. . .

 

Alle ore 14.15 del 6 ottobre del 1973, gruppi d’assalto egiziani si lanciano verso la sponda occidentale del Canale di Suez.

Mentre i cacciabombardieri sfrecciano sulle loro teste, i commandos egiziani possono vedere, a est, le difese israeliane della linea Bar-Lev in un inferno di esplosioni e nuvole di fumo: la guerra dello Yom Kippur è cominciata.

L’obiettivo della missione è il controllo della riva est del Canale. A tale scopo si sono addestrati per mesi, e sanno che la resistenza sarà tenace. I soldati egiziani si trovano di fronte a due problemi: come superare le difese della linea Bar-Lev e come fronteggiare le forze corazzate che sicuramente giungeranno in soccorso delle guarnigioni israeliane.

Il capo di stato maggiore dell’Esercito egiziano, il generale Saad el Din Shazli, ha ideato il piano per attraversare il Canale, e ha seguito personalmente l’addestramento per l’operazione. Per l’azione vengono dispiegati 28 battaglioni di truppe d’assalto, due brigate di paracadutisti e una brigata di fanteria di marina.

Shazli aveva ipotizzato che queste unità avrebbero preso parte all’offensiva contro lo schieramento israeliano in tre modi. Primo, avrebbero realizzato missioni di ricognizione delle difese sulla riva est del Canale. Secondo, avrebbero agito da punta di diamante nell’attraversamento del Canale, neutralizzando le roccaforti della linea Bar-Lev e tendendo imboscate ai reparti corazzati inviati in appoggio. Terzo, sarebbero state inserite in profondità con elicotteri nel Sinai, dove avrebbero interrotto le comunicazioni, attaccando i comandi israeliani e teso imboscate ai reparti inviati al fronte.

Una volta che le imbarcazioni toccano la riva opposta, i commandos sbarcano rapidamente trascinandosi dietro le scale flessibili d’assalto che, piazzate sulle alte sponde, devono servire alle unità di fanteria, alle squadre anticarro e agli osservatori dell’esercito.

I commandos si avvicinano ai fortini sparando raffiche in rapida successione, e concludendo gli assalti con il lancio di granate. Con grande sorpresa, gli egiziani scoprono che solamente 18 delle postazioni Bar-Lev sono presidiate e la resistenza differisce profondamente a seconda che le guarnigioni occupino le aree di tiro o stiano rintanate nei bunker per ripararsi dai bombardamenti.

In qualche caso i soldati israeliani delle guarnigioni accettano il loro destino e si lasciano far prigionieri quando comincia ad essere evidente l’impossibilità di essere soccorsi. In altri casi continuano a combattere finché la maggior parte di loro vengono uccisi o feriti.

Quando l truppe corazzate delle IDF avanzano verso le difese della linea Bar-Lev, sono investite dal fuoco dell’artiglieria e dei mortai egiziani proveniente dalla riva ovest del Canale, e molti cadono vittima delle mine piazzate dai commandos. Tuttavia, il fattore più importante dal punto di vista del morale sono le imboscate condotte dai gruppi d’assalto.

Gli egiziani dispongono di armi modernissime per contrastare i corazzati israeliani: alcune sono i convenzionali lanciarazzi portatili RPG-7, ma altre sono più inconsuete. Il missile controcarro AT-3 SAGGER per esempio, è un razzo teleguidato che viene puntato dall’operatore e condotto fino al bersaglio per mezzo di una barra di comando. L’intero sistema può entrare in un solo contenitore ed è facilmente trasportabile da due serventi. Il SAGGER richiede un solo operatore esperto, che non si faccia prendere dal panico alla vista di un carro armato nemico in avvicinamento. Le squadre d’assalto sanno quanto sia efficace il loro armamento e sanno aspettare finché i carri armati si trovano alla distanza giusta prima di aprire il fuoco.

Nell’acquitrinoso settore settentrionale, gli equipaggi dei carri israeliani devono operare con visibilità limitata perché il torrente di fuoco egiziano li costringe a tenere chiusi i portelli. Così alcuni finiscono fuori delle strade battute e si insabbiano, diventando prede ancora più facili per le squadre nemiche. Pochi equipaggi di carri israeliani riescono a scorgere gli egiziani prima che i missili colpiscano i loro mezzi. Nel giro di 24 ore il generale Mandler, comandante dell’unica divisione corazzata del Sinai, ha perduto 170 carri armati.

Altrove la penetrazione dei commandos egiziani è inferiore, e il piano di Shazli per inserirli in profondità nel Sinai provoca pesanti perdite. Un gruppo di 30 soldati viene inserito a coppie per mezzo di un elicottero Mil Mi-8 HIP. I commandos vengono trasportati in prossimità dei loro obiettivi, che arrivano fino a Sharm-el-Sheikh, nella punta meridionale della penisola. Tuttavia, nella maggioranza dei casi la reazione degli israeliani è più dura di quella lungo la linea Bar-Lev e gli attacchi vengono respinti. La penetrazione più massiccia è effettuata con un intero battaglione, ma gli elicotteri vengono intercettati dagli F-4 PHANTOM della IAF mentre sorvolano Ras Suda nel Golfo di Suez: 14 vengono abbattuti e 250 soldati perdono la vita o cadono prigionieri.

Le truppe d’assalto vengono impiegate anche in una operazione che coinvolge la 130ᵃ brigata di fanteria di marina, equipaggiata con carri leggeri anfibi PT-76 e veicoli blindati da trasporto. Si tratta di attraversare il Grande Lago Amaro, mentre incursori subacquei colpiscono le postazioni israeliane sul versante orientale.

Appena sbarcati, i fanti di marina devono travolgere le difese avanzate israeliane e congiungersi ai commandos che sono stati inseriti dagli elicotteri vicino ai passi strategici di Mitla e Gidi. Gli israeliani però, intuendo il pericolo, hanno presidiato i passi con una brigata corazzata e il tentativo deve essere abbandonato dagli egiziani dopo aver perduto diversi carri leggeri.

Le truppe d’assalto fanno sentire con maggiore peso la loro presenza nel settore settentrionale, specialmente nel corso della battaglia per la presa del caposaldo Budapest, intorno al quale infurieranno duri combattimenti per tutta la durata del conflitto. Alla data dell’8 ottobre gli israeliani perdono oltre 70 carri nel tentativo di soccorrere il caposaldo, per lo più distrutti da salve di missili SAGGER e dalle mine piazzate dai commandos. A questo punto lo Stato Maggiore israeliano comincia ad essere assai preoccupato, in quanto sembra che non ci sia modo di respingere le forze egiziane.

Gli sviluppi successivi della guerra – che si concluderà con la sconfitta degli egiziani dopo una rapida avanzata nel Sinai – non devono far dimenticare l’ottima prova data dai commandos nel corso del conflitto.

I gruppi d’assalto hanno contribuito in modo decisivo al successo dell’esercito egiziano durante l’attraversamento del Canale di Suez. Riportando perdite pesanti, ma bloccarono la capacità degli israeliani di sferrare un contrattacco con forze corazzate provenienti dal Sinai.

Fonte: http://www.difesaonline.it





 

 

 

Segnala questa pagina web in rete.

 

Disclaimer: questo sito ("Ogigia, l'isola incantata dei navigatori del web") NON rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità su vari argomenti, tra cui Linux, geopolitica, metodi di auto-costruzione di risorse, elettronica, segreti, informatica ed altri campi. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07/03/2001. Il Webmaster inoltre dichiara di NON essere responsabile per i commenti inseriti nei post. Ogni informazione circa la salute o l'alimentazione sono solo a carattere informativo, e NON siamo responsabili di qualsiasi conseguenza negativa se qualcuno vuole improvvisarsi medico oppure dietologo; si consiglia sempre di rivolgersi a medici ed esperti qualificati. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze NON sono da attribuirsi al Webmaster, che provvederà alla loro cancellazione una volta venuto a conoscenza di un ipotetico problema. Eventuali ritardi nella cancellazione di quanto sgradito non sono imputabili a nessuno. Si declina ogni responsabilità sull'utilizzo da parte di terzi delle informazioni qui riportate. Le immagini pubblicate su questo sito, salvo diversa indicazione, sono state reperite su Internet, principalmente tramite ricerca libera con vari motori. In ogni caso si precisa che se qualcuno (potendo vantare diritti su immagini qui pubblicate, oppure su contenuti ed articoli, o per violazioni involontarie di copyright) avesse qualcosa da rimproverare o lamentare può scriverci attraverso la sezione per i contatti .