Il consumo di sale non aumenterebbe i rischi per la salute a patto che non si superino i 5 grammi al giorno, ossia circa 2,5 cucchiaini di sale. A questa conclusione è giunto uno studio, pubblicato su The Lancet, il quale mostra anche che le persone nei paesi sviluppati che superano questo livello sono meno del 5%.
Si tratta dunque di una ricerca che tende ad abbassare i pericoli legati al sale per quanto riguarda l’alimentazione, pericoli molto spesso sottolineati a livello divulgativo, tanto che sono diverse le persone che hanno del tutto rinunciato a questo alimento, eliminandolo completamente dalla propria dieta.
Lo studio si è avvalso delle analisi dei comportamenti alimentari e dei livelli di salute di 94.000 persone con un’età compresa tra i 35 e i 70 anni. Lo studio ha preso in esame comportamenti e livelli di salute nel corso di otto anni di soggetti provenienti da 18 nazioni del mondo. Secondo lo studio, il rischio di malattie cardiovascolari o di ictus diveniva concreto solo quando l’assunzione abitudinaria diventava superiore ai 5 g al giorno.
Sempre secondo lo studio, l’unico paese, tra quelli presi in considerazione durante la ricerca, in cui l’80% della popolazione assimila quantità di sodio oltre i 5 g al giorno è la Cina. Negli altri paesi, il consumo medio andava dai 3 ai 5 g al giorno (equivalenti a una quantità tra 1,5 e 2,5 cucchiaini di sodio al giorno).
Secondo Andrew Mente, primo autore dello studio, “L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di consumare meno di 2 grammi di sodio – si tratta di un cucchiaino di sale – al giorno come misura preventiva contro le malattie cardiovascolari, ma ci sono poche prove in termini di miglioramento della salute raggiunti dalle persone ad un livello basso”.
Fonte: https://notiziescientifiche.it