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La piantaggine è un altro stupendo dono che la natura ha fatto all’uomo e di cui pochissime persone oggi giorno conoscono le numerosissime proprietà officinali. Al pari del tarassaco, dell’ortica e di molte altre piante erbacee che crescono spontanee un po’ in tutta Italia, viene solitamente considerata una semplice e inutile erbaccia infestante, da sradicare ed estirpare quanto prima dal proprio campo, o giardino. In pochi infatti conoscono le sue applicazioni in campo erboristico. La piantaggine è di fatto una delle migliori alleate dell’uomo in caso di ferite, irritazioni cutanee, punture d’insetto e un valido aiuto per una lunga sequela di patologie dell’apparato respiratorio (tosse, catarro, bronchite cronica, sinusite, ecc..). Inoltre la piantaggine è commestibile e può essere usata cruda da sola, o per comporre insalate in abbinamento con altre erbe, oppure cotta, come la cicoria, o gli spinaci, o per la preparazione di piatti sfiziosi, come vellutate o risotti.

 

 

Piantaggine: breve descrizione.
La piantaggine (Plantago Lanceolata) è un pianta erbacea perenne della famiglia delle Plantaginaceae molto comune in tutta Europa e nel Nord Africa. Cresce praticamente ovunque tra prati, campi, colline e perfino nelle fessure in mezzo ai marciapiedi. Si presenta senza fusto, con le foglie disposte a rosetta, lunghe, diritte, lanceolate (da cui il nome Lanceolata, cioè a forma ellittica ed estremità appuntita proprio come una lancia) e munite di un breve picciolo. Si distingue facilmente dalle altre piante, dato che le foglie sono percorse da cinque nervature ben marcate. Da maggio a settembre la piantaggine fiorisce con scapi fiorali alti fino a 60 centimetri che terminano in spighe cilindriche singole costituite dalle caratteristiche infiorescenze marroncine, tutt’altro che appariscenti. Il nome “piantaggine” deriva dal termine latino Planta per la forma delle foglie che ricordano la pianta del piede, ma anche per l’uso che ne facevano i viandanti. Questi avevano l’abitudine di applicare le foglie fresche direttamente sulla cute lesionata dal cammino oppure la utilizzavano anche come antidoto contro i morsi di serpenti e scorpioni.

 

 

Proprietà e applicazioni.
Esistono oltre 16 varietà di piantaggine nel Mondo, tutte hanno grosso modo le stesse proprietà, ma quelle che vengono comunemente utilizzate a scopo officinale sono la piantaggine lanceolata (Plantago Lanceolata) e la piantaggine maggiore (Plantago Major). La piantaggine veniva già apprezzata sin dai tempi antichi. Plinio Il Vecchio riporta la sua efficacia terapeutica in caso di forte tosse e brividi. Nel Medio Evo veniva utilizzata per curare ustioni, ulcere, infiammazioni oculari, nasali e morsi di cane. Kneipp la utilizzò per fermare le emorragie e curare le ferite. Tra gli specialisti in campo medico ed erboristico non si può non citare Maria Treben, ben conosciuta in Austria e Germania per aver guarito moltissimi malati, esclusivamente con l’uso di piante officinali e rimedi naturali. Nel suo libro La salute dalla farmacia del Signore tra le varie erbe cita anche la piantaggine, che tiene in altissima considerazione per la cura delle malattie che colpiscono le vie respiratorie, come cicatrizzante, per aiutare i bambini malaticci e sempre magri e per moltissimi altri disturbi.

 

 

Per cosa è utile?
Per la ricchezza di nutrienti e principi attivi, le foglie di piantaggine possono essere impiegate contro parecchi disturbi. Vediamo quali:
- Tosse, raffreddore, sinusiti, catarro, bronchiti, ecc… La piantaggine ha spiccate proprietà espettoranti. Ciò vuol dire che promuove la rimozione di muco dalla trachea e dai bronchi, liberando le vie aeree e migliorando il benessere del paziente affetto da catarro bronchiale, bronchite cronica, tosse, sinusite, raffreddore, o da altre affezioni catarrali.
- Ferite, lesioni, punture d’insetto e morsi di animali. Le foglie di piantaggine, per la loro azione antinfiammatoria ed antimicrobica vengono efficacemente utilizzate esternamente, sulla cute, per curare ferite, punture d’insetto e morsi di animali. Possono essere applicate localmente tramite bendaggio, tritate dopo un accurato lavaggio in acqua bollita, o frizionate energicamente sulla puntura. Oltre ad alleviare il dolore e ad uccidere i germi, la piantaggine agirà sulla ferita bloccando l’emorraggia e velocizzando la guarigione, proprio grazie alla sua azione cicatrizzante.
- Congiuntiviti, infiammazioni palpebrali ed oculari. Sempre per via delle sue proprietà antinfiammatorie ed antimicrobiche, il succo ottenuto dalla triturazione delle foglie, oppure l’infuso delle foglie fresche, sono molto utili per le patologie degli occhi, come congiuntiviti, infiammazioni palpebrali e oculari anche di natura allergica.
- Gengiviti, paradontosi, mal di gola e faringiti. La piantaggine risulta inoltre essere estremamente utile anche per risolvere le infiammazioni della cavità orale e delle prime vie aeree. Le sue proprietà vengono ulteriormente amplificate combinando la piantaggine con le foglie di malva, utilizzandole insieme per la preparazione di una tisana calda, da usare per fare dei risciacqui che avranno la capacità di alleviare le infiammazioni dovute a gengiviti, paradontosi, mal di gola e faringiti.
- Prurito: le foglie hanno anche proprietà antipruriginose e sono quindo molto utili per alleviare tutte le irritazione della pelle accompagnate da prurito, come per esempio le dermatiti allergiche.
- La piantaggine ha inoltre un effetto depurativo, diuretico ed antianemico.

 

 

Come utilizzare la piantaggine.
- Infuso: Far bollire l’acqua nelle quantità di una tazza e versare il liquido su circa 3 grammi di foglie fresche (circa 6 cucchiaini), lasciando poi in infusione per circa 10 minuti. Filtrare bene e bere l’infuso caldo per favorire l’azione espettorante contro il catarro e tutte le affezioni delle vie respiratorie di cui ho già parlato. Oppure si può far freddare e utilizzare l’infuso come un vero e proprio colluttorio, contro le infiammazioni del cavo orale.
- Impacco di foglie. Per uso esterno, in caso di punture d’insetto, ferite e morsi, lavare le foglie fresche di piantaggine e schiacciarle con un mattarello su di un tagliere fino ad ottenere una poltiglia ed applicarla sulla zona interessata.



Controindicazioni.
Se ne sconsiglia il consumo a chi fa uso di farmaci anticoagulanti, o coagulanti, in quanto la piantaggine può interferire nel primo caso e potenziare l’effetto del farmaco nel secondo. Se ingerita in quantità elevata la piantaggine può provocare stitichezza.



Fonte: http://dietagrupposanguigno.it

 

 

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