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Gianni Golfera è un personaggio noto al pubblico e alla scienza per la sua intensa attività di ricercatore e formatore e, soprattutto, per una memoria definita pressoché “illimitata” in sede sperimentale. E’ considerato dalla comunità scientifica internazionale “l’uomo con più memoria al mondo”.

 

 

E' l'deatore del sistema GiGoTec (Gianni Golfera Tecniques) che consente l'apprendimento di qualsiasi informazione in brevissimo tempo.

Gianni Golfera, l’“uomo dalla memoria d’oro”, il giovane neanche trentenne che riesce a ricordare tutto, quello che ha memorizzato alla lettera 261 libri e che può ripetere, senza commettere errori, sequenze di 10.000 numeri, è ben lontano dal voler suscitare particolare meraviglia in platee alla ricerca di sensazioni forti. L’obiettivo di Gianni Golfera è informare il maggior numero di persone possibile che la sua memoria formidabile non è né un talento acquisito geneticamente, né il frutto di un’intelligenza fuori dal comune, ma piuttosto il risultato dell’applicazione costante di una tecnica che può essere appresa da chiunque.

 

Gianni, ci parli un po’ del suo “viaggio nella memoria”.

Beh, è iniziato molti anni fa, quando ero ancora un bambino e ricevetti in regalo, da un professore amico di famiglia, il De Umbris Idearum di Giordano Bruno, un trattato in cui il grande filosofo del 1500 presenta le sue strategie e tecniche di memorizzazione. Quella lettura rappresentò il primo contatto con l’idea che la memoria e le capacità di apprendimento di cui siamo dotati naturalmente, possano essere enormemente potenziate attraverso un metodo creato dall’uomo.

 

Lei ha avuto fin da bambino la memoria formidabile che conosciamo dalle sue dimostrazioni in pubblico e alla tv?

Al contrario, sono sempre stato un bambino dall’intelligenza cosiddetta “normale”. Prima di approfondire e integrare i metodi dei grandi mnemonisti della storia e di formulare un mio sistema – il metodo GiGoTec – non mi sono mai particolarmente distinto per capacità di memorizzazione al di fuori della media.

 

Questo significa che la sua intelligenza non ha caratteristiche particolari? Perché vede, le sue prestazioni mnemoniche sono così straordinarie da sembrare “genetiche”.

L’unico tratto che mi caratterizzava da bambino e che mi contraddistingue anche da adulto è quello di essere una persona molto curiosa e motivata ad apprendere. Se la mia intelligenza possiede requisiti di origine genetica, sicuramente questi sono la curiosità e la motivazione. E si tratta di requisiti di cui tutte le persone sono dotate in varia misura, e che possono essere sviluppati in chiunque.

 

Quindi, a coloro che vengono da lei e le chiedono: “Come posso potenziare la mia memoria?”, cosa risponde?

Potrei rispondere con tre semplici parole, che sono indissolubilmente legate tra loro: motivazione, curiosità e metodo… ovviamente un metodo che funziona!.

 

Parliamo dunque del metodo GiGoTec. Che cos’è?

Il metodo GiGoTec (Gianni Golfera Tecniche) è un sistema di memorizzazione che consente di fissare le informazioni nella cosiddetta memoria a lungo termine, attraverso un procedimento di ri-elaborazione mentale delle informazioni. Tutti possono apprenderlo e utilizzarlo nei contesti più vari. In Italia, ad esempio, l’ho insegnato ai Deputati della Camera, ai medici dell’Associazione Internazionale di Medicina Ortomolecolare, all’Iri Management, alle società del gruppo Enel, ai dirigenti di Poste Italiane, alle Università di Bolzano, Ferrara e Milano e in innumerevoli altre situazioni e contesti.

 

Il suo metodo è stato analizzato scientificamente?

Un gruppo di studiosi dell’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano, guidati dal neurobiologo Antonio Malgaroli, nell’aprile del 2002 hanno analizzato il mio metodo costatandone l’efficacia; inoltre nel 2004, sul numero 63 del prestigioso Brain Research Bulletin, sono stati pubblicati i risultati dell’analisi del mio metodo, che ne confermano la validità scientifica.

 

Su cosa si basa il suo metodo?

Alessio Roberti, docente di “Metodologia di studio e lettura veloce” all’Accademia della Guardia di Finanza, presso la Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza e presso il Comando Generale della Guardia di Finanza, dopo averlo sperimentato di persona, ha presentato efficacemente il sistema GiGoTec come “sistema di ri-elaborazione delle informazioni che aumenta l’attività neurologica nel momento in cui le informazioni stesse vengono acquisite”. La conseguenza di una maggiore “neuro-attivazione” è proprio una più facile ed efficace memorizzazione dei dati.

 

Di quali dati sta parlando? Liste di nomi, codici, numeri di telefono?

Certo, ma non solo di questo tipo di informazioni. Qualsiasi tipo di dato può essere fissato nella memoria a lungo termine, quando il metodo è stato acquisito in modo preciso e praticato con continuità e costanza. È possibile ricordare perfettamente testi d’esame, discorsi da tenere in pubblico, luoghi, indirizzi, circostanze, impegni, il lessico di una lingua straniera. L’importante è decidere di applicare il metodo nel momento in cui si entra in contatto con un’informazione che si prevede di voler richiamare successivamente.

 

Quali sono le caratteristiche principali del metodo GiGoTec?

Sono contenute nell’acronimo E.M.A.I.C.E. (E MAI CE lo dimenticheremo!), che sta per Esagerazione, Movimento, Associazione Inusuale, Coinvolgimento Emotivo. A dire il vero, più che essere le caratteristiche del metodo, sono le caratteristiche delle immagini che è necessario visualizzare all’atto della memorizzazione di un’informazione. E, andando a monte, sono le caratteristiche di cui è dotata ogni informazione capace di fissarsi nella memoria a lungo termine.

 

Può fare un esempio?

Certo. Affinché questo concetto risulti più chiaro possibile, è sufficiente ricordare dove ci trovavamo e cosa stavamo facendo quando abbiamo appreso la notizia dell’attentato alle due Torri Gemelle a New York. Quel ricordo è nella nostra memoria a lungo termine, e a ben guardare contiene proprio le quattro caratteristiche di cui sopra: l’esagerazione dell’evento, il movimento degli aerei e del crollo dei due edifici, l’associazione inusuale degli elementi del contesto e il forte impatto emotivo conseguente a tutto questo. Quando un ricordo si stabilizza nella memoria a lungo termine, si attivano delle reazioni di tipo biochimico, diverse rispetto a quelle che si attivano per la memoria a breve e a medio termine. In altre parole, quando un’informazione è esagerata, in movimento, associata in modo inusuale e capace di coinvolgerci emotivamente, il nostro cervello funziona in maniera diversa dal solito. Ci consente, infatti, di ricordare per sempre quell’informazione e tutto ciò che è accaduto poco prima e poco dopo il momento di assunzione del dato, anche se non è attinente a quest’ultimo. Quando si desidera memorizzare qualcosa, dunque, è sufficiente dotare l’informazione delle quattro caratteristiche “E.M.A.I.C.E.”. In questo sta il nocciolo del metodo GiGoTec.

 

Ammettiamo che mi vengano presentate molte persone nel giro di pochi minuti. Come si applica il metodo?

Ricordare i nomi delle persone è una delle prime funzioni che insegniamo ai corsi GiGoTec. Il punto è collegare un’immagine al nome della persona e quindi alla persona stessa. Se quest’immagine sarà esagerata, in movimento, associata in modo inusuale ed emotivamente coinvolgente, il nome della persona si fisserà indelebilmente nella nostra memoria.

 

Può fare un altro esempio pratico?

Sicuro. Se conosco il signor Alberto, per prima cosa noterò in lui una caratteristica fisica particolare. Ad esempio, se avesse un naso molto pronunciato, potrei immaginare che la superficie del suo naso si estende ancora e ancora, e che su di essa vi sia un’enorme quantità di spaghetti, come quelli che mangia Alberto Sordi nella celebre scena del film Un americano a Roma.

 

Ma questo processo non richiede molto tempo? Come si fa a visualizzare un’immagine così complessa quando le informazioni in arrivo sono tante?

È questione di pratica. Con un’applicazione costante del metodo, chiunque può imparare a visualizzare, nel giro di una frazione di secondo, l’immagine che gli serve per fissare il ricordo.

 


E poi, ogni volta che avrò la necessità di ricordare il nome e di associarlo alla persona, dovrò ripensare all’immagine che ho visualizzato la prima volta?

È vero esattamente il contrario. Il procedimento che ho appena spiegato determina un’attivazione neurologica tale da consentirmi di richiamare il ricordo quando mi occorre, senza dover più ricorrere all’immagine creata in un primo momento. Cioè: incontro di nuovo il signor Alberto e mi ricordo istantaneamente come si chiama.

 

Ci parli di qualche altra applicazione del metodo… Quali sono le categorie di persone a cui può tornare utile?

Il ricorso ad immagini “E.M.A.I.C.E.” è alla base di tutte le applicazioni del metodo. Benché memorizzare un testo di Anatomia sia un’operazione più complessa rispetto alla memorizzazione del nome di una persona, il metodo GiGoTec è applicabile a questa e ad altre necessità, come ad esempio a quella di ricordare le caratteristiche di un campionario di prodotti che presentano sottili differenze l’uno rispetto all’altro. Mi è difficile pensare a categorie di persone che non traggano vantaggio dalla capacità di ricordare con precisione un gran numero di informazioni. Lo studente che deve preparare gli esami, il dirigente aziendale che deve coordinare riunioni e interventi, il manager, il rappresentante di commercio, la commessa. Chiunque fa una bella figura, anche semplicemente ricordandosi la data del compleanno dei suoi amici e parenti.

 

Ritiene che il metodo GiGoTec possa essere insegnato nelle scuole?

Sono convinto che se il metodo GiGoTec venisse insegnato nelle scuole, lo studio non sarebbe più associato a sentimenti di noia, frustrazione, difficoltà e paura. La facilità con cui si memorizzerebbero le informazioni renderebbe i processi di apprendimento più fluidi e meno grevi. La fatica del sistema di memorizzazione classico, quello basato sulla ripetizione lineare delle informazioni, lascerebbe il posto all’amore per la cultura e al desiderio di conoscere. L’esperienza scolastica diventerebbe un’avventura stimolante fatta di esplorazioni e scoperte.

 

Quanto tempo occorre ad imparare il metodo GiGoTec?

Due giorni di corso sono sufficienti ad apprendere gli elementi fondamentali del metodo. In seguito, la sua efficacia dipende dalla pratica e dalla costanza di coloro che lo hanno imparato: anche il corpo dell’atleta fisicamente più dotato non produce risultati, se rimane a sedere in poltrona o se non si allena mai.



Parliamo del suo nuovo libro Più memoria?

Il libro fornisce alcune informazioni indispensabili sulla memoria e sul metodo GiGoTec. Svolge una panoramica sul funzionamento della memoria a breve, a medio e a lungo termine e presenta una parte pratica in cui si invita il lettore a sperimentare immediatamente il metodo GiGoTec. Possiamo considerare il libro una “finestra” sul metodo, una valida introduzione al sistema e, contemporaneamente, un supporto didattico durante e dopo la frequenza del corso. Lo strumento fondamentale per apprendere correttamente il metodo GiGoTec rimane comunque il corso, durante il quale si affrontano e si risolvono questioni teoriche e, soprattutto, si fa tanta, tanta pratica.

 

Lei ha ha dato dimostrazioni delle sue formidabili capacità mnemoniche in istituti di ricerca scientifica prestigiosi quali il Boston Institute of Technology e l’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano. Gli autori di uno studio recentemente hanno dichiarato di non aver potuto stabilire i limiti della sua memoria. È proprio sicuro che il suo sia “solo” un metodo e non una dote naturale?

Come ho già detto, è questione di metodo, ma anche di interesse e motivazione. E, soprattutto, di allenamento. Sono certo che chiunque apprenda il metodo e sia dotato di amore per la conoscenza al punto da esercitarsi con costanza, sia capace di performance straordinarie.

 


Che cosa significa per lei ricordare?

Ricordare significa pensare. Senza ricordi, non saremmo in grado di formulare pensieri. Inoltre, senza ricordi, saremmo privi di identità. Il ricordo è vita, dunque. Ed è per questo che vale la pena lavorare per rinforzare la propria memoria: in questo modo contribuiamo a rinforzare noi stessi, le nostre idee, la nostra capacità di stare al mondo.

Fonte: https://www.macrolibrarsi.it


 

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