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Edward Loure è un capo tribù Masai in Tanzania, un pastore laureato in gestione e management che ha messo il suo sapere a disposizione della sua comunità, riuscendo a cambiare la loro vita e il loro futuro.

 

 

A quarant’anni Loure ha vinto insieme ad altre sei persone il Goldman Environmental Prize, il cosiddetto Nobel Per l’ambiente. Il suo impegno per salvaguardare il pianeta ha origini lontane. Egli infatti, guida l’Ujamaa Community Resource Team (Ucrt), una delle prime Ong locali tanzaniane che lotta per lo sviluppo sostenibile e per i diritti della terra.

 

 

Il suo merito è quello di essere riuscito a far modificare una legge esistente ma inefficace, garantendo la tutela di oltre 80mila ettari di terra per le generazioni future. Loure è nato nelle pianure di Simanjiro, zone in cui si vive di esclusivamente di pastorizia; gli oltre 3 milioni di ettari di terreno ospitano una fauna incredibile che fa gola alle multinazionali del turismo. Complice un governo corrotto, la maggior parte di quelle regioni erano state svendute e trasformate in safari e le popolazioni semi-nomadi erano state espropriate e trasferite altrove.

 

 

A partire dal 1950, le popolazioni indigene erano state, quindi, emarginate e tenute all’oscuro della vendita di concessioni. La creazione di strutture aveva sconvolto l’equilibrio dell’ecosistema della zona e causato notevoli problemi alla comunità Masai, sfollata anche a causa della crescita del turismo. Nel 1970, il governo tanzaniano aveva permesso la costruzione del Tarangire National Park e sfrattato tutti i masai che vivevano entro i confini.

 

 

Grazie al suo background culturale, Loure si è reso conto che lo Stato stava svendendo in maniera illecita a speculatori che volevano creare, tra le altre cose, anche allevamenti intensivi illegali. Il pastore ha deciso così di utilizzare attraverso la sua organizzazione, il Village Land Act, una legge fondiaria destinata a garantire ai villaggi locali la proprietà delle loro terre.

 

 

Tuttavia, questa norma a causa della lentezza nella sua applicazione finiva per promuovere e incentivare corruzione e abusi politici. Fino a quanto Loure ha trovato un cavillo giuridico chiamato Certificates of Customary Rights Occupancy, che conferisce inalienabili diritti fondiari a un’intera comunità. In pratica con questi “certificati” la terra non viene più assegnata al singolo individuo ma a tutta la comunità. E grazie a questo sistema, il Village Land Act può finalmente proteggere i pascoli masai da tour-operator e speculatori agricoli.

 

 

Una svolta per queste popolazioni, che sono tornate a occupare le loro terre. L'impegno di Loure continua invece anche nelle altre regioni della Tanzania, il suo obiettivo è quello di evitare la speculazione e favorire uno sviluppo sostenibile per l'ambiente e l'economia.

Dominella Trunfio

Fonte: http://www.greenme.it

 

 

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