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Un rapporto del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha quantificato la dimensione delle forze aeree cinesi, che si avvicinerebbe ai 3.000 velivoli. Questo renderebbe la People's Liberation Army Air Force (Zhōngguó Rénmín Jiěfàngjūn Kōngjūn) la più grande flotta aerea del mondo, tolte quelle di Stati Uniti (otre 13.000 aeromobili) e Russia (oltre 4.000 aeromobili).

Secondo le ultime stime di FlightGlobal la forza complessiva della flotta aerea cinese ammonterebbe precisamente a 2.942 aeromobili: 1977 inquadrati nella PLAAF, 556 nel PLA (People's Liberation Army) e 409 nella PLAN (People's Liberation Army Navy).

Gli Stati Uniti messi a confronto contano una forza aerea complessiva di 13.717 aeromobili ripartiti tra USAF, US Navy, US Army e USMC. Nel caso americano la divisione delle forze aeree per corpo è più paritaria (ad eccezione di quella destinata a servire la United States Marine Corps Aviation).

La composizione delle flotte, tralasciando il fattore numerico e quello qualitativo - la PLAAF ha schierati in prima linea 400 Chengdu J-7 (nome in codice NATO 'Fishbed'), aerei ancora efficaci, ma sostanzialmente versione derivata del Mig-21 russo, dunque incapace di contrastare gli aerei schierati nella flotta USA - è sostanzialmente diversa: gli USA contano circa 2.200 aerei da combattimento a corto raggio, la Cina, che possiede solo 3 aerocisterne Xian H-6, ne conta 1.200: più di un terzo dell'intera flotta.

Questa differenza sottolinea la mancanza di versatilità della flotta aerea cinese, che pur possedendo 1 portaerei equipaggiata con caccia di 4ª generazione Shenyang J-15, e pur attendendo i suoi caccia di 5ª generazione Chengdu J-20, può essere definita una forza prettamente difensiva rispetto a quelle delle altre super potenze.

Per riportare l'equilibrio tra le forze in un eventuale conflitto sul territorio cinese, Pechino ha innalzato una fitta rete di difese anti-aeree che permetterebbe ai propri aerei di scontrarsi con i loro omologhi statunitensi in una condizione di vantaggio: ammesso che queste difese rimangano immuni alle armi ed alle tecnologie al centro delle strategie belliche USA.

Fonte: http://www.difesaonline.it

 

 

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