Lo spezzone qui sopra viene da un giornale e mostra quello che per molti e' una disparita' di trattamento nei reati violenti. Il pedofilo che ha rovinato per sempre la psiche e la vita di una bambina finisce agli arresti domiciliari, mentre il maltrattatore di animali e' andato in carcere. Con questa riflessione NON si difende in alcun modo il maltrattatore di animali, deve pagare ed anche le bestie hanno diritti e conseguenze psicologiche per tutto il resto della loro esistenza. Si percepisce pero' come una disparita' di trattamento? Puo' passare nella mente di molti un brutto sospetto:
"Il maltrattamento di animali spesso e' un reato commesso da gente con pochi soldi ed enormi frustrazioni, mentre la pedofilia e' notoriamente "riservata" ai ricchi. Chi ha soldi ed amicizie influenti spesso in prigione non ci va', indipendentemente dalla gravita' del reato?"
Le cose non sono cosi' semplici. E' vero che le statistiche indicano chiaramente che in Italia in prigione ci vanno quasi solo i poveri, mentre chi puo' pagarsi dei buoni avvocati spesso si salva. L'idea dell'impunita' che si possono preventivare i violenti benestanti probabilmente li aiuta a commettere crimini, se si sentono sicuri di non essere puniti dalla legge tutto diventa possibile. Quello che non dobbiamo fare e' pensare che il mondo sia a compartimenti stagni, non si tratta di pedofili contro maltrattatori perche' quasi sempre chi e' cosi' disumano e crudele da violentare una bambina ha alle spalle una "carriera" come torturatore di animali, ha un passato di bullismo oppure di incitatore alla violenza. Anche un povero pero' puo' essere violento e difficilmente punibile se per esempio puo' ricattare gente influente, o se riesce a rendersi latitante.
Semplicemente la violenza e' violenza, e va' fermata sempre e comunque. Non importa il reddito di chi la compie, non ci si puo' soffermare a dire chi e' piu' colpevole di altri perche' si rischia di assolvere in parte qualcuno. Troppo spesso la crudelta' contro gli animali e' l'anticamera di analoghe o peggiori violenze contro gli esseri umani, viste in "prospettiva storica" queste "carriere dei violenti" parlano da sole. Magari cominciano da ragazzini con l'infliggere dolore alle rane, poi a fare tentati omicidi per divertimento (contro emarginati ed handicappati, per esempio lanciandoli in un torrente gelato da un ponte) o lanciando sassate contro le automobili dei cavalcavia, e piu' avanti negli anni passano a stupri e pedofilia. Non ci sono paratie stagne, ma anzi troppo spesso e' tutto collegato. Chi ipoteticamente assolve o lascia agire un violento magari si puo' divertire con i soldi della tangente ricevuta, ma e' totalmente sicuro che magari una delle future vittime non sara' un suo parente o un suo amico?
Articolo del Webmaster del portale Ogigia.