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La Marina americana presto usera' raggi laser contro i droni, e nei prossimi 2 anni al via ai test del prototipo di cannone elettromagnetico: sparano proiettili a velocità ipersoniche.

New York, 18 febbraio 2014 - Raggi laser per abbattere droni e cannoni elettrici che sparano proiettili a velocità ipersoniche: sono le armi futuristiche in stile “Star Wars” che saranno presto installate su navi della Marina americana in Maine, New England.

La Marina, scrive il Washington Post, ha intenzione di montare il suo primo laser su una nave da guerra alla fine di quest’anno e vorrebbe testare il primo prototipo di cannone elettromagnetico nel giro di due anni. Per la Marina se queste armi dovessero prender piede, più che un’operazione da film del futuro, rappresenterebbero un grande risparmio economico.

Entrambe le nuove armi hanno infatti costi risibili rispetto a cannoni e “bombe intelligenti”, inoltre possono far fuoco continuamente senza esaurirsi come i tradizionali arsenali.

Se ogni missile intercettore classico ha un costo di almeno un milione di dollari, un laser - invisibile all’occhio umano, a differenza di come vengono rappresentati nei film - avrebbe bisogno di soli 30 kilowatt di elettricità, cioè pochi dollari per colpo.

Questo tipo di tecnologia “cambia radicalmente il nostro modo di combattere”, ha fatto sapere il capitano Mike Ziv, direttore del programma Naval Sea Systems Command per le armi ad energia diretta ed elettronica. Altre nazioni starebbero sviluppando la stessa tecnologia, ma come ricorda il Washington Post, gli Stati Uniti avrebbero un vantaggio di anni sugli altri.

Fonte: http://qn.quotidiano.net

 

 

Il 3 gennaio l’Ammiraglio Viktor Bursuk, il Vicecomandante della marina russa che supervisiona l’approvvigionamento degli armamenti, ha detto che la Marina Militare della Russia si aspetta di ricevere 40 nuove navi da guerra e navi ausiliarie nel 2014. In aggiunta alle navi di superficie di varie classi, la Marina riceverà anche il terzo sottomarino lanciamissili balistici a propulsione nucleare classe Borej, il Vladimir Monomakh, e un sottomarino diesel-elettrico classe Varshavjanka. La Russia continuerà la riparazione e la revisione dell’incrociatore lanciamissili a propulsione nucleare Admiral Nakhimov e di tre sottomarini d’attacco a propulsione nucleare, per quest’anno.

L’Admiral Nakhimov dovrebbe rientrare nella marina russa nel 2018 con a bordo sistemi d’arma più avanzati, hanno detto a giugno dello scorso anno i cantieri Sevmash. Secondo la dichiarazione, le navi ausiliarie commissionate entro la fine del 2014 comprendono l’Igor Belusov, un’avanzata nave da ricerca e salvataggio destinata a potenziare la capacità della marina nel soccorrere sottomarini e navi in difficoltà, ha detto l’ammiraglio. I think tank navali statunitensi riportano che la marina russa avanza, e i suoi componenti d’attacco rinascono. La Cina ha costituito il suo primo gruppo d’attacco con portaerei, e i suoi nuovi missili costituiscono la prima minaccia per le portaerei statunitensi, mentre la potenza navale del Paese cresce a passi da gigante. Il tutto si svolge sullo sfondo di una US Navy soggetta a tagli che ne minano la capacità di difendere la nazione sul mare. Ad esempio, il congressista Randy Forbes (R-VA), presidente della sottocommissione sul potere marittimo e le forze di proiezione della commissione sulle Forze armate della Camera, ha avvertito di ciò in un’intervista a Real Clear Defense alla fine dello scorso anno. “Siamo tecnicamente ‘inseguiti’ dai missili da crociera antinave cinesi (ASMC) in questo momento”, Forbes ha risposto alla domanda sull’operatività del redattore capo Dustin Walker. “l’ASMC della Marina USA è l’Harpoon, un sistema missilistico antinave ognitempo e oltre l’orizzonte. Sembra avanzato, ma in realtà è stato progettato negli anni ’70 ed ora non può sopravvivere operando contro le più sofisticate minacce antisuperficie che appaiono nella Marina dell’EPL cinese di oggi… Il mio sottocomitato svolge un ruolo di primo piano nel rivedere le opzioni per una nuova arma offensiva anti-superficie (OASuW)”.

Armi ad energia e letalità offensiva.
La flotta di superficie dell’US Navy deve diventare più letalmente offensiva. Come Aviation Week ha riferito il 12 gennaio, il viceammiraglio Thomas Copeman, comandante della Forza Navale di Superficie del Pacifico degli Stati Uniti, ha sottolineato “La forza di superficie deve migliorare notevolmente la sua letalità offensiva”. “Dobbiamo passare oltre il missile come sistema difensivo”, dice nel suo “Rapporto per una Flotta di Superficie del 2026”, pubblicato all’inizio di questo mese, in anticipo rispetto alla Conferenza e Simposio dell’associazione della marina di superficie che si tiene il 14-16 gennaio ad Arlington, Virginia. Copeman ha detto, “Lo sviluppo e la traiettoria delle nostre armi devono riequilibrarsi a favore delle armi energetiche per la difesa, che forniranno adeguate capacità e potenzialità necessarie a condurre rapide e sostenute operazioni di combattimento per i prossimi decenni”… ha anche sottolineato che “la Marina deve concentrarsi di più sull’attacco”. L’arma deve essere dotata di “armamenti che possano migliorare notevolmente la letalità della forza di superficie, venendo resi disponibili nel breve termine”.

LRASM.
Il Long Range Surface Attack Missile (LRASM) è destinato ad abbattere bersagli di superficie ben oltre la gittata delle armi offensive o difensive del nemico. Il LRASM è un programma del DARPA finanziato dall’US Navy per dotare essa e l’US Air Force di un’arma anti-superficie offensiva e di un nuovo missile aerolanciato a lunga gittata anti-superficie. Dopo tre prove riuscite lo scorso anno, si prevede di condurre nel 2014 altri due test navali del missile. Lockheed Martin ha descritto le capacità dell’arma come: “La capacità a lungo raggio del LRASM consentirà d’ingaggiare il bersaglio da ben oltre la gittata del controtiro diretto delle armi. Inoltre, il LRASM utilizza dispositivi di sopravvivenza attivi e passivi per penetrare i sistemi di difesa aerea integrati avanzati. La combinazione di gittata, sopravvivenza ed efficacia assicura il successo della missione”. Potrà essere lanciato dall’aria o dalla superficie, viaggiare a velocità subsoniche e trasportare un penetratore da 500 chili e una testata a frammentazione. Il missile è sviluppato anche per contrastare la crescente potenza navale cinese nel Pacifico. Un altro sviluppo più ambizioso, attualmente in fase concettuale presso la DARPA, è l’Arc Light, un sistema missilistico progettato per colpire navi di superficie o altri bersagli a distanze di 3.000 miglia. La fase terminale del missile sarà accelerata da un razzo ai limiti dell’atmosfera, dove raggiungerà l’ipervelocità planando per migliaia di chilometri, rientrare nell’atmosfera e colpire l’obiettivo in meno di mezz’ora. Un concetto simile sarà dimostrato all’inizio di quest’anno con la seconda prova dell’HTV-2 Falcon di DARPA/US Air Force. Una missione diversa è perseguita dal programma di armi avanzate della DARPA Triple Target Terminator (T3), un’arma per il dominio aereo. Con tale programma l’agenzia sviluppa un missile a velocità elevata e a lunga gittata che può colpire aerei, missili da crociera e obiettivi della difesa aerea nemici. Sarà progettato per essere trasportato internamente da aerei stealth come F-35, F-22 e F-15SE, o esternamente da caccia, bombardieri e UAV. Il T3 permetterebbe al caccia d’attacco di passare rapidamente tra le varie funzioni aria-aria e aria-superficie. Sia Raytheon che Boeing hanno avuto ciascuno un contratto di 21,3 milioni di dollari per lo sviluppo del nuovo missile, che dovrebbe essere testato nel 2014. La Marina sviluppa un modulo da adattare all’attuale classe di sottomarini d’attacco a propulsione nucleare Virginia aumentandone notevolmente la capacità di colpire bersagli di superficie da santuari oceanici, usando missili da crociera, rendendoli l’arma prescelta nei molti scenari sul Pacifico contro la Cina.

Il cannone laser sarà testato in mare nei primi mesi del 2014.
L’US Navy spende attualmente circa 40 milioni di dollari all’anno nella ricerca per le armi laser. Ora schiera prototipi di armi elettromagnetiche, armi laser a stato solido e velivoli senza pilota subacquei presso unità operative. La tecnologia si distingue offrendo un’ulteriore gamma di attacchi a terra così come funzionalità aggiuntive nella difesa contro missili balistici e da crociera. Il Rail-Gun che ha una gittata di 100 miglia e più, utilizza energia elettrica immagazzinata a bordo della nave per generare l’impulso elettromagnetico ad alta velocità sufficiente a spingere una testata ad energia cinetica. Ovviamente, l’attrazione principale del laser è la sua capacità di distruggere bersagli a lunga distanza e alla velocità della luce, e il LaWS ha molti vantaggi sia come arma difensiva che offensiva. L‘US Navy prevede che sia usata per operazioni mirate e segrete, attacchi a sorpresa e di cosiddetta “letalità graduata”. È vista anche come contromisura contro UAV, missili e piccole imbarcazioni. Il capo dell’US Navy ha annunciato i piani per schierare un laser a stato solido a bordo dell’USS Ponce nell’aprile 2014, due anni prima del previsto. La Ponce è assegnata ad una base avanzata dell’US Navy nel Golfo Persico, in un ambiente particolarmente stressante per l’utilizzo di laser difensivi, poiché le condizioni atmosferiche locali degradano la potenza del fascio e le forze iraniane hanno molte opzioni nell’attaccare navi da guerra dai motoscafi ai velivoli senza pilota e ai missili. La dimostrazione in mare per il 2014 rientra in un più ampio calendario a breve termine dell’US Navy per i programmi ad energia. L’Office of Naval Research (ONR) e il Naval Sea Systems Command recentemente hanno compiuto dimostrazioni con laser ad alta energia a bordo di una nave da combattimento, nonché contro aerei telecomandati. L’arma è anche vista come importante sviluppo da impiegare contro la Cina. Come Loren Thompson scrisse su Forbes del 6 gennaio, “La domanda è che cosa sta combinando l’US Navy per sostenere il suo ruolo nel Pacifico occidentale mentre la Cina sfrutta i suoi vantaggi geografici nel perseguimento del dominio militare regionale. Le recenti tendenze non sono incoraggianti, e l’attuale approccio alla protezione della flotta probabilmente non avrebbe successo in un serio conflitto se l’Esercito di Liberazione del Popolo risolvesse il suo problema con la ricognizione. L’US Navy ha bisogno di un’arma di svolta, e la ricerca sul laser è una delle poche opzioni disponibili credibili”.

Droni navali.
La scorsa estate il drone X-47B dell’US Navy ha completato il suo ultimo turno di prove al largo delle coste della Virginia, diventando così il primo jet senza pilota nella storia ad essere imbarcato su una portaerei operativa. Quest’anno, quattro società competeranno per un contratto di progettazione della prossima versione del X-47B, puntando a farlo decollare nel 2020, secondo l’US Navy. Con un’autonomia di oltre 2100 miglia nautiche, l’X-47 può trasportare armi e può anche essere il precursore di un programma di droni per intelligence, sorveglianza e ricognizione, il tutto attraverso un’avanzato sistema di navigazione GPS, una connessione a una rete ad alta integrità e un software di controllo di volo avanzato per tracciare il territorio. I nuovi droni subacquei oceanici chiamati “Slocum Alianti”, non avranno bisogno di carburante per operare, al contrario delle loro controparti aeree. Saranno alimentati dall’oceano stesso, sorvegliando furtivamente la zona circostante e fornendo informazioni alle altre navi militari. Utilizzando un processo soprannominato “galleggiabilità idraulica”, il drone potrà regolare il proprio dislocamento basandosi sull’acqua che ha intorno. Ciò permette al drone di immergersi, abbassarsi o alzarsi tra le correnti oceaniche, muovendosi alla velocità di un miglio (1,6 km) all’ora. L’obiettivo dell’US Navy è inviare un drone sottomarino, chiamato “Vela”, lungo rotte costiere per cinque anni. Una flotta di essi potrebbe sciamare sulle coste nemiche, permettendo all’US Navy di eliminare campi minati e rilevare sottomarini nemici. A differenza dei loro cugini aerei, i droni dell’US Navy non sono alimentati da carburante. Invece, traggono energia dal termocline oceanico, una coppia di strati di acqua calda, in prossimità della superficie, e di acqua fredda sotto. I droni furono commissionati dall’US Navy nel 2009, quando investì poco più di 56 milioni dollari per 150 droni “Littoral Battleship-Sensing”. Questi dovrebbero arrivare nel 2014. L’US Navy ha sparato un drone da un sottomarino sommerso, una prodezza che potrebbe rivelarsi preziosa per l’intelligence e la ricognizione nelle operazioni speciali militari future. Il piccolo drone fu lanciato dal tubo lanciasiluri del sottomarino Providence, quindi aprendo le ali è decollato volando per “diverse ore”, dimostrando la capacità di collegamento in video live streaming con il sottomarino, ha detto l’US Navy. Il progetto, che ha ricevuto 15 milioni di dollari in sei anni, è seguito dal Naval Research Laboratory. Il test si svolse presso l’Atlantic Undersea and Evaluation Center dell’US Navy alle Bahamas.

La ripubblicazione è gradita in riferimento al giornale on-line della Strategic Culture Foundation:
http://www.strategic-culture.org

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Fonte: http://aurorasito.wordpress.com

 

 

 

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