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I russi avrebbero la capacità di “oscurare” i cieli siriani, compresi i satelliti nell’orbita bassa terrestre (LEO). Schierata fin dall’inizio del rischieramento russo a protezione della base di Hmeymim nei pressi del Bassel al-Assad International Airport, ma non entrata ancora in servizio (avvistata per la prima volta il 5 ottobre scorso), la piattaforma Krasukha-4 potrebbe adesso iniziare ad intraprendere azioni mirate di guerra elettronica contro radar terrestri ed aerei, compresi i Sistemi di Allarme e Controllo Aviotrasportati (Awacs).

 

 

Con un raggio operativo di 300 km, l’ultima versione del Krasukha, in servizio da meno di un anno, sarebbe in grado di disturbare, permanentemente, i dispositivi elettronici di rilevamento, compiendo attacchi mirati.

Progettati per difendere i sistemi mobili ad alta priorità come la piattaforme Iskander, i Krasukha potrebbero adesso offuscare la rete di rilevamento delle postazioni radar turche in un perimetro operativo che comprenderebbe l’intera Siria orientale. Il Cremlino avrebbe inviato altri due sistemi Krasukha nella regione: uno di questi sarà operativo dal porto di Tartus a protezione della flotta russa schierata a ridosso della costa siriana.

La guerra elettronica o Electronic Warfare è la capacità di manipolare lo spettro elettromagnetico al fine di rilevare i bersagli nemici ed attaccarli preventivamente, impedendo loro di portare a termine la missione. Prodotti dalla KRET i Krasukha in Siria conferiscono ai russi la capacità di interrompere, ad esempio, le comunicazioni radio così come la raccolta attiva di intelligence, ed annullare qualsiasi tipo di attacco missilistico convenzionale.

Si presume siano in grado di neutralizzare anche i radar ad apertura sintetica dei “Lacrosse” e degli “Onyx”, satelliti spia del National Reconnaissance Office. Sappiamo che il Krasukha-4 è entrato in azione in Ucraina orientale. In numerosi frangenti, le comunicazione ucraine sono state “spente” del tutto. Appare evidente che una rete formata dai Krasukha può da un lato monitorare l’intera rete aerea della NATO nella regione e dall’altro offuscare la rete di intelligence multilivello: dai Lacrosse agli AWACS, dalle comunicazioni a banda X a quelle a banda J.

Progettato per contrastare la radio-localizzazione della rete satellitare della NSO (che ufficialmente non esiste), il Krasukha-4 non è immune alle contromisure elettroniche occidentali. Il problema, in questo caso, è che una tale azione sarebbe considerata un atto di guerra. Attaccare elettronicamente un sistema posto a protezione di un’area operativa (concessa dal paese ospitante), significherebbe minare la già caduca situazione nella regione.

La NATO non può fare altro che accettare l’entrata in servizio di tali sistemi a protezioni delle basi russe.

di Franco Iacch - 28/11/15

Fonte: http://www.difesaonline.it

 

 

Il Cremlino potrebbe controllare a breve il cuore del Medio Oriente. Potrebbe essere solo una questione di giorni e rendere impossibile per le forze aeree e terrestri della Coalizione effettuare qualsiasi operazione militare previo coordinamento con i russi.

L’evoluzione della strategia in Siria, prevede un massiccio utilizzo delle piattaforme Ilyushin-20. Queste ultime, giunte in Siria un mese fa, operano di concerto con i sistemi a terra per la guerra elettronica Borisoglebsk 2, progettati per disturbare le comunicazioni ed i sistemi GPS nemici. Misure che potrebbero essere viste come essenziali in un rischieramento operativo, ma la portata dei sistemi lascia ipotizzare altre finalità.

Cartina geografica alla mano, sappiamo che i velivoli Elint russi operano dalla base siriana di al-Hmeineem e da quella irachena di al-Taqaddum (a 74 km da Baghdad). In molti dimenticano che proprio la base di Latakia è distante soltanto 288 km da Israele. Tradotto significa che rimanendo in volo per 12 ore (con un raggio d’azione di 3500km), gli Il-20 possono mappare un quadro dettagliato e completo di ciò che accade sul terreno. In realtà (anche se i russi non lo ammetteranno mai), i sensori degli Il-20 consentirebbero, in linea teorica, di osservare anche tutte le attività israeliane sul Golan, intercettare tutte le comunicazioni da e verso Gerusalemme e monitorare tutte le operazioni di tutte le basi dell’IAF a sud di Israele. Giocando ancora con i numeri, in linea teorica i velivoli spia russi avrebbero il quadro completo anche sul complesso nucleare di Dimona, nel Negev.

Certo, queste sono supposizioni, ma il raggio d’azione dei quadrimotori spia russi, consentirebbero tali attività grazie alla completa suite avionica trasportata che gli permetterebbe di monitorare a diverse distanze in qualsiasi condizioni meteo.

 

 

Alla capacità aerea, Mosca ha aggiunto quella terrestre con l’entrata in servizio di nove sistemi Borisoglebsk 2 basati su MT-LB. La scelta di questi nuovi sistemi è dettata dal fatto che gli USA continuano a comunicare con i gruppi ribelli “moderati”, gli stessi ritenuti ostili (e bombardati) dal Cremlino. La nuova capacità di disturbare ed interrompere ogni tipo di comunicazione criptata è stata attivata lungo la pianura costiera nel nord-ovest della Siria (oltre ai ribelli, i russi potrebbero anche intercettare le comunicazione dei reparti speciali americani. Ricordiamo, infatti, che il coordinamento tra Russia e Stati Uniti è riferito soltanto alla fase aerea e non a quella terrestre). I nuovi sistemi di monitoraggio e disturbo conferiscono alla Russia il controllo del cuore del Medio Oriente e la capacità di spiare o interrompere le comunicazioni ostili e non.

Della versione dell’ Ilyushin-18D-36 Bizon, sappiamo quasi tutto, almeno concettualmente. Progettato fin dall'inizio sulla cellula dell’Il-18 per l'acquisizione delle informazioni sul campo di battaglia (ELINT, COMINT, Optical and Radar intelligence), monta sotto la fusoliera un “Side-Looking Airborne Radar” tipo Igla-1. La suite avionica comprende telecamere panoramiche A-87P. L’apparato ELINT è dato dal sistema “Kvadrat”. Il “Vishnya”, infine, comprende tutti i sistemi per la Communications Intelligence gestita da otto operatori. Gli Il-20 sono tutti rischierati presso la base di Chkalovskaya, nei pressi di Mosca.

Discorso a parte per il Borisoglebsk 2. E’ una delle nuove armi di Putin, gelosamente custodita dai russi. In sviluppo dal 2004, ha raggiunto la Capacità Operativa Iniziale nel 2010. Le consegne all’esercito russo sono iniziate nel febbraio scorso con battesimo del fuoco avvenuto in Ucraina orientale, nell’estate appena trascorsa. E’ stato progettato per la soppressione delle comunicazioni mobili via satellite e dei sistemi di navigazione radio. Rispetto ai sistemi che andrà a sostituire, il Borisoglebsk 2 ha una maggiore capacità di monitoraggio e soppressione, scansione delle frequenza e precisione di localizzazione spaziale delle fonti di emissione delle onde radio.

La prima unità di fanteria meccanizzata a ricevere il nuovo sistema di riconoscimento elettronico ed eliminazione delle fonti di radiofrequenza opera pressi di Orenburg, negli Urali. Il Borisoglebsk-2 è il cuore della guerra radioelettronica delle unità tattiche dell'esercito russo. Secondo i russi, è in grado di disturbare tutti i moderni sistemi di comunicazione radio e sistemi GPS utilizzati dalla NATO (F-35 compreso).

di Franco Iacch - 26/10/15

Fonte: http://www.difesaonline.it

 

 

 

A seguito di voci, mai confermate e forse false, sui sistemi di guerra elettronici russi che inceppavano i sistemi di guida dei 59 missili da crociera Tomahawk lanciati dagli USA sulla Siria il 6 aprile 2017, presumibilmente abbattendone 36, i russi hanno fornito in modo insolito informazioni sui loro sistemi di guerra elettronica (EW) di solito molto segreti.

 

 

La ragione esatta di ciò è che la Russia ha celebrato la giornata degli operatori della Guerra Elettronica il 15 aprile 2017. Tuttavia, non spiega perché i russi diffondessero queste informazioni quattro giorni dopo. Come per la recente pubblicazione dei dettagli del test del nuovo missile antinave ipersonico Tzirkon, è difficile evitare l’impressione che queste informazioni sui sistemi EW della Russia siano un avvertimento agli Stati Uniti. In particolare, i russi gli avvertono a non provare lo stesso attacco missilistico siriano contro la Russia. Presumibilmente il ritardo nella pubblicazione dei dettagli dei sistemi era dovuto alla necessità di avere il permesso di declassificare alcuni dettagli dei sistemi, pur continuando a nasconderne altri. Data la natura altamente classificata del materiale è probabile che ci fosse bisogno dell’approvazione ad alto livello dal governo russo, presumibilmente dal Presidente Putin. I russi hanno anche confermato che i loro sistemi EW sono presenti in Siria e sono operativi. Ciò non dovrebbe essere considerato una mera conferma dell’impiego per bloccare i missili Tomahawk che gli Stati Uniti lanciarono contro la base aerea al-Shayrat. La conferma che i sistemi russi EW sono operativi in Siria si ebbe il 17 marzo 2017, molto prima dell’attacco missilistico su al-Sharyat, da parte di Igor Nasenkov, Viceamministratore delegato del Gruppo tecnologico radio-elettronico russo (KRET), affiliato della società statale Rostec. “L’apparecchiatura fu testata. Non dirò cosa e come. Si è dimostrata pronta a combattere secondo i parametri tattici e tecnici previsti. Abbiamo visto che tutti i termini di riferimento ricevuti dal Ministero della Difesa sono stati rispettati, innanzitutto sui mezzi di guerra radio-elettronici”. Si sa che la Russia ha schierato l’assai avanzato sistema EW Krasukha-S4 in Siria e presumibilmente i commenti di Nasenkov si riferivano a questo sistema. Come per i dettagli del test del Tzirkon, i dettagli degli attuali sistemi EW russi sono forniti da un lungo articolo della TASS, agenzia di stampa ufficiale del governo russo. TASS forniva un vero e proprio panorama sui vari sistemi EW russi, anche se la vera estensione delle loro capacità rimane naturalmente classificata.

Sistemi aerei.
1) Sistema Vitebsk, imbarcato su aerei d’attacco al suolo Su-25, elicotteri Mi-28 e Ka-52 ed elicotteri pesanti Mi-26, è destinato a proteggere gli aerei dai missili superficie-aria. Questo sistema è notoriamente usato abitualmente dai velivoli operanti in Siria.
2) Rychag-AV, nuovo sistema impiegato su una versione EW specializzata dell’elicottero d’assalto Mi-8. TASS dice a questo proposito, “Rychag-AV è capace di “accecare” completamente il nemico entro un raggio di parecchie centinaia di chilometri e di sopprimere diversi obiettivi contemporaneamente. Il sistema priva i sistemi missilistici di difesa aerea e gli intercettatori della possibilità di individuare eventuali bersagli e di puntargli i missili, mentre sopravvivenza ed efficienza dei velivoli amici viene aumentata notevolmente”.
3) Khibinij, imbarcato sui bombardieri Su-24 e Su-30, operativo dal 2013. Questo è il sistema utilizzato per bloccare i sistemi radar del cacciatorpediniere statunitense Donald Cooke nel noto caso avvenuto al culmine della crisi crimeana del 2014. TASS fornì il primo resoconto semi-ufficiale di ciò che successe, “I dati che appaiono sui radar della nave da guerra misero in allarme l’equipaggio: l’aereo sarebbe scomparso dagli schermi radar o cambiò improvvisamente posizione e velocità o creò cloni elettronici mentre i sistemi di combattimento del cacciatorpediniere furono disattivati”.
4) Himalaj, versione avanzata del Khibinij sviluppata per il nuovo caccia di quinta generazione Su-T50.

 

 

Sistemi terrestri.
1) Krasukha-S4 è un sistema di cui è noto lo schieramento in Siria. TASS ne descrive le capacità, “Il Krasukha-4 è stato progettato per proteggere posti di comando, gruppi di forze, mezzi di difesa aerea, strutture industriali dalla ricognizione radar e dalle armi di precisione. La stazione di blocco attivo a banda larga del sistema può contrastare efficacemente tutti i radar utilizzati dai vari aeromobili, nonché missili da crociera e velivoli senza pilota”. Alla luce dell’attacco missilistico su al-Shayrat del 6 aprile 2017, il riferimento ai missili da crociera in questo paragrafo non è probabilmente casuale. Tuttavia il paragrafo non va considerato una conferma che i russi hanno utilizzato il sistema Krasukha-S4 per bloccare i sistemi di guida dei missili Tomahawk lanciati dagli Stati Uniti su al-Shayrat. Per prima cosa il missile da crociera di Tomahawk ha una serie di sistemi di guida e non è chiaro quale fu usato nell’attacco.
2) Krasukha-20, è un sistema appositamente progettato per disturbare gli AWACS degli USA.
3) La descrizione del sistema Moskva-1 della TASS, suggerisce che è volto a sostenere i sistemi radar dei sistemi antiaerei come l’S-400. Entrò in servizio l’anno scorso e dalla descrizione della TASS sembra molto avanzato, “Il sistema è progettato per ricognizione radar (radiolocalizzazione passiva), interazione e scambio d’informazioni con i comandi delle truppe missilistiche della difesa aerea e delle forze radio-tecniche, i centri di direzione aerea, di acquisizione dati del bersaglio e controllo delle unità di disturbo e i singoli mezzi di soppressione elettronica. Il Moskva-1 comprende un modulo d’intelligence e un posto di controllo delle unità di disturbo (stazioni). Il sistema può:
– Condurre intelligence elettromagnetica fino a una distanza massima di 400 km;
– Classificare tutte le emittenti secondo il grado di minaccia;
– Fornire supporto in corso;
– Assegnare obiettivi e distribuire tutte le informazioni;
– Assicurare un’efficace controllo sull’efficienza operativa delle unità EW e dei singoli mezzi che gestiscono.
I sistemi Moskva apparvero nelle esercitazioni tattiche congiunte delle forze di difesa aerea ed aeree nella regione di Astrakhan, nel sud della Russia, nel marzo 2016”
.
4) Infauna, sembra un sistema destinato a proteggere le truppe terrestri da determinati tipi di armi anticarro ravvicinate, come i missili Javelin e TOW. “Il sistema, sviluppato dalla United Instrument-Making Corporation, fornisce intelligence elettronica e soppressione radio, protezione di soldati, corazzati e autoveicoli contro tiro mirato di armi d’accompagnamento e lanciagranate, ed anche contro mine radio-controllate. L’apparecchiatura radiofonica a banda larga aumenta notevolmente il raggio di protezione dei sistemi mobili dalle mine radio-controllate. La possibilità di creare schermi aerosol aiuta a proteggere i mezzi militari dalle armi di precisione con sistemi di guida video e laser. Attualmente questi sistemi EW sono montati sui telai ruotati unificati K1Sh1 (basati sul blindato BTR-80) prodotti in serie e forniti alle varie unità dell’esercito russo”.
5) Borisoglebsk-2, sembra anche questo un sistema destinato a fornire supporto alle truppe terrestri, in questo caso bloccando i sistemi di comunicazione dei nemici. È in qualche modo il più tradizionale dei sistemi indicati dalla TASS e può essere il sistema EW più comunemente utilizzato dalle truppe russe.

Sistemi navali.
Prima di discutere questi sistemi, va detto che uno dei maggiori problemi che i progettisti di sistemi d’arma moderni per le navi da guerra affrontano è garantirsi che i sistemi elettronici delle varie armi di una nave da guerra si completino a vicenda e non interferiscano. Dato che i sistemi sono sempre più complessi e più potenti, ciò diventa una sfida crescente data la vicinanza dei vari sistemi elettronici e d’arma su una nave da guerra. Quasi certamente il problema d’assicurare la compatibilità dei vari sistemi elettronici e d’arma ha ritardato l’entrata in servizio della nuova fregata Admiral Gorshkov. Ciò che si sa delle navi da guerra di superficie russe suggerisce che abbiano vari sistemi EW estesi e completi. L’articolo della TASS tuttavia fornisce poche informazioni, limitandosi a soli due sistemi, suggerendo che il livello di classificazione dei sistemi navali EW russi è molto elevato.
1) TK-25E, destinato alle grandi navi da guerra, secondo la TASS, “Il TK-25E genera interferenze a impulsi utilizzando copie digitali di segnali delle navi da guerra di tutte le classi. Il sistema può analizzare simultaneamente 256 obiettivi e fornire protezione efficace alla nave da guerra”.
2) MP-40E, sembra il sistema equivalente per le navi da guerra più piccole. La descrizione della TASS suggerisce che operi in modo diverso e più limitato, “e' in grado d’individuare, analizzare e classificare le emissioni di mezzi radio-elettronici e del loro vettore per grado di minaccia e sopprimere elettronicamente tutti i sistemi di ricognizione e d’arma moderni e avanzati del nemico”.
Negli anni ’80, un ufficiale dell’esercito inglese mi disse che i sistemi EW sovietici potevano ridurre le comunicazioni nei campi di battaglia moderni al livello della guerra del 1914-1918 e che la NATO era completamente impreparata su questa minaccia. Presunsi che esagerasse, ma i russi senza dubbio prendono seriamente la guerra elettronica e sembra esserci consenso generale sul fatto che abbiano un largo vantaggio sull’occidente in questo settore. Infatti l’articolo della TASS dice, “Secondo il comandante della forza da guerra elettronica della Russia, Maggiore-Generale Jurij Lastochkin, la tecnologia militare moderna russa supera quella dei rivali occidentali su varie caratteristiche, tra cui il raggio operativo. Ciò grazie all’uso di trasmettitori più potenti e antenne più efficaci”. Ovviamente, in un momento di tensione internazionale acuta, con gli USA che attaccano con missili la Siria e minacciano la Corea democratica, qualcuno a Mosca ha deciso che è giunto il momento di far ricordare agli Stati Uniti questo fatto.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Fonte: https://aurorasito.wordpress.com

 

 

L’intervento militare di Mosca in Siria non ha semplicemente capovolto le sorti della guerra e seminato il panico tra i jihadisti. Ha mostrato al mondo, in una situazione di guerra reale, le effettive capacità dell’esercito russo, che con sorpresa di tutti dispone di un sistema di interferenza elettronica in grado di rendere sorda e cieca l’Alleanza Atlantica. Nonostante un budget molto più alto, gli Stati Uniti hanno appena perso il loro predominio militare.

 

 

Rete Voltaire Damasco (Siria) 19 ottobre 2015

L’intervento militare russo in Siria, che sarebbe dovuto essere una scommessa azzardata di Mosca contro i jihadisti, si è invece trasformato in una manifestazione di potenza che ribalta l’equilibrio strategico mondiale. Originariamente pensato per isolare e distruggere i gruppi armati degli Stati che li sostengono in violazione delle relative risoluzioni del Consiglio di sicurezza, l’operazione ha portato ad accecare tutti gli attori e i loro alleati occidentali. Frastornato, il Pentagono è diviso tra coloro che cercano di minimizzare i fatti e di trovare una falla nel sistema russo e quelli che, al contrario, ritengono che gli Stati Uniti abbiano perso la loro superiorità in materia di guerra convenzionale e che avranno bisogno di molti anni per recuperarla. Ricordiamo che nel 2008, nella guerra in Ossezia del Sud, le forze russe erano effettivamente riuscite a respingere l’attacco georgiano, ma soprattutto avevano mostrato al mondo il deplorevole stato delle loro apparecchiature. Ancora dieci giorni fa, l’ex Segretario alla Difesa Robert Gates e l’ex consigliere per la Sicurezza Nazionale Condoleezza Rice parlavano dell’esercito russo come di una forza di «seconda classe». Come, dunque, è riuscita la Federazione russa a ricostruire la sua industria bellica, a progettare e a produrre armi ad altissima tecnologia senza che il Pentagono valutasse l’entità del fenomeno e rimanesse così indietro? I russi hanno usato tutte le loro nuove armi in Siria o tengono in serbo altre meraviglie? A Washington lo sconcerto è talmente grande che la Casa Bianca ha appena annullato la visita ufficiale del primo ministro Dmitry Medvedev e di una delegazione dello stato maggiore russo. La decisione è stata presa dopo un’analoga visita in Turchia di una delegazione militare russa. È inutile discutere delle operazioni in Siria perché il Pentagono non sa più cosa stia accadendo. Furibondi, i "falchi liberali" e i neocon pretendono un aumento del bilancio militare e hanno ottenuto lo stop al ritiro delle truppe dall’Afghanistan. In un modo che più strano non si può, i commentatori atlantisti che assistono al sorpasso sulla potenza militare americana denunciano il pericolo dell’imperialismo russo. Eppure qui la Russia non sta facendo altro che salvare il popolo siriano e propone agli altri Stati di collaborare con lei, mentre gli Stati Uniti quando detenevano il primato militare imponevano il proprio sistema economico e distruggevano molti Stati. È indubitabile che le incerte dichiarazioni di Washington durante lo schieramento russo, prima dell’offensiva, non dovevano essere interpretate come un lento adattamento politico della retorica ufficiale ma per ciò che effettivamente esprimevano: il Pentagono non conosceva il territorio. Era diventato sordo e cieco.

Un sistema di interferenza elettronica su vasta scala.
Dopo l’incidente della USS Donald Cook nel Mar Nero, il 12 aprile 2014, sappiamo che l’aviazione russa ha un’arma che le permette di oscurare tutti i radar, i circuiti di controllo, i sistemi di trasmissione informazioni, eccetera.. Fin dall’inizio del suo schieramento militare, la Russia ha installato un centro di disturbo (radar jamming) a Hmeymim, a nord della città siriana di Laodicea (Latakia). Improvvisamente si è riverificato l’incidente della Donald Cook, ma questa volta in un raggio di 300 km, comprendente la base NATO di Incirlik in Turchia. E ancora continua. Poiché l’evento si è verificato durante una tempesta di sabbia d’intensità storica, inizialmente il Pentagono ha pensato che i suoi dispositivi di rilevamento fossero fuori uso, prima di accorgersi che erano stati oscurati. Tutti oscurati. Oggi la moderna guerra convenzionale si basa sul "C4i"; un acronimo composto da quattro c e una i corrispondenti ai termini inglesi command (dominio), control, communications, computer (informatica) e intelligence (informazioni). I satelliti, gli aerei e i droni, le navi e i sommergibili, i carri armati e ora anche i combattenti sono collegati tra loro da comunicazioni permanenti che consentono agli stati maggiori di guidare le battaglie. È tutto questo insieme, il sistema nervoso della NATO, che è stato ora oscurato in Siria e in una parte della Turchia. Secondo l’esperto rumeno Valentin Vasilescu, la Russia avrebbe installato diversi Krasukha-4 (un’apparecchiatura a banda larga mobile che disturba i radar, ndt) e avrebbe dotato i suoi SAP-518/ SPS-171 (come l’aereo che ha sorvolato la USS Donald Cook) e i suoi elicotteri di Richag-AV (sistema di oscuramento di radar e sonar che può essere montato su elicotteri, navi e altre attrezzature militari, ndt). Inoltre starebbe usando la nave spia Priazovye (classe Vishnaya, progetto 864 secondo la nomenclatura NATO) nel Mediterraneo. Sembra che la Russia si sia impegnata a non disturbare le comunicazioni di Israele – riserva di caccia americana – per cui le è vietato impiegare il suo sistema di disturbo nel sud della Siria. Gli aerei russi sono stati ben lieti di violare un sacco di volte lo spazio aereo turco. Non per misurare il tempo di reazione della propria aeronautica militare, ma per verificare l’efficacia del disturbo elettronico nella zona interessata e per sorvegliare le installazioni messe a disposizione dei jihadisti in Turchia.

Missili da crociera ultraefficienti.
Infine la Russia ha usato diverse nuove armi, come i ventisei missili stealth (furtivi, invisibili al radar, ndt) da crociera 3M-14T Kaliber-NK, equivalenti ai Tomahawk RGM/UGM-109E [8] . Lanciati dalla Flotta del Mar Caspio, cosa che non aveva nessuna esigenza militare, hanno colpito e distrutto undici obiettivi a 1.500 km di distanza nella zona non offuscata, così che la NATO potesse apprezzare la performance. Questi missili hanno sorvolato l’Iran e l’Iraq a una quota variabile da 50 a 100 metri in base al territorio, passando a quattro chilometri da un drone statunitense. E non se ne è perso neanche uno, a differenza di quelli americani, i cui errori sono compresi tra il 5 e il 10% secondo il modello. Tra l’altro, questi lanci mostrano l’inutilità delle spese faraoniche dello "scudo" antimissile costruito dal Pentagono attorno alla Russia, ancorché ufficialmente diretto contro vettori (missili) iraniani. Sapendo che questi missili possono essere lanciati da sommergibili situati ovunque negli oceani e che possono trasportare testate nucleari, i russi hanno recuperato il loro ritardo in materia di razzi vettori. In definitiva, la Federazione russa sarebbe distrutta dagli Stati Uniti – e viceversa −in un confronto nucleare, ma vincerebbe in caso di guerra convenzionale. Solo i russi e i siriani hanno la capacità di valutare la situazione sul campo. Tutti i commenti militari provenienti da altre fonti, tra cui i jihadisti, sono privi di fondamento perché solo la Russia e la Siria hanno una visione del territorio. Tuttavia Mosca e Damasco intendono sfruttare al massimo il loro vantaggio e quindi mantengono la segretezza delle loro operazioni. Da alcuni comunicati ufficiali e dalle confidenze dei funzionari si può dedurre che sono stati uccisi almeno 5.000 jihadisti, fra cui molti capi di Ahrar al-Sham, di Al-Qa’ida e dell’Emirato Islamico (ISIS). Almeno 10.000 mercenari sono fuggiti verso la Turchia, l’Iraq e la Giordania. L’esercito arabo siriano e Hezbollah hanno riconquistato il terreno senza attendere gli annunciati rinforzi iraniani. La campagna di bombardamenti dovrebbe terminare entro il Natale ortodosso. La questione che si porrà allora sarà di sapere se la Russia è o non è autorizzata a completare il suo lavoro braccando i jihadisti che si rifugiano in Turchia, Iraq e Giordania. Se così non fosse la Siria sarebbe salva, nondimeno il problema non sarebbe risolto perché i Fratelli Musulmani non mancherebbero di cercare una vendetta e gli Stati Uniti di utilizzarli nuovamente contro altri bersagli.

Da ricordare:
- L’operazione russa in Siria è stata progettata per privare i gruppi jihadisti del sostegno statale di cui dispongono dietro il paravento dell’aiuto ai "dissidenti democratici".
- Essa ha richiesto l’uso di armi nuove e si è trasformata in una dimostrazione di forza russa.
- La Russia possiede ormai una capacità di disturbo di tutte le comunicazioni della NATO ed è diventata la prima potenza nel campo della guerra convenzionale.
- Questa performance ha alimentato la discordia a Washington. È troppo presto per dire se sarà favorevole al presidente Obama o se sarà usata dai "falchi liberali" per giustificare un aumento del bilancio militare.

Thierry Meyssan

Fonte: http://www.stampalibera.com

 

 

 

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