"Now the trumpet summons us again–not as a call to bear arms, though arms we need–not as a call to battle, though embattled we are– but a call to bear the burden of a long twilight struggle, year in and year out, “rejoicing in hope, patient in tribulation”–a struggle against the common enemies of man: tyranny, poverty, disease and war itself."
John F. Kennedy, 1961
Questa volta la spariamo grossa e non parliamo di un gioco da tavolo. Parliamo DEL gioco da tavolo. C’è infatti un titolo che, pur appartenendo ad un genere “di nicchia” come quello dei wargame medio-complessi, è stato in grado di dominare le più importanti classifiche di gradimento per quasi dieci anni. Roba che Risiko si sogna. Stiamo parlando di Twilight Struggle, gioco strategico di simulazione per due giocatori, ambientato in un periodo storico “vicino” e ricco di sfumature come la Guerra Fredda. Alla guida delle due superpotenze uscite vittoriose dalla seconda guerra mondiale dovremo “spartirci” il mondo: espandendo la nostra area di influenza a forza di azioni diplomatiche e golpe, ma stando sempre ben attenti a mantenere il livello di DEFCON sotto controllo per non sfociare in un conflitto nucleare che porterebbe alla fine della partita e alla sconfitta della fazione che lo ha provocato.
Twilight Struggle appartiene alla categoria di boardgame definita “card-driven”: ogni interazione col tavolo sarà quindi determinata dalle carte giocate. All’inizio di ogni turno ogni giocatore pesca una mano di carte relativa al periodo storico affrontato (inizio, metà e fine guerra) e sceglie fra di esse quale giocare. USA e URSS quindi si alterneranno andando a modificare con le loro azioni lo stato del planisfero. Ad ogni carta corrisponde un evento neutrale (giochi olimpici, intervento dell’ONU…) oppure favorevole all’URSS (Fidel, crisi di Suez…) o all’USA (piano Marshall, creazione della CIA…). Ogni carta inoltre possiede un valore in “punti operazione” tanto più alto quanto più grande è l’impatto dell’evento collegato: i punti servono ad effettuare colpi di stato o più spesso ad aumentare il proprio punteggio di influenza in una nazione. Attenzione però, ogni colpo di stato peggiora il DEFCON!
Ogni carta può dunque essere giocata in 3 modi:
- come evento
- come punti operazione
- utilizzata per sostenere la Corsa allo Spazio
Quest’ultima modalità consente di scartare gli eventi favorevoli alla fazione avversaria per far sì che questi non si attivino. Ed ecco l’aspetto più interessante del gameplay. Come è ovvio posso usare le carte dedicate alla mia fazione come punti O come evento, ma posso decidere di usare ANCHE le carte “nemiche” per sfruttarne i punti operazione. Questo però mi obbligherà ad attivare anche l’evento ad esse collegato, con le relative conseguenze negative. Un meccanismo di bilanciamento eccezionale, a mio avviso.
Ma come si vince la partita? Ogni continente ha una carta punteggio dedicata: quando questa viene giocata i due giocatori guadagnano punti sulla base della supremazia territoriale in quella particolare zona del mondo.
Senza scendere troppo nel dettaglio: Twilight Struggle riesce a ricreare l’atmosfera di tensione della Guerra Fredda attraverso l’alternanza di azione fra i giocatori, gli eventi evocativi e coerenti e la situazione geopolitica che mossa dopo mossa si realizza sul tavolo. All’ottimo livello di simulazione si somma un grande appagamento per i giocatori offerto dalla grande possibilità di scelta e da una longevità estrema. Le evidenti caratteristiche da wargame tattico vengono esaltate anche da una componente strategica non trascurabile: alla seconda-terza partita i giocatori si renderanno conto degli equilibri delle meccaniche, del “flow” del gioco e con la conoscenza delle carte diventerà ancora più facile progettare una strategia ed adeguarla nel corso del match.
Twilight Struggle è veramente immenso: un gioco che saprà valicare i confini di una semplice scatola per far vivere alla coppia di giocatori un’esperienza profonda e completa. Un titolo che racconta una storia, ogni volta diversa, e che ti consente di forgiarla e viverla allo stesso tempo. Da giocare. E RI-giocare.
Francesco Bucci
Fonte: https://polinice.org