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Una rete di gallerie sotterranee che poteva accogliere fino a 16.000 soldati per oltre un anno. Tunnel e accessi nascosti che portavano i nomi delle città inglesi per orientarsi in 55 chilometri di labirinti, rifugi, ospedali, rimesse e depositi: è Great North Road, la fortezza sotterranea costruita nel 1940 sotto quasi ‘un miglio’ di roccia calcarea che permise agli inglesi di controllare l’accesso al Mediterraneo per tutta la durata della seconda guerra mondiale.

Basata inizialmente sui tunnel scavati nel XVIII° e XIX° secolo dai genieri inglesi, per collegare le batterie che difendevano questo territorio britannico d’oltremare (ottenuto in seguito al Trattato di Utrecht del 1713) la fortezza venne ampliata fino a raggiungere le dimensioni di un gigantesco ricovero, capace di proteggere dagli attacchi della Luftwaffe tedesca l’intera guarnigione britannica, che era posta a presidio del fondamentale ‘stretto’ che dava accesso al Mediterraneo: lì dove la mitologia aveva posato le ‘Colonne d’Ercole’. I passaggi che conducevano dentro e fuori dai tunnel portavano i nomi di città e contee inglesi, come Maida Vale, Peterborough, Doncaster, e Durham, per permettere alle truppe di orientarsi con facilità e raggiungere le postazioni stabilite.

Il complesso - che data l’indiscussa sicurezza divenne la base del comando alleato dal quale il generale Dwight Eisenhower pianificò e diresse l’Operazione Torch (l’invasione alleata del Nord Africa del 1942) accoglieva al proprio interno tutto il necessario per essere autosufficiente e isolata dall’esterno: centrali elettriche di grandi dimensioni (che fornivano 1.200 kW di energia), un ospedale, un impianto per la dissalazione dell’acqua, un panificio, un deposito di alimenti surgelati, depositi di munizioni e rimesse per la riparazione di veicoli danneggiati.

 

 

Nonostante i ripetuti tentativi di sabotaggio per mano di agenti spagnoli assoldati dai tedeschi, e di quelli tentati dagli incursori della Xª M.A.S (che si stabilirono per diverso tempo in una villa sul suolo spagnolo a soli 3 chilometri dal confine) Gilbiterra rimase sotto il fermo controllo degli alleati per tutta la durata della guerra.

L’Operazione Felix, progettata dei tedeschi 1940 per invadere Gilbelterra, ed alla quale avrebbe dovuto prendere parte il ‘commando’ Brandenburg, diverse battaglioni delle Großdeutschland e Gebirgs Division con l’impiego previsto di ben 150 mini-tank da demolizione Goliath, venne definitivamente annullata nel 1941.

Il tunnel continuò ad essere utilizzato durante la Guerra Fredda. Fino al 1968 era rimase presidiato da un’unità di specialisti e designato come eventuale rifugio sotterraneo nel caso di un esplosione nucleare. Venne in seguito abbandonato per divenire un museo.

Fonte: http://www.difesaonline.it

 

 

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