La battaglia di Ioppe fu uno degli episodi finali della prima guerra giudaica, che vide i Giudei ribellarsi al dominio romano nella provincia della Giudea. Il comandante romano Vespasiano, dopo aver conquistato la Galilea e aver svernato a Cesarea marittima, decise di attaccare la città di Ioppe, dove si erano rifugiati molti Giudei fuggiti dalle città distrutte. La battaglia di Ioppe fu una dimostrazione della superiorità militare e navale dei Romani, che non lasciarono scampo ai ribelli giudei. Fu anche una vendetta per la sconfitta subita da Gaio Cestio Gallo, che aveva tentato di prendere Ioppe nel 66, ma era stato respinto dai Giudei con gravi perdite. La caduta di Ioppe aprì la strada a Vespasiano per assediare Gerusalemme, la roccaforte finale dei Giudei. Prima di poter portare a termine il suo compito, Vespasiano fu proclamato imperatore dalle sue truppe e dovette tornare a Roma per affrontare la guerra civile. Lasciò il comando delle operazioni al figlio Tito, che riuscì a espugnare Gerusalemme nel 70, ponendo fine alla guerra giudaica.