Gli tsunami, sono uno dei disastri naturali che più spaventano, sono purtroppo molto comuni e spesso lasciano soltanto distruzione al loro passaggio. Vi sembrerà incredibile, ma oggi vedremo l’ingegneria che si cela dietro questo disastro, non solo a livello naturale, ma anche antropologico, possibili soluzioni per “anticiparli” e proteggercisi. Benvenuti su Ingegneria Italia! Sapevate che la parola “tsunami” è in realtà di origine giapponese, e significa “onda nel porto”? L’origine di questo concetto si deve agli antichi marinai giapponesi che, dopo una sessione di pesca, tornando al loro porto lo trovarono distrutto da un’onda che in mare non si era neanche vista. E possiamo partire proprio da qui per spiegare l’origine del fenomeno: ciò che meravigliava i marinai era che, pur passando tanto tempo in mare, nessuno avevesse visto quell’onda così grande e così distruttiva, dando origine alla credenza che questa si originasse direttamente alla costa; questa credenza non si discosta così tanto dalla realtà, infatti in mare aperto le onde degli tsunami hanno un’altezza di neanche 1 metro. Ciò che fa la differenza invece è la loro larghezza, proprio intesa come distanza tra le varie creste, che può arrivare anche a 100-200km, con una velocità che può raggiungere quella di un jet! E tutti questi fenomeni si originano soltanto a breve distanza dalla costa, crescendo improvvisamente in altezza e travolgendo tutto. Prima di proseguire con la spiegazione di come si verifichino questi incredibili eventi naturali e come possiamo prevederli, vi ricordo di continuare ad iscrivervi al canale di ingegneria Italia, da quando ho iniziato a creare contenuti per la pagina siamo cresciuti tantissimo e ci auguriamo che continui a farlo, per questo abbiamo bisogno del vostro aiuto! Vedete, tutto si origina in mare aperto, a dispetto di quello che si potrebbe pensare, in genere una forza sottomarina letteralmente spinge via la massa dell’acqua circostante, creando un’onda d’urto che si andrà propagando; le cause di questa forza improvvisa possono essere molteplici: un terremoto sottomarino, un’eruzione vulcanica, un’esplosione o anche l’erosione di grandi massi di rocce e ghiacciai che cadono nel mare, anche se l’88% dei casi l’origine è sismica. In questi casi il punto di inizio di tutto è uno slittamento delle placche terrestri, le quali creeranno una fortissima scossa, che in alcuni casi è così forte da creare una vera e propria crepa nel terreno, originando un sollevamento di una delle due parti del fondale marino, e la forza sarà così elevata e improvvisa che questo genererà le onde sulla superficie del mare, che ora saranno ancora molto basse, ma velocissime (si possono raggiungere velocità tra i 400 e gli 800km/h!). Dalla costa tutto questo può essere visto notando pochi ma cruciali dettagli: innanzitutto il mare si ritrarrà velocemente dalla costa, per via della massa d’acqua che si sta muovendo al di sotto della superficie, le onde rallenteranno all’improvviso, e all’improvviso la massa dell’acqua aumenterà: questo è l’inizio dello tsunami, e più l’acqua si ritrarrà dalla costa maggiore sarà la forza delle onde, così come più è profondo il fondale, maggiore sarà l’altezza delle onde: tutto si riconduce alla massa e alla densità dell’acqua.