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La Marina degli Stati Uniti potrebbe acquistare decine di vecchie navi mercantili civili e convertirle in arsenali galleggianti. E’ quanto suggerisce l'U.S. Naval Institute in un studio pubblicato poche ore fa. L’idea è quella di installare centinaia di lanciatori missilistici multiuso sulle navi civili per fornire ulteriore potenza di fuoco alla US Navy.

 



US Navy: la componente VLS.
Il cuore della potenza di fuoco delle navi di superficie della Marina Militare degli Stati Uniti è il lanciatore verticale modulare o Vertical Launching System. Le cacciatorpediniere missilistiche classe Arleigh Burke spostano 9.800 tonnellate e sono armate in via primaria con 96 celle VLS Mk 41. Con un dislocamento da 9600 tonnellate, gli incrociatori missilistici classe Ticonderoga sono armati con 122 celle VLS Mk 41. Le cacciatorpediniere missilistiche stealth classe Zumwalt erano state concepite per trasportare 128 tubi di lancio dislocati su vari pod VLS Mk 57 avanzati. Tale capacità è stata ridotta ad ottanta tubi di lancio per contenere i costi. E’ la natura modulare dei lanciatori verticali a rendere la flotta di superficie statunitense adattabile. Le celle VLS enfatizzano la capacità offensiva e difensiva della flotta rispetto al numero delle piattaforme di lancio disponibili.

 



"Conversione non costruzione”.
“Il trentennale piano di costruzione navale non è sufficiente per mettere in campo il potere offensivo ed il numero di unità necessarie per sfidare gli avversari. La Marina dovrebbe acquisire ed armare le navi mercantili con sistemi modulari così da trarre vantaggio dal miglioramento della tecnologia. In questo modo si otterrebbero capacità più rapide e meno costose rispetto alle tradizionali acquisizioni. La Marina dovrebbe iniziare a sperimentare immediatamente il concetto”. Uno dei principali ostacoli per una piattaforma da battaglia è il costo dello scafo. L'U.S. Naval Institute propone di acquistare gli scafi dei mercantili e delle petroliere a costi irrisori: da venticinque a cinquanta milioni di dollari ciascuno. Costi esponenzialmente inferiori a quelli di un cacciatorpediniere della classe Arleigh Burke: 1,5 miliardi di dollari. “L’US Navy dovrebbe iniziare a convertire e non soltanto a costruire. Modernizzare e modificare le navi esistenti è un primo passo necessario. L'aggiunta di sistemi missilistici sulle navi anfibie aumenterebbe l'inventario delle celle VLS con 270 nuovi lanciatori. Tuttavia sono necessari scafi aggiuntivi per competere con gli avversari. Convertire le navi mercantili in vettori missilistici VLS potrebbe fornire un complemento economico, sebbene non un'alternativa completa, alla nuova costruzione”.

 



U.S. Naval Institute: i mercantili missilistici
L'U.S. Naval Institute ha già identificato gli scafi compatibili con i lanciatori VLS: le petroliere a doppio scafo e le navi portacontainer conformi alle norme dell'Organizzazione marittima internazionale. “Date le loro dimensioni potrebbero ospitare missili balistici tattici e da crociera. La conversione delle navi in mercantili missilistici avverrebbe ad una frazione del costo di una nuova nave da guerra. Conversione ancora più facile ed economica se i moduli VLS fossero ospitati in speciali ConEx Box. D'altra parte le navi ospedaliere della classe Mercy erano delle petroliere poi riconvertite. I moduli VLS a bordo di una petroliera offrirebbero una migliore capacità di sopravvivenza. I mercantili missilistici, armati con moduli standard VLS a 8 celle Mark 41 o ConEx appositamente costruiti, potrebbero coinvolgere gli avversari da centinaia di chilometri di distanza. Una delle principali vulnerabilità della Marina è la sua incapacità di sostituire rapidamente le perdite in combattimento". La combinazione di una ridotta capacità produttiva e dei lunghi tempi di costruzione necessari significa che la Marina dovrà combattere con qualunque nave. L'attuale piano di costruzione navale non affronta questo problema, ma i mercantili potrebbero offrire una soluzione. "Il tempo di riconversione per un mercantile potrebbe essere ridotto a poche settimane con equipaggi provenienti dalla riserva o in parte ibridi. I mercanti missilistici, ovviamente, non dispongono dell'energia elettrica o dell'infrastruttura di raffreddamento necessaria per supportare le apparecchiature di elaborazione standard. Tuttavia questo non sarà un problema, poichè i marecantili missilistici riceveranno i loro obiettivi dalle piattaforme aeree e dalle unità di superficie convenzionali, riducendo così la domanda di calcolo”.

 



Quanti missili schierare su un mercantile?
“Troppi missili trasformerebbero il mercantile in un costoso bersaglio primario. Pochi missili lo renderebbero inutile e non sarebbe percepito come una minaccia. La nostra stima approssimativa oscilla dai 30 ai 50 missili per unità. La conversione di dieci o quindici mercantili darebbe alla flotta una capacità di 300/750 celle missilistiche ad una frazione del costo e del tempo necessario per costruire una nave da guerra di superficie di nuova generazione”.

 



La capacità di sopravvivenza.
Le navi da guerra sono costruite secondo uno standard molto elevato, progettate per continuare a combattere anche dopo aver subito gravi danni. Le navi civili non sono chiaramente destinate a combattere. Sono anche molto più lente delle navi da guerra. L'U.S. Naval Institute propone di corazzare i mercantili sfruttando la loro capacità di carico insita nel progetto iniziale. "Essendo delle navi militari armate, i mercanti missilistici dovranno essere contrassegnati e rinominati, ma proprio nelle areee fortemente trafficate tali unità sarebbero difficile da distinguere dagli altri mercantili. Petroliere e mercantili mancheranno dei sistemi difensivi per sconfiggere le moderne armi navali, ma richiederanno piccoli equipaggi di forse trenta marinai. La Marina dovrebbe quindi sperimentare modi economici per corazzare queste navi, sfruttando la loro capacità di carico ben superiore a quella necessaria per i sistemi di combattimento. La Marina potrebbe sperimentare diversi tipi di riempimento per assorbire l'energia delle armi nemiche. Qualsiasi cosa: dai grandi sacchi di sabbia alle schiume in espansione. Proprio come le navi Q della seconda guerra mondiale, oggi la Marina potrebbe sfruttare le file esterne dei container trasportati in base ad un preciso schema". Le due file interne di un mercantile sarebbero composte da container missilistici. I container su ciascun lato (quattro file) sarebbero riconfigurati come strati protettivi e di riserva per la galleggiabilità.

 



US Navy: le 355 navi di Trump.
Il Presidente Donald Trump ha fatto suo il documento della US Navy denominato Force Structure Assessment, per la costruzione di una flotta di 355 unità, la più grande dalla fine della guerra fredda. Tale proposta, ritenuta ideale fino al gennaio del 2017, era superiore ai programmi di riarmo pubblicizzati da Trump durante la sua campagna elettorale. Quel numero è poi diventato un obiettivo presidenziale. La US Navy costruirà il 14% delle unità in più rispetto a quanto stimato nel precedente obiettivo FSA del 2014 fissato a 308 navi. L’incremento è di quasi il 30% rispetto alla dimensione attuale della flotta che oggi si basa su 275 vettori. Tale piano di riarmo comporterà una spesa ulteriore stimata variabile di 4/5,5 miliardi di dollari l’anno per i prossimi trent’anni nel budget di costruzione della Marina. Il Force Structure Assessment, diventato un pilastro della Casa Bianca, era un documento ideale, scevro da qualsiasi controllo finanziario, ma rappresentava la posizione dei militari. Le 355 navi dell’FSA erano da intendere come un numero ideale per un investimento fiscalmente impegnativo. Il Force Structure Assessment, ad esempio, non teneva conto di svariate voci, come i costi necessari per mantenere operativa la flotta di 355 unità, che potrebbe essere addirittura superiore ai costi di acquisizione. Era un numero espresso con autorità e fondato sul collettivo giudizio professionale della flotta, ma rappresentava un termine di riferimento ideale per le discussioni sui prossimi bilanci. La flotta di 355 unità è il simbolo della Casa Bianca con Presidente Donald Trump. Il numero ideale per la Marina, senza alcun tipo di riferimento economico, sarebbe di 653 navi così da soddisfare tutte le esigenze globali con il minimo rischio. Per contrastare la Marina sovietica, l'amministrazione Reagan pubblicizzò una forza di 600 navi in grado di assicurare “ragionevoli probabilità di successo nella maggior parte delle contingenze”. Le unità americane schierabili durante la guerra fredda erano circa 500.

 



Le dimensioni della flotta
Nel piano di costruzione navale del 2019, la US Navy propone una flotta composta da dodici portaerei, dodici sottomarini missili balistici classe Columbia e 66 sottomarini d'attacco (18 in più rispetto a quelli previsti con un aumento del 38%). I vettori di difesa ed attacco missilistico passano da 88 a 104 per un aumento pari al 18% con sedici ulteriori unità di superficie tra cacciatorpediniere ed incrociatori. La US Navy ripristina il vecchio obiettivo delle 52 Littoral Combat Ships (il Segretario alla Difesa Ash Carter aveva bloccato l’acquisizione a 40 navi). 38 navi da guerra anfibie (il Corpo dei Marine ne otterrà altre quattro sulle dodici inserite nel piano di costruzione) per sostenere i rischieramenti nel globo e 71 unità da combattimento e supporto.

La stima del Congressional Budget Office.
Considerando i piani di costruzione e pensionamento, la Marina Militare degli Stati Uniti non raggiungerà il suo obiettivo di 355 navi entro il 2035. L'Ufficio di Bilancio del Congresso, infatti, rileva che la maggior parte delle navi attualmente in servizio saranno ritirate entro il 2035. Per stabilizzare tale numero nel tempo dovrebbe acquistare 329 navi in ​​30 anni. La US Navy propone di estendere di alcune cacciatorpediniere e sottomarini d'attacco per raggiungere il traguardo delle 355 navi nel 2034. Il costo per costruire e gestire la flotta di 355 unità è di circa 109 miliardi di dollari all'anno fino al 2047. Nell'ultimo decennio, il rateo di acquisizione annuale della US Navy è stato mediamente di 8/10 unità. Con il nuovo piano lL'acquisizione annuale passerà inizialmente a dodici e poi a quindici navi all'anno. Negli ultimi sette anni, sono stati siglati contratti per 86 navi da combattimento.

Cinque presidenti, cinque punti di vista.
I sedici anni necessari per costruire una flotta operativa di 355 navi pongono alcuni problemi. L’intero programma è potenzialmente spalmato su cinque diverse amministrazioni. Ogni Presidente potrebbe avere (quasi certamente la avrà) una priorità diversa: ciò esporrà il piano di riarmo navale alla natura ciclica dell'economia. Per definizione, la potenza di combattimento costituisce il denominatore comune tra guerra e strategia marittima tempo di pace. La ragionevole possibilità di successo in battaglia, infatti, dovrebbe essere calibrata contro quei nemici che l’amministrazione Trump ha localizzato e valutato. Sulla stima della forza nemica, quindi, si plasma la letalità della propria. Il tutto, infine, contestualizzato in uno scenario moderno asimmetrico. Priorità, ambizioni, analisi: sono concetti altamente variabili in tempi di pace. Gli stessi nemici identificati dall’amministrazione Trump potrebbero non essere considerati tali dai futuri presidenti. Potrebbero sorgerne anche di nuovi. Le risorse, quindi, dovranno tenere conto delle dimensioni geografiche e della assegnazione strategica della flotta.

Fonte: http://www.ilgiornale.it


 

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