L'animale avrebbe un fiuto straordinario, in grado di scovare esplosivi e stupefacenti. Potrebbe essere utilizzato sugli aerei.
Un esemplare di Laika siberiana.
MOSCA - Si chiama «shabaka», che in italiano potrebbe suonare come «sciacane». E' un incrocio tra il cane Laika e uno sciacallo e può diventare l'arma segreta dei reparti antiterrorismo per scovare ogni tipo di esplosivo, plastico compreso. Il progetto, secondo la stampa moscovita, è ormai in fase di avanzata sperimentazione. L'idea è venuta al professor Klim Sulimov, direttore dell'Istituto Dmitri Likhaciov di Mosca, incaricato di studiare una specie particolarmente affidabile nella ricerca di esplosivi dalla compagnia di bandiera Aeroflot. Alla base c'era la necessità di rendere più sicuri i voli, dopo l'ondata di attentati che colpirono Mosca nel '99 e poi sollecitata da quelli dell'11 settembre.
ADDESTRAMENTO - Nel giro di circa un triennio sembra che Sulimov abbia individuato la strada giusta. La sua trovata è stata quella di incrociare lo sciacallo - animale dotato di un fiuto straordinario, ma selvatico e quasi impossibile da domare - con la laika, una razza socievole e docile. L'incrocio, scrive il giornale «Novaia Gazeta», è riuscito e ora una trentina di «sciacani» sono impegnati in attività di addestramento in un campo speciale - realizzato apposta per loro a spese dell'Aeroflot - nel sobborgo moscovita di Sheremietievo, nei dintorni del principale aeroporto della capitale russa.
INCROCIO - Secondo Sulimov, gli sciacani appaiono estremamente ricettivi all'addestramento e si stanno rivelando amichevoli, vivaci e agili. Ciò che conta di più è tuttavia il fiuto e su questo punto gli eccezionali talenti dello sciacallo non sembrano essere stati annacquati dalle tendenze assai più domestiche di questo ibrido. I primi esami condotti sui nastri trasportatori dei bagagli hanno dimostrato che essi sono in grado di scovare con molta maggiore precisione dei cani tradizionali sia le sostanze stupefacenti sia gli esplosivi. E in più riescono a cogliere anche le tracce (assai labili) del micidiale plastico. Capaci di sopportare sia il caldo (come gli sciacalli turkmeni) sia il freddo (come le laike siberiane) sono nutriti con cura, assicura Sulimov, ma non hanno bisogno di alloggi particolari. A loro disposizione è stato messo anche un vecchio Tupolev-154 fuori uso, dove potranno svolgere l'addestramento di bordo. In futuro l'Aeroflot non esclude infatti di poterli utilizzare anche in volo.
25 novembre 2002
Uno sciacallo.
Fonte: https://www.corriere.it