi sono stati catturati (...) il giovedì seguente, 8 marzo 1917, un aereo riportante le insegne turche, che poi si è scoperto essere pilotato da un tedesco, si è avvicinato audacemente al nostro aerodromo sfidando il fuoco delle mitragliatrici per lanciare sulle nostre teste quello si è dimostrato essere un pacchetto contenente alcune lettere nella quali proprio di Floyer e Palmer annunciavano di esser stati fatti prigionieri.'



Preseguendo: "Domenica scorsa, 18 marzo 1917, un altro aereo turco è apparso sul nostro aerodromo esponendosi anche stavolta al fuoco delle nostre mitragliatrici. Il pilota, che poi abbiamo scoperto essere un unno, ha fatto un ampio cerchio sulle nostre teste e ha gettato quella che pensavamo fosse una bomba (...) era l'ennesimo sacchetto con altri messaggi dei due avieri tenuti prigionieri. Prima di fare rotta verso le linee turche questa volta il pilota si è sporto dall'abitacolo per farci un segno di saluto (...) Il pacchetto conteneva, oltre le lettere, una foto dei nostri compagni amichevolmente ritratti con i resti del loro aereo tra ufficiali tedeschi e austriaci.' (...) I Crucchi avevano segnato la fotografia mostrando che il crucco No.1 aveva compiuto la sortita dell'8 marzo, mentre il crucco No.2 era quello che aveva portato a termine la seconda sortita: quello che ci aveva 'recapitato' la fotografia."

L'archivio del Lt. Cotterill, che presto verrà battuto all'asta, contiene più di 800 fotografie dell'epoca, quando ricopriva il ruolo di osservatore nel RFC. Numerose le foto di rilevazioni fotografiche compiute sull'Egitto, delle vedute aeree delle trincee nemiche, e foto dei suoi compagni, prima al Reggimento del Cheshire e poi nel Royal Flying Corps. Molte le cartoline di Ypres e tutte le onorificenze e mostrine ottenute nella sua carriera militare, che mostrando come avesse proseguito a volare come 'osservatore' della RAF anche durante il secondo conflitto mondiale.

Nella guerra del 1914-1918 i piloti delle rispettive fazioni non erano dotati di paracadute, gli aerei erano di legno e tela e non avevano nessuna contromisura in caso d'emergenza. Spesso gli aviatori portavano con se una pistola, per uccidersi nel caso l'aereo prendesse fuoco con loro ancora coscienti a bordo. In Medio Oriente i piloti erano sottoposti ad ulteriori rischi di natura puramente geografica: un guasto meccanico li avrebbe costretti ad atterrare con buone probabilità in una landa desolata di migliaia di chilometri di estensione che non gli avrebbe lasciato alcuna possibilità di scampo.

Ecco perché questa non è retorica. Questi gentiluomini dei cieli, 'Sporty Huns', mostrarono un enorme dose di coraggio nel compiere questo gesto degno della migliore tradizione cavalleresca, imprimendolo nella storia insieme a tutti gli altri, che, nonostante gli antagonismi si facessero sempre più acuti, perdurano da entrambe le parti per tutta la durata della Grande Guerra.

di Davide Bartoccini

Fonte: http://www.difesaonline.it

 

 

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