Nel 2014 la Russa di Vladimir Putin, in concomitanza con le proteste in Ucraina (Euromaidan), diede avvio ad una rapida annessione della penisola di Crimea. L'evento fu il culmine di una storia lunga e tormentata. La Crimea è da sempre stata territorio di frontiera, crocevia di regni e imperi. Con il crollo dell'Unione Sovietica, la penisola rimase in possesso dell'Ucraina, nonostante la maggioranza russofona al suo interno. La debolezza nazionale ucraina diede così modo al Cremlino di avanzare le sue pretese territoriali sulla Crimea (e poi sul Donbass) nell'ottica non solo di riunificare i parlanti lingua russa ma anche di ampliare la propria sfera di influenza nel Mar Nero (ad es. importante in tal senso è la Flotta di Sebastopoli) ma anche nell'Europa orientale a scapito dell'alleanza NATO. Ripercorriamo brevemente la storia dell'annessione della Crimea, analizzando i vari punti di vista (occidentali e russi) sulle principali questioni, come anche sul referendum che convalidò l'entrata della penisola nella Federazione Russa nel marzo 2014.