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Nei forum e in liste riservate si fa' un gran parlare di una ipotetica bancarotta dell'Italia, oppure di altre possibili catastrofi che azzerino l'autorita' e la presenza dello Stato (attacco nucleare, scomparsa improvvisa dell'Euro, intensa guerra civile, ecc. ecc.) . Cosa accadrebbe qualora gli scenari peggiori si concretizzassero? Cosa dobbiamo aspettarci di vedere? Tento di illustrare alcune delle terribili conseguenze prevedibili in caso di azzeramento dello stato centrale italiano, prendetelo solo come uno scherzo questo ipotetico "ritorno al Medioevo".

 

 

A) COLLASSO E RIORGANIZZAZIONE.
Indipendentemente dal tipo di crollo l'anarchia e' sempre e solo temporanea, gli esseri umani tendono sempre a riorganizzarsi in gruppi o strutture, magari con leader differenti ma percepiti come piu' adatti alla nuova situazione. Uno shock che annienti le strutture statali dell'Italia porterebbe a nuovi poteri locali, probabilmente solo comunali, identificabili con chi riesce a dare l'idea di poter assicurare la continuita' del cibo e dei servizi essenziali, spazzando via precedenti selezioni di ordine ideologico. Un esperto di idraulica che possa assicurare acqua pulita avrebbe piu' appoggi di quindici politici di professione, l'abituale percezione degli schieramenti sinistra-centro-destra potrebbe non avere senso per diversi anni. I leader nelle emergenze si affermano solo se adatti ad affrontare i problemi essenziali, sindaci percepiti come avulsi all'emergenza sarebbero spazzati via da rivolte e da una totale perdita di consenso.

B) NASCITA DI MILIZIE COMUNALI.
La riorganizzazione di un'autorita' sarebbe inizialmente possibile solo a livello locale, ed i Municipi si troverebbero a dover organizzare gruppi armati, spesso autorizzati ad una giustizia sommaria. Panico, criminalita', assalti alle riserve di cibo, contenimento di sovversivi, protezione delle risorse sanitarie rimaste, allontanamento di ondate di profughi affamati faranno nascere naturalmente il bisogno di usare la forza, mobilitando gente disposta a sparare. In tutta Italia ci sono milioni di giovani tossicodipendenti che, nel caso si arresti il flusso quotidiano degli stupefacenti, diventerebbero incontenibili con metodi di normale pubblica sicurezza, ed e' possibile immaginarli lanciati in saccheggi armati di risorse (che non gli occorrono) per barattare le ultime dosi di droga rimaste. Solo un uso spietato ed esteso della forza potra' salvare le risorse superstiti da queste bande improvvisate di predoni all'interno delle varie comunita'. Ai medici e a personale indispensabile sarebbe proibito di rischiare la vita nei combattimenti.

C) REQUISIZIONI.
Sia per assicurarsi il potere locale, sia per dare cibo razionato per tutti e fornire i servizi essenziali, le milizie comunali attuerebbero dei pignoramenti forzati di risorse, requisendo armi, cibo, carburanti, generatori di energia, alcolici (per migliorare l'ordine pubblico ed usarli come carburante) e se lontani dal mare, di sale. La poca energia disponibile sarebbe utilizzata per le risorse sanitarie locali e i servizi essenziali. I magazzini dove il materiale sequestrato verrebbe accumulato verrebbero scelti in funzione della facilita' di difenderli con guardie armate.

D) NUOVO POTERE COMUNALE.
I nuovi capi dei vari comuni sposterebbero la loro sede in strutture facili da difendere, come antichi castelli o vani sotterranei. L'esecuzione delle nuove leggi municipali, nell'assenza totale dello Stato italiano, avverrebbe secondo regole severe e punizioni rapide. Ogni attivita' comunale verra' pensata per richiedere meno energia e meno carta possibile.

E) GLI INDESIDERABILI.
Minoranze mal sopportate, spacciatori, noti pedofili, drogati alla ricerca violenta di una dose e chiunque sia precepito come un ostacolo alla convivenza della nuova comunita' incontrerebbe velocemente l'espulsione, andando ad ingrossare bande di sbandati che si muoverebbero tra i comuni, ingaggiando conflitti per il cibo con le varie milizie municipali. Questo fatto portera' probabilmente in diverse parti a preferire l'uccisione di un indesiderato al semplice allontanamento. Le grandi citta' che non possono produrre cibo per tutti genererebbero un enorme numero di sfollati, che come una marea umana si riverserebbe lentamente verso le comunita' agricole, portando non solo scontri a fuoco ma anche all'interruzione di linee stradali e ferroviarie di comunicazione. Per esempio un futuro potere municipale di Vigevano, esasperato dal quotidiano arrivo di profughi e predoni dal milanese, potrebbe far saltare il proprio ponte sul Ticino per fermare almeno eventuali treni diesel ed attacchi con mezzi pesanti. La presenza di bande numerose di indesiderati che vagano ed attaccano potrebbe portare alla concentrazione di comunita' dentro mura antiche o nuove, evacuando i propri cittadini da quartieri difficilmente difendibili e pregiudicando parte della produzione agricola.

F) INDUSTRIA E RIPARAZIONI.
Con ingegno e capacita' di adattamento le comunita' municipali attiverebbero delle attivita' di produzione locale di armi, munizioni, generatori di energia elettrica o termica dal sole, medicine da erbe locali, minime quantita' di carburante e carbonella dai resti della produzione agricola. Chiunque sia in grado di utilizzare rottami per effettuare riparazioni, oppure trarre dalle migliaia di auto inutilizzabili delle utilita', verrebbe tenuto lontano dai combattimenti perche' indispensabile per la sua inventiva. I ciclisti avrebbero tanto lavoro, per esempio ottenendo carretti dai resti di due biciclette. La requisizione dei cavi telefonici consentirebbe di stabilire una qualche forma di comunicazione municipale, anche con le milizie di difesa sul perimetro esterno. La produzione di beni agricoli e tecnici consentira' dei baratti con comuni vicini, per varare anche alleanze contro le bande di predoni. La modifica di case ed abitazioni per scaldarle in inverno, con il minor dispendio possibile di energia, bruciando in modo ottimale legno, carta o resti agricoli, coinvolgera' nei primi anni molte ore di lavoro.

G) MONETA LOCALE.
I vari municipi, sia per pagare le milizie, sia per facilitare il razionamento del cibo, sia per attivare la ricostruzione ed il ripartire dell'economia, farebbe una propria forma di moneta, magari inizialmente sotto forma di buoni che danno diritto a mangiare attingendo dai protetti magazzini comunali. Ci sono gia' municipi in Italia ed all'estero che hanno una loro valuta locale ( www.monetacomplementare.it ) con ottimi risultati di valorizzazione delle loro risorse, dopo un crollo nazionale rovinoso ogni comune attiverebbe una sua forma di scambio.

H) AGRICOLTURA.
Per soddisfare il bisogno di cibo si coltiverebbe e difenderebbe ogni spazio possibile, dalle aiuole delle stazioni ferroviarie a piccoli orti sulle terrazze in cima ai palazzi, in modo simile a quanto avviene a Cuba ed in altri paesi poveri. Dall'allevamento di lombichi al traino animale, mezzi considerati superati verrebbero riaddattati e le coltivazioni sarebbero la prima fonte di lavoro comunale. Ottenere l'acqua necessaria, e convogliarla dove serve, richiedera' uno sforzo notevole e perfino anche muscolare grazie a portatori di acqua professionisti. Aree difficili da difendere, pur potenzialmente produttive a livello agricolo, verranno probabilmente evacuate per la presenza di bande pericolose di sbandati. I rifiuti organici umani ed animali sarebbero raccolti per farne del concime.

Fonte: Big Easy Community

 


 

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