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Come si ricarica il cellulare? Semplice! Si ricava energia elettrica dagli scambi di elettroni che avvengono naturalmente nei processi chimici propri della vita… Questa in realtà non è un’idea nuova ma la novità del progetto è quella però di sfruttare l’elettricità prodotta dai batteri delle acque reflue.

 

 

Il progetto spagnolo a cui partecipa anche uno scienizato italiano si chiama ABU (Acumulador Bioelectrico Universàl) ed è stato presentato al "Forum mondiale delle ecotecnologie per il recupero delle acque reflue" di Verona.

Il principio è quello della bioelettrogenesi, ovvero la produzione elettrica che avviene per mezzo di microorganismi. In questo caso di stratta di utilizzare dei batteri che svolgono due funzioni importanti per l’ambiente: quello di degradare la materia organica presente nelle acque di scarto e la produzione di eletttroni come risultato del processo metabolico.

In sé non è nulla di nuovo, avviene ogni giorno nel nostro organismo quando ingeriamo del cibo e lo digeriamo.

I risultati ottenuti nei laboratori spagnoli sembrano promettenti. Si è riusciti infatti a produrre elettricità e decontaminare il suolo, e sono già stati fatti esperimenti con terreni inquinati da diesel ed atrazina. Unico problema il voltaggio, per ora arriva massimo a 1,5 volt, ancora poco per ricaricare un telefono ma con il vantaggio di essere disponibile gratuitamente e 24 ore su 24.

Dalle Università spagnole è però nato uno spin off, Nanoelectra , il cui obiettivo è quello di trasformare queste scoperte in applicazioni valide a fini industriali. E’ nato così ABU che è in grado non solo di raccogliere e accumulare energia, ma di liberarla ad un voltaggio, quello di 5 volt, adatto al consumo di un telefono.

Il progetto ha forse poco senso in Europa, dove c’è abbondanza di elettricità ma assume un valore molto importante per molte zone del mondo dove manca totalmente.

Fonte: http://www.tuttogreen.it

 


 

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