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NAYPYIDAW: la giunta militare birmana ha finalmente deciso di mostrare per la prima volta all'esterno il volto finora segreto della nuova capitale del paese, Naypyidaw (città reale), costruita ex novo in una remota area montuosa a circa 460 km a nord della precedente e storica capitale Rangoon (oggi Yangon).

 

 

Fino ad ora solo a pochissimi visitatori era stato consentito di visitare la città, oggi facilmente raggiungibile attraverso una nuova autostrada che taglia in due il paese e che ha rimpiazzato una vecchia strada polverosa e difficilmente praticabile per gli automezzi. L'occasione per mostrare al mondo la nuova capitale è stata offerta dalla tradizionale parata delle Forze Armate organizzata ogni anno dai generali birmani, che per la circostanza hanno formalmente invitato cinquanta giornalisti stranieri. Ad oggi, appaiono ancora piuttosto difficili da comprendere per gli analisti le effettive motivazioni che hanno spinto la dittatura birmana a stabilire la capitale del paese in questa nuova città, costruita tra innumerevoli difficoltà logistiche ed ingenti spese economiche in un'area estremamente vasta circondata dalle montagne e da una fitta vegetazione tropicale, laddove a Rangoon certamente non mancavano adeguate infrastrutture per accogliere al meglio gli uffici statali. Migliaia di impiegati governativi sono stati invece costretti a trasferirsi circa un anno e mezzo fa a Naypyidaw, dove l'acqua e l'elettricità certamente non mancano, ma dove è assolutamente carente l'offerta in termini di intrattenimento o svago, visto che l'assenza di negozi e ristoranti è pressoché totale, al punto che in molti hanno preferito lasciare le proprie famiglie nella ex capitale Rangoon. Il ministro dell'informazione, Kyaw Hsan, ha riferito che la scelta logistica della nuova capitale ha risposto ad una precisa esigenza strategica del governo birmano. "Naypyidaw è situata esattamente nel centro del Myanmar (come è stata rinominata la Birmania dalla dittatura militare, ndr) e consente un rapido accesso a tutte le aree del paese, anche quelle più remote". Tali spiegazioni, tuttavia, non sono parse sufficienti a giustificare una scelta strategica così radicale e molti osservatori sono inclini a ritenere che le vere ragioni risiedano nella paranoia della giunta militare di subire un'invasione straniera o nella volontà di esercitare un controllo più pressante nei confronti delle minoranze etniche Shan, Chin e Karen. Non manca peraltro chi sostiene che la decisione di spostare la capitale sia stata presa in prima persona dal generale Than Shwe, leader della giunta birmana, dopo aver interrogato un indovino. La vera ragione, a detta di molti, risiede probabilmente nella volontà dei leader birmani di creare una sorta di fortezza pressoché inespugnabile da terra in cui agire in tutta sicurezza, vista la tradizionale segretezza con cui il governo birmano è solito agire e delineare le proprie linee di comando. La lontananza delle ambasciate straniere rimaste a Rangoon, la costruzione di numerosi cunicoli sotterranei ed il divieto assoluto di utilizzare telefoni cellulari costituirebbero tutti elementi perfettamente in sintonia con questo scopo. Nella nuova capitale si è trasferito anche il Generale Than Shwe, che oggi ha settantaquattro anni, presentatosi ai giornalisti durante la parata in una delle sue rarissime apparizioni pubbliche. Nel suo messaggio all'esercito ha esortato i diecimila soldati presenti a rimanere fedeli al popolo birmano e a non piegarsi ai poteri stranieri che a suo giudizio mirano esclusivamente all'indebolimento del paese - chiaro riferimento alle pressioni politiche che gli Usa e l'Europa in testa stanno esercitando nei confronti dei generali birmani per indurli ad avviare un genuino processo democratico. L'attuale giunta militare è al potere dal 1988 e si è sempre rifiutata di riconoscere la massiccia vittoria conseguita nelle elezioni democratiche del 1990 da Aung San Suu Kyi, oggi confinata agli arresti domiciliari.

Fonte: http://www.corriereasia.com

 

 

 

 

La giunta militare al governo in Myanmar ha confermato l'intenzione di trasferire la capitale in un'area vicino la città di Pyinmana, 600 km a nord dell'attuale capitale Yangon, in una zona isolata e montagnosa. Da molti anni la giunta porta avanti l'idea di portare la capitale a Pyinmana ma la costruzione di infrastrutture è iniziata solo l'anno scorso.

Fonti non ufficiali dicono che in un'area di dieci chilometri quadrati sono stati costruiti alloggi per i leader militari, quartieri diplomatici, un palazzo per il parlamento, un aeroporto, un campo da golf e altri edifici dove verrà sistemato l'apparato burocratico. Parte del personale è già stato trasferito nella nuova sede ma non è stato consentito portare le rispettive famiglie.

La nuova capitale garantirà al governo maggiore segretezza sulle scelte politiche e maggiore sicurezza in caso di proteste, ma le motivazioni che hanno spinto i militari a organizzare il cambio non sono chiare. Ieri il ministro dell'informazione Kyaw Hsan ha dichiarato alla stampa che "la nuova capitale è in una posizione centrale e si può accedere in modo rapido a tutte le zone del paese".

La spiegazione non convince gli esperti internazionali, i quali pensano che il trasferimento sia causato dal timore di un attacco da parte degli Stati Uniti. Aung Zaw, direttore di “Irrawaddy”, una pubblicazione edita da giornalisti birmani in esilio, ha dichiarato: "Nonostante sia birmano delle volte nemmeno io riesco a capire le mosse del governo. Un'invasione da parte degli americani - continua - è inverosimile, ma la giunta militare è paranoica".

Aung Kin, uno storico birmano che vive a Londra, afferma che l'esercito è di molto superiore alla marina e che "è molto più semplice difendere una città nell'entroterra rispetto a una situata sulla costa". Christian Lemiere, direttore della sezione asiatica del provider di analisi e intelligence internazionale Jane's country risk, evidenzia però che un eventuale attacco sarebbe sferrato dal cielo e non dal mare, quindi spostare la capitale non cambia la situazione, anzi la peggiora se si considera che un centro di governo più piccolo è più semplice da colpire.

Alcuni diplomatici hanno avanzato l'ipotesi che i militari ritengono la posizione della nuova capitale strategica per controllare le regioni di confine delle etnie Shan, Chin e Karen. Aung Zaw ritiene verosimile questa spiegazione anche se dubita che ci saranno evoluzioni in termini di controllo militare. Della stessa opinione è Saw Sarki dell'Unione nazionale Karen, il quale afferma che "qualunque sia la capitale, l'esercito rimane decentralizzato e distribuito in tutto il territorio".

Un'altra ipotesi è che i leader militari vogliono costruire una nuova capitale per imitare gli antichi regnanti birmani che innalzavano, su consigli di indovini, nuove città e palazzi. Joseph Silverstein, professore emerito all'Università di Rutgers ed esperto della Birmania, ha dichiarato che "tutti ascoltano gli indovini in Birmania". Ha poi aggiunto che il generale Ne Win, che ha governato il paese dal 1962 al 1990, era totalmente dipendente dai loro consigli.

Fonti: Asia News, Agenzie

Fonte: http://www.paginedidifesa.it

 

 

 

 

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