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Un lungo tunnel sotterraneo che attraversa le viscere della Città Eterna. Una strada a due corsie, asfaltata e illuminata, che lontano da sguardi indiscreti collega i principali palazzi del potere politico e militare. A metà tra leggenda e paranoia, a Roma se ne parla da anni. E come ogni mistero che si rispetti, la storia torna fuori in tutte le vicende più oscure della Repubblica. Dal golpe Borghese al sequestro Moro.

 

 

Ma esiste davvero una galleria segreta? Qualcuno l’avrebbe vista, nessuno lo conferma. Del leggendario percorso esisterebbe persino un tracciato. Una striscia di asfalto che nel quadrante ovest della città collegherebbe gli antichi forti militari Trionfale e Boccea, attraversando la storica sede degli 007 italiani di Forte Braschi. Un percorso nascosto, che una volta attraversato il Tevere metterebbe in comunicazione il Ministero Degli Interni, il Quirinale, Palazzo Chigi e Montecitorio, per proseguire verso nord fin sotto il Ministero Della Marina. Più che un’indiscrezione, sembra la trama di un film di spionaggio. Neppure troppo originale. Eppure in anni recenti il caso è cresciuto fino ad arrivare in Parlamento. Dopo alcune indiscrezioni giornalistiche, la misteriosa galleria è diventata persino oggetto di alcune interrogazioni presentate alla Camera. La vicenda si colora di particolari. Stando alla leggenda, la scoperta del tunnel risale a pochi anni fa. Un evento del tutto casuale. È il 20 settembre 1997, un gruppo di operai che sta lavorando a un sottopasso dalle parti di Pineta Sacchetti apre una voragine sotto il manto stradale. Incuriositi, i dipendenti della ditta appaltatrice si avvicinano e scoprono un’altra strada, che corre illuminata a pochi metri di profondità. Passano pochi minuti e si presentano alcuni uomini armati, che li costringono a tornare indietro. Sembra assurdo, ma qualcuno si prende la briga di verificare la storia. Si scopre così che quel giorno una ditta era effettivamente impegnata in quel tratto di strada. I lavori, però, non prevedevano alcuno scavo. Solo l’allargamento della carreggiata. Ma la storia inizia a circolare. Riprendendo alcuni articoli di stampa, il deputato di Alleanza Nazionale Marco Zacchera chiede lumi al governo. Nell’interrogazione che presenta ben due volte a Montecitorio, il parlamentare riporta indiscrezioni tanto precise quanto poco dimostrabili. Si ipotizza l’esistenza di un lungo tunnel sotterraneo che collega «il Viminale, il Quirinale, la Camera dei deputati, punti e comandi militari». Un percorso che interessa alcune preesistenti strutture medievali, «a cui sono state collegate opere costruite e scavate nel periodo antecedente il 1941». Ma si chiede anche se siano stati effettivamente effettuati nuovi lavori tra il 1980 e il 1986, con un investimento «di almeno 350 miliardi di lire, diviso tra diversi ministeri».

La strada segreta diventa uno spettro inafferrabile. Molti dicono di averne sentito parlare, nessuno l’ha mai vista. La memoria torna al 1970. Non era attraverso un percorso sotterraneo che i golpisti guidati dal principe Junio Valerio Borghese avevano raggiunto i sotterranei del Viminale? Pronti a impossessarsi delle armi lì custodite per dare il via al Colpo di Stato misteriosamente fermato all’ultimo momento? Da un mistero d’Italia si passa al successivo. Stando a qualche ritaglio di giornale, la galleria segreta sarebbe stata usata anche durante il sequestro Moro. «Nel punto in cui la strada sotterranea si interseca con la via Cassia, verso le 10 del 16 marzo 1978, giorno del rapimento di Moro, una “Gazzella” dei carabinieri vide uscire trafelati quattro uomini che ne sostenevano un quinto, o ferito o colto da malore». La razionalità prende il sopravvento. Se davvero esiste un tunnel sotterraneo che attraversa il centro di Roma, come è possibile che in tanti anni nessuno se n’è accorto? Tra lavori stradali, scavi archeologici, sistemazioni della rete idrica qualcosa sarebbe dovuto uscire fuori. Eppure non tutto è inventato. Stando a qualche esperto speleologo, non è impossibile che una strada sotterranea sia stata effettivamente scavata per collegare i forti Trionfale, Braschi e Boccea. Una galleria che interesserebbe anche il Policlinico Gemelli, lungo la stessa direttrice. Magari progettata alla fine del XIX secolo, durante la costruzione dei tre antichi forti militari. È decisamente più difficile che il tunnel passi sotto al Tevere, per arrivare fino ai palazzi del potere politico. Ma anche qui la leggenda della galleria segreta non è completamente campata in aria. Nel corso degli anni sono stati costruiti passaggi sotterranei che collegano alcune sedi della politica italiana, non è un mistero. Alcuni sono ancora in uso. Altri, forse, non lo sono più. È noto il lungo corridoio che passando sotto via della Dogana Vecchia unisce Palazzo Giustiniani e Palazzo Madama, sede del Senato. In tanti, poi, assicurano di aver attraversato un piccolo passaggio dalle parti di via dell’Impresa, verso piazza Colonna. Un tunnel di qualche decina di metri che metterebbe in contatto Palazzo Chigi con Montecitorio.

Fonte: http://www.linkiesta.it

 


 

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