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Ancora una volta è la natura a mettere a nostra disposizione i migliori rimedi contro problemi finora considerati irrisolvibili dalla scienza. Pare infatti che una sostanza contenuta in una particolare varietà di avocado sia in grado di azzerare i sistemi di autodifesa di alcuni batteri rivelatisi multiresistenti agli antibiotici. E’ il caso degli stafilococchi, tra cui è possibile annoverare il temuto Staphylococcus Aureus, ritenuto dagli esperti tra i maggiori responsabili di infezioni contratte a seguito di ferite post-operatorie e tra le cause scatenanti di endocarditi ed ascessi.

 

 

L’importante scoperta è avvenuta grazie agli studi effettuati da Jes Gitz Holler, ricercatore dell’Università di Copenhagen, i cui risultati sono stati pubblicati tra le pagine dell’autorevole rivista scientifica Journal of Antimicrobal Chemotherapy. Holler si è occupato di prendere in esame una particolare specie di avocado (Persea lingue), tipica della foresta amazzonica cilena. In tal modo egli avrebbe individuato una sostanza in grado di manomettere lo spontaneo sistema di autodifesa normalmente attuato dagli stafilococchi in presenza degli antibiotici finora testati su di essi.

Da diversi decenni gli scienziati si occupano infatti di esaminare le reazioni degli stafilococchi ai farmaci che dovrebbero contrastarne l’azione, non essendo però mai giunti ad una conclusione convincente o ad un rimedio universalmente efficace. Se fino a questo momento il mondo occidentale ignorava i poteri nascosti dell’avocado, così non era per la popolazione cilena di etnia Mapuche, che da secoli ricorre all’azione delle foglie della suddetta pianta al fine di curare e guarire le ferite infette.

L’avocado cileno è tra le specie vegetali caratteristiche della foresta pluviale, che rappresenta uno degli ecosistemi più variegati del nostro pianeta e che prosegue purtroppo ad essere minacciata dalla deforestazione. La nuova scoperta scientifica, unita ad altre avvenute di recente, non fa altro che riportare al centro dell’attenzione le sue ancora spesso insondate risorse, ricchi tesori potenzialmente utili per la nostra sopravvivenza, che andrebbero dunque tutelati ed impiegati con criterio.

Proprio al fine di evitare uno sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali amazzoniche, gli studiosi sperano di poter potenziare in laboratorio l’efficacia della nuova sostanza individuata, in modo da rendere necessario l’impiego di una minima quantità della stessa in vista del possibile futuro sviluppo di appositi farmaci in grado di annullare la resistenza degli stafilococchi all’azione degli antibiotici.

Marta Albè

Fonte: http://www.greenme.it

 


 

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