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Ad Aviano e Ghedi ci sarebbero 70 armi nucleari che, secondo Hans Kristensen (direttore del “Nuclear Information Project”) non sarebbero al sicuro.

 

 

Le 70 bombe atomiche appartenenti all’esercito statunitense, ma dislocate nelle due basi militari di Aviano (PN) e Ghedi (BS) non sono al sicuro. La rivelazione è in un report di Hans Kristensen, direttore del “Nuclear Information Project” dell’organizzazione “Federation of American Scientists” con sede a Washington DC, che è stato svelato in esclusiva da "L’Espresso" negli scorsi giorni.

Kristensen è un vero e proprio esperto della materia ed è riuscito a individuare – anche grazie a foto satellitari – i cantieri in corso per mettere in sicurezza da eventuali attacchi esterni le bombe atomiche stoccate a Incirlik (in Turchia) e ad Aviano. Nel sito del pordenonese si troverebbero attualmente 50 bombe atomiche, in un sito in grado di stoccarne 72.

L’assioma di Kristen è semplice: i cantieri operativi in Italia e in Turchia dimostrano che “le armi nucleari stoccate in Europa sono state custodite in condizioni non sicure per oltre venti anni” e che “gli interventi hanno come scopo di aumentare la protezione fisica delle armi nucleari stoccate nelle due basi della US Air Force”. Si tratta di una conferma indiretta di quanto poco sicure fossero le misure di sicurezza nei siti europei della Us Air Force.

Più che della base italiana, Kristensen sembra preoccuparsi di quella turca, situata a 110 km dalla Siria, quindi dal pericolo dell’Isis, ma anche in una zona che nelle ultime settimane è diventata calda per il conflitto armato fra le autorità di Ankara e i militanti curdi. Nella base di Incirlik sono presenti ben 100 ordigni nucleari statunitensi, oltre la metà di quelli presenti in territorio europeo, una situazione che, secondo Kristensen, è da ritenersi “discutibile”.

Ad Aviano è stata creata una nuova recinzione che contiene solo 12 dei 18 caveau sotterranei che custodiscono le bombe atomiche, il che lascia presagire un ridimensionamento della base nucleare. Sembra probabile che le bombe atomiche in surplus vengano riconsegnate agli Stati Uniti.

L’Italia è l’unica nazione europea con due basi nucleari e quella con il maggior numero di bombe.

Nello scorso luglio "L’Espresso" aveva rivelato un’indagine della Procura di Milano, culminata con l’arresto di due jihadisti, che puntavano alla base americana di Ghedi, la quale dovrebbe essere oggetto di interventi simili a quelli di Incirlik ed Aviano. Altre armi atomiche sono stoccate nelle basi di Büchel (Germania), Kleine Brogel (Belgio) e Volkel (Olanda) ed è probabile che tutte le basi subiscano un giro di vite delle misure di sicurezza. Le perplessità sollevate dai pacifisti che nel 2010 riuscirono a intrufolarsi nella base belga senza troppi problemi sono state finalmente accolte con l’autorità: il contesto internazionale invita alla cautela che, quando si tratta di testate nucleari, non è mai troppa.

Fonte: http://www.ecoblog.it

 


 

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