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Uno scandalo devastante sta investendo l’esercito francese. La denuncia, contenuta in un rapporto Onu riservato e finora rimasto segreto, parla di abusi che avrebbero subito alcuni bambini, il più piccolo di appena otto anni, da parte dei soldati francesi nella Repubblica Centrafricana.

 

 

Secondo Le Monde nell'inchiesta sarebbero finiti sedici militari, tutti parte della missione che il presidente Francois Hollande inviò a Bangui nel dicembre del 2013 nell’ambito dell’operazione Sangaris, ancora in corso, per sedare la guerra civile. I militari si sarebbero approfittati di minori affamati e senza tetto "in cambio di soldi e cibo".

Le violenze sarebbero state commesse all’aeroporto di M’Poko, tra il dicembre e il giugno 2014. Il governo francese ha reso noto di essere stato messo a conoscenza delle accuse a luglio del 2014 dall’Alto Commissario Onu per i diritti umani. Tanto che l'inchiesta è cominciata nel mese di agosto. Il ché negherebbe le accuse di aver coperto la denuncia. "Ricorreremo a tutti i mezzi possibili per accertare la verita", assicura l'Eliseo. Lo scandalo è stato rivelato mercoledì dal quotidiano britannico Guardian, a cui il co-direttore della ong americana, Aids-Free World, Paula Donovan, ha consegnato il rapporto. Il documento raccoglie le testimonianze di sei bambini, dagli 8 ai 15 anni, considerate molto attendibili, e coinvolge una quindicina di soldati francesi che avrebbero scambiato cibo, e a volte piccole somme di denaro, in cambio di favori sessuali. "I bambini hanno raccontato che avevano fame e hanno pensato di poter ottenere cibo dai soldati - ha raccontato la Donovan - la risposta dei soldati era 'se fai questo, ti darò da mangiare', anche se i vari bambini hanno usato parole ciascuno diverse". I ragazzini hanno raccontato di esser stati violentati, altrui abusati, altri hanno detto di aver assistito alle violenze sui loro compagni; alcuni sono stati in grado di riferire una descrizione accurata dei presunti aggressori, dettagli che dovrebbero aiutare a identificarli.

Il segretario di Stato per la Famiglia, Laurence Rossignol, ha ammesso che, se i fatti sono veri, sono di "estrema gravità". "Sappiamo bene che nell’ambito di operazioni di guerra o in Paesi in cui ci sono disordini, le donne e i bambini diventano vittime di predatori - ha spiegato - ma se coloro che sono lì per proteggere diventano predatori, questo è un doppio crimine". Ma certo per Parigi, che ha inviato mille soldati nell’ex colonia per disarmare le milizie musulmane Seleka e quelle cristiane anti-Balaka, è una brutta tegola. Alla vicenda si aggiunge anche un risvolto diplomatico. L’uomo che ha fatto filtrare il documento, consegnandolo alle autorità francesi, è un funzionario dell’Onu, lo svedese Andres Kompass, con un’esperienza di trent’anni sul campo e che avrebbe agito in risposta a quello che considerava l’immobilismo delle Nazioni Unite. Il diplomatico, che è stato sospeso ed è oggetto di un’indagine interna, adesso rischia il licenziamento. La Svezia però è già scesa in campo: l’ambasciatore all’Onu ha avvertito i vertici del Palazzo di Vetro che "non sarebbe una buona cosa" se Kompass fosse costretto a dimettersi.

Fonte: http://www.ilgiornale.it

 


 

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