Molti non sanno che nell'antica India gli induisti avviarono uno sterminio dei buddisti, arrivando ad ucciderne circà la metà e rendendo così l'induismo la relgione dominante.
I templi di Ajanta, scavati nella roccia nelle colline di Ajanta, nello stato del Maharashtra, sono un complesso di grotte buddiste che furono costruite tra il II e il VII secolo d.C. Le grotte furono abbandonate nel IX secolo d.C., dopo l'inizio delle persecuzioni dei buddisti da parte degli indù.
Come cominciò la persecuzione e lo sterminio.
Le persecuzioni dei buddisti in India iniziarono nel VII secolo d.C., durante il regno del re Harshavardhana. Harshavardhana era un re indù che era stato educato da un maestro buddista. Tuttavia, in seguito cambiò religione e divenne un sostenitore dell'induismo. Harshavardhana iniziò a perseguitare i buddisti per diversi motivi. Innanzitutto, era preoccupato per la crescente influenza del buddismo in India. Il buddismo era diventato la religione dominante in molte parti del paese, e Harshavardhana temeva che potesse minacciare l'induismo. In secondo luogo, Harshavardhana era stato influenzato dalle idee del movimento Bhakti, un movimento religioso indù che enfatizzava l'amore e la devozione a Dio. I seguaci del movimento Bhakti credevano che il buddismo fosse una religione troppo razionale e intellettuale, e che non fosse in grado di soddisfare i bisogni spirituali delle persone comuni. Infine, Harshavardhana era stato probabilmente influenzato da alcuni dei suoi consiglieri, che erano invidiosi del successo dei buddisti. I buddisti avevano fondato molti importanti centri di apprendimento e cultura, e avevano attirato molti studenti e studiosi da tutto il mondo. Harshavardhana iniziò la sua persecuzione dei buddisti distruggendo il grande monastero buddista di Nalanda, uno dei più importanti centri di apprendimento buddista del mondo. I monaci furono uccisi o costretti a fuggire. Harshavardhana proseguì la sua persecuzione anche dopo la sua morte, nel 647 d.C. Le persecuzioni continuarono nel IX secolo d.C., durante il regno del re Bhoja I, che era un re indù particolarmente fanatico, e fece uccidere il famoso monaco buddista Atisha, che era stato invitato in India per riformare il buddismo. Le persecuzioni del Saṃghātana causarono la morte di circa la metà dei buddisti indiani. I buddisti furono costretti a fuggire dall'India, e si rifugiarono in altri paesi, come la Cina, il Tibet e il Sri Lanka. L'impatto delle persecuzioni sui buddisti indiani fu devastante. Il buddismo continuò a sopravvivere in India, ma non fu più la religione dominante.
I metodi utilizzati per le persecuzioni dei buddisti in India.
Le persecuzioni dei buddisti in India furono caratterizzate da una violenza diffusa e sistematica. I metodi utilizzati per perseguitare i buddisti includevano:
- Uccisioni: i buddisti furono uccisi in vari modi, tra cui impiccagioni, decapitazioni, arsi sul rogo e massacri.
- Distruzione di templi e monasteri: i templi e i monasteri buddisti furono distrutti o convertiti in templi indù.
- Conversioni forzate: i buddisti furono costretti a convertirsi all'induismo.
- Persecuzioni economiche: i buddisti furono discriminati economicamente, e furono privati dei loro diritti e privilegi.
I seguenti sono alcuni esempi specifici di metodi di persecuzione utilizzati contro i buddisti:
- Harshavardhana fece distruggere il grande monastero buddista di Nalanda, uno dei più importanti centri di apprendimento buddista del mondo.
- Bhoja I fece uccidere il famoso monaco buddista Atisha, che era stato invitato in India per riformare il buddismo.
- I governanti dei regni indù di Orissa e Bengala furono particolarmente violenti nelle loro persecuzioni dei buddisti.
Le persecuzioni dei buddisti in India furono un evento tragico e disastroso. La violenza e l'intolleranza religiosa causarono la morte di migliaia di persone e la distruzione di importanti centri culturali e religiosi.
La cronologia dello sterminio dei buddisti.
- 606 d.C.: Harshavardhana diventa re dell'Impero Gupta.
- 622 d.C.: Harshavardhana converte all'induismo.
- 630 d.C.: Harshavardhana inizia a perseguire i buddisti.
- 647 d.C.: Morte di Harshavardhana.
- 816 d.C.: Bhoja I diventa re dell'Impero Pratihara.
- 838 d.C.: Bhoja I fa uccidere il monaco buddista Atisha.
-878 d.C.: Morte di Bhoja I.
- 900 d.C.: Il buddismo diventa minoritario in India.
Dal X secolo d.C. al XIII secolo d.C. continuarono le persecuzioni dei buddisti da parte di vari governanti indù.
Questa tabella fornisce una panoramica delle date principali relative alle persecuzioni dei buddisti in India. È importante notare che le persecuzioni furono un processo graduale, che iniziò nel VII secolo d.C. e continuò fino al XIII secolo d.C. Le date specifiche degli eventi riportati nella tabella sono state ricavate da fonti storiche, tra cui:
- "The History of Buddhism in India" di Nalinaksha Dutt.
- "The Spread of Buddhism in Asia" di A.K. Warder.
- "The Decline of Buddhism in India" di R.C. Majumdar.
Articolo del Webmaster del portale Ogigia.