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La necessità di contrastare la tecnologia ‘stealth’, impiegata sui velivoli di nuova generazione schierati dagli USA e dalla NATO, è sempre stata (fin dai tempi degli F-117 in missione su Baghdad nel ’91) una delle principali preoccupazioni dei russi e degli altri ipotetici avversari del blocco occidentale. Quando durante la ‘Guerra del Kosovo’ un F-117A venne abbattuto da un missile di fabbricazione sovietica S-125 lanciato dai serbi, le reali capacità dei cacciabombardieri USAF di essere ‘invisibili’ ai radar destarono non poche preoccupazioni, sacrificando la fama dell’allora jet di ultima generazione F-117 Nighthawk, e imponendo un monito ai suoi posteri sfornati dalla Lockheed Martin: il caccia da superiorità aerea F-22 Raptor e il caccia multiruolo di 5ª generazione F-35 Lightning II.

 

 

Russia e Cina hanno sviluppato nel corso degli ultimi due decenni sistemi radar ad altissima frequenza, apparati complessi, VHF e sistemi integrati capaci di individuare i velivoli stealth di ultima generazione: ma questo non vuol dire che riusciranno ad abbatterli ha dichiarato un ex pilota americano.

Secondo il maggiore Dan Flatley, ex pilota dei Marines che ha volato anche sui Lightning II, gli avversari “Devono costruire un’efficace concatenazione di tecnologia ‘killer’ per essere davvero in grado di abbattere uno stealth. Solo perché un radar è capace di ‘trovare’ un oggetto - e i radar VHF russi possono individuare un F-35 - non significa che questo è anche capace di tracciare, agganciare e portare a termine con successo quella complessa catena di passaggi che porta a segno un missile lanciato contro l’obiettivo”.

“Non si tratta di cercare di contrastare ogni passaggio di quella catena, basta impedirne uno per renderla inefficace - sostiene Flatley.

“Anche se un sistema di ricerca e tracciamento a infrarossi è capace di individuare un F-35, fornendo ai piloti nemici un'idea chiara di dove si trova, esso non è allo stesso tempo in grado di guidare un missile sull’obiettivo: questo si traduce in uno spreco di milioni da parte dei nostri avversari che con i loro sistemi hanno raggiunto solo un traguardo marginale”.

"Non ho bisogno di contrastare quella catena per tutto il tempo - ha ribadito Flatley - “Devo solo rendermi ‘invisibile’ nel momento in cui stanno cercando di abbattermi impiegando quella tecnologia in cui hanno investito tonnellate di tempo e denaro.”

“Ciò che le persone non capiscono, è che per 'invisibile' non intendiamo invisibile a tutti, in ogni momento, e per ogni tipo di dispositivo. Non stiamo cercando questo risultato.”


Solo Wonder Woman ha un jet ‘completamente invisibile’ dicono scherzando i piloti di F-35; la realtà è che il Lightning II è un enorme pezzo di lega metallica che vola, quindi un radar puntando nel posto giusto al momento giusto lo vedrà sicuramente, ma ce ne passa dall’essere in grado di abbatterlo.

“L’F-35 è capace di fare 16, anche 32, cose nello stesso momento per garantire la sua sopravvivenza, ingannare le contromisure nemiche e lanciare le sue bombe sui target nemici” - ha concluso Flatley. Questo dovrebbe rassicurare i contribuenti su come la Difesa abbia investito i suoi soldi. Al momento giusto l’F-35 saprà ripagarli.

Adesso è da verificare se il sistema anti-aereo S-400 (recentemente acquistato anche dalla Cina), definito ‘F-35 killer’, è solo propaganda oppure se - anche questa volta - un missile surface-to-air progettato in Russia è capace di sfatare un mito.

Fonte: http://www.difesaonline.it

 


 

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