Il bombardamento della Jugoslavia da parte della NATO nel 1999 è stato un genocidio per i mezzi di distruzione usati e per le conseguenze. Lo ha dichiarato oggi a Sputnik la dottoressa Danica Grujicic, direttrice del reparto di neuro-oncologia del Centro Clinico Serbo.
"La NATO ha commesso un genocidio. Ha deliberatamente bombardato tutti gli obiettivi contrassegnati come pericolosi per l'ambiente, scatenando un disastro ambientale in tutta la regione", ha detto la Grujicic.
L'esperta ha spiegato che si tratta di industrie chimiche, raffinerie di petrolio e centrali elettriche.
"Una grande quantità di oli, sostanze cancerogene e tossiche furono disperse nell'aria, nella terra e nell'acqua. Benzina e altri derivati del petrolio, e cinque tonnellate di mercurio finirono nel Danubio", ha aggiunto l'esperta.
Nel 1999 lo scontro armato tra i separatisti albanesi dall'esercito di liberazione del Kosovo, l'esercito serbo e la polizia ha portato al bombardamento della Repubblica federale di Jugoslavia (all'epoca composta da Serbia e Montenegro) da parte delle forze della NATO, che scavalcarono la posizione del Consiglio di sicurezza dell'ONU.
Gli attacchi aerei della NATO sono durati dal 24 marzo al 10 giugno 1999. Il numero esatto delle vittime è sconosciuto. Secondo le stime delle autorità serbe, ci sono stati circa 2.500 morti e oltre 12.000 feriti. I danni materiale, secondo varie fonti, sono stimati tra 30 e 100 miliardi di dollari.
Fonte: https://it.sputniknews.com