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Poche settimane fa ho diretto il “Crisis Game” promosso dall’Università di Harvard, nel quale gli studenti hanno dovuto partecipare ad una simulazione di un’ipotetica crisi della Guerra Fredda che coinvolgeva anche gli armamenti nucleari. La consapevolezza che una crisi potesse scaturire in una guerra nucleare ha impressionato gli studenti, i quali non avevano finora dato molta importanza a questo passo, specialmente quando hanno visto questo gioco slittare da un esercizio di negoziazione ad una minaccia nucleare (“Stavo letteralmente sudando” disse poi uno degli studenti). E’ però possibile una guerra nucleare tra USA e Russia al giorno d’oggi?

 

 

Dopotutto non c’è più una Guerra Fredda tra questi due Paesi, l’Unione Sovietica e la sua alleanza militare sono state smantellate molto tempo fa e sia Russia che Stati Uniti hanno ridotto i loro inventari nucleari. Cosa può causare un conflitto nucleare? Come potrebbe scaturire questo scambio di colpi e come potrebbe proseguire?

Sfortunatamente la guerra nucleare è ancora possibile. Ora come durante la Guerra Fredda, le chiavi per tale scambio nucleare strategico sono una rigida pianificazione militare, un’errata percezione politica e la naturale fragilità umana.

Una parte del problema è che la Russia ora considera apertamente l’opportunità di un utilizzo di armi nucleari in qualsiasi scenario nel quale loro comincino a perdere contro una forza superiore . In un’ironica inversione della situazione durante la Guerra Fredda, la NATO è ora la coalizione convenzionale dominante in Europa. Mentre la Russia è uno stato più debole con un grande ma meno potente esercito. La Federazione Russa non ha alcuna significante abilità nel proiettare la propria potenza lontano dai propri confini e così non riuscirebbe a sostenere uno scontro convenzionale maggiore con un avversario capace di agire per un periodo prolungato.

Il risultato di questo sbilanciamento è che il Cremlino ha adottato una dottrina di “de-intensificazione” nel quale la Russia minaccerebbe di utilizzare le armi nucleari durante il conflitto, affinché scoraggi l’avversario nel perseguire ulteriori vittorie militari (anche se la Cina mantiene la pubblica promessa di non essere mai la prima ad utilizzare tali armi, Pechino ha un piano simile a quello russo se la guerra contro gli americani dovesse andare male).

Come potrebbe questa dottrina entrare in gioco durante una crisi? C’è molto meno in gioco tra la Russia e l’Occidente in questo momento, e i russi non stanno comandando un impero globale dedicato ad un’ideologia rivoluzionaria (come accadeva con l’Unione Sovietica). Questo però non vuol dire che, tuttavia, i leader russi, incluso Vladimir Putin, accettino l’esito della Guerra Fredda.

E quindi immagina, nel risveglio dei successi russi in Ucraina, che la leadership russa sotto Vladimir Putin decida di testare la propria opinione che la NATO , come alleanza politica, possa essere spezzata con una dimostrazione di forza. A questo fine, il Cremlino cerca di replicare l’operazione del 2014 in Ucraina, solo questa volta in una nazione NATO, probabilmente nei Paesi baltici o in Polonia. Gli uomini con le divise senza riconoscimento iniziano ad assistere i separatisti isolando una parte del territorio NATO.

Questa volta, tuttavia, l’obiettivo risponde con forza: invece che gli sfortunati e disorganizzati ucraini del 2014, i russi si trovano ad affrontare truppe con un maggior addestramento e con le armi occidentali, che possono vivacemente cacciare i volontari russi e mostrare uno schieramento di armamenti russi.

Il Cremlino, vedendo ora i propri piani svanire, cade a terra. Attaccati all’assunto che la NATO si frammenterà abbandonando la vittima dell’aggressione russa, i russi invieranno l’esercito regolare per aiutare i loro fratelli nella lotta. I leader della NATO, contrariamente a queste aspettative russe, attiveranno l’ articolo V della Carta NATO. Ora questa si sarà trasformata in una guerra reale e dopo che puliranno i cieli dagli inferiori aerei russi, i jet dell’Occidente presto inizieranno a calpestare i soldati russi e a distruggere i loro equipaggiamenti in numeri tali da provocare la visione più pessimistica possibile nei generali russi.

Le sconfitte russe, viste istantaneamente e globalmente grazie a internet, sono pesanti. I russi presto realizzano che stanno incontrando una prospettiva di una sconfitta umiliante. Peggio ancora, potrebbero temere una contro-offensiva che può ricadere nel territorio russo. L’idea della NATO che si addentra anche solo di qualche metro all’interno del territorio russo, riempie i generali ed il Presidente di terrore, specialmente per il fatto che il pubblico russo osserva i propri soldati fatti a pezzi in un Paese straniero.

Il Cremlino, a questo punto, minaccia di usare le armi nucleari. L’Occidente risponderà reiterando la propria proposta che i russi lascino i territori NATO, iniziando una nuova offensiva contro le forze d’invasione e incrementando la prontezza nucleare degli USA, della Gran Bretagna e della Francia.

Quello che avviene dopo è molto difficile da pronosticare in termini politici. Se i russi si ritirano e i confini vengono ristabiliti, allora la crisi avrà fine. Se invece andranno avanti con quello che era presupposto essere un bluff, allora lanceranno un numero limitato di testate nucleari contro alcuni bersagli della NATO come ad esempio alcuni aeroporti o posti di comando, il tutto per ridurre le tensioni e far capire che una contromossa americana porterebbe all’Armageddon (se questo vi risulta impossibile, ricordate che già nel 1999 la Russia avviò un’esercitazione che verteva proprio su questo scenario).

Il mondo inizierà a vacillare con le notizie del fatto che alcune testate atomiche sono state detonate in Europa ed il Cremlino allora avviserà: “Che tutto si fermi ora oppure ci saranno gravi ripercussioni”. Prima che l’inchiostro di Mosca inizia ad asciugarsi, la risposta della NATO arriva subito: vengono scelti alcuni bersagli russi, come ad esempio una flotta nel Mar Nero o nel Baltico, che verrà distrutta dagli attacchi degli SLBM (sottomarini armati di testate nucleari). Il territorio russo non è ancora stato bersagliato e tutte le forze dell’Occidente sono in allarme totale, pronte a colpire tutte le infrastrutture nucleari russe, inclusa Mosca. I russi, allo stesso modo, saranno pronti per colpire centinaia di siti di ICBM (Inter-Continental-Ballistic-Missiles) nel territorio americano ed inoltre le basi di sottomarini e di bombardieri di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia.

Se la Russia risponde con nuovi attacchi in territori NATO, un attacco combinato Anglo-Americano (o Anglo-Franco-Americano) sarà imminente all’interno della Russia stessa che sarà l’ultimo avvertimento per far cessare l’avanzata russa. Una volta che, però, una testata nucleare esploderà sul suolo russo, i sostenitori della linea dura russa, che siano civili o militari, richiederanno un attacco all’America o alla Gran Bretagna o a tutte e due come vendetta.

Se la crisi si protrarrà oltre, l’iniziale scambio di attacchi nucleari, che a quest’ora avrà già ucciso o ferito centinaia di migliaia di persone, possiamo aspettarci che verranno utilizzati i piani di risoluzione dell’era della Guerra Fredda. Guidati dalla paura e dalla logica militare, Stati Uniti e Russia si attaccheranno l’un l’altro nelle rispettive strutture che detengono le capacità nucleari il più velocemente possibile come le strutture di comando e controllo situate all’interno o nei pressi delle maggiori città come Washington e Mosca.

I piani accurati con tutte le relative eleganti e complesse opzioni cadranno nel nulla durante il caos generato da tutto ciò. Anche tenendo conto delle armi distrutte dai colpi di entrambe le parti, quelle rese inattive da ordini imperfetti oppure quelle neutralizzate da un qualche tipo di malfunzionamento tecnico, diverse centinaia di testate cadranno in molti Paesi, inclusi Canada, Gran Bretagna e Francia.

Negli Stati Uniti la maggior parte delle coste orientali bruceranno e pure un attacco limitato distruggerà Washington e le installazioni nucleari della Marina USA dalla Virginia alla Florida. Nella zona occidentale, San Diego e Seattle soffriranno maggiormente. Omaha, sede del Commando Strategico degli Stati Uniti sarà andato come le installazioni di missili e gli aeroporti negli Stati montuosi. Il risultato sarà la morte di molte più persone nell’Est e le radiazioni colpiranno il cuore dell’agricoltura americana.

Le conseguenze immediate saranno la presa del potere dei vari Governatori di ciascuno Stato americano fino a che il Governo USA sarà ricostituito. La Guardia Nazionale, insieme ai corpi di polizia locali, sarà chiamata ad aiutare una popolazione gravemente ferita; i soldati e i poliziotti saranno portati a fare di tutto, da proteggere le scorte di cibo fino a uccidere le persone condannate a bruciare vive. Insieme al numero spaventoso di vittime, il danno alle fragili infrastrutture elettroniche degli Stati Uniti sarà elevatissimo.

Le aree non ancora toccate dalle testate nucleari, dal Nord fino al Sud, saranno inondate dall’afflusso di rifugiati. Disordini pubblici saranno eventualmente fuori dalla portata di qualsiasi corpo di polizia e la Legge Marziale sarà imposta.

In Russia la situazione potrebbe essere perfino peggiore. La completa disintegrazione dell’Impero Russo, iniziata nel 1905 e interrotta solo nel periodo dell’Unione Sovietica, sarà finalmente completata. Una seconda guerra civile russa emergerà e l’ Eurasia sarà invasa da una moltitudine di Stati etnici azzoppati e comandati da governi autoritari.

Alcune zone della Russia potranno emergere dalle ceneri ma saranno per sempre soffocate da un’ Europa incapace di perdonare tutta questa devastazione.

Non sono abbastanza esperto di strategia cinese per sapere cosa accadrà se questa situazione si ripresenterà nel Pacifico. Non posso aiutare ma augurarmi, tuttavia, che se le deboli e insicure aree cinesi saranno colpite da attacchi convenzionali, potrebbe darsi che il panico porti ad utilizzare le armi nucleari per richiedere un cessate il fuoco agli USA. La devastazione dell’America potrebbe essere perfino peggiore in questo caso: con il fine di raggiungere il massimo effetto, la piccola forza strategica nucleare cinese attaccherà quasi sicuramente le città americane, dalla costa occidentale fino a quella orientale. Gli Stati Uniti in qualche maniera sopravviveranno e la Repubblica Popolare Cinese, come la Federazione Russa, cesserà di esistere come entità politica.

Come ciascuna di queste teorie possa avvenire è pura speculazione. La cosa importante è che non è in nessun caso impossibile, ma, mentre non è impossibile, è inoltre evitabile e nemmeno probabile. Comunque, diversi fattori possono ciò nonostante collidere a creare una tragedia. Questi fattori significano che la possibilità di un errore di calcolo che può portare alla Guerra Nucleare è ora molto più grande di quanto lo sia mai stato fino agli anni ’80.

E’ di nuovo tempo di prendere questa minaccia seriamente, non solo come minaccia alla sicurezza nazionale americana, ma all’esistenza collettiva come civiltà.

Tom Nichols è un professore di Affari di sicurezza nazionale nel Naval War College dell’Università di Harvard. Il suo libro più recente è: “No Use: Nuclear Weapons and U.S. National Security”, Università della Pennsylvania, 2014. Le visioni espresse all’interno sono esclusivamente sue.

Fonte estera: http://nationalinterest.org

7.05.2015

TRADUZIONE per Comedonchiscioptte.org cura di MATTIA BAGHERINI

Fonte: http://www.comedonchisciotte.org

 

 

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