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Al momento della sua apparizione in pubblico, l'Avro type 698 suscitò molto scalpore a causa della sua forma di triangolo quasi perfetto, che fino al 1952, al salone di Farnborought, nessuno aveva mai visto. La specifica alla quale rispondeva, emessa nel 1948, era molto esigente e richiedeva un bombardiere in grado di trasportare un ordigno da 4.536 kg per 2.780 km; l'autonomia inoltre doveva essere di 6.209 km ed il peso totale non doveva essere superiore a 45.360 kg. .

 

 

I progettisti non riuscendo a far scendere il peso sotto gli 88.450 kg cominciarono a pensare all'eliminazione dell'impennaggio orizzontale e al riempimento della parte dietro l'ala a freccia e man mano che questa diventava a delta il peso scendeva sempre più. Nel 1947 si decise di seguire questa strada, dato che ora rientrava nei limiti previsti, e si decise di motorizzarlo con quattro Bristol BE.10 (chiamati Olympus) annegati nell'ala a coppie con le prese d'aria annegate nel bordo d'attacco; l'armamento inoltre fu deciso di sistemarlo in una stiva centrale piuttosto che nelle ali in modo da renderle più sottili.
Il primo volo fu effettuato il 30 agosto 1952 spinto da quattro Rolls-Royce Avon RA.3 da 28,91 kN non essendo ancora pronti gli Olympus. Parallelamente al Type 698 l'Avro faceva volare i Type 707 per sperimentate le concezioni del Vulcan e fornirlo di preziosi dati al suo sviluppo.
Successivamente il bombardiere fu via via potenziato, passando prima ai motori Asso.6 Sapphire da 33,4 kN mentre il secondo prototipo poté volare con gli Olympus Mk.100 da 43,4 kN ed aveva un fusoliera più lunga di 41 cm, un maggior combustibile interno, la gamba del carrello anteriore più lunga, un finestrino inferiore per il puntamento ottico e la disposizione dell'abitacolo era più fedele al quella di serie, comprendente cinque membri d'equipaggio.
I primi esemplari di serie, B Mk.1, montarono gli Olympus Mk.100, per passare poi ai Mk.101 da 48,4 kN, ai Mk.102 da 53,4 kN ed infine ai Mk.104 da 59,6 kN, divenuto standard per la versione.
L'aumento di potenza però aveva causato degli scuotimenti aerodinamici dell'estremità dell'ala che, potendo affaticare la cellula, necessitò di un riprogettazione arrivando all'ala "Fase 2" che aveva il caratteristico bordo d'attacco segmentato.
Nel 1958 la RAF iniziò a costituire il primo reparto mentre si valutava anche l'uso della sonda per rifornimento in volo che divenne standard con l'ultimo B Mk.1 prodotto. Successivamente venne installato un sistema ECM attivo in una sezione di cosa ingrandita e l'aereo divenne B Mk.1A.
Con la versione B Mk.2 si montarono gli Olympus Mk.200 da 71,2 kN e l'ala "Fase 4" più larga di 3,66 m e con un rapporto spessore/corda ulteriormente ridotto; inoltre era compatibile col missile stand-off Blue Steel. Dall'ottavo B Mk.2 si montarono i motori Mk.201 da 75,6 kN che divennero Mk.202 quando venne installato un sistema d'avviamento pneumatico per assegnare gli aerei alla Forza di reazione rapida (QRA). Successivamente si rimotorizzarono con gli Olympus Mk.301 da 88,9 kN che fornirono all'aereo prestazioni brillanti anche se a bassa quota non erogavano la massima spinta. Col proliferare dei missili SAM sovietici il Vulcan, progettato per il bombardamento ad alta quota, dovette passare ad effettuare le sue missioni a bassa quota e in questo ruolo non era dotato di armi adeguate, ameno finché non entrò in servizio la WE177B.
Col passare poi del deterrente nucleare ai missili Polaris, si resero disponibili alcuni Vulcan da utilizzare in altri ruoli, come la ricognizione radar marittima ed infatti quattro esemplari furono modificati nella versione B Mk.2 MRR con l'aggiunta di un Loran C per la navigazione e la rimozione del TFR dal muso. Anche altri quattro aerei poi furono modificati in tale versione mentre gli altri rimasero in servizio quali bombardieri convenzionali. Come MRR il Vulcan era chiamato a pattugliare una determinata porzione di mare intorno al Regno Unito usando le proprie fotocamere per l'identificazione visiva ed in caso di conflitto sarebbero stati chiamati i Camberra ed i Buccaneer mentre il Vulcan poteva coordinare l'attacco di tali aerei.
Nel 1982, con l'invio dei Victor cisterna nelle Falkland, nel paese rimasero pochi aerei del genere e quindi sei Vulcan furono convertiti in aerocisterna come K Mk.2 e prestarono servizio per due anni fino all'arrivo di un buon numero di VC-10.
Per 25 anni il Vulcan è stato anche utilizzato quale attrazione durante le manifestazioni aeree ed anche dopo il 1984, anno del suo ritiro dal servizio, un esemplare è rimasto attivo per tale ruolo fino al 1992 quando raggiunse la fine della vita utile.
Dopo il ritiro purtroppo molti velivoli sono andati alla rottamazione o sono stati utilizzati quali bersagli per l'addestramento al tiro, ma fortunatamente alcuni esemplari B Mk.2 sono stati venduti (a circa 15.000.000 di lire) o ceduti a musei.

L'IMPIEGO BELLICO.
Dopo 25 anni dall'entrata in servizio, il Vulcan ebbe il battesimo del fuoco quando venne inviato a bombardare le isole Falkland per l'Operation Corporate, essendo l'unico velivolo in grado di percorrere l'enorme distanza che vi era tra l'obiettivo ed il più vicino aeroporto alleato, servendosi dei rifornimenti aerei da parte dei Victor K Mk.2.
Per le missioni Black Buck vennero modificati cinque velivoli con cablaggi per portare pod ECM esterni e missili antiradar AGM-45 Shrike ai piloni subalari e la stiva venne adattata anche all'impiego di 21 bombe convenzionali da 454 kg; inoltre venne ripristinato il sistema di rifornimento in volo che da anni non veniva utilizzato e venne montato un sistema di navigazione inerziale Carousel. Nella cabina inoltre veniva portato, oltre ai 5 membri normali, un altro pilota o specialista per servire durante le operazioni di rifornimento in volo.

Fonte: http://www.flyinthesky.it

 

 

Un Avro 698 Vulcan in volo durante l'esibizione al Southport Airshow 2009.

 

Le differenze tra il prototipo Type 698 e la versione B.1 .

 

Un Avro 698 Vulcan B.1 in volo.

 

Le insegne degli obiettivi colpiti di un Vulcan impegnato nell'operazione Black Buck, durante la guerra delle Falkland.

 

Il Vulcan B.2 conservato presso l'Aeroporto di Mountford, a Wellsbourne.

 

 

L'Avro 698 Vulcan era un bombardiere strategico (e nucleare) prodotto dall'azienda britannica Avro ed impiegato nella Royal Air Force dal 1956 fino al 1984. È stato quello di maggior successo dei tre "V-bombers", pur non essendo né quello apparso per primo né quello più evoluto. Oltre 100 macchine di questo modello vennero prodotte e si caratterizzavano per l'ala a delta composito. I Vulcan, capaci di volare a grandi altezze e dotati di 4 potenti motori, vennero usati come bombardieri fino agli anni settanta, e come aerocisterne fino al 1984. Alcuni combatterono nella guerra delle Falkland, con missioni di bombardamento e rifornimento in volo tra le più lunghe mai eseguite.

 

Sviluppo.
La specifica B.14/46 dell'Air Ministry, dalla quale ebbero origine tutti i bombardieri britannici della "Classe V", era particolarmente all'avanguardia per i tempi: si chiedeva un aereo in grado di decollare anche da basi secondarie, che potesse colpire obiettivi distanti 2 700 km con almeno 4 500 kg di carico esplosivo da sganciare da un'altezza di 13 700 m. Il Vulcan, secondogenito della "classe" (preceduto di un anno dal Vickers Valiant), fu il primo a rispettarne completamente le specifiche e costituì il primo esempio in assoluto di bombardiere strategico con configurazione alare a delta. Il progetto, avviato nel 1946, si rivelò fin dal principio di difficile realizzazione tanto che i tecnici della Avro decisero di sviluppare un velivolo in scala ridotta (1/3), al fine di affrontare in modo sperimentale le problematiche tecniche ed aerodinamiche che la configurazione scelta potevano determinare. Questa idea diede origine al progetto Avro 707 che, realizzato in soli 5 esemplari, consentì di testare sul campo tutte le soluzioni successivamente trasferite sul Vulcan. Il primo vero prototipo del bombardiere (VX770) ebbe il battesimo dell'aria il 30 agosto 1952, mentre il secondo seguì, a più di un anno di distanza, il 30 settembre 1953. Attraverso queste due macchine vennero effettuati test destinati a stabilire l'unità motrice cui affidare la propulsione delle unità di serie: vennero utilizzati dapprima i turbogetto Rolls-Royce Avon, cui fecero seguito gli Armstrong Siddeley Sapphire ed infine i Bristol Olympus (che diventeranno Rolls-Royce Olympus, in ragione di acquisizioni industriali succedutesi negli anni). La scelta finale per la prima versione di produzione (B.1), cadde su questi ultimi ed il primo esemplare di serie fu consegnato il 5 febbraio 1955. Presentato nel settembre successivo alla mostra di Farnborough, il Vulcan rappresentò una sorpresa per gli osservatori e gli esperti del settore, soprattutto in virtù di insospettabili doti di maneggevolezza dimostrate durante il volo alle quote più basse. Già nel corso del 1956 gli ingegneri della Avro stavano lavorando alla realizzazione di un prototipo per una nuova versione (B.2), in grado di sfruttare adeguatamente la potenza dei motori che, col passare degli anni, si faceva sempre più elevata. Le modifiche principali interessarono l'ala: ne vennero ampliate le dimensioni, rivista la struttura e migliorate le superfici di controllo. Le prove di volo con il prototipo così modificato ebbero inizio nell'agosto del 1957.

 

Descrizione tecnica.
L'Avro 698 Vulcan aveva fusoliera di sezione circolare, annegata nel profilo della radice alare; la cabina di pilotaggio ospitava i due piloti in sedili affiancati ed eiettabili; il muso risultava tozzo e poco pronunciato. La scelta della configurazione con ala a delta consentiva ai tecnici della Avro di affiancare una notevole compattezza strutturale con la possibilità di stivaggio del carburante, stante lo spessore del profilo alare che alla radice superava i 2,10 m. Gli studi e le prove compiute, portarono alla definizione di un disegno alare con angolazioni diverse, con riduzione della freccia grosso modo a metà dell'apertura. All'interno delle semiali, erano ospitate le "gambe" posteriori del carrello, costituito da un complesso di 8 ruote ciascuna, mentre l'elemento anteriore era costituito da 2 ruote. Gli impennaggi consistevano della sola deriva con timone, mentre i piani orizzontali erano incorporati nel bordo d'uscita dell'ala. La seconda versione (B.2), entrata in servizio nel 1960, adottava per i piani orizzontali la soluzione dell'elevone in sostituzione del precedente, più classico, accoppiamento di stabilizzatore ed equilibratore; era inoltre equipaggiato con un'ala più ampia e di disegno modificato. Sempre a partire da questa versione, vennero introdotti il sistema per il rifornimento in volo e l'equipaggiamento di lancio del missile nucleare Blue Steel. Era prevista la possibilità di impiegare il missile americano Skybolt, il cui progetto venne però abbandonato nel 1962.

 

Impiego operativo.
Il Vulcan ebbe origine come bombardiere strategico ad alta quota, sulla base delle esperienze maturate nel corso della seconda guerra mondiale: in sostanza si riteneva che le distruzioni causate alla Germania attraverso la campagna di bombardamenti strategici che ne avevano causato l'annientamento, potessero costituire un valido deterrente, sufficiente a prevenire l'esplodere di un nuovo conflitto. In questo ruolo il Vulcan fu impiegato tra la fine del 1955 (data di entrata in servizio) e la fine del 1960 quando, a seguito della realizzazione dei missili balistici intercontinentali, vennero (ovviamente) stravolte tutte le strategie militari fino ad allora in auge. In particolare l'entrata in servizio dei missili SLBM UGM-27 Polaris, che andarono ad equipaggiare i sottomarini americani, determinò la transizione del Vulcan verso compiti di bombardamento a bassa quota (eventualmente anche in profondità dietro le linee nemiche, vista la sua notevole autonomia). I Vulcan furono quindi dotati di radar TFR (Terrain Following Radar) ed iniziarono la loro "seconda vita" che li avrebbe portati, circa 20 anni dopo, al loro unico impiego in un teatro bellico: la guerra delle Falkland. Infatti dal 1º maggio del 1982 i Vulcan della RAF, rischierati nell'isola di Ascensione, iniziarono una serie di missioni (dal nome in codice Black Buck) il cui scopo principale era quello di colpire le infrastrutture (in particolare la base aerea) della base di Port Stanley, conquistata dalle forze argentine. Il 3 giugno 1982, durante la missione Black Buck 6 (in questo caso una missione di tipo SEAD), il Vulcan matricola XM597, per un guasto alla sonda di rifornimento in volo fu costretto ad un atterraggio di emergenza all'Aeroporto Internazionale di Rio de Janeiro, con uno dei due missili AGM-45 Shrike ancora agganciato ed armato sotto una semiala, che avrebbe potuto sganciarsi in qualunque momento. L'equipaggio fu rimpatriato, e l'aereo fu sequestrato fino al termine delle ostilità. Comunque la versione ufficiale brasiliana fu che il missile fosse un AIM-9 Sidewinder. Queste missioni costituivano, all'epoca e fino alla 1ª guerra del golfo (1990), le più lunghe azioni di bombardamento aereo mai realizzate e furono il frutto di una complessa organizzazione operativa che prevedeva la realizzazione di circa 11 rifornimenti in volo per ciascun aereo impiegato nella missione di bombardamento. Ulteriore motivo di curiosità risiede nel fatto che le aerocisterne all'epoca in servizio presso la RAF erano la versione opportunamente modificata degli Handley Page Victor, ultimi nati dei bombardieri strategici della "Classe V". Al termine della guerra delle Falkland era prevista la radiazione del Vulcan ma il ritardo nella consegna dei Lockheed L-1011 TriStar, che dovevano sostituire i Victor nel compito di aerocisterna per la RAF, fece in modo che (come soluzione transitoria) 6 Vulcan venissero a loro volta trasformati in aerocisterne; questi esemplari rimasero in servizio fino al 1984 e furono gli ultimi Vulcan in attività. A conferma della validità e versatilità del progetto "698", va inoltre ricordato che 11 esemplari vennero adattati, a partire dal 1973, per compiti di ricognizione marittima ricoperti fino al 1982. Nel corso della loro quasi trentennale vita operativa i Vulcan furono protagonisti di 11 gravi incidenti di volo che videro la completa distruzione del velivolo: questi incidenti costarono la vita a 40 membri degli equipaggi coinvolti ed a 4 civili (a causa della caduta del velivolo o dei detriti in zone abitate).

 

Fonte: http://it.wikipedia.org

 

 

 

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