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La tecnologia stealth, punta di diamante dell’aviazione statunitense, rischia di divenire superata. Sembra infatti che Cina e Russia stiano lavorando, ognuna per conto proprio, alla costruzione di veicoli senza pilota (UAV – Unmanned aerial vehicle) in grado di individuare gli aerei stealth, come gli F-35, gli F-22, e i bombardieri B-2.

 



La Cina: alcune foto scattate all’inizio del 2015 hanno immortalato un drone, chiamato Aquila divina (nella foto in basso), in grado di volare a grandi altitudini e per lunghissime distanze, e che sembra destinato a individuare ed eliminare gli aerei stealth nemici anche molto lontano dai cieli della Terra di Mezzo. Le foto scattate immortalano un veicolo con un singolo motore, con la fusoliera di circa 1,2-1,5 metri, lungo dai 14 ai 18 metri. Il radar destinato al veicolo dovrebbe essere di tipo AMTI (Airborne Moving Target Indicator), in grado cioè di individuare non solo aerei, ma anche oggetti più piccoli, come i missili Cruise.

Se Pechino è in fermento, a Mosca non si dorme di certo. A quanto emerso dall’intervista di Flightglobal.com a Vladimir Mikheev, vicedirettore esecutivo del produttore di sistemi elettronici KRET (Concern Radio-Electronic Technologies), sembra che si stia lavorando a un nuovo UAV simile al cinese Aquila Divina. Stando alle parole di Mikheev, infatti, entrambi usano basse frequenze radar per individuare aerei che usano tecnologia stealth. La maggior parte dei quali è stata ideata per nascondersi dalle frequenze radar più alte.

Secondo chi ha visto il mock-up dell’UAV – rinominato dagli addetti ai lavori il «cacciatore di F-35» – al salone aeronautico di Mosca MAKS conclusosi nelle settimane scorse, il drone russo sarebbe molto simile al progetto del veicolo senza pilota X-47B della Northrop, accantonato nei mesi scorsi (nella foto in alto).

Il veicolo che stanno elaborando al Cremlino, comunque sia, sembra sia più avanzato di quello cinese. Mikheev ha infatti affermato che si sta lavorando ad un sistema che crea una sfera elettromagnetica attorno al veicolo in grado di schermare l’aereo dai radar nemici. Se tale notizia fosse confermata, le parti della preda e del cacciatore nei cieli del mondo potrebbero rovesciarsi.

Washington, però, è ben conscio del problema: da tempo infatti si discute sulla possibilità che la tecnologia stealth possa divenire superata. Già nel 2012 l’Ammiraglio Jonathan Greenert, Comandante delle Operazioni Navali, aveva posto l’attenzione sulla questione. Secondo quanto riportato da Navy Times, l’Ammiraglio aveva puntato l’attenzione sulla necessità di non affidarsi solamente alla tecnologia stealth, ma di investire anche su veicoli senza pilota in grado di attaccare da lunghe distanze e su dispositivi che confondano i sensori elettronici nemici.

A febbraio di quest’anno l’Ammiraglio, parlando con il Washington Examiner sulle capacità stealth dei jet da combattimento di sesta generazione, è tornato sulla questione: «Non si può diventare così stealth da diventare invisibili, si genererà sempre una traccia di qualche tipo. Sappiamo che la tecnologia stealth può diventare superata».

L’Ammiraglio ha poi aggiunto: «Se qualcosa si muove veloce nell’aria e rompe molecole ed emette calore – non mi interessa quanto cool possa essere il motore – sarà individuabile».

Sarà. Di certo, però, se Mosca e Pechino riusciranno a sviluppare questi nuovi veicoli, gli equilibri nei cieli del mondo potrebbero cambiare. E non a favore di Washington.

Fonte: http://www.flyorbitnews.it

 

 

La Russia sta lavorando ad un velivolo a pilotaggio remoto (Unmanned aerial vehicle, UAV) in grado sia di rimanere nascosto ai radar durante le azioni militari e sia di scovare gli aerei dotati di tecnologia stealth. Il drone è stato presentato in occasione del salone internazionale dell’aeronautica e dello spazio, MAKS, in corso a Mosca e, tra gli stand della fiera, è stato immediatamente ribattezzato come «il cacciatore di F-35».

Il velivolo è sviluppato dalla United Aircraft Corporation (UAC) in collaborazione con la Concern Radio-Electronic Technologies (KRET), che fornirà, in qualità di subappaltatrice, i sistemi elettronici di autoprotezione, radar e stazioni di controllo a terra.

Secondo il direttore generale della KRET Vladimir Mikheev, il modello esposto al MASK rappresenta molto di più di un elegante prototipo promozionale. Il velivolo sarà dotato di un sistema elettronico che, oltre a fornire una sfera elettromagnetica protettiva in grado di contrastare i missili aria-aria, lo renderà invisibile ai radar. Inoltre, il radar in banda X e in UHF equipaggiato a bordo gli permetterà di individuare gli aerei da combattimento dotati dell’attuale tecnologia stealth, come i caccia statunitensi Lockheed Martin F-22 e F-35 e il Northrop Grumman B-2.

Il radar, l’avionica e il sistema di guerra elettronica del nuovo drone – di cui ancora non è stato diffuso il nome – sono derivati da quelli, sempre prodotti dalla KRET, del caccia multiruolo Sukhoi Su-35 e dell’elicottero d’attacco Kamov Ka-50.

Secondo gli esperti che hanno avuto modo di visionare il modello da vicino, il nuovo UAV ricorda molto il dimostratore tecnologico prodotto dall’americana Northrop X-47B, il cui progetto è stato cancellato nel febbraio di quest’anno. Rispetto al X-47B, al drone russo sono state aggiunti gli stabilizzatori verticali e due eliche per ciascuna ala.

Attualmente la KRET è impegnata in due diversi progetti di UAV, sempre in collaborazione con UAC. Inoltre, insieme alla Sukhoi, l’azienda sta sviluppando i sistemi elettronici e l’avionica del nuovo caccia di quinta generazione russo, il Sukhoi T-50 PAK FA, atteso per l’ingresso in servizio nel dicembre del 2016.

Fonte: http://www.flyorbitnews.it

 

 

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