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Recentemente "China National Defense News" ha rivelato che la Seconda Forza Missilistica di Artiglieria ha costruito una enorme caverna sotterranea, il testo citato da esperti occidentali dice che il bunker cinese e' una base missilistica in grado di sopportare centinaia di bombe nucleari che colpiscano di fila. Questo articolo solleva la questione al di fuori dei media per una discussione, l'analisi dei media cinesi evidenzia in modo profondo una capacita' superiore a quella della Russia e gli Stati Uniti di dispiegare un deterrente missilistico. I media cinesi hanno avuto il coraggio di pubblicare quello che e' stato chiamato "la Grande Muraglia sotterranea" di strutture strategiche, mostrando il sistema cinese delle attività nucleari. (...)

 

 

(...) La Seconda Forza Missilistica di Artiglieria è una unita' di costruzione ed ingegneria per postazioni missilistiche, è spesso citata per quanto riguarda "la Grande Muraglia sotterranea". Citando direttamente un giornale straniero (dove si afferma che gli esperti occidentali avevano stimato che la Cina ha postazioni missilistiche d'artiglieria molto ben protette), si ipotizza che se si utilizzassero testate nucleari penetranti nel terreno contro le postazioni missilistiche cinesi, allora avremmo bisogno di continue testate nucleari che colpissero la stesso punto prima di distruggerlo completamente.

Ta Kung Pao ha firmato un articolo dove descrive anche lo stato dei bunker della Seconda Forza Missilistica di Artiglieria. L'articolo citava l'iniziale adozione della Cina di una stabile organizzazione per i missili balistici a medio raggio schierati sul terreno, mentre i primi missili intercontinentali Lunga Marcia 5 avevano un silo rinforzato che venne utilizzato per lo schieramento. La Cina ha iniziato a distribuire nel 1979 il missile Lunga Marcia 5, per un totale di 24 silos, ma questa misura di protezione e' inutile per via della ricognizione satellitare sempre più sofisticata e dei sempre più precisi sistemi di attacchi missilistici. Se il silo non può garantire la sicurezza del missile, anche se completamente sepolto nella posizione di lancio a poche centinaia di metri di profondità, a quanto pare la strategia della Seconda Forza Missilistica di Artiglieria venne considerata una valida opzione. Già nell'estate del 1995 l'Esercito di Liberazione Popolare, in un messaggio non pubblicizzato mandato a decine di migliaia di ufficiali e soldati della Seconda Forza Missilistica di Artiglieria (dopo 10 anni di sforzi intensi), si vantava che "abbiamo finalmente completato un progetto di difesa importante". Il 24 marzo 2008 la China Central Television ha diffuso un "documentario militare" su come avrebbe funzionato la struttura sotterranea di contrattacco nucleare soprannominata il "Progetto Grande Muraglia".


Lunghezza del tunnel: oltre 5000 km!

Gli analisti ritengono che una potente e nascosta "Grande Muraglia sotterranea" cinese puo' salvare la possibilita' di un controattacco atomico. Mentre la Cina persegue una politica "non primo uso di armi nucleari", si vuole garantire che una deterrenza minima di missili intercontinentali sia in grado di reagire dopo il successo del lancio di attacco nemico, e che la rappresaglia possa con successo penetrare il sistema nemico di difesa anti-missilistico. (...)

Anche se gli Stati Uniti e la Russia preferiscono il lancio di missili intercontinentali a terra a basso costo, i missili mobili su strada sono normalmente usati mediante trasporto, montaggio, con l'aiuto di tre mezzi pesanti per garantirne la mobilità. Ma questi missili hanno spesso un auto-posizionamento relativamente semplice, le operazioni di pre-lancio sono affrettate ed aumentano il margine di errore nel colpire un bersaglio. Un attacco missilistico di precisione, sparato da postazioni fisse, è prevedibilmente piu preciso. Sparare missili balistici intercontinentali (come il russo Topol-M) dal sottosuolo garantisce una precisione di circa 260 metri, ma da un lanciatore stradale il margine di errore è aumentato a 450 metri. Il lancio da postazioni sotterranee ben protette e' un approccio sensato, che giustifica la scelta della Seconda Forza Missilistica di Artiglieria della Cina.

Il concetto cinese di una totale copertura sotterranea del deterrente missilistico, senza limitarsi a poche centinaia di metri di profondita', consente che i missili, il personale e le attrezzature siano preparati, spostati mediante vagoni ferroviari dentro una metropolitana apposita, fino al punto di lancio prescelto senza che l'osservazione nemica possa scoprire i preparativi.

Gli esperti ipotizzano che la Seconda Forza Missilistica di Artiglieria cinese abbia le postazioni missilistiche sotterranee più importanti in una zona montuosa nel nord della Cina, usando una galleria interna per una lunghezza totale di 5000 km. I missili balistici strategici dentro questo "labirinto sotterraneo" sono distribuiti sotto una rete di centinaia di gruppi misti di silos di lancio sotterraneo veri e falsi. Si stima che il contrattacco nucleare sia protetto da uno strato più esterno di 1.000 metri di profondità, ricoperti di terra che non include alcun strato artificiale di rinforzo. (...)



I media Usa hanno detto che esiste solo un piccolo numero di armi nucleari cinesi.

"Bulletin of Atomic Scientists" (BuletinoftheAtomicScientists) e' un sito internet americano che ha pubblicato l'8 dicembre un articolo intitolato "Le armi nucleari: un mito moderno", affermando che la Cina ha ora circa 200-250 testate nucleari, ma la Cina e la Russia non rappresentano una minaccia, né possono indebolire il dominio nucleare degli Stati Uniti.

L'articolo diceva che gli Stati Uniti schierano un totale di circa 2.200 testate nucleari strategiche e 500 testate nucleari tattiche, mentre ci sono 2.500 testate nucleari di scorta. Alcune testate sono trasportabili mediante missili lanciabili dai sottomarini Usa, altre da missili basati a terra ed altre ancora da missili a lungo raggio. Per esempio l'Air Force, durante i prossimi 10 anni, spendera' sei miliardi di dollari per migliorare l'affidabilità dei missili e delle strutture di supporto per prolungarne la vita fino al 2030. Dal 1997 al 2001 gli Stati Uniti hanno prodotto e distribuito il nuovo tipo di bomba nucleare B6, che è conosciuta anche come B61-11 nel ruolo di bomba nucleare che penetra nel terreno.

Dopo la Guerra Fredda i missili lanciati dai sottomarini statunitensi per eventualmente distruggere i silos missilistici russi vantavano un tasso di successo di solo il 12%. Oggi, con le testate W76 e W88 su missili lanciati dai sottomarini per distruggere silos russi, permette di stimare il tasso di successo al 90% e il 98%.

L'arsenale nucleare della Cina comprende circa 200-250 testate nucleari strategiche. La Cina sta anche espandendo l'arsenale nucleare, ma questo dovrebbe essere molto piu' lento di quanto le agenzie di intelligence degli Stati Uniti hanno stimato, infatti quest'ultime hanno sempre teso a sovrastimare la velocità di progetti di modernizzazione del PLA. I nuovi sistemi d'arma cinese a combustibile solido come i DF-31 missili a lungo raggio (operativi dal 2008) sono divenuti i DF-31A come missili balistici intercontinentali ed il JL-2 come missili lanciati dai sottomarini nucleari. Lo sviluppo e la diffusione di questi sistemi hanno un ritmo sorprendentemente lento. (...)

La Cina sta' costruendo diversi sottomarini strategici armati di missili. Il mondo esterno crede che la Cina nei primi mesi del 2008 ha avviato il dispiegamento di una nuova versione di sottomarini nucleari, ed altri 2-3 sottomarini nucleari sono ancora in costruzione. Tuttavia, la Cina saprà come usare il mare come base del sistema di difesa missilistica? Non è ancora chiaro. Sottomarini con missili balistici cinesi non hanno condotto alcuna pattuglia oceanica anti-missili. La Russia rispetto alla capacità nucleare della Cina è anch'essa molto forte. Per deduzione, la Cina potrebbe optare per la produzione di testate nucleari adatte a nuovi vettori in grado di trasportarle.

Chiaramente, sia la Russia che la lentezza dei progetti strategici di modernizzazione della Cina, non costituiscono una minaccia per gli Stati Uniti, né possono scuotere il dominio statunitense in armi nucleari.

Fonte estera: http://wuxinghongqi.blogspot.com

Traduzione effettuata dal Webmaster del portale Ogigia usando gli stumenti di Google.

 

Immagine satellitare che mostra lo schema di una galleria sotterranea, e numerosi silos per missili nucleari, nel centro della Cina. Questo sistema e' molto piu' piccolo di quello che si troverebbe nelle montagne del nord della Cina.

 

Nella foto qui sopra e' visibile uno dei silos corazzati cinesi per il lancio di missili nucleari.

 

 

La Cina sta espandendo le sue forze nucleari con un missile a testate multiple e mantiene le sue riserve strategiche nel profondo bunker sotterranei, il Pentagono ha rivelato nella sua relazione annuale al Congresso l'esercito cinese.

La Cina si stima possa avere fino a 75 missili nucleari a lungo raggio, tra cui alcuni difficile da trovare come i semoventi stradali DF-31 oppure i DF-31A fissi (ICBM: missili balistici intercontinentali) secondo il rapporto, che è stato pubblicato mercoledì. Inoltre la Cina avrebbe altri 120 missili a medio raggio.

"La Cina è qualitativamente e quantitativamente impegnata a migliorare le sue forze missilistiche strategiche", afferma il rapporto. "Pechino probabilmente continuerà ad investire notevoli risorse per mantenere una forza nucleare limitata ... Per garantire alle forze armate di infliggere un dannoso controattacco di rappresaglia nucleare."

La relazione afferma per la prima volta che la Cina sembra avere in sviluppo un terzo tipo di lanciamissili semovente ICBM, possibilmente in grado di trasportare testate multiple con bersaglio indipendente in fase di rientro.

Inoltre, il rapporto fornisce nuovi dettagli sugli sforzi della Cina per sviluppare le difese antimissilistiche, ed afferma che la Cina ha condotto una prova di intercettazione di una testata come parte del sistema.

La Cina ha costruito il suo primo esemplare di sottomarini lanciamissili Jins che "sembra operativa", ma il suo missile JL-2, che e' una variante del DF-31, è ancora in fase di test di volo.

La divulgazione della valutazione annuale rivela che la Cina ha profonde strutture sotterranee nel nord, che implicano 3.000 chilometri di gallerie. Le strutture sono utilizzate per lo stoccaggio di testate nucleari, per nascondere missili e per i bunker di comando induriti contro gli attacchi nucleari.

Gli impianti sono stati costruiti sulla convinzione cinese che cosi' le armi e le basi sono meno vulnerabili agli attacchi. L'esercito cinese ha utilizzato le strutture sotterranee ifin dai primi anni 1950.

Funzionari statunitensi hanno affermato che la maggior parte dei dettagli sulle armi nucleari cinesi prima erano tenuti segreti.

"La forza missilistica strategica della Cina detta Seconda Forza Missilistica di Artiglieria (SAC), ha sviluppato ed utilizzato strutture sotterranee per implementare i suoi sistemi missilistici più vecchi basati su propellente liquido, e continua ad utilizzarli per proteggere e nascondere i nuovi (e più moderni) missili a carburante solido", dice il rapporto.

Della dotazione fanno parte una "rete segreta di tunnel" che si estende per oltre 3.000 miglia.

Il rapporto afferma che in Cina i siti nucleari sotterranei sono basati sul presupposto di Pechino che "potrebbe essere necessario assorbire un colpo nucleare iniziale prima di impegnarsi in contrattacco atomico".

Secondo la newsletter Diplomat, una recente presentazione presso il Naval War College ha rivelato che le strutture sotterranee sono state rese pubbliche dalla televisione statae CCTV nel marzo 2008. La rete televisiva ha mostrato alcuni dei tunnel in una località montagnosa a nord della provincia di Hubei. Le strutture in questione si trovano centinaia di metri sotto terra.

"Anche se segretezza e l'ambiguità rimane l'approccio predominante della Cina nel campo nucleare, la diffusione occasionale di informazioni su alcuni missili e strutture sotterranee è coerente con un tentativo di inviare segnali strategici sulla credibilità del suo limitato arsenale nucleare", dice il rapporto.

I rapporti pubblicati hanno mostrato immagini di gallerie moderne come basi della rete di centri di sicurezza e controllo nonche' misure di camuffamento avanzate, dice il rapporto.

Le strutture militari sotterranee inoltre vengono utilizzate per proteggere e nascondere i posti di comando e i siti di comunicazione, per immagazzinare armi ed attrezzature e per proteggere le persone.

Richard Fisher, un analista di affari militari cinesi, afferma che il rapporto è significativo perche' rivela che le forze nucleari strategiche hanno avuto un aumento stimato fino a 25 nuovi missili balistici intercontinentali in un anno, alcune con testate multiple, e contiene i primi riferimenti al programma cinese per difese antimissilistiche.

"Nel loro insieme la forza crescente di ICBM ben protetti avrà presto difese attive, e questo dovrebbero essere motivo di grande preoccupazione per gli Stati Uniti", ha detto il signor Fisher dell'International Assessment and Strategy Center. "La Cina non rivelerà i suoi piani di accumulo missilistico o circa le sue difese antibalistiche, quindi questo semplicemente non è il momento di considerare ulteriori tagli nella forza nucleare degli Stati Uniti, come invece è intenzione dell'amministrazione Obama".

Mr. Fisher ha dichiarato che le affermazioni ufficiali del governo cinese, che da decenni dichiara di non cercare di costruire grandi forze nucleari, non sono credibili e sono in linea con altra disinformazione simile, come il far credere che la Cina che non si sta preparando per la guerra nello spazio, come l'affermare di non vendere armi a Stati canaglia e di non cercare di ottenere l'egemonia globale.

I militari cinesi, in almeno due occasioni a partire dal 1995, hanno minacciato di usare armi nucleari (direttamente o indirettamente) contro gli Stati Uniti.

Nell'ottobre 1995 il generale Xiong Guangkai ha detto che in un qualsiasi conflitto per Taiwan "chi ci avesse colpito noi siamo in grado di colpirlo a nostra volta." Il generale ha poi detto che "alla fine, si pensa di più a salvare Los Angeles che Taipei," riferimento per la Casa Bianca usato come una minaccia di utilizzare armi nucleari.

Nel 2005 il generale Zhu Chenghu ha detto ai giornalisti a Pechino che se l'esercito statunitense lanciasse un attacco con armi convenzionali sul territorio cinese, "dovremo rispondere con armi nucleari".

Il governo cinese, nel mese di gennaio, ha respinto un appello del segretario alla Difesa Robert M. Gates a tenere colloqui sul nucleare strategico.

Secondo un documento classificato del Dipartimento di Stato Usa, inviato da Pechino nel 2008, il ministro degli esteri cinese ha detto ai funzionari degli Stati Uniti in visita che "la Cina non favorisce la stessa trasparenza per quanto riguarda le armi nucleari, la loro produzione ed i sistemi di lancio come gli Stati Uniti, il Regno Unito e Francia fanno abitualmente, poiché così facendo si eliminerebbe il valore di deterrente strategico della Cina."

Sulle difese antimissilistiche la relazione ha rivelato per la prima volta che la Cina sta sviluppando un "ombrello" nazionale, utilizzando intercettori ad alta velocità in grado di colpire missili ed altri veicoli aerospaziali fino ad altezze di 50 miglia.

La Cina critica spesso simili sistemi di difesa missilistica statunitensi, accusandoli di minare la stabilità.

Anche la Cina sta continuando a sviluppare armi anti-satellite, che sono stati provati nel 2007 causando un campo di detriti nello spazio (che continua a minacciare veicoli spaziali in orbita) dice il rapporto.

"La Cina continua a sviluppare e perfezionare questo sistema, che è una componente di un programma multidimensionale per limitare o impedire l'uso dello spazio a potenziali avversari nei momenti di crisi o di conflitto", dice il rapporto.

Fonte estera (due pagine): http://www.washingtontimes.com

Traduzione effettuata dal Webmaster del portale Ogigia usando gli stumenti di Google.

 

 

 

 

Appena dopo la fine della guerra fredda, Philip Karber, funzionario del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, si recò in Russia per preparare il terreno alla visita del segretario di allora, Frank Carlucci. “Ci fu un incontro con lo stato maggiore russo – ricorda Karber – Un generale d’armata ci disse che la Russia disponeva di 40 mila testate nucleari, non delle 20 mila che pensavamo noi”.

Fu una rivelazione sconcertante. In un’epoca in cui legioni di analisti della Cia, “war-gamers” (simulatori – ndt) del Pentagono e specialisti nel controllo degli armamenti consacravano la propria carriera alla produzione di stime dell’arsenale sovietico, si venne a scoprire che gli Stati Uniti si erano sbagliati di uno scarto pari al cento per cento.

Philip Karber, che vanta incarichi nelle passate amministrazioni sia repubblicane che democratiche, attualmente a capo dell’Asian Arms Control Project (Progetto di controllo degli armamenti asiatici) alla Georgetown University, racconta l’aneddoto di cui sopra per dare una prima idea di ciò che è il suo ultimo lavoro.

Nel 2008, Karber è stato incaricato dalla Defense Threat Reduction Agency (Agenzia per la riduzione delle minacce) – un organismo del Pentagono la cui attività abbraccia un campo tanto vasto da spaziare dalle verifiche sulla riduzione degli armamenti alle perizie medico-legali – di investigare su un misterioso progetto cinese conosciuto come “La Grande Muraglia Sotterranea”. L’indagine avrebbe portato Karber a mettere in dubbio le convinzioni consolidate sulle dimensioni, e sugli scopi, del segretissimo arsenale nucleare cinese.

L’interesse dell’agenzia sull’argomento si è impennato in seguito al devastante terremoto che il 12 maggio ha investito la provincia del Sichuan. Al fianco delle convenzionali squadre di soccorso, Pechino inviò nella zona del disastro anche migliaia di esperti in radiazioni del Secondo Corpo D’Artiglieria, la branca dell’Esercito popolare di liberazione responsabile delle forze missilistiche strategiche nazionali, e quindi della maggior parte delle armi nucleari del paese.

Il coinvolgimento del Secondo Artiglieria fu una sorpresa relativa, perché nel Sichuan sorgono alcune installazioni nucleari chiave, incluso l’equivalente locale dei leggendari laboratori di Los Alamos. Maggior interesse destarono i rapporti circa la frana di vaste zone collinari, che avevano portato in superficie enormi quantità di detriti in cemento. Si cominciò a parlare della possibilità che una parte significativa dell’arsenale nucleare cinese, custodito in tunnel e depositi sotterranei, fosse andato perduto nel sisma.

Philip Karber cercò di capirne di più. Grazie all’aiuto di un gruppo di studenti esaminò attentamente una serie di foto satellitari, attinse a fonti in cinese e si giovò di altri materiali di ricerca – tutti disponibili pubblicamente, ma trascurati in Occidente. La conoscenza della storia fu un ulteriore aiuto.

Andare sottoterra è stata una pratica militare cinese per quasi duemila anni. Fu un’ossessione per Mao Tse-Tung, che a Pechino fece scavare una grande città sotterranea e che, verso la fine degli anni Sessanta, ordinò la costruzione della cosiddetta “Terza linea di difesa” nel timore di un attacco nucleare sovietico. Il colossale progetto prevedeva, tra le altre cose, un reattore nucleare e depositi corazzati per ospitare la prima generazione cinese di missili balistici intercontinentali, tutto sottoterra.

La mania scavatrice dei cinesi non terminò alla morte di Mao; anzi, si intensificò. Nel dicembre 2009, nel quadro delle celebrazioni per il sessantesimo dalla fondazione della Repubblica popolare, le forze armate hanno orgogliosamente annunciato che il Secondo corpo d’artiglieria ha costruito complessivamente tremila miglia di tunnel, la metà dei quali nel corso degli ultimi quindici anni.

Lo stesso Karber aiuta a farsi un’idea: “Se parti nel New Hampshire, passi per Chicago, poi per Dallas, e arrivi a Tijuana, beh, quelle sono più o meno tremila miglia”.

Perché il Secondo artiglieria ha scavato così tanto? Dopo tutto, esistono altri modi di mettere al sicuro un arsenale nucleare. E anche con una forza lavoro numerosa ed economica come quella cinese, il costo di quei tunnel – ben costruiti, ben illuminati, lastricati, spaziosi e lunghi, in media, sei miglia – è stato comunque immenso.

L’estensione degli scavi, peraltro, non riflette affatto le dimensioni attualmente conosciute dell’arsenale nucleare cinese, che si ritiene conti tra le 240 e le 400 testate. “Possibile che abbiano costruito un tunnel di dieci miglia per ogni singola testata?” si chiede Karber. “Non ha senso, sarebbe un’esagerazione folle”.

Tale osservazione ha spinto Karber a guardare da vicino le stime occidentali dell’arsenale nucleare cinese. Verso la fine degli anni Sessanta, le proiezioni americane lo facevano ascendere a 435 testate entro il 1973. Un’estrapolazione lineare a partire da questo dato porterebbe a un risultato nell’ordine di tremila estate al giorno d’oggi.

Nel 1984 la Defense Intelligence Agency stimava che la Cina avesse 818 testate per il 1994 e più di mille alla data attuale. Studi più recenti fissano quel numero tra 2.350 e 3.500 tenendo conto di una produzione annuale media, per l’ultimo decennio, di duecento testate. Al contrario, secondo il Natural Resources Defense Council l’arsenale atomico cinese ha raggiunto il suo picco nel 1980, e da allora è rimasto stabile.

Quanto sono esatte tutte queste stime? In mancanza di sopralluoghi, è impossibile dire qualcosa di certo; come osservava un rapporto del Consiglio per le relazioni con l’estero scritto dieci anni fa, “la Cina si segnala come il meno trasparente tra gli stati dotati di armi atomiche”.

Eppure, nonostante tale opacità, tra gli osservatori dall’estero prevalgono le stime più conservative. Hans Kristensen, membro della Federazione degli scienziati americani, ripete che i cinesi “non si sono lanciati in una corsa per raggiungere il pareggio con gli arsenali nucleari americano o russo. In quei tunnel non stanno celando centinaia e centinaia di ordigni atomici”. I tunnel, continua, non sono altro che “il tradizionale gioco cinese di nascondere quello che hanno, in questo caso la loro relativamente piccola forza missilistica”.

Karber non ne è convinto: “Un chilometro di tunnel costa quanto quattro o cinque armi nucleari e di sicuro quanto molti vettori”. Perché la Cina dedicherebbe così tante risorse a costruire una vasta rete di tunnel di protezione, e così poche alla realizzazione delle armi che quei tunnel devono custodire?

Di nuovo, sorge spontanea la domanda sulla credibilità del governo cinese quando parla di armi nucleari. Pechino non si stanca di ripetere che la sua politica si basa sull’assunto “mai il primo colpo”. Eppure, nel 2005, il generale Zhu Chengdu dichiarava al Wall Street Journal che la Cina avrebbe lanciato un attacco nucleare su “cento, o duecento” città americane, qualora gli Stati Uniti si fossero schierati al fianco di Taiwan nell’eventualità di un conflitto.

Pechino dichiara inoltre di aderire alla politica dei piccoli arsenali nucleari, descritta da un generale cinese come “il minimo indispensabile per una rappresaglia”. Anche qui, Karber ha i suoi dubbi.

La Cina è nel mezzo di un grande sforzo per ammodernare il proprio arsenale atomico, che include la realizzazione di missili balistici dalla testata multipla. Schiera già adesso una forza di quasi 1.300 sistemi missilistici tattici o di teatro, che possono venire armati tanto con una testata convenzionale quanto con una nucleare – ciò che permette alla Cina un immenso potenziale strategico in caso di guerra.

Karber sospetta che la Cina possieda fino a cinque missili per ogni lanciatore mobile. In altri termini, la discrepanza tra il numero noto di lanciatori e le stime di Karber si spiegherebbe col fatto che ogni lanciatore avrebbe a disposizione più “ricariche”.

Ma a cosa servirebbe, alla Cina, un arsenale atomico vasto e invulnerabile? Ormai da decenni chi è del ramo ha capito che la vittoria, in un conflitto atomico, arride a chi è in grado di sferrare un efficace “secondo colpo”; per riuscirci, è indispensabile un vasto arsenale dalle elevate capacità di sopravvivenza.

È stato lo stesso Secondo artiglieria a ricordare quelle teorie, quando, annunciando il completamento della Grande Muraglia Sotterranea, proclamò che da quel momento la Cina era in grado “di sostenere un attacco atomico”; che “Taiwan può cominciare a preoccuparsi per la propria indipendenza”; che la Cina non ha più motivo di “avere paura di una battaglia decisiva con gli Stati Uniti”.

Il dottor Kristensen derubrica tutto ciò a propaganda di regime, sottolineando che “i cinesi sono ben noti per propalare false informazioni volte ad ingannare un eventuale nemico”. Anche così, non si capisce perché coloro che in America sono incaricati di tenere sotto controllo l’arsenale cinese siano tanto inclini a credere alle dichiarazioni di Pechino, e declassino la gigantesca rete sotterranea come un equivalente cinese del Villaggio Potemkin (ossia, ad argomento di propaganda - ndt).

Karber, su questo, ha alcune convinzioni. Le basse stime dell’arsenale cinese, secondo lui, derivano dalla stima del numero di vettori – aerei, missili, sottomarini – che le possono impiegare. Ma questa stima è basata sul numero dei vettori osservati. Ebbene, sembra che “una certa inerzia abbia fatto sì che quel numero restasse pressoché invariato”.

Karber nutre anche il timore che a favorire le stime più basse sia il desiderio di restare in sintonia con le istituzioni. Nel governo americano, “il Pentagono e i circoli dell’Intelligence sono stati criticati, in passato, per avere elaborato le cosiddette ‘proiezioni sul caso peggiore’, e adesso tutti le evitano come la peste”.

Al di fuori del governo, “gli analisti d’armamenti si sono sforzati di minimizzare gli sforzi strategici dell’Esercito popolare, per non suscitare reazioni americane ‘non necessarie’”. Dopo tutto, si presume che la Cina sia il modello da seguire, visto che denuncia proprio quell’arsenale nucleare di ridotte dimensioni che tutte le potenze nucleari dovrebbero avere; una Cina assai più armata di quanto si crede sarebbe un fastidioso inconveniente per tutti coloro che spingono per ulteriori, drastici tagli degli arsenali nucleari.

Philip Karber è un uomo preciso, metodico, ed è convinto dell’opportunità di negoziare una politica di controllo degli armamenti con la Cina. Mi ha ripetuto più volte che la sua ricerca è lungi dall’ottenere risultati definitivi e che in ogni caso non può sostituire un vero lavoro di raccolta delle informazioni da parte dei servizi di Intelligence, né esclude la possibilità, per quanto inverosimile, che tutti quei tunnel siano stati fatti per custodirci testate, lanciatori e missili ancora da costruire.

Eppure, al di là di queste incertezze, i tunnel sono una realtà, che per di più il Pentagono ha riconosciuto per la prima volta soltanto quest’anno, nel suo rapporto annuale sulle forze armate cinesi. Nessuno tra quelli cui importi degli equilibri strategici può ignorare la montagna di evidenze messa insieme da Philip Karber, né tantomeno evitare di pensare a quello che potrebbe significare.

Ciò è vero in particolar modo per l’amministrazione Obama, che insieme alla Russia sta portando avanti un ambizioso programma di tagli agli arsenali nucleari, come se l’arsenale cinese fosse trascurabile.

Un tale assunto va rimesso urgentemente in discussione. L’alternativa è che la Cina, forte della sua ultramillenaria esperienza militare nel nascondere, fingere e sorprendere, un giorno – quando e come, lo vorrà lei – dia l’annuncio di aver raggiunto la supremazia in un campo che stiamo, stupidamente, regalando ai nostri sogni.

Autore: Bret Stephens

Tratto da The Wall Street Journal: http://online.wsj.com

Traduzione a cura di: Enrico De Simone

Fonte italiana: https://www.loccidentale.it

 

 

La “Grande Muraglia d’acciaio sotterranea” della Cina potrebbe “garantire la sicurezza dell’arsenale strategico del Paese” contro possibili attacchi, anche dalle future armi ipersoniche. Qian Qihu, destinatario del massimo riconoscimento scientifico e tecnologico del Paese, lo dichiarava al Global Times. Qian, 82 anni, accademico dell’Accademia delle Scienze e dell’Accademia d’Ingegneria cinesi, riceveva il Premio per la scienza e la tecnologia del 2018 durante una conferenza presso la Grande Sala del Popolo a Pechino. La “Grande Muraglia d’acciaio sotterranea è una serie di strutture di difesa situate in profondità, sotto le montagne. Mentre la roccia è abbastanza spessa da resistere agli attacchi nemici, le entrate e le uscite di queste strutture sono spesso vulnerabili e il lavoro di Qian è stato proteggere ulteriormente queste parti. La strategia nucleare cinese segue il principio del “non primo uso” e richiede al Paese di avere la capacità di resistere a un attacco nucleare prima di rispondere con le proprie armi strategiche. Il lavoro di Qian ha garantito la sicurezza delle armi strategiche del Paese, le strutture di lancio e di stoccaggio e la sicurezza dei comandanti nei periodi tensione" secondo Song Zhongping, esperto militare e commentatore televisivo. In un’intervista esclusiva al Global Times, Qian descrive la sua opera, la “Grande Muraglia d’acciaio sotterranea”, come “l’ultima linea difensiva nazionale del Paese”. Se altre linee di difesa, tra cui sistema d’intercettazione missilistica strategica, sistema antimissile e sistema di difesa aerea non funzionano contro missili ipersonici e anti-bunker di recente sviluppo, il lavoro di Qian può contrastare tali attacchi. “Lo sviluppo dello scudo deve seguire da vicino lo sviluppo della lancia: la nostra ingegneria della difesa si è evoluta in modo tempestivo, mentre le armi d’attacco pongono nuove sfide”, affermava Qian. Secondo l’accademico, le armi ipersoniche che volano 10 volte più velocemente della velocità del suono, possono cambiare traiettoria in volo e violare qualsiasi impianto antimissile. CNBC, media statunitense, riferiva che nel marzo 2018, durante il discorso sullo Stato della nazione, il Presidente Vladimir Putin presentò nuove armi nucleari e ipersoniche, che definiva “invincibili”. Anche gli Stati Uniti cercano di sviluppare armi ipersoniche, come disse ad ottobre il vicesegretario alla Difesa degli Stati Uniti Patrick Shanahan, ora segretario alla Difesa. “Voleremo più veloci e in altro di quanto non si sia mai aspettato”, riferiva la CNBC.

Sfide emergenti.
Le sfide della difesa nazionale non emergono solo dallo sviluppo di avanzate armi d’attacco, ma sono anche il risultato di un ambiente internazionale imprevedibile, affermava Qian, citando la posizione degli Stati Uniti secondo cui l’amministrazione Trump rimugina sullo schieramento di armi nucleari. Gli Stati Unit pianificano di allentare i vincoli sulle armi nucleari statunitensi e sviluppare testate nucleari tattiche, come riportato dal Wall Street Journal nel gennaio 2018. È assai possibile che le armi statunitensi con testate nucleari tattiche siano anti-bunker, con capacità d’attacco chirurgico elevata che potrebbe causare danni maggiori, osservavano esperti militari avvertendo che la Cina dovrebbe stare all’erta e migliorare la propria difesa nazionale. Qian consigliava anche i progetti di costruzione civili, tra cui il tunnel del fiume Nanjing dello Yangtze, il ponte Hong Kong-Zhuhai-Macao e il gigantesco progetto di trasferimento idrico dal sud al nord, secondo la China Global Television Network. Alla domanda su come avrebbe speso il premio da 8 milioni di yuan, Qian aveva detto che parte sarebbe andata alla ricerca sulla difesa nazionale, e il resto utilizzato per progetti di assistenza sociale come combattere la povertà e aiutare gli studenti poveri. “Non ho mai pensato di guadagnare un premio in denaro per la mia ricerca, né penso che sia arrivato troppo tardi”, aveva detto Qian. “Sono solo grato che il riconoscimento nazionale offra una grande opportunità per sensibilizzare la difesa nazionale presso il pubblico”.

Traduzione di Alessandro Lattanzio.

Fonte estera: http://www.globaltimes.cn

Fonte italiana: http://aurorasito.altervista.org

 

 

Le Forze Missilistiche strategiche e tattiche della Cina simulavano il lancio di missili balistici intercontinentali da postazioni sotterranee, secondo i media cinesi. Le Forze Missilistiche dell’Esercito di Liberazione Popolare cinese simulava un attacco con ICBM contro un “nemico immaginario”, riportava il Global Times, sottolineando che dettagli come la posizione dell’esercitazione o quando veniva effettuato rimanevano segreti. “La formazione alla sopravvivenza a lungo termine in ambienti chiusi” diventa normale per le truppe della Forza missilistica, osservava il rapporto. Nel 2011, gli studenti della Georgetown University dichiararono di aver mappato una rete di gallerie lunga 3.000 miglia nel nord della Cina, dove erano conservati missili e testate nucleari della Forza Missilistica, anche se la CCTV diffuse la notizia della rete di tunnel induriti nel marzo 2008 secondo James R. Holmes, professore associato di strategia presso l’US Naval War College. La “Grande Muraglia sotterranea” della Cina, come l’hanno definita gli esperti, è cruciale per la strategia di deterrenza nucleare. La dottrina militare cinese pone forte enfasi sull’uso di armi nucleari come rappresaglia a un primo attacco alla Cina. Mentre la Cina non prevede di utilizzarle a meno che non venga attaccata con esse per prima, secondo gli analisti, le Forze Missilistiche dell’ELP vogliono ancora prepararsi a un possibile giorno del giudizio. Il noto commentatore militare cinese Song Zhongping dichiarava a Global Times che la Cina deposita missili strategici a lungo raggio nelle strutture sotterranee. Tutte le tre generazioni di ICBM cinesi, DF-5, DF-31 e DF-41, possono colpire bersagli distanzi 11.000 km con un altissimo grado di precisione, dichiarava Song. "Depositare ed addestrare al lancio di missili da opere difensive sotterranee rafforza la capacità di Pechino di condurre un contrattacco, dissuadendo i nemici ad attaccare" scriveva Hui Zhang, ricercatore del Programma di gestione atomica della John F. Kennedy School of Government dell’Università di Harvard. Le Forze Missilistiche dell’ELP, già note come Second Artillery, “conducono pianificazione ed addestramento alla guerra partendo dal presupposto che la Cina assorbirà un primo colpo nucleare e userà le proprie forze solo per reazione”, affermò Hui nel suo documento del 2012. Che la Cina abbia persino rivelato l’esistenza della Grande Muraglia sotterranea “dimostra che Pechino vuole che i potenziali avversari sappiano che ha una vera e affidabile capacità di ritorsione, scoraggiando idee su un attacco improvviso”, scriveva Hui nel 2012 , aggiungendo che “dalla prospettiva cinese “la Grande Muraglia sotterranea” consolida la deterrenza tra Cina e Stati Uniti, aumentando così la stabilità strategica”. Da parte sua, nel rapporto per The Diplomat, Holmes affermava che “le dimensioni della rete sotterranea aprono nuove prospettive alla strategia nucleare cinese” oltre la minima deterrenza.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

Fonte estera: https://sputniknews.com

Fonte italiana: http://aurorasito.altervista.org

 

 

Questa mappa approssimativa della posizione del super tunnel sotterraneo e' visibile bene solo da un monitor di computer, o con una sufficente risoluzione.

 

Questa schema qui sopra e' consultabile bene solo da un monitor di computer, o con una sufficente risoluzione.

 

 

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