L’armamento dei sottomarini d’attacco classe Virginia verrà triplicato, permettendo agli “hunter-killer” di ultima generazione dell’Us Navy di trasportare un carico utile di missili da crociera tre volte superiore a quello odierno, ed essere abilitati all’impiego di armamenti di nuova generazione. Ad occuparsi di questo potenziamento sarà il colosso della difesa Bae Systems, che aggiudicandosi il contratto per la costruzione del Virginia Payload Module (Vpm), si occuperà di triplicare il numero di missili da crociera che i futuri sottomarini d’attacco Virginia potranno trasportare, fornendo loro la flessibilità adatta a ospitare una futura gamma di armamenti imbarcati ancora in fase di sviluppo, permettendogli di ovviare alle capacità offerte dagli obsoleti sottomarini lanciamissili (Slbm) classe Ohio. La classe Virginia è la più moderna classe di sottomarini d’attacco a propulsione nucleare presente nelle file nell’US Navy; sviluppata per rimpiazzare i sottomarini classe Los Angeles, il cui sviluppo risale alla Guerra Fredda. I primi dieci Virginia potevano contare su dodici tubi di lancio verticali a cella singola, posizionati nella loro sezione di prua, tutti adibiti al lancio di missili da crociera Tomahawk. Le 18 unità dei blocchi successivi (III e IV) ospiteranno invece due tubi di ampio diametro capaci di contenere al loro interno una salva di missili Tomahawk ciascuno. Questo semplificherà il processo di ricarica. Nei blocchi successivi (V) il Virginia Payload Module comporterà un allungamento della sezione mediana degli scafi di tutte le unità per permettere alle unità di trasportare fino a 40 missili da crociera Tomahawk, invece di dodici. Tale modifica permetterà alla classe Virginia di imbarcare e lanciare anche armi di nuova concezione, come gli armamenti ipersonici in fase di sviluppo: una priorità assoluta per competere contro Cina e Russia, secondo quanto dichiarato dl Dipartimento della Difesa. Queste armi ipersoniche, capaci di viaggiare a velocità cinque volte superiori a quella del suono, sono parte del programma Global Strike e hanno l’obiettivo di consentire un attacco convenzionale contro un obiettivo ovunque sulla terra in meno di un’ora.
La classe Virginia.
I sottomarini d’attacco a propulsione classe Virginia sono lunghi 115 metri per un dislocamento di 7,900 tonnellate. Spinti da un rettore nucleare S9G possono raggiungere una velocità di 25 nodi. Portano con se un equipaggio di 134 marinari e sono armati con missili da crociera e siluri Mk48 Adcap. Il loro principale impiego è quello in missioni di Intelligence, Surveillance, and Reconnaissance (ISR): supporto come parte di gruppi da battaglia e guerra ad altri sottomarini. Sono sviluppati e costruiti dalla General Dynamics Electric Boat Division and Huntington Ingalls Industries.
Le armi ipersoniche come deterrente anti-cinese.
La corsa alle armi ipersoniche sembrerebbe strettamente collegata ai progressi ottenuti dalla Marina cinese nel campo navale e in quello dei connessi armamenti imbarcati: prima tra tutti i missili anti-nave. Secondo l’ammiraglio Harry Harris, l’ex capo del Comando Pacifico, e per il suo successore, l’ammiraglio Philip Davidson, oggi a capo del neo Comando Indo-Pacifico, “Procurarsi capacità di attacco ipersoniche è una priorità assoluta e essenziale per competere, scoraggiare [e vincere] contro la Cina”. Questa priorità condivisa del Pentagono è stata confermata anche del sottosegretario alla Difesa, Michael Griffin, che ha dichiarato l’obiettivo di scavalcare i progressi ipersonici della Russia e della Cina.
Fonte: http://www.occhidellaguerra.it