. . .

Nel 1979, mentre i rivoluzionari iraniani prendevano il potere a Teheran, il consigliere della sicurezza nazionale di Carter, padrino del Frankenstein afghano e co-fondatore della Commissione Trilaterale Zbigniew Brzezinski, partecipò a un incontro a Quwayt City con l’emiro shaiq Jabir Ahmad al-Sabah, la Casa dei Saud e inviati del presidente iracheno Saddam Hussein. Il gruppo decise che la Guardia Repubblicana di Saddam avrebbe occupato la provincia iraniana ricca di petrolio del Khuzistan. Nel 1980 l’Iraq invase l’Iran. Nello stesso anno l’ambasciatore del Quwayt alle Nazioni Unite illuminò sulle forze che usarono Brzezinski per pungolare Hussein nel tentativo di separare i giacimenti petroliferi dall’Iran. Informò l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che “una cabala che controlla, manipola e sfrutta il resto dell’umanità controllando il denaro e la ricchezza mondiale“.

 

 

Armi silenziose per guerre discrete.
La cabala di cui l’ambasciatore del Quwayt alle Nazioni Unite riferiva era la JASON Society che, secondo il libro dell’autore William Cooper, Behold a Pale Horse, nacque nel 1952 dall’alleanza tra nobiltà nera europea, Illuminati e Vaticano. La JASON Society è anche nota come L’ordine della Cerca, nome esatto dell’afghano Roshaniya “che Tutto Vede”. La struttura di potere della JASON viene reclutato da Skull & Bones, dal gruppo inglese di Oxford Scroll & Key e dalla tedesca Thule Society. JASON ha stretti legami con la Commissione Trilaterale e il CFR. [1] Il suo nome deriva dalla storia di Giasone e il vello d’oro, ovvero la ricerca della verità. Il presidente Eisenhower commissionò alla JASON l’indagine sulla questione degli UFO. Molti dei migliori scienziati del gruppo provenivano dal Progetto Manhattan che sviluppò la bomba atomica. Il gruppo era responsabile dell’avvento della guerra sottomarina e dell’iniziativa Star Wars del presidente Reagan. JASON è la forza trainante segreta della tecnologia militare degli Stati Uniti, sviluppata in luoghi come l’Area 51, nei pressi di Groom Lake, Nevada. Cooper, un ex-ufficiale della Naval Intelligence, affermava che gli scienziati della JASON erano giunti alla conclusione che l’effetto serra può effettivamente portare ad una nuova era glaciale. The Pentagon Papers rivelano che la JASON ideò la barriera elettromagnetica posta sulla DMZ (zona demilitarizzata) durante la guerra del Vietnam. [2] JASON, attraverso la nobiltà nera, opera con il gruppo Bilderberg, il cui comitato politico, nella sua prima riunione nota nel 1954, approvò il documento della JASON intitolato "Armi silenziose per guerre discrete". La ricerca per conto del documento fu svolta presso la Harvard Economic Research Project della Fondazione Rockefeller. Ciò che segue sono stralci del documento, che Cooper sostiene di aver avuto in possesso: “Questa pubblicazione segna il 25° anniversario della Terza Guerra Mondiale, chiamata ‘guerra silenziosa’, condotta utilizzando armi biologiche personali… Implicando ampi obiettivi di controllo sociale e distruzione della vita umana, cioè schiavitù e genocidio… Dominio intorno al soggetto delle scienze energetiche… L’ideatore può dominare se il pubblico viene tenuto all’oscuro della metodologia… Si è deciso che una nazione o popolo del mondo che non usi la propria intelligenza non sia migliore degli animali… Queste persone sono bestie da soma e bistecche sul tavolo per scelta e consenso… Quindi… Si è deciso di intraprendere privatamente una guerra segreta… Togliendo l’energia naturale e sociale dai molti indisciplinati e irresponsabili per darla ai pochi auto-disciplinati, responsabili e degni. Al fine di realizzare un’economia del tutto prevedibile, gli elementi delle basse classi della società devono essere posti sotto controllo totale, cioè devono essere addomesticati, addestrati e soggiogati… Il nucleo familiare della classe inferiore deve essere disintegrato con un processo di crescente preoccupazione per i genitori… La qualità dell’istruzione per le classi inferiori deve essere del tipo più povero… Con un tale handicap iniziale, anche i più brillanti individui delle classi inferiori avranno scarse speranze di liberarsi dalla sorte assegnatagli dalla vita. Tale forma di schiavitù è essenziale per mantenere un certo grado di ordine sociale, pace e tranquillità per le classi superiori al governo. Il pubblico non può comprendere questa arma, e quindi non può credere che viene attaccato e sottomesso. Il pubblico… E' diventato un branco di barbari proliferanti… Una piaga sulla faccia della terra… E' possibile programmare i computer… Realizzando il completo controllo e la sottomissione del pubblico… La forma più semplice di amplificatore economico è la pubblicità. Se a una persona gli parla un inserzionista TV come se fosse un 12enne, poi… Romperà il suo salvadanaio per comprare quel prodotto… Ottenendo ciò disattivandone la mente… Coinvolgendone le emozioni… Più confusione, più profitto. Crea problemi e quindi offre soluzioni… Intrattenendo il pubblico a livello elementare… Tenendo il pubblico occupato… Tornando alla fattoria degli altri animali… La tecnologia delle armi silenziose è una conseguenza di una semplice idea succintamente espressa e applicata efficacemente… Mayer Amschel Rothschild… Scoprì il componente passivo mancante della teoria economica conosciuto come induttanza economica… Tale principio è ‘quando assumete l’aspetto del potere, la gente presto vi cederà’… Rothschild scoperì che i conti correnti di deposito o prestito avevano la necessaria apparenza del potere da poter essere usata per indurre le persone a cedere la loro ricchezza reale in cambio di cambiali (carta moneta). Rothschild prestò le sue cambiali a individui e governi. Poi avrebbe fatto scarseggiare i soldi, stringendo il controllo del sistema e raccogliendo garanzie attraverso l’obbligo dei contratti (di debito)… Le pressioni potevano essere fatte per fomentare la guerra. Poi avrebbe controllato la disponibilità di moneta determinando chi avrebbe vinto la guerra. Quel governo che gli diede il controllo del sistema economico ne otteneva il supporto… bilanciato dalla negazione della popolazione (genocidio)… la guerra dunque bilancia il sistema uccidendo i veri creditori… I politici sono dei sicari pubblicamente arruolati che giustificano l’atto (della guerra)… Prendendo il controllo del mondo con l’uso di armi economiche silenziose, sotto forma di ‘guerra silenziosa’ e riducendo l’induttanza economica del mondo a livelli di sicurezza con la schiavitù benevola e il genocidio… Se le classi inferiori possono essere controllate abbastanza a lungo, l’élite può raggiungere una posizione dominante sull’energia… Il livello ‘presidenziale’ di comandante in capo è condiviso dai banchieri internazionali“.

 

- Sapevo che c’era qualcosa di sbagliato quando la cartolina precetto è arrivata con la stessa busta dell’estratto conto della mia compagnia petrolifera. -

Armare gli iraniani.
Mentre Brzezinski diede a Saddam il via libera per invadere l’Iran, il direttore della CIA Bill Casey incontrò l’iraniano leale allo Shah Cyrus Hashemi a Madrid, apparentemente per pianificare un nuovo ciclo di “dominio dell’energia” e “induttanza economica”. Gli Stati Uniti ora armavano sia l’Iran che l’Iraq mandandoli in guerra, sperando di decimare entrambe le nazioni, falchi del prezzo del petrolio. Nel 1981 mentre Hashemi diede alla principessa Ashraf, sorella dello Scià dell’Iran, 20 milioni di dollari per lanciare il fronte dei Mujahidin del duro John Shaheen di Hong Kong; il fratello Jamshid acquistò un cargo greco che compì quattro viaggi tra il porto israeliano di Eliat e il porto di Bandar Abbas, sulla costa del Golfo Persico dell’Iran. Il suo carico erano 150 milioni di armi e munizioni prodotte dalle industrie della Difesa israeliane su licenza statunitense. Arif Durfani, trafficante d’armi pakistano, guidava un’altra cellula della compagnia che consegnò centinaia di milioni di dollari in armi agli iraniani. Durfani era un amico intimo del fondatore della BCCI Aga Hasan Abedi, la cui banca finanziava l’operazione. Fu anche vicino ai fratelli sauditi Gokal, che inviarono armi da Israele all’Iran. [3] Mentre il porto iraniano di Bandar Abbas era in piena attività, altre spedizioni di missili TOW entravano in Iran da nord, a Tabriz. A supervisionare l’armamento dell’Iran era l’assistente del segretario alla Difesa Richard Armitage, padrino della Far East Trading Company e rivelatore di Valerie Plame. Armitage assicurò il costante invio di armi da parte del collegamento della Casa Bianca con l’Arabia Saudita Richard Secord. Nel 1985 Ted Shackley incontrò Cyrus Hashemi ad Amburgo, dove questi lo presentò a Manucher Gorbanifar, un altro ex-agente della SAVAK che ora lavorava per il Mossad israeliano. Gorbanifar era un amico del presidente iraniano Hashemi Rafsanjani, che aveva la coltivazione di famiglia di alberi di pistacchio in Iran. Lavorò con la Rete nera della BCCI e spesso si procurò finanziamenti per i suoi affari sulle armi dal miliardario saudita Adnan Khashoggi. Gorbanifar divenne il contatto chiave iraniano della Compagnia di Secord. La BCCI pagò i piloti della Southern Air Transport, come Eugene Hasenfus, per portare le armi della Compagnia ai contras nicaraguensi ed ai mullah iraniani. Nel 1978 il 42% dei contratti della Southern Air della CIA riguardava voli verso l’Iran. Nel 1997 il Record di Mobile segnalò un incidente nella città dell’Alabama riguardante un aereo della Southern Air Transport. L’aereo atterrò presso la Mobile Aerospace Technologies. I meccanici lavorando sull’aereo, tolsero un pannello in fibra di vetro e trovarono centinaia di chili di cocaina. Il volo della Southern Air proveniva dall’America Latina ed era diretto per Miami, ma aveva compiuto una deviazione piuttosto tortuosa in Germania, lungo la strada. [4] Gli Stati Uniti inviarono missili Hawk e Phoenix per proteggere le installazioni petrolifere iraniane, in particolare la grande struttura di Kharg Island, che comprende l’enorme raffineria di Abadan alla foce della strategica via navigabile dello Shatt al-Arab sul Golfo Persico. Mansur Rafizadeh, ex-ufficiale dell’intelligence della SAVAK e collegamento della CIA, disse che gli Stati Uniti avevano sostenuto l’Ayatollah Khomeini pensando che il fondamentalismo islamico fosse la miglior difesa contro il comunismo in Medio Oriente. Questa strategia fu certamente usata in Afghanistan, dove la CIA finanziava la fazione più fanatica dei mujahidin assassini. Nonostante il rilascio degli ostaggi statunitensi, il giorno in cui Reagan giurò, gli iraniani avevano conservato un potente asso nella manica. L’Iran è il principale sostenitore di Hezbollah, il gruppo militare che combatteva l’occupazione israeliana del Libano meridionale. Gli israeliani continuamente si beffano della risoluzione ONU 3236, che prevede uno Stato palestinese, sequestrando altre terre arabe in Egitto, Siria, Giordania e Libano con le invasioni nel 1956, 1967 e 1973. Nel 1978 le truppe israeliane invasero il sud del Libano, dove rimasero fino al 2001. Nel 1984 gli Stati Uniti posero il veto a una risoluzione delle Nazioni Unite che all’unanimità chiedeva ad Israele di rispettare il diritto internazionale e di ritirarsi dal Libano. Nel giugno 2006 Israele bombardò Beirut e inviò truppe in Libano, dopo che due suoi soldati furono presumibilmente rapiti. Oltre 500 civili libanesi vennero uccisi. Il Libano è stato per decenni un paradiso fiscale offshore utilizzato dalla CIA attraverso la Republic Bank di Edmund Safra e una rete di contrabbandieri di droga e oro a Beirut. Henry Kissinger era un amico di Safra. Entrambi sedevano nel consiglio dell’American Express. Quando i nazionalisti arabi filosiriani presero il controllo del Libano repressero il riciclaggio di denaro della droga. La Republic Bank si trasferì a New York, dove continuò ad essere un attore importante nel mercato dell’oro. Nel 1999 la Republic Bank fu acquistata dal pescecane HSBC. Banchieri inglesi, israeliani e statunitensi furono costretti a spostare le loro attività a Dubai e Bahrayn, mentre i loro sicari di MI6, Mossad e CIA molestavano il nuovo governo libanese. Nel 1982 l’USS New Jersey bombardò Beirut supportando la milizia libanese pro-israeliana di Amin Gemayel. Nello stesso anno il ministro della Difesa israeliano Ariel Sharon, ora primo ministro del Paese, supervisionò il massacro di centinaia di libanesi a Sabra e Shatila. Nel gennaio 2002 Gemayel, che prese parte al massacro sotto il comando di Sharon, fu ucciso mentre stava per testimoniare sul calvario dinanzi a un giudice belga. [5] Il tribunale comunque incriminò Sharon per crimini di guerra. Hezbollah si vendicò dei massacri rapendo il capo della CIA in Medio Oriente William Buckley. Buckley fu il contatto della CIA con i fascisti argentini negli anni ’70, che gettarono 30000 sospetti di sinistra nell’Oceano Atlantico. [6] Buckley fu torturato e ucciso, ma non prima che Hezbollah registrasse delle videocassette di Buckley che svelava le operazioni nere della CIA nella regione. Hezbollah teneva ancora altri cinque agenti della CIA in ostaggio. Nel 1983 Hezbollah bombardò la caserma dei marines statunitensi a Beirut, uccidendo 283 soldati statunitensi e precipitando il ritiro degli Stati Uniti dal Libano. La CIA ricambiò con un’autobomba nel marzo 1985 in un sobborgo affollato sciita di Beirut, uccidendo 80 civili e ferendone 200. Poche persone sapranno mai cosa Buckley confessò nell’interrogatorio di Hezbollah, ma a quanto pare la CIA pensava che fosse abbastanza imbarazzante d’accordarsi con i sostenitori iraniani di Hezbollah. L’ex-agente della SAVAK e collegamento della CIA Mansur Rafizadeh disse che la CIA perseguiva una strategia a doppio binario in Iran. Da un lato armava l’Ayatollah e l’aiutavano a schiacciare la sinistra iraniana. Dall’altra parte lavoravano alla destabilizzazione del regime di Khomeini in vari modi. La CIA finanziava gruppi di esiliati iraniani come il Fronte per la Liberazione dell’Iran di Parigi e Radio Nejat con sede a Cairo. Nel 1986 la CIA reclutò il figlio dello Shah per deridere in 11 minuti i mullah e che fu trasmesso in Iran dalla CIA sulle reti televisive della nazione. Robert Sensi, un agente della CIA che lavorò con il riciclatore della BCCI Saud al-Faisal al-Fulaij della Quwayt Airways, creò una società di copertura della CIA in Iran con l’aiuto di Habib Moallem. Attraverso questi fronti, reclutarono gli agenti iraniani che avrebbero spiato i mullah e destabilizzato il governo.

Armare gli iracheni.
Sauditi e kuwaitiani accettarono di finanziare l’aggressione di Saddam Hussein all’Iran, nella provincia petrolifera del Khuzistan, su richiesta di Brzezinski. L’idea era separare il Khuzistan dal resto dell’Iran, quindi installare un governo fantoccio con cui i Quattro Cavalieri potessero fare affari. Il Khuzistan ospita la via d’acqua strategica dello Shatt al-Arab che sfocia nel Golfo Persico e forma il confine Iran/Iraq. Kharg Island, nel delta del corso d’acqua, ospita la maggior parte degli impianti petroliferi dell’Iran, comprese le raffinerie di Abadan e Ahwaz. Il Khuzistan detiene anche il 90% delle riserve petrolifere iraniane e la maggior parte delle importanti riserve di gas naturale dell’Iran, superate solo in Russia e Turkmenistan. Il Khuzistan è la roccaforte del partito Tudeh e dei mujahidin popolari, spine nel fianco di Ayatollah, Shah, Big Oil e simili. La popolazione della provincia è in gran parte araba e curda, mentre altrove predominano i persiani. La CIA sperava di sfruttare queste differenze etniche, come fa spesso. Brzezinski disse a Saddam che la sua Guardia Rivoluzionaria sarebbe stata vista in Khuzistan come “grande liberatrice degli arabi”. Ad Hussein venne inoltre assicurato il controllo dello Shatt al-Arab, che l’ex-presidente iracheno al-Baqr aveva ceduto all’Iran nel quadro dell’accordo di Algeri del 1973, in cambio della cessazione da parte di Shah e CIA dell’appoggio ai ribelli dell’Unione Patriottica del Kurdistan iracheno. Nel 1980 le truppe di Hussein invasero l’Iran. L’Iraq acquisì il controllo dello Shatt al-Arab solo brevemente. Le sue truppe furono viste dai khuzistani per quello che realmente erano, strumenti dell’imperialismo statunitense. I veri obiettivi degli Stati Uniti erano molto diversi da ciò che Brzezinski disse a Saddam Hussein. Mentre la CIA informava l’Ayatollah e i suoi scagnozzi sui nazionalisti iraniani, le truppe di Saddam Hussein ora bombardavano la sinistra dalla retroguardia. I dissidenti iraniani che avevano sostenuto l’appello di Mohammed Mossadegh a nazionalizzare il petrolio iraniano negli anni ’50, e che in seguito lanciò gli scioperi petroliferi contro il Consorzio iraniano piegando lo Shah, erano ormai intrappolati nel fuoco incrociato della CIA. Le forze irachene presero anche di mira l’infrastruttura petrolifera iraniana. Caccia MIG-27 mitragliarono le raffinerie di Abadan e Ahwaz di Kharg Island, mentre le truppe della Guardia Rivoluzionaria devastarono gli impianti del più grande porto iraniano di Khorramshahr, sul Golfo Persico. [7] Interrompendo le esportazioni di petrolio iraniano, la CIA sperava di vietare ai mullah la valuta estera, una situazione che portò alla svalutazione del rial iraniano e alla successiva iperinflazione. La CIA quindi sfruttò il decadimento economico per contrapporre il paese al governo Khomeini. L’Iran, che era diventato un moderno Stato-nazione, vide decenni di progressi distrutti nella guerra con l’Iraq. La nazione era letteralmente de-modernizzata. Gli obiettivi della CIA verso l’Iraq non erano diversi. Durante la guerra, i membri del GCC Quwayt, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti fornirono a Saddam prestiti senza interessi. Sauditi e kuwaitiani diedero all’Iraq oltre 120 miliardi di dollari. [8] Quwayt, Emirati Arabi Uniti e Giordania misero i loro porti a disposizione della Marina irachena. Arabia Saudita e Oman fornirono i diritti di atterraggio ai caccia iracheni MIG-27. Gli Stati Uniti si aggiunsero a Israele, Russia, Italia, Francia, Egitto e Brasile nell’invio di armi all’Iraq attraverso il porto giordano di Aqaba. Aziende statunitensi come Honeywell, Rockwell, Unisys e Hewlett Packard inviarono oltre 40 milioni di dollari in prodotti a duplice uso, all’Iran e all’Iraq durante la guerra. La CIA appoggiò Saddam Hussein per lo stesso motivo usato con l’Ayatollah Khomeini. Nel 1974, come capo della sicurezza interna del Consiglio del Comando della Rivoluzione, Hussein attaccò i partiti di sinistra in Iraq. L’Unione Patriottica del Kurdistan di Jalal Talabani lavorava per la CIA e lo Shah di Persia attaccando il governo di al-Baqr a Baghdad. Al-Baqr era un influente leader dei falchi del prezzo del petrolio dell’OPEC, che si scagliò contro il dominio di Big Oil sul petrolio arabo. Saddam faceva tutto il possibile per sopprimere queste voci. Nel 1974-75 250000 curdi iracheni fuggirono in Iran. Nell’aprile 1979, mentre i suoi scagnozzi del Partito Baath brutalizzavano i musulmani sciiti, la sinistra e i rinnegati della fazioni curde, Saddam firmò un patto di sicurezza con l’Arabia Saudita. Nel 1980 Saddam, sunnita, vietò i due principali partiti politici sciiti dell’Iraq, al-Dawah al-Islamiya e al-Mujahidin. Gli sciiti di origine iraniana furono deportati, insieme a 3000 di sinistra. Ventidue dirigenti del Baath accusati di collaborare con la Siria furono giustiziati. [9] Le purghe di Hussein sembravano così simili a quelle condotte dall’Ayatollah che bisogna chiedersi se Saddam non avesse ricevuto anche lui una lista dalla Compagnia. Entusiaste della follia omicida fascista di Saddam, le multinazionali occidentali accorsero in Iraq dove una massiccia privatizzazione agricola era in corso. La terra cooperativa per decenni coltivata per gli alimenti base dai contadini iracheni, ora veniva venduta al miglior offerente. Una manciata di ricchi iracheni ebbe la maggior parte dei terreni e i loro Diras (possedimenti) cominciarono a coltivare per l’esportazione. L’Iraq fu costretto ad importare alimenti di base come grano e riso per sfamare la popolazione improvvisamente rimasta senza terra. I giganti del grano occidentali Cargill e Continental Grain (ora fusesi), Andre Louis Dreyfus e Bunge & Born riempirono il vuoto. Nel 1982 l’Iraq importava 820000 tonnellate di grano dagli Stati Uniti. [10] Altri segmenti dell’economia irachena furono ceduti alle multinazionali. Saddam stipulò un accordo con l’occidente, per cui le società statunitensi ottennero un maggiore accesso al bottino economico dell’Iraq in cambio del sostegno degli Stati Uniti nella guerra con l’Iran? Fino al 1984 gli Stati Uniti favorirono pubblicamente l’Iran nella guerra con l’Iraq. Poi l’Iran recuperò lo Shatt al-Arab e il Khuzistan. La guerra mutava indirizzo in favore dell’Iran. Nel 1984 gli Stati Uniti iniziarono a immatricolare le petroliere del Quwayt nel Golfo Persico perché, sostennero, venivano attaccate dalle cannoniere iraniane. In realtà furono gli iracheni che iniziarono la guerra alle petroliere quell’anno. Nel 1987 la Marina irachena danneggiò 219 petroliere. [11] Era il cambio. Nel 1984 Reagan rimosse l’Iraq dalla lista del dipartimento di Stato delle nazioni che sostenevano il terrorismo. Quell’anno segnò l’inizio della "Guerra delle città", quando numerose grandi città di entrambi i Paesi furono ridotte in macerie, comprese Teheran e Baghdad. Entrambi i Paesi presero di mira l’infrastruttura economica dell’altro. Una nota del direttore della CIA Casey, del 1985, dichiarava, “La nostra inclinazione per l’Iraq fu tempestiva quando l’Iraq era alle corde e la rivoluzione islamica dilagava“. Nel 1987, 85.000 truppe iraniane invasero Fao, principale terminal petrolifero iracheno e i vasti giacimenti di petrolio di Rumayla, vicino al confine con il Quwayt. Con il pretesto di un’operazione d’immatricolazione dell’US Navy, quarantadue navi dell’US Navy arrivarono nel Golfo Persico. Le cannoniere statunitensi bombardarono le installazioni petrolifere iraniane alla foce dello Shatt al-Arab e abbatterono un jumbo jet passeggeri iraniano, uccidendo tutti quelli a bordo. Quando l’Iraq usò il gas mostarda contro il proprio popolo curdo, nel 1987, gli Stati Uniti guardarono dall’altra parte e cominciarono ad armare Saddam Hussein. La Casa dei Saud, che finanziò lo sforzo bellico dell’Iraq per tutto il tempo, ora iniziava ad operare attraverso la BCCI per armare gli iracheni. In aggiunta al miliardo di dollari che ogni mese mandavano a Saddam, i sauditi resero disponibili intelligence, logistica e armi, tra cui elicotteri NK-84. I sauditi formarono una joint venture per rafforzare le capacità nucleari di Baghdad, che gli israeliani spazzarono via nel bombardamento aereo del 1981 ordinato da Ariel Sharon. [12] Arabia Saudita e Iraq istituirono banche internazionali nel Golfo per integrare la BCCI. Uno studio del dipartimento della Difesa del 1989 mostrava che l’aiuto militare degli Stati Uniti ai sauditi finiva nei conti iracheni in Svizzera. Aerei da sorveglianza AWACS degli Stati Uniti che partivano dalle basi saudite inviavano intelligence all’Iraq. La collaborazione Stati Uniti/Arabia Saudita era così palese che molti credevano gli statunitensi dirigessero le agenzie di sicurezza saudite. [13]

Mutua Distruzione Assicurata.
Gli Stati Uniti continuarono a gestire entrambe le parti nella guerra Iran/Iraq, sostennero un Paese fino a quando non acquisiva un vantaggio militare, prima di passare a sostenere l’altro. Gli Stati Uniti impedirono una qualsiasi iniziativa per negoziare il trattato di pace. Entrambi i Paesi videro distrutte le infrastrutture, le economie paralizzate e il popolo decimato. In Iraq furono uccise 750.000 persone. Una nota del 1979 al presidente Carter dell’NSA Brzezinski, spiega la politica degli Stati Uniti, “il conflitto Iran-Iraq è un’opportunità unica per consolidare la nostra posizione di sicurezza“. L’Export Import Bank diede 200 milioni di dollari dei contribuenti in prestito all’Iraq, la maggior parte dei quali furono incanalati dal Banca Nazionale del Lavoro. La Commodity Credit Corporation fornì una quantità simile di prestiti, assicurati dai contribuenti, in modo che l’Iraq potesse comprare il grano da Cargill e Continental Grain. Il 20% del raccolto di riso statunitense fu venduto all’Iraq. Nel primo trimestre del 1990, l’Iraq era il terzo partner commerciale degli Stati Uniti. [14] L’Iraq doveva 241 miliardi di dollari ai creditori globali: 120 miliardi di dollari a Quwayt e Arabia Saudita, 9 miliardi di dollari alla Russia e 3 miliardi di dollari al Giappone. Nel 1989 il Giappone fu escluso dall’Iraq. L’NSA di Carter Gary Sick disse più tardi che, “gli Stati Uniti impedirono alle Nazioni Unite una soluzione negoziata della guerra petrolifera“. [15] L’operazione d’immatricolazione dell’US Navy permise la presenza permanente degli Stati Uniti nel Golfo Persico. Il segretario alla Difesa di Reagan Caspar Weinberger, poi nominato cavaliere dalla regina Elisabetta II per i suoi atti di genocidio, definì l’immatricolazione uno “scambio di diritti” con i Paesi del CCG. I monarchi erano lenti a collaborare con piani della sicurezza degli Stati Uniti nella regione. La guerra Iran/Iraq ebbe l’effetto di spaventarli inducendoli ad accordarsi con gli Stati Uniti ammodernando le basi in Arabia Saudita e costruendone di nuove negli altri emirati del GCC. Le relazioni saudite/statunitensi divennero molto affettuose in quel periodo, soprattutto sul piano militare. I sauditi divennero i più grandi beneficiari dell’aiuto militare annuale degli Stati Uniti. Nel 1983 i sauditi ricevettero 17 miliardi di dollari di attrezzature militari degli Stati Uniti. Nel 1984, passarono a 22,7 miliardi di dollari. Richard Secord era in mezzo, intermediando la vendita di cinque AWACS ai sauditi, la notte in cui Reagan prestava giuramento. Nascosta nel pacchetto di 8,5 miliardi di dollari vi era una disposizione che potenziava il sistema C3 nelle basi del regno, alcune delle quali ospitano centri di comando nucleare sotterranei che solo lo Stato Maggiore degli Stati Uniti controlla. Nel 1993 i sauditi spesero 156 miliardi di dollari per il rafforzamento militare congiunto Arabia Saudita/Stati Uniti. Gli Stati Uniti ora effettivamente occupano l’Arabia Saudita, a guardia dei 261 miliardi di barili di petrolio dei Quattro Cavalieri. Molti membri del Congresso non sapevano nemmeno ciò che stava succedendo. Come ha detto Howard Metzenbaum (D-OH), “Il rapporto saudita con gli USA è diverso perché solo un piccolo club della Casa Bianca ne è a conoscenza“. [16] Iran e Iraq sono le uniche due nazioni dell’OPEC con riserve petrolifere grandi abbastanza da sfidare il controllo saudita/GCC sui prezzi del petrolio. L’Iraq è secondo solo ai sauditi con 112 miliardi di barili di riserve di petrolio e gran parte del Paese rimane inesplorato. L’Iran ha quasi 100 miliardi di barili di greggio. Entrambi sono saldamente nel campo dei falchi dei prezzi dell’OPEC. Per interrompere i flussi di petrolio da queste due nazioni, Big Oil ha eliminato la concorrenza e tenuto i falchi del prezzo impegnati a ricostruire le loro economie in frantumi, invece di radunare l’OPEC. I principali impianti per l’esportazione petrolifera di Iran e Iraq, a Khorramshahr e Fao, furono demoliti durante la guerra. Intere strutture iraniane sull’Isola Kharg furono demolite. L’Iraq era ormai profondamente indebitato con sauditi e kuwaitiani. Molte petroliere di entrambe le nazioni furono danneggiate durante la guerra. Le città di entrambi i Paesi necessitavano di miliardi di dollari e un decennio per la ricostruzione, in conseguenza della guerra delle città. Fu una guerra di logoramento dove ognuno subì perdite incalcolabilo di vite e 25-35 miliardi di dollari di danni. Per la CIA, una vittoria decisiva dell’Iran o dell’Iraq avrebbe lasciato il vincitore in grado di affrontare militarmente i sauditi. La sconfitta incredibile di entrambi poteva allevare forze rivoluzionarie interne che avrebbero sfidato gli ayatollah o Saddam, molto utili alla CIA nel cancellare i nazionalisti e nel fornire un pretesto per la presenza militare statunitense nel Golfo Persico. Ma una lunga guerra di logoramento lasciava entrambe le nazioni paralizzate e concentrate sulla ricostruzione. Senza il lusso di una qualsiasi sfida sul controllo dei Quattro Cavalieri del petrolio del Golfo Persico. Big Oil usò la guerra come un’altra scusa per aumentare i prezzi del gas negli Stati Uniti. Gli sceicchi del GCC colmarono le carenze di petrolio che la guerra creò pompando sufficiente greggio per abbassare i prezzi all’ingrosso sui mercati mondiali. I Quattro Cavalieri intascarono la differenza, mentre stoccavano petrolio. Una nota scoperta di Edwin Rothschild, consulente energetico del gruppo Public Citizen, riassume la politica degli Stati Uniti verso la sovrapproduzione Arabia Saudita/GCC e la miseria nei Paesi Poveri dell’OPEC. La nota, inviata dal sottosegretario di Stato Richard Murphy al governo saudita, diceva semplicemente: “Lasciate che domini il mercato“. I prezzi all’ingrosso più bassi resero più difficile a Iraq e Iran la ricostruzione. Nel 1988 l’Iran guadagnò il 90% della sua valuta pregiata attraverso le esportazioni di petrolio. L’Iraq il 99%. Sia il dinaro iracheno che il rial iraniano crollarono. Nel 1994 il rial perse il 100% del valore. Prima della guerra l’Iraq aveva 40 miliardi di dollari di riserve in valuta. Dopo non aveva che enormi debiti. Gli israeliani collaborarono con gli Stati Uniti nel distruggere entrambe le nazioni. Mentre rifornivano i curdi di Mustafa Barzani attaccando l’Iraq, gli israeliani fornivano i dati per gli attacchi missilistici di Saddam Hussein contro le città iraniane, grazie ai satelliti spia statunitensi. Nel 1988 il Mossad lanciò l’Operazione Brush Fire, una guerra psicologica volta ad attrarre l’esercito statunitense nel conflitto in Medio Oriente. Suo obiettivo finale era che gli Stati Uniti distruggessero la potenza militare dell’Iraq lasciando al potere il “perfetto cattivo” Saddam. La campagna fu lanciata quando un commando israeliano bombardò l’impianto bellico iracheno di al-Isqandariah, nel tentativo di rendere le “armi irachene di distruzione di massa” una frase globalmente familiare. Il Mossad istruì il giornalista freelance del London Observer Farzad Bazroft per diffondere la storia. Bazroft indagava sulla morte del lealista allo Shah e trafficante d’armi del Mossad Cyrus Hashemi, avvicinandosi troppo alla verità, e cioè che il Mossad l’aveva eliminato. Sapendo che Bazroft sarebbe stato visto da Baghdad come una spia straniera, dopo l’atto di terrorismo del Mossad presso l’impianto bellico, l’inviò in Iraq. Saddam abboccò e Bazroft fu impiccato come spia creando un incidente internazionale ancora più grande. Per velocizzare le cose, il Mossad diffuse documenti segreti sui programmi bellici iracheni presso l‘ABC News. I mercanti di armi di Stati Uniti e Israele commisero l’omicidio durante la guerra. Gli Stati Uniti si rifiutarono di fornire pezzi di ricambio ad entrambi, in modo che quando un sistema d’arma si rompesse in Iran o Iraq, ci si aspettava che ne acquistassero uno del tutto nuovo. Tale politica rafforzò le industrie della difesa degli Stati Uniti e assicurò che le armi malfunzionanti non potessero essere riparate sul campo di battaglia, vanificando in tal modo l’impulso che l’offensiva aveva raggiunto. Ciò contribuì a mantenere la guerra in continuo stallo. Il ministro della Difesa israeliano Ariel Sharon sfruttò il conflitto per bombardare gli impianti nucleari di Baghdad nel 1981. Nel 1982 Sharon dichiarò che Israele si era schierato con l’Iran, ma le sue parole esatte sono più rivelatrici. Sharon dichiarò a una conferenza di Parigi, che “Israele ha interesse vitale nella continua guerra nel Golfo Persico e nella vittoria dell’Iran”. Nel 1986 l’ex-direttore generale del Mossad Aharon Yariv espresse la posizione di Stati Uniti e Israele più succintamente, quando dichiarò senza mezzi termini, “Sarebbe un bene se la guerra Iran/Iraq finisse con un pareggio, ma sarebbe meglio se continuasse“.

Note
[1] Behold a Pale Horse. William Cooper. Light Technology Press. Sedona, AZ. 1991. p.81
[2] Ibid. p.83
[3] The Outlaw Bank: A Wild Ride into the Secret Heart of BCCI. Jonathan Beaty and S.C. Gwynne. Random House. New York. 1993. p.268
[4] The Spotlight. June 1997
[5] BBC World News. January 2002
[6] The Great Heroin Coup: Drugs, Intelligence and International Fascism. Henrik Kruger. South End Press. Boston. 1980. p.217
[7] The Reign of the Ayatollahs: Iran and the Islamic Revolution. Shaul Bakhash. Basic Books, Inc. New York. 1984. p.193
[8] Iraq and Kuwait: A History Suppressed. Ralph Schoenman. Veritas Press. Santa Barbara, CA. 1990. p.21
[9] Beyond the Storm: A Gulf Crisis Reader. Phyllis Bennis and Michel Monshabeck. Olive Branch Press. Brooklyn, NY. 1991. p.31
[10] Iraq Since 1958: From Revolution to Dictatorship. Marion Farouk-Sluglett and Peter Sluglett. I.B. Tauris & Company, Inc. 1990. p.260
[11] “The Gulf Between Pretense and Reality”. Larry Everest. In These Times. 7-20-88. p.9
[12] “The Arming of Saudi Arabia”. Frontline. PBS. 2-16-93
[13] The Gulf: Scramble for Security. Raj Choudry. Sreedhar Press. New Dehli. 1983. p.108
[14] March to War. James Ridgeway. Four Walls Four Windows. New York. 1991. p.13
[15] Everest. p.9
[16] Frontline

 

Dean Henderson è autore di: Big Oil & Their Bankers in the Persian Gulf: Four Horsemen, Eight Families & Their Global Intelligence, Narcotics & Terror Network, The Grateful Unrich: Revolution in 50 Countries, Das Kartell der Federal Reserve, Stickin it to the Matrix & The Federal Reserve Cartel. Potete seguirlo su Left Hook

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Fonte: http://aurorasito.wordpress.com

 


 

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